Inside Utopia

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L’architettura della science fiction

IL FUTURO CHE IMMAGINIAMO

(A destra) Dal fumetto di Moebius, la vista di un mondo tanto fantastico quanto realistico. Una navetta fluttua in un paesaggio naturale quasi riconoscibile, dove sorgono edifici di chiave fantascientifica. (A sinistra) Una vista aerea della cittadella di Wakanda, centro ipotetico di una comunità formata dalla commistione di tutte le tribù.

Q

uando, durante il ‘900, le Utopie si sono esaurite, la ricerca nel campo delle architetture visionarie resta prerogativa della fantascienza e del fantasy, del cinema e del fumetto. Gli stimoli visivi cui la nostra immaginazione è continuamente sottoposta ci hanno, infatti, reso familiari architetture di fantasia, del cinema, della letteratura e dei fumetti, ormai entrate a far parte del nostro immaginario. La forza di queste ambientazioni sta nel rendere accessibili tramite linguaggi più immediati e dalle qualità semantiche, quei luoghi che attraverso le immagini di progetti utopici e città futuribili, per quanto dettagliati e realistici, rimangono pur sempre di difficile diffusione. Le visioni urbane del cinema di fantascienza, della letteratura fantastica e del fumetto, si sono avvicinate a descrivere un mondo per lo più distopico. In effetti negli ultimi vent’anni il cinema ci ha abituati ad una visione distopica del futuro. Una forma di utopia distorta, un’illusione di progresso, a cui il vecchio cinema ci aveva abituato, ma che invece di farci progredire ci fa sprofondare in un oscuro baratro. La distopia sembra aver trovato nel grande schermo un terreno fertile per seminare dubbi e far nascere messaggi preoccupanti. C’è forse il rischio che il cinema, non sia più in grado di raccontare una liberazione,

ma solo in grado di raccontare l’attualità, la drammaticità di una crisi, senza però saper indicare una via d’uscita? Viviamo in una realtà a tal punto problematica che la distopia è il tono che più di ogni altro contribuisce a definire il mood a cui si accordano la maggior parte delle visioni del futuro prodotte dalla nostra cultura. La nostra capacità di immaginare ciò che verrà domani appare dominata da visioni cupe e pessimistiche. Tuttavia proprio nel cinema, nei fumetti non mancano esempi positivi di futuri idilliaci dove l’umanità vive in ambienti di straordinaria bellezza e benessere. Come afferma Gianni Rodari nel suo libro La grammatica e la fantasia: «occorre una grande fantasia, una forte immaginazione per essere un grande scienziato, per immaginare cose che non esistono ancora, per immaginare un mondo migliore di quello in cui viviamo e mettersi a lavorare per costruirlo». IL FUTURO CHE IMMAGINIAMO

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