Parma Magazine Salute e Benessere n.29

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Parma n.234 - aprile 2022

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Salute e Benessere

SALUTE

Testata: il mese Parma n. 234 - GRATUITO

La pressione alta: un problema per molti, ma oggi fa meno paura

IL MITO DELL’OLTRETORRENTE

Un quartiere in crisi. Ma è davvero così?

Città Bimbi

All’interno l’inserto speciale G0630422

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Sommario IN PRIMO PIANO

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L’Oltretorrente in crisi. Ma è davvero così?

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Oltretorrente: il “Quartiere mito”

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In mostra i Farnese, tra architettura, arte, e potere

10 In mostra a Parma 14

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Gli avventurosi viaggi compiuti dalle piante per arrivare all’Orto botanico Oggi essere editori significa essere anche degli imprenditori

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Jazz’on Parma Orchestra

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Il personaggio del mese: la nuotatrice Giulia Ghiretti

FOCUS SALUTE

18 Ipertensione arteriosa: cosa c’è da sapere 21

L’allergia stagionale

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Testata: il mese Parma n. 234 - gratuito

22 Cause e conseguenze sui giovani dell’obesità 23 Aprile: il mese sulla Cultura dello Sport 24 Le malattie autoimmuni 25 L’alluce valgo: una sindrome posturale 26 Disturbi lombari, al Dalla Rosa Prati il trattamento è multidisciplinare 27 Fine stato di emergenza nazionale: cosa cambia dal primo aprile 28 Polipi uterini: che cosa sono e come si riconoscono 29 Aprile: il mese della prevenzione alcologica 30 La giornata mondiale della Terra INSERTO “LA CITTÀ DEI BIMBI”

31 Perché è importante il nuoto per i bambini?

32 News Bimbi 34 Toyland raddoppia e diventa anche Divertilandia 36 Le vignette restano a lungo nella mente dei più piccoli rispetto alle parole 37 “Disegnare per i bambini fa crescere anche me” 38 Uova di Pasqua fatte in casa 39 Fare decorazioni pasquali con i bambini 40 Sensibilizzare i più piccoli a non sprecare l’acqua 41

Ritrova il sorriso!

42 Tutti a teatro! Il fascino del palco per i più piccoli 43 Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore 44 Fumetti: leggere un disegno Consigli di lettura di Librerie.Coop 46 Aprile di commedie, cartoni e film di animazione al cinema

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Aut. tribunale di Parma N.16 del 22.4.99 Editore Edicta p.s.c.r.l. N° iscrizione al ROC: 9980 Registrazione ISSN: 1592-6230 via Torrente Termina, 3/b PARMA Tel. 0521251848 - Fax 0521907857 salute@parmareport.it Direttore responsabile

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Agnese Capoccia, Chiara Carolina Conte, Eleonora Corradi, Erika Corso, Margherita Menozzi, Ludovica Sarais.

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in Primo Piano

L’Oltretorrente in crisi. Ma è davvero così?

UN TUFFO NELLO SGUARDO DI CHI L’OLTRETORRENTE LO VIVE DA DENTRO. IL PARERE DI MASSIMILIANO VENTURINI STORICO GESTORE DI UNA STRUTTURA RECETTIVA IN VIA D’AZEGLIO

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assimiliano Venturini, storico gestore, è stato uno dei primi ad aver aperto un B&B a Parma, poi diventato affittacamere, dove, tra l’altro, attualmenterisiede. Un testimone importante del cambiamento che l’Oltretorrente ha subito negli ultimi vent’anni. “Da quando sono stati imposti limiti d’orario alle attività, molti locali hanno chiuso definitivamente e il tutto è sfociato in un’atmosfera di degrado; meno c’è luce e più c’è pericolo”, afferma Massimo. “Tuttavia, in termini di sicurezza e pericolosità non succede mai nulla di grave o rilevante; ci sono zone ben peggiori”. Scopriamo così alcune delle criticità, come la mancanza di incentivi per

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i turisti, la questione dell’ordine pubblico ma anche dei suggerimenti utili a rendere questa zona più accogliente; chiudere la zona al traffico, valorizzare i monumenti e la libertà creativa. È uno dei primi ad aver aperto un b&b a Parma dove, tra l’altro, risiede. Ci racconti la sua storia. «Vivo in questa casa da trent’anni. Ho iniziato l’attività nel 2006, prima di “Rubra” facevo l’agente immobiliare, poi ho deciso di fare qualcosa di più autentico nella mia stessa casa. Il nome è di fantasia, non ha un significato preciso. All’inizio era un B&B, ospitavo per lo più studenti, in seguito ho ampliato la gamma dell’offerta trasformandolo in affitto breve e turistico». Negli ultimi anni sembra che l’oltretorrente stia affrontando una crisi sociale in termini di sicurezza e degrado; un contesto che lei vive dall’interno. È davvero così o è una situazione solo apparente? «La criticità maggiore è quella di rivalorizzare l’Oltretorrente, includendolo nel centro storico della città. La zona in cui risiedo, in particolare i Portici dell’Ospedale Vecchio, è piuttosto buia e spenta, tuttavia, in termini di sicurezza e pericolosità non succede mai nulla di grave o rilevante; ci sono zone ben peggiori, via Trento, via San Leonardo, la Pilotta, per citarne alcune,


