dacia temeraria, la semplicità e l’utilizzo di materiali di ultima generazione; tutto ciò per ottenere il massimo dell’elasticità, della leggerezza e della dinamicità con l’uso di linee oblique ed ellittiche. La decorazione viene considerata assurda e superflua e viene celebrato il materiale grezzo e nudo della struttura. L’ispirazione deve venire dal mondo meccanico e non da quello naturale o da quello del passato. Per architettura si deve intendere lo sforzo di armonizzare con libertà e con grande audacia, l’ambiente con l’uomo, cioè rendere il mondo delle cose una proiezione diretta del mondo dello spirito. Un’architettura così concepita avrà come caratteristica la caducità e la transitorietà. Le abitazioni dureranno meno di chi le abita e ogni generazione dovrà fabbricarsi la sua città rinnovandola continuamente.
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INSIDE UTOPIA
Autore di questo manifesto e uno dei più importanti esponenti del movimento fu Antonio Sant’Elia, architetto italiano, nato a Como il 30 aprile 1888 e morto al fronte nel 1916 dopo essersi arruolato come volontario nella Prima guerra mondiale insieme ad altri futuristi come Filippo Tommaso Marinetti.
— Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno — Le uniche due opere realizzate dell’architetto furono Villa Elisi a San Maurizio e il monumento ai caduti di Como costruito sulla base del suo disegno del 1914, da Giuseppe e Attilio Terragni (1931-33). Portato fin da bambino per il disegno completa gli studi tecnici alla Scuola di Arti e Mestieri G. Castellini sempre a Como e nel 1906 consegue il diploma di perito edile-capomastro. A diciannove anni, si trasferisce a Milano per lavorare e comincia a conoscere la realtà di una città industriale. Nel 1909 si iscrive al Corso di Architettura Superiore presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, la frequentazione di tale Accademia consentiva il conseguimento del diploma di professore in disegno architettonico. Nel 1911 ottiene una menzione d’onore al Concorso per un villino moderno bandito nel 1908 dall’Unione Cooperativa “Milanino”, che si proponeva di costruire una città-giardino nell’area compresa fra Cusano Milanino e Cinisello Balsamo. Nel 1912 pro-
A sinistra: Centrale elettrica, 1914 Nella pagina a fianco: bozza della Città Nuova, 1914