Barolo
Rocche di Castiglione, così è nato il Barolo DOCG della famiglia Oddero
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ercorrendo la strada statale che porta da Alba a Dogliani è facile notare un appezzamento vitato scosceso, piuttosto esteso (la sua ampiezza totale è di 16 ettari), orientato prevalentemente a sud -est: è la Menzione Geografica Aggiuntiva Rocche di Castiglione, DOCG Barolo, che si estende sul territorio comunale di Castiglione Falletto e, in piccola parte (circa per il 10% della sua superficie), entro i confini del comune di Monforte d’Alba. Rocche di Castiglione è da sempre indicata – già Renato Ratti lo fece, nella sua Carta del Barolo - tra le aree di produzione più prestigiose della denominazione. Ma questa è storia nota, patrimonio di conoscenza comune. Ciò che è più raro sapere, di Rocche di Castiglione, è il legame di questa terra con coloro che la possiedono e la coltivano; è il significato che assume per una delle famiglie storiche di Langa, produttrici di Barolo da generazioni (esattamente fin dal 1878): Oddero Poderi e Cantine. La famiglia Oddero è proprietaria di 0,63 ettari all’interno del cru Rocche di Castiglione fin dal 1950. Ogni vite, ciascuna di età compresa tra gli 80 e i 90 anni, racconta la storia di un giovane Giacomo Oddero che, con l’ambizione di tramandare alle generazioni future un appezzamento unico per qualità delle uve e bellezza del paesaggio, acquistò le vigne a metà del secolo scorso. Isabella, giovane nipote di Giacomo Oddero, racconta ciò che il nonno ancora le narra a proposito di quel giorno – o meglio, quella notte - in cui, da proprietario, camminò per la prima volta su quelle terre magnifiche. “Il nonno era giovane”, racconta Isabella, “e si innamorò di quel vigneto ripido, bellissimo, confinante con un bosco selvatico, simbolo già allora chiarissimo di quanto di meglio la
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Langa potesse offrire. Dopo l’acquisto, una notte uscì di casa e si diresse a Castiglione. Rivedere il vigneto di notte lo lasciò senza fiato: il terreno di Rocche di Castiglione è magrissimo, composto per lo più da marne calcaree ed arenarie; il suo colore è bianco, bianco latteo. E quella notte la luce della luna rifletteva tutto questo candore rimandando bagliori argentei. Il nonno ancora oggi mi dice che non avrebbe visto mai più niente di così bello, travolto dall’orgoglio di possedere e poter lavorare una vigna così fuori dal comune”. La medesima passione è stata tramandata anche alle generazioni successive: a Mariacristina, figlia di Giacomo, e a Isabella, sua nipote. Sia Isabella che Mariacristina ammettono di avere con questo vigneto, e anche con il Barolo Rocche di Castiglione DOCG che ne deriva, un legame affettivo molto profondo. Il Barolo che qui nasce ha tratti di eleganza e finezza fuori dal comune. Prodotto in circa 2500 bottiglie per anno, il Barolo Rocche di Castiglione DOCG di Oddero Poderi e Cantine viene invecchiato in botti di rovere da 20 hl per 30 mesi, completando il proprio affinamento in bottiglia per un periodo ulteriore di un anno circa. L’annata oggi in commercio è la 2013, che fin da subito si è presentata come un’ottima vendemmia per il Nebbiolo. È proprio questo vitigno infatti che ha maggiormente beneficiato dello splendido clima registrato da fine agosto a metà ottobre di quell’anno, con giornate soleggiate e calde accompagnate da notti fresche: una condizione ottimale per la sintesi fenolica. Grazie ad un’oculata gestione del carico produttivo in vigneto, con operazioni di diradamento e sfogliatura le uve hanno mantenuto un’ottima maturità: è per questo motivo che il Barolo 2013 ha tutte le carte in regola per garantire una buona struttura e longevità.
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dicembre 2017