in Primo Piano sono molto più abbandonate. Al contrario, qui c’è ancora un clima di serenità tra i residenti, con la presenza di studenti, giovani, anziani. Tutto sommato, è ancora vivo l’Oltretorrente!» Com’è cambiato l’oltretorrente in questi ultimi vent’anni? «Innanzitutto, più che il quartiere, è cambiata la città e questo si è riflesso anche sull’Oltretorrente. Si tratta quindi di un cambiamento generale e storico. Ad ogni modo la situazione ha iniziato a inasprirsi da quando sono stati chiusi i locali: all’inizio la movida era eccessiva, fino a sfociare nell’incontrollabile. Molti disturbavano i residenti fino al mattino presto, con movimenti e rumori continui. Di conseguenza, una parte di residenti si è riunita facendo pressione affinché i locali chiudessero presto, provocando una frattura all’interno del quartiere. A mio parere, la situazione andava semplicemente regolamentata. Dal momento in cui sono stati imposti limiti d’orario alle attività, molti locali hanno chiuso definitivamente e il tutto è sfociato in un’atmosfera di degrado; meno c’è luce e più c’è pericolo. Prendiamo come esempio Piazzale Inzani; sono stati aperti diversi locali, creando una zona di luce frequentata anche da bambini, studenti, anziani. Al contrario in Via D’Azeglio è accaduto l’opposto: oltre alla scarsità

del controllo delle forze dell’ordine, si è creata un’atmosfera cupa e di “degrado”.» Quali sono le maggiori criticità che ha riscontrato? «La mancanza di incentivi per i turisti. Manca la comunicazione, anche a livello nazionale, attraverso i giornali, la cartellonistica. È vero che da poco si è già agito su quest’ultimo fronte ma, a mio parere, non si è stati molto incisivi. Inoltre la questione dell’ordine pubblico; il territorio non è ben controllato, poche volte si interviene. Infine la mancanza di partecipazione da parte dei cittadini stessi. Non c’è grande adesione né voglia di fare. Si partecipa poco e con poco entusiasmo alle riunioni. Ci si aspetta sempre che siano gli altri ad agire e di essere rappresentati da qualcun altro. E questo non è sufficiente.» Come pensa sia utile intervenire per rendere più accogliente questa zosta zona? «In primo luogo, suggerirei di migliorare la viabilità chiudendo la zona al traffico o, quanto meno, limitare la circolazione, introducendo anche dei dossi nei pressi delle strisce pedonali. I mezzi di trasporto sono troppo veloci e creano un rumore eccessivo, che impedisce, oltretutto, la conversazione. Una soluzione potrebbe essere il tram elettrico, rendendo tutto pedonale, come già avviene in molte altre città. Tutto questo consentirebbe, inoltre, ai locali di sistemare più tavoli all’aperto; un’occasione di

riscatto dopo la situazione Covid. Un’ulteriore proposta sarebbe quella di creare più eventi, culturali, food, mostre itineranti, concerti. Occorre valorizzare i monumenti che abbiamo, nello specifico l’Ospedale Vecchio dovrebbe essere sempre aperto ad eventi; bellissimo ma troppo spesso rimane chiuso. Il Ponte di Mezzo e il Parco Ducale presentano spazi molto ampi; occorrerebbe rendere questi luoghi più coinvolgenti dando più libertà creativa ai cittadini, l’opportunità di esibirsi, organizzare mostre, incentivare le attività a restare aperte senza pratiche burocratiche troppo impegnative o investendo grandi somme.» Possiamo definire l’oltretorrente un quartiere multiculturale? Come rendere positiva questa caratteristica? «Si lo è senza dubbio e lo è diventato dopo tanti anni. Per rendere questa particolarità positiva occorrerebbe, ad esempio, differenziare in termini di attività. Infatti, se si eccede su una sola tipologia di offerta, non viene creato valore.» Com’è vivere e lavorare nell’oltretorrente? «Non lo cambierei con altre zone del centro, ha mantenuto a tutt’oggi la dimensione del quartiere; ci si conosce e si vive bene insieme. In aggiunta ci sono molti servizi: cinema, negozi, supermercati: è molto comodo. In definitiva, penso ci sia una percezione del pericolo più alta di quella che è la realtà.» di Ludovica Sarais

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in Primo Piano

Oltretorrente: il “Quarti STORIA, CURIOSITÀ E ITINERARI RACCONTATI DALLO SCRITTORE FRANCESCO DRADI

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erché l’Oltretorrente è definito “quartiere mito”? «Il mito del quartiere nasce 100 anni fa con le barricate. Alla fine dell’800, a seguito della diffusione delle idee marxiste e del riscatto sociale, si forma una coscienza popolare. La Bormioli, nata nel 1750 con i Borbone, era in via dei Farnese e gli operai che ci lavoravano vivevano tutti in Oltretorrente. È qui che nasce la coscienza operaia a Parma: in Borgo dei Minelli c’erano i lavoratori a giornata, i facchini che lavoravano al mercato in Ghiaia; in Borgo Carra, invece, abitavano i carrettieri che andavano a prendere la ghiaia nei fiumi. Queste erano le professioni associate all’Oltretorrente: ma il quartiere non era solo questo. In via Bixio e in Via D’Azeglio c’erano molte botteghe artigiane, che permettevano ai proprietari di avere un reddito dignitoso. C’era quindi una dicotomia tra le due arterie ad

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“elle” del quartiere, dove vivevano gli artigiani, e i borghi più interni, abitati dagli operai. È questo che dà origine al mito del quartiere. Per cui chi vive qua se lo sente addosso». Che valore ha questo quartiere per i parmigiani oggi? «Ha un doppio valore. Da un lato si respira un clima di solidarietà e di ribellione verso l’autorità. Come di-

mostra la presenza di cinque circoli ARCI in Oltretorrente, che sono un luogo di ritrovo di sinistra, mentre in altri quartieri ce ne sono di meno. Dall’altro lato il benessere degli anni ‘50 ha cambiato radicalmente questo quartiere, così come è accaduto successivamente con l’isediamento e la nascita di una società multietnica in un passato più recente. C’è, a mio parere, quest’alchimia di convivenza che ogni tanto va in frantumi quando vengono commessi degli illeciti. Scatta, quindi, negli abitanti una voglia di sicurezza, di legalità e anche di repressione. Il problema dello spaccio è molto sentito, ma a differenza di altri luoghi qui c’è stata una risposta dei cittadini - soprattutto coloro che abitano su viale Vittoria - che si


