Inside Utopia

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Broadacre City è la città che nel 1934 Frank Lloyd Wright immagina per combattere l’atto disumano rappresentato dalla congestione urbana, la soluzione concreta per civilizzare la vita cittadina. Un anno dopo ne esibisce il plastico al Rockfeller Center di New York in occasione dell’Industrial Arts Exposition. Il modello illustra la edificazione distesa e ordinata in una maglia di isolati quadrati che contengono piccole aziende agricole e altre di medie dimensioni, mercati, centri civici disposti sugli assi stradali e circondati da zone boschive a disposizione per l’espansione futura, stadi e arene per fiere e manifestazioni all’aperto; ma anche edifici multipiano per le funzioni

amministrative e poi scuole, teatri e motel, librerie, luoghi pubblici, luoghi comuni il tutto immerso in terreni coltivati perché la comunità usoniana di Wright dovrà vivere e produrre superando l’opposizione tra città e campagna. Nel 1958 Broadacre City, descritta e illustrata con disegni, rappresenterà il manifesto dell’estetica organica di Wright nel saggio The Living City. Wright, durante gli oltre vent’anni dall’elaborazione all’effettiva divulgazione del suo pensiero urbanistico, non modificò mai le sue idee pur assistendo ai profondi cambiamenti del paesaggio, delle città e della società statunitense: l’evoluzione dell’abitare sarebbe stata ostinatamente orientata a una spazialità decentrata.

Architettura dell’utopia

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