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A braccetto verso il futuro Lo sport tradizionale punta sul digitale per ritrovare appeal, dando ai videogame competitivi ancor più visibilità di Daniele Duso
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er i puristi del settore due calciatori famosi che giocano a Fifa su Twitch non stanno facendo esports. Esports è un qualcosa di diverso dal semplice gaming, si tratta di competizioni che vedono scontrarsi professionisti, videogiocatori sì, ma che lo fanno per mestiere. Eppure lo scorso anno, quando tutte le competizioni sportive sono state congelate dalla pandemia, sono state anche quelle strampalate competizioni organizzate tra calciatori, piloti o altri sportivi a pompare la scena esportiva mondiale alimentandola e facendola crescere in modo quasi inaspettto. Gli esports, a dire il vero, già crescevano con costanza da alcuni anni, e pur rimanendo all’interno di una nicchia all’interno del più grande insieme che comprende tutti i titoli videoludici, avevano comunque già fatto breccia nel cuore degli sport tradizionali.
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GIOCONEWS #10 OTTOBRE 2021
Gli sport infatti, più o meno tutti, hanno di questi tempi un grosso problema: stanno perdendo pubblico e, quel che è peggio, vedono la loro età media aumentare inesorabilmente. I giovani, infatti, non sono più interessati agli sport come lo erano i loro padri e, prima ancora, i loro nonni. I ragazzi, oggi, hanno molte più opportunità di intrattenimento e, tra queste, scelgono quelle di più facile fruizione, quelle che adesso, addirittura, possono essere sempre a disposizione, grazie a uno smartphone. Un fenomeno di cui molti, nel mondo dello sport, si sono accorti. Uno degli ultimi a tornare sull’argomento, qualche settimana fa, è stato il presidente del Calcio Napoli, Aurelio De Laurentiis, dicendo che “i giovani preferiscono lo smartphone alle partite”, ma prima di lui, facendo molto più clamore fu Andrea Agnelli, che giustificando il progetto della Super League sottolineò l’importanza di “andare a creare una competizione che simuli ciò che fanno le piattaforme digitali”, andando loro incontro per “fronteggiare la competizione di Fortnite o Call of Duty, che sono i veri centri di attenzione dei ragazzi di oggi”. Agnelli e De Laurentiis sono solo due esempi di imprenditori del mondo dello sports italiano che hanno esternato il problema, ma molti altri (citiamo ad esempio l’ex boss della Ferrari, Maurizio Arrivabene) lo hanno individuato tentando di correre ai ripari, con una strategia che ripercorre il suggerimento del vecchio adagio: “Se non puoi batterli, unisciti a loro”.