in Primo Piano

ere mito” sono uniti in un comitato, Oltre Tutto Oltretorrente, che ha deciso di organizzare un presidio del territorio pacifico e non violento. Questa è un’azione molto significativa, perché parte dal basso e ha tirato fuori quel sentimento di solidarietà di un quartiere che contrasta l’illegalità tenendo insieme le persone». Se dovesse individuarli, quali sono i luoghi più importanti di questo quartiere? Come si potrebbe strutturare un itinerario per conoscerlo al meglio? «Un percorso importante in Oltretorrente potrebbe essere quello farnesiano. È curioso come siano qua le uniche due vestigia esterne rimaste. Il parco Ducale, che nel disegno originale non era così com’è oggi, presenta il laghetto - la peschiera - e il Tempietto d’Arcadia, che furono costruiti per i matrimoni dell’èlite. Inoltre, c’è la porta Santa Croce, che è l’unica rimasta intatta come era descritta nella metà del 500 e qua c’è ancora la scritta che omaggia Papa Paolo III, Alessandro Farnese. Di fronte alla caserma dei carabinieri, infine, in via delle Fonderie, c’è un tratto di muro che è la sezione più estesa delle mura farnesiane che è rimasta integra. Qui possiamo riconoscere la tecnica di costruzione tipica di queste parti».

Cosa ha significato per lei scrivere il libro “Guida di viaggio all’Oltretorrente”? «Non saprei dirti cosa ha significato perché è ancora molto vivo ed è in ristampa una seconda edizione. È come se fosse tutto qua, esposto e aspettasse qualcuno che cominciasse a raccontarlo con un taglio divulgativo e popolare, nello spirito dei nostri tempi che è quello dei viaggiatori che vanno alla scoperta. L’idea di questo libro si è formata nel primo periodo della pandemia, quando non potevamo allontanarci oltre 200 metri da casa e allora ho iniziato a guardarmi intorno e a interrogarmi. Avendo quindi del tempo a disposizione, mi sono accorto che l’Oltretorrente è talmente ricco di storie popolari che non ci sono dall’altra

parte della città, qui non ci sono i palazzi del potere o della cultura. Delle barricate non esiste più niente fisicamente. Non essendone rimasta traccia qui a Parma si è amplificata la memoria e ha assunto una dimensione mitologica di questa rivolta popolare.» Come si può valorizzare questo quartiere? «Secondo me, valorizzarlo significherebbe riuscire a farlo rimanere così com’è, riuscire a tenere attive le botteghe che sono presenti ancora oggi. Effettivamente ci sono una miriade di negozietti e di artigiani che ti permettono di avere tutto a distanza ravvicinata e facilmente raggiungibile a piedi. È chiaro che c’è stato un grande cambiamento, anche a livello di tradizione. In Oltretorrente c’è il primo negozio di tunisini che ha aperto a Parma, alla fine degli anni ’80, c’è il miglior kebab e il miglior cous cous della città. Il canapaio, che ha fatto un grande successo all’inizio, ha svolto anche la funzione di contrastare l’illegalità dello spaccio. Sono tutte attività che vent’anni fa non erano presenti. Questa caratteristica dell’Oltretorrente è un unicum: nel centro storico non trovi delle botteghe straniere e nei quartieri di periferia non trovi le botteghe artigiane che ci sono qua». di Agnese Capoccia

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in Mostra

In mostra i Farnese, tr D

opo 25 anni dall’ultima iniziativa sul tema, il Complesso Monumentale della Pilotta ospita una grande mostra dedicata alla committenza della famiglia Farnese con l’obiettivo di indagare la straordinaria affermazione della casata nella compagine politica e culturale europea dal Cinque al Settecento attraverso l’utilizzo delle arti come strumento di legittimazione. Il percorso espositivo si dirama in diverse sale; ognuna caratterizzata da uno specifico periodo storico per la famiglia e dal luogo di influenza per ricostruire la storia dei Farnese passo passo integrata agli ambienti più spettacolari del Complesso, che con la mostra inaugura tutti i suoi spazi restaurati. La narrazione parte con Roma per raccontare l’influenza della famiglia attraverso testi, dipinti documenti per poi concentrarsi su Palazzo Farnese, ricostruito in un plastico in legno e attraverso disegni di piante, facciate e capitelli degli architetti che hanno seguito il grande progetto. Si prosegue con il ducato del Castro con i modelli del palazzo e annessi progetti architettonici in

...un corpus di materiali museali ed archivistici che confluisce in una delle mostre più importanti mai realizzata sul tema del collezionismo rinascimentale e sulla Collezione Farnese.

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correlazione alla planimetria della città, per poi raccontare anche il palazzo voluto dai Farnese nel paese medievale di Caprarola, con la sua caratteristica scala elicoidale. Grande spazio viene dato all’architetto Jacopo Barozzi, detto il Vignola, che realizza varie committenze e si fa la mano del loro stile caratteristico, soprattutto nelle modifiche apportate a Piacenza dopo la ripresa della città dall’imperatore. La prima parte della mostra, prima di visitare le collezioni nella biblioteca, si conclude con la città di Parma, dove ci si concentra sull’influenza dei gesuiti sulle architetture ecclesiastiche per poi approfondire il grande progetto per la città, nonché luogo stesso della mostra: il Com-


in Mostra

a architettura, arte, e potere L’ESPOSIZIONE NEL COMPLESSO MONUMENTALE DELLA PILOTTA, TRA PROGETTI ARCHITETTONICI E LA SUGGESTIVA COLLEZIONE NELLA BIBLIOTECA. AMPIA SEZIONE VIDEO PER APPROFONDIRE plesso Monumentale della Pilotta che viene raccontato in tutte le sue componenti progettuali. Alla fine del percorso espositivo un video documentario che ripercorre passo passo tutte le modifiche che i Farnese hanno apportato alla nostra città: il parco Ducale con il Palazzo, Teatro Farnese, la Cittadella, Palazzo Tarasconi e ogni progetto architettonico che porta il nome della

famiglia. Il risultato è un corpus di materiali museali ed archivistici che confluisce in una delle mostre più importanti mai realizzata sul tema del collezionismo rinascimentale e sulla Collezione Farnese, in cui si ritrova una riflessione dell’aderenza tra residenze e raccolte artistiche, capace di evocare quel connubio

tra opere e architettura che legava i contenuti al loro contenitore. Il catalogo di Electa approfondisce la storia globale del collezionismo farnesiano, con contributi dei maggiori studiosi al mondo di questo tema, e le complesse vicende della committenza artistica e architettonica. di Eleonora Corradi

I FARNESE. ARCHITETTURA, ARTE, POTERE FINO AL 31 LUGLIO 2022 LUOGO: Complesso monumentale della Pilotta INDIRIZZO: Piazza della Pilotta 15 ORARI: dal martedì alla domenica dalle 10.30 alle 18.30; lunedì chiuso CURATORI: Simone Verde, Bruno Adorni, Carla Campanini, Carlo Mambriani, Maria Cristina Quagliotti, Pietro Zanlari COSTO DEL BIGLIETTO: intero 13€, ridotto 11€

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in Mostra

Dall’alto. Areopittura futurista FINO AL 3 LUGLIO 2022 LUOGO: Labirinto della Masone INDIRIZZO: strada masone 125, 43012 Fontanellato (Pr) ORARI: tutti i giorni, tranne il martedì, dalle 10.30 alle 19 CURATORI: Massimo Durati e Andrea Baffoni COSTO DEL BIGLIETTO: L’accesso è incluso nel biglietto d’ingresso del Labirinto della Masone (intero 18€, ridotto 12€ per under 26)

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rende il via il 9 aprile 2022 la nuova mostra primaverile del Labirinto della Masone. L’esposizione intende offrire una ricognizione sistematica di un movimento che coinvolse veri artisti italiani della prima metà del Novecento, rimarcandone le specificità anche nei confronti delle altre correnti che si svilupparono a partire dal Futurismo. Paesaggi, aerei, visioni dall’alto a volte dilatate, distorte o addirittura capovolte: l’Aeropittura esalta la velocità e il movimento in una specificazione futurista che vide la sua consacrazione nel 1931 con un Manifesto dedicato a firma di Marinetti, Balla, Depero, Dottori, Benedetta, Fillia, Somenzi e Tato. È con questo testo che si confronta

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la mostra del Labirinto della Masone, mettendo in luce le peculiarità degli artisti del dinamismo attraverso un centinaio di opere, di oltre trenta artisti tra pittura, disegni, acquerelli, grafiche di medie dimen-

sioni e anche aerosculture. In concomitanza con la mostra uscirà un nuovo volume firmato Franco Maria Ricci Editore dedicato all’aeropittura. di Eleonora Corradi


in Mostra

Lucio Fontana. Autoritratto FINO AL 03 LUGLIO 2022 LUOGO: Fondazione Magnani Rocca INDIRIZZO: Via Fondazione Magnani Rocca 4, Mamiano di Traversetolo ORARI: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 18; sabato e domenica dalle 10 alle 19; lunedì chiuso CURATORI: Walter Guadagnini, Gaspare Luigi Marcone, Stefano Roffi COSTO DEL BIGLIETTO: € 12 valido anche per le raccolte permanenti, € 10 per gruppi di almeno quindici persone, € 5 per le scuole

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a mostra “Lucio Fontana. Autoritratto” si origina dal rapporto tra l’artista, maestro assoluto dello Spazialismo e dell’arte del XX secolo, e la storica dell’arte Carla Lonzi, allieva del grande Roberto Longhi, che

ha rivoluzionato l’idea della critica militante con il suo volume di interviste Autoritratto. Composta di circa cinquanta opere, l’esposizione segue, narrativamente, la conversazione tra Fontana e Lonzi, permettendo la realizzazione di un itinerario nel pensiero e nella pratica di un artista che intendeva l’arte in una nuova dimensione, con nuove tecnologie e materiali. Vengono esposte opere di vari periodi, dalle sculture degli anni Trenta ai “Concetti spaziali”, oltre ai “Teatrini” e

alle “Nature” bronzee per avere un analisi completa di un artista capace di andare contro il senso della spazio e il concetto stesso di arte. Il percorso si chiude con opere provenienti dalla collezione personale di Fontana, artisti più giovani da lui seguiti e promossi. Una peculiarità del progetto è l’aver recuperato il file audio dell’intervista originale e integrale resa installazione sonora e come filo narrativo lungo tutto il percorso della mostra Autoritratto. di Eleonora Corradi

Cornelio Ghiretti e la Scuola parmense di sbalzo e cesello FINO AL 29 MAGGIO LUOGO: Palazzo Bossi Bocchi INDIRIZZO: Strada al ponte Caprazucca 4 ORARI: martedì e giovedì dalle 15:30 alle 18; sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18 CURATORI: Francesca Magri e Anna Mavilla COSTO DEL BIGLIETTO: ingresso gratuito

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palazzo Bossi Bocchi una mostra dedicata ai maestri del metallo: Renato Brozzi, Cornelio Ghiretti e Mario Minari, che nella prima metà del Novecento contribuirono alla nascita della Scuola parmense di sbalzo e cesello. La mostra è curata da Francesca Magri e Anna Mavilla, con la consulenza

scientifica di Rossella Cattani e Antonella Ramazzotti e la collaborazione di Angelo Ghiretti. Questa mostra è la prima risposta al desiderio di Claudio Cantadori di dare risalto alle produzioni di questi tre artisti.

Si tratta per la maggioranza di opere inedite e fortemente suggestive. L’origine della “Scuola parmense di sbalzo e cesello” va ricercata nel comune ambiente di crescita dei tre artisti originari di Traversetolo: la Fonderia di Giuseppe Baldi, il luogo in cui si intrecciano le vicende artistiche e le storie personali dei tre giovani agli albori della loro carriera. L’apprendistato presso Baldi aveva insegnato loro una struttura di lavoro, nella quale il “progetto” si fondeva con la procedura esecutiva, ma per arrivare ad una completa formazione i tre dovettero conciliare il difficile riunirsi del mestiere con l’arte, dell’abilità manuale con la cultura, della tradizione con la proiezione artistica futura. Tutti e tre, in tempi diversi ma con le stesse estreme difficoltà.

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in Mostra

Materia FINO AL 6 MAGGIO LUOGO: galleria ART&CO INDIRIZZO: Borgo Palmira 4b ORARI: dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 19; sabato dalle 10.30 alle 13 CURATORI: Gloria Bianchino COSTO DEL BIGLIETTO: ingresso gratuito

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a galleria ART&CO di Parma, in borgo Palmia 4/b, ospita fino al 6 maggiola mostra collettivaì

“Materia”, un percorso espositivo che ospita più di 60 opere di Cesare Berlingeri, Rabarama e Andrea Terenziani. Ogni opera dei tre artisti parte da una materia diversa, dalla tela di un sipario, dal bronzo o dalla resina, ed attraverso di essi l’idea prende vita e diventa un’entità concreta e visibile. L’arte viene qui intesa come piena espressione che vive attraverso l’emozione di ognuno davanti ad essa. Oltre alle loro competenze artistiche, il grande fascino di artisti come Berlingeri, Rabarama e Terenziani

risiede nella loro capacità di parlare al pubblico in modo mai statico, ma mutevole e complesso: la mostra Materia è l’incontro di questi tre artisti che hanno saputo plasmare la materia stessa, dandole un’anima e creando delle metafore visive che racchiudono in sé signifcati profondi e tutt’altro che fissi ed immutabili.

I Capannoni a Parma. Storie di Persone e di città FINO AL 25 APRILE 2022 LUOGO: Palazzo del Governatore INDIRIZZO: Piazza Garibaldi 19/L ORARI: dal martedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19; sabato e domenica dalle 9 alle 19; lunedì chiuso CURATORI: Centro studi movimenti e Università di Parma COSTO DEL BIGLIETTO: ingresso gratuito

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l Palazzo del Governatore è possibile visitare la mostra “I Capannoni a Parma. Storie di persone e di città”, curata dal Centro studi movimenti e dall’Università di Parma. Il percorso espositivo ripercorre la storia dei Capannoni inserendola

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in quella della città prima e dopo la loro edificazione negli anni Trenta, per capire le ragioni che portarono il regime fascista a costruirli, cosa essi divennero per le persone che vi abitarono e le difficoltà che nel dopoguerra incontrarono nell’ab-

batterli. In chiave urbanistica, la ricerca condotta dal Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Parma affronta la vicenda dei Capannoni di Parma come una lezione da non dimenticare e offre una ricca sezione fotografica e documentaria riprodotta su grandi pannelli ricostruita attraverso un’ampia ricerca condotta in archivi pubblici e collezioni private. In uno spazio della mostra è proiettato il video “Capanòn” di Roberto Azzali che, nei decenni passati, ha raccolto diverse e preziose testimonianze di persone che vissero nei Capannoni.


in Mostra

Voi siete qui. City Branding

The house of the farmer

FINO AL 18 APRILE 2022 LUOGO: Abbazia di Valserena INDIRIZZO: Via Viazza di Paradigna 1 ORARI: sabato e domenica dalle 10 alle 18; da mercoledì a venerdì solo su prenotazione CURATORI: CSAC, Electa COSTO DEL BIGLIETTO: ingresso gratuito

FINO AL 12 GIUGNO 2022 LUOGO: Palazzo dell’agricoltore INDIRIZZO: Piazzale Antonio Barezzi 3 ORARI: sabato e domenica dalle 10 alle 16 CURATORI: Didi Bozzini COSTO DEL BIGLIETTO: ingresso gratuito

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i chiude la mostra, allestita nell’Abbazia di Valserena presso lo CSAC dell’Università di Parma. Un’esposizione che riunisce una selezione di progetti dedicati al City Branding per indagare le strategie comunicative per la costruzione dell’identità visiva della città. Il percorso espositivo ha tre sezioni. Prima viene analizzato il caso di Parma, Capitale italiana della Cultura 2020-21, e come si è resa riconoscibile per i suoi cittadini e per i turisti; si prosegue con “Destination Italy”, la raccolta di 32 progetti di redesign di città italiane; la terza sezione è dedicata ai restanti due casi studio dello Edenspiekermann: Amsterdam e Santa Monica.

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rosegue la mostra che affonda le radici nella storia dell’edificio, sede dell’organo di direzione delle attività agricole sotto il governo fascista, riflettendo sul ruolo politico, economico e sociale ancora oggi testimoniato dal nome, Palazzo dell’Agricoltore, The House of the Farmer è un’installazione di Nelson che vuole condurre il visitatore attraverso lo spazio interno ridisegnando l’edificio come una scultura in sé: un intero paesaggio naturale è stato spostato all’interno per diventare parte integrante della sua struttura, della sua architettura.

The homo sapiens PROROGATA FINO AL 5 GIUGNO LUOGO: Museo d’Arte Cinese ed Etnografico INDIRIZZO: Viale S. Martino 8 ORARI: da martedì a sabato dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19; domenica dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19 COSTO DEL BIGLIETTO: intero 3€, ridotto 1,50€ (under 18)

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he Homo Sapiens” si compone di venti fotografie di grandi dimensioni esposte lungo tutto il percorso espositivo del Museo d’Arte Cunese di Parma che ritraggono all’interno del muso stesso cittadini delle più diverse provenienze geografiche, immortalandoli con i propri

abiti tradizionali. Il progetto, nato da un’idea di conoscenza di una diversità culturale che spesso viene dimenticata in nome dell’omologazione, vuole valorizzare le diverse culture che hanno iniziato a far parte del nostro paese con il flusso immigratorio. Sarà

una ricerca intorno a una “moda” che racconta storie, leggende, riti e culture tramandate. Il racconto è un’esplorazione di ricordi e legami che ognuno dei soggetti raccontati ha con sé nel proprio viaggio alla ricerca di un mondo nuovo.

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Educazione

Gli avventurosi viaggi compiuti dalle piante per arrivare all’Orto botanico LI RACCONTANO IL 7 E 8 MAGGIO GLI STUDENTI DEL BODONI IN UNA INIZIATIVA INEDITA VOLUTA DALLA SCUOLA

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lexandre Antonelli è direttore del dipartimento scientifico dei Royal Botanical Gardens di Kew ma è cresciuto in Brasile, uno dei paesi a più alta biodiversità del mondo. Lo scorso anno è stato uno dei primi ad aver messo nell’agenda dell’istituzione che guida la necessità di decolonizzare il patrimonio botanico e di cambiare i modi per raccontarlo. Lo stesso disegno ha guidato Renato Bruni, direttore scientifico dell’Orto botanico di Parma nella collaborazione con gli studenti dell’Istituto Turistico Gianbattista Bodoni diretto da Elisabetta Mangi: le ragazze e i ragazzi del corso di turismo arrivano dalla Russia, dal Maghreb, dalla Moldavia, dalla Spagna, dalla Polonia, dall’Albania, dal Sud America e la loro cultura multilinguistica è la leva perfetta per riscrivere il significato di luoghi come gli orti botanici: da repertorio enciclopedico della botanica universale, l’Orto diventa il punto di partenza per approfondire i viaggi che le piante hanno percorso per arrivare fino a noi per scopi scientifici o medicali o estetici, per destabilizzare ed arricchire con la loro presenza il patrimonio delle conoscenze occidentali. Ecco allora che l’Orto diviene, come direbbe Gilles Clément, il luogo in cui si preserva un “imprevedibile”, consono al racconto di studenti di quindici o sedici anni che vivono a pieno il senso racchiuso tra quelle virgolette. Il titolo del progetto, “ Radici migranti”, deve un po’ allo scrittore filosofo martinichese Edouard Glissant , recentemente laurea ad honorem a Parma come anche al filologo Maurizio Bettini, autore di Contro

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foto Carlo Mattioli, Taccuini.

le radici (2016), che i parmigiani conoscono per la lunga collaborazione con il Teatro Due. Scopriamo allora che le radici, tanto spesso invocate come elemento di stabilità identitaria, sono elementi in movimento, affacci del Sé sul futuro, elementi ibridi, comunicanti, costruttrici di nuove comunità. Nelle voci di Roxanne e Sofia, di Rodrigo e Gaia scopriremo piante che si alleano, che si allertano dei pericoli, storie di piante che vengono rubate o donate per guarire da epidemie, che regolano le loro fioriture in base a nuovi climi. Questi ultimi mesi hanno riportato l’attenzione mainstream sul valore del lavoro scientifico così importante sul nostro territorio e di cui l’Orto botanico è la più emblematica espressione monumentale.

I racconti degli studenti, arricchiti da un intervento originale del filosofo Emanuele Coccia (EHESS, Paris), resteranno, grazie alla collaborazione di Edicta, a disposizione in formato video sul sito dell’Orto e verranno restituite alla cittadinanza il 7 e 8 Maggio prossimi nel quadro di Interno Verde. Le “radici migranti” del titolo non sono solo lì per ricordarci che anche le piante migrano, come ricorda meravigliosamente l’esotico Ginkgo che accoglie i visitatori all’entrata dell’Orto o che il cambiamento climatico influenza con forza queste migrazioni; esse stanno lì anche a ricordarci che, come fece Leo Lionni più di quaranta anni fa, l’occhio dello scienziato sul mondo non può non essere nutrito di autocritica, immaginazione e dissonanze.


Editoria

Oggi essere editori significa essere anche degli imprenditori INTERVISTA A MARCO CASSINI E SELENA DAVERI, RISPETTIVAMENTE DIRETTORE EDITORIALE E COMMERCIALE DI SUR

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arco Cassini e Selena Daveri ci raccontano la loro esperienza in SUR, una casa editrice indipendente nata nel 2011, e il processo che trasforma un’idea in un libro reale destinato a finire nelle case dei lettori. Direttore editoriale e direttore commerciale sono le due anime che danno vita a una casa editrice. Due ruoli che sembrano opposti ma non possono esistere l’uno senza l’altro. Il compito del direttore commerciale - ci spiega Selena - non è solo quello di analizzare numeri e conti, ma va ben oltre: è importante riuscire a tessere una fitta rete di relazioni con i librai e gli organizzatori delle fiere. Cassini, editore dal 1993, ci spiega quali sono stati i principali cambiamenti nell’ambito dell’editoria durante gli anni della sua esperienza: «Da quando ho iniziato a fare l’editore, c’è stato un costante boom dei piccoli editori. Il piccolo editore indipendente ha avuto la possibilità

di crescere e prosperare proprio a partire dagli anni ’90 quando alcuni meccanismi si sono semplificati, ad esempio con l’uso del PC che ha permesso un accesso ai mercati anche ai soggetti più piccoli. Poi io unisco questo elemento a un momento storico, sociale e culturale: gli anni del berlusconismo. Quasi tutti i piccoli editori nati in quel momento avevano intanto un’aria politica e sociale che si contrapponeva al berlusconismo, ma anche - al di là dell’ambiente politico al Berlusconi che era appena diventato il più grande editore italiano, perché aveva comprato la Mondadori che aveva a sua volta comprato Einaudi». Un altro cambiamento importante nella diffusione dei libri c’è stato con l’avvio dei rivenditori online. Rivenditori come Amazon hanno aiutato o hanno penalizzato la vendita e la distribuzione dei libri delle piccole case editrici? «Oggettivamente Amazon arriva anche nei piccoli centri dove le librerie non esistono. Esserci su Amazon è fondamentale, però non tutto ciò che è presente su Amazon ha visibilità. Nonostante ciò, il nostro referente

primario restano sempre le librerie» ci spiega Selena. Continua Marco «Tanto le librerie indipendenti quanto le librerie di catena, sono librerie in cui i libri anche di un piccolo editore sono visibili. Questi, a meno che non si rivelino degli inaspettati best seller o non siano collegati ad eventi particolari, è difficile che su Amazon abbiano visibilità. La popolarità su Amazon o è determinata dal fatto che un libro è in classifica, e quindi compare subito nei motori di ricerca e nei loro algoritmi, o bisogna pagare uno spazio per essere presente. Nelle librerie, invece, il libraio decide se esporre e dare visibilità a un libro magari perché gli è piaciutoi». di Agnese Capoccia

LIBRI CHE ESCONO AD APRILE: • HOME COOKING di Laurie Colwin (6 aprile): raccolta di saggi a tema gastronomico, non propriamente un libro di ricette, un libro sulla convivialità e sul piacere della condivisione del cibo. • PEGGIO DI UN BASTARDO di Charles Mingus (13 aprile): il 22 aprile è il centenario della nascita di Charles Mingus, uno dei più grandi jazzisti del ‘900, autore di questo libro. Un mix tra un’autobiografia, una riflessione sul mondo della musica e un libro di denuncia, per le origini afroamericane dell’autore. • UNA VOLTA L’ARGENTINA di Andrés Neuman (21 aprile): l’autore argentino, racconta la storia del ‘900 attraverso la sua storia familiare, dall’emigrazione in Argentina e al suo ritorno in Europa.

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Musica

Jazz’on Parma Orchestra “FAR ARRIVARE ALLE ORECCHIE DEI GIOVANI ALCUNI SUONI, PRIMA CHE DI QUESTE ORECCHIE SE NE IMPOSSESSANO I GRANDI MEDIA”

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n occasione della giornata mondiale del Jazz del 30 aprile, Jazz’On Parma Orchestra si racconta per far conoscere e apprezzare un genere musicale iconico. A parlarne è Beppe di Benedetto, specializzato in trombone, nonché direttore artistico di questa realtà cittadina. Le va di raccontarci brevemente la storia del Jazz? Com’è arrivato in Italia? «Il Jazz nasce negli Stati Uniti intorno alla fine dell’800, attraverso il fenomeno del sincretismo culturale. Nonostante lo schiavismo dell’epoca, gli uomini di colore diedero vita ad un nuovo patrimonio, accogliendo le bellezze della vita e trasformandole in musica. Ad inizio ‘900 vari popoli migrati in America, tra cui irlandesi, creoli, unirono le proprie culture musicali istituendo ciò che oggi conosciamo come Jazz. La nascita di questo genere si deve anche a motivi politici: le leggi Jim Crow, create per mantenere la segregazione razziale, contribuirono alla formazione di veri e propri ghetti, dove il Jazz era sinonimo di libertà. Dopo la Grande Guerra, arrivarono in Europa i primi dischi, frutto di mix musicali: primo tra tutti quello dell’italiano Nick La Rocca. Dagli anni ’40 del ‘900, sorsero scuole intese come stilemi, che caratterizzano ancora oggi ambienti culturali come quello di Jazz’On Parma Orchestra». Beppe spiega come questo genere

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musicale si possa interpretare sia da solisti che in gruppo: «Lo strumento che si presta meglio a concerti da solista è sicuramente il pianoforte. Anche un duo, composto da un piano e uno strumento a fiato, riscuote successo. Esistono, ancora, trii o quartetti, ma non tutti sanno che un gruppo Jazz può arrivare fino a 17 componenti. In questo caso, l’organico è formato da quattro trombe, quattro tromboni, cinque sassofoni, un basso, una batteria, un pianoforte e una chitarra». Jazz’On Parma Orchestra nasce giuridicamente alla fine del 2018, ed è frutto di alcuni esperimenti dal punto di vista didattico e divulgativo. «La nostra orchestra si compone di 17 elementi, ma raggiungere il numero esatto non è stato affatto semplice. Dopo i primi debutti al Circolo Zerbini, a gennaio 2020 abbiamo aperto la sede ufficiale. Il gruppo accoglie professionisti, i più forti del territorio, ma dona opportunità anche a giovani talentuosi. – continua il direttore – Oltre alla band principale, ci occupiamo di formazione strumentale. Abbiamo due ulteriori gruppi da 17 musicisti ciascuno, in questo caso dilettanti e intermedi. Tra i docenti possiamo ricordare Emiliano Vernizzi, sassofonista di Ligabue, o Michele Bianchi, che ha lavorato al fianco di Mina e Mario Biondi».

Che feedback avete dal vostro pubblico? «La nostra platea, ad oggi, è circoscritta ad un pubblico adulto. Ciò dipende, tuttavia, da cosa suoniamo. Per i giovani abbiamo delle iniziative in mente per avvicinarli a questo genere musicale. Durante gli incontri con i piccoli appassionati parliamo anche di complessità della musica e di temi che questa suggerisce. Primo tra tutti, la multiculturalità del Jazz». Beppe ci lascia con un progetto imminente e davvero ambizioso: «A fine aprile registreremo il primo disco di Jazz’On Parma Orchestra; tutto questo è stato possibile grazie ad una campagna crowdfounding. Il nostro desiderio è anche quello di diventare la prima orchestra stabile di Jazz in Italia. È un patrimonio culturale che dobbiamo preservare, una tradizione da portare avanti». Nuova musica significa nuova ricchezza da donare alla cittadinanza e al turismo: andare alla ricerca di generi preziosi come il Jazz non fa altro che rafforzare la cultura sotto molteplici aspetti. Ecco perché conoscere Jazz’On Parma Orchestra! di Chiara Carolina Conte


il Personaggio

Il personaggio del mese:

la nuotatrice Giulia Ghiretti I

l personaggio del mese di aprile è Giulia Ghiretti, pluripremiata nuotatrice paralimpica parmigiana, nonché un prezioso esempio per tutti gli atleti e appassionati di sport. La storia di Giulia è un’incredibile rinascita, un percorso fatto di rimonte e di successi. Da poco rientrata dai Campionati Italiani Invernali di nuoto tenutisi a Lignano Sabbiadoro lo scorso mese, dove ha conquistato due ori nei 100 rana e nei 50 farfalla (ma non solo), la Ghiretti si racconta. Hai raggiunto grandi traguardi, come sei arrivata fin qui? «Da piccola ero una bambina vivace, e mia madre mi ha iscritta in palestra già a 3/4 anni. Ho iniziato dalla ginnastica artistica, ma ho praticato anche un anno di ritmica. Sotto consiglio del mio allenatore, secondo cui avevo “il fisico da trampolinista”, mi sono data al trampolino elastico. Durante un allenamento mi sono persa in un salto, e da lì è cambiato tutto». A seguito di questo evento, Giulia ha trascorso sei mesi in ospedale per fare riabilitazione, dove ha ripreso pian piano la sua quotidianità, tra cui gli allenamenti. «Ho espresso il desiderio di continuare con lo sport,

ma dodici anni fa non avevo idea delle attività paralimpiche. Durante la mia permanenza in clinica, un nuotatore di Reggio Emilia mi ha aperto un mondo. C’era una parte di me che voleva nuotare, anche perché la riabilitazione andava fatta altresì in acqua: lì stavo bene poiché mettevo alla prova il mio corpo». Come si struttura un allenamento per un atleta paralimpico? «La preparazione fisica è la stessa del nuoto normo. Certamente alcuni esercizi vanno adattati, avendo degli accorgimenti. Il percorso di un nuotatore prevede, però, le medesime tappe: allenamenti in vasca e in palestra, visite mediche, consulenze con nutrizionisti, psicologi e tanto altro». Oltre alla carriera da nuotatrice, Giulia ha anche conseguito la laurea in Ingegneria Biomedica, conciliando studio e allenamenti: «a seconda del periodo e degli impegni, mi dedico più ad un aspetto rispetto che all’altro. Ad esempio, a breve inizierò i doppi turni in palestra e trascorrerò la maggior parte del mio tempo in vasca. – continua la Ghiretti - Lo sport è una fase della nostra vita, portare avanti un percorso parallelo è comunque una soddisfazione e un

“NELLO SPORT NON C’È SEMPRE LA STRADA SPIANATA, MA IL BELLO È ARRIVARE ALL’OBIETTIVO, GUARDARSI DIETRO E DIRSI: COSA SONO RIUSCITA A FARE!” arricchimento personale. Il nuoto sarà sempre una certezza nella mia vita, anche se non il mio primo lavoro». Giovanissima, Giulia ha già vissuto ben due esperienze olimpiche, che le hanno fruttato diverse medaglie. Come descriveresti le Paralimpiadi di Rio De Janeiro del 2016 e di Tokyo 2020? «La prima è stata davvero indimenticabile, ho provato ad immaginarla ma ogni aspetto ha superato le mie aspettative. Ricordo i brividi entrando allo stadio Maracanã di Rio, nonché la magica atmosfera. L’avventura di Tokyo l’ho vissuta diversamente. Il vuoto del pubblico, dovuto allo stato di emergenza per il Covid-19, si riversa-

va sulle nostre emozioni. Nonostante ciò, sono subito entrata nel clima gara rimanendo concentrata nella mia “bolla”». La chiave del successo sta, seconda la nostra atleta, in due aspetti: nel divertimento ma soprattutto nella condivisione di gioie e di difficoltà con familiari, amici e allenatori. «Credo che lo sport regali emozioni irripetibili, difficili da spiegare, che andrebbero solo vissute. Auguro a tutti di poterle vivere!». Ringraziando questa briosa personalità e pilastro del mondo dello sport, mandiamo a Giulia tanta fortuna per prossimi Campionati del Mondo di nuoto di Madeira 2022! di Chiara Carolina Conte

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Focus Salute

Ipertensione arteriosa: cosa c’è da sapere

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ipertensione arteriosa è una condizione caratterizzata dall’elevata pressione del sangue nelle arterie, che è determinata dalla quantità di sangue che viene pompata dal cuore e dalla resistenza delle arterie al flusso del sangue. Interessa circa il 30% della popolazione adulta di entrambi i sessi e, nelle donne, è più frequente dopo la menopausa: in Emilia-Romagna il 41% degli uomini e il 30% delle donne sono ipertesi, mentre il 20% degli uomini e il 17% delle donne risultano essere in una condizione di rischio. L’ipertensione arteriosa non è una malattia di per sé, ma aumenta il rischio di essere colpiti da ictus cerebrale, infarto di cuore, insufficienza renale ed altre malattie. Per questo, è importante individuarla e curarla: per prevenire i danni che essa può provocare, d’altro canto, il ricorso alle cure oggi disponibili permette di eliminare pressoché completamente questo rischio “aggiuntivo”.

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Si parla di ipertensione arteriosa sistolica quando solo la pressione massima è aumentata; al contrario, nell’ipertensione diastolica, sono alterati i valori della pressione minima. Si definisce ipertensione sisto-diastolica la condizione in cui entrambi i valori di pressione (minima e massima) sono superiori alla norma. Gli esperti ritengono necessario un intervento terapeutico, anche farmacologico, in presenza di valori di pressione pari o superiori a 140 mm Hg per quanto riguarda la pressione sistolica (la “massima”) e/o pari o superiori a 90 mm Hg per quanto riguarda la pressione diastolica (la “minima”). Classicamente, e come conseguenza delle modificazioni che avvengono nell’organismo per effetto dell’invecchiamento, gli anziani e i grandi anziani (ultranovantenni) soffrono più spesso di ipertensione arteriosa sistolica isolata, con valori

di pressione massima anche molto alti, e pressione minima bassa. Le forme di ipertensione diastