In Abruzzo 18 presidi Slow Food raccontano storie incredibili, come questa
MORTADELLA DI CAMPOTOSTO, RARITÀ DAL CUORE MORBIDO, CON OLTRE 500 ANNI DI STORIA di Chiara Papotti
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Al taglio la mortadella di Campotosto presenta un colore rosso intenso, scuro, con il lardello bianchissimo (photo © Only Fabrizio – stock.adobe.com).
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a filosofia di Slow Food è quella di mangiare bene e sano. Una missione portata avanti dall’associazione fondata da CARLO PETRINI dal 1989, al fine di sostenere la cultura del cibo e del vino. Slow Food è cresciuta nel tempo fino a contare migliaia di iscritti e centinaia di sedi in tutto il mondo. Per mantenere in vita le produzioni più di nicchia sono nati, a partire dal 2000, i Presidi, riconoscimenti di qualità rilasciati a prodotti che rischiano di scomparire. La logica dei Presidi Slow Food è quella di tutelare le produzioni che vantano un legame concreto con il territorio, recuperando mestieri e tecniche di lavorazione tradizionali che altrimenti andrebbero perdute. In Abruzzo i Presidi sono diciotto, a sostegno dei prodotti più vari: dalla Lenticchia di Santo Stefano di Sessanio ai Fagioli di Paganica e Tondino del Tavo, dal Fico secco reale di Atessa ai Mieli dell’Appennino aquilano, dalla Patata turchesa al Peperone dolce di Altino, dal Pecorino di Farindola al Canestrato di Castel del Monte. Non solo prodotti della terra e formaggi, ma anche due salumi molto particolari. Uno si trova nel cuore del Parco Nazionale
Premiata Salumeria Italiana, 2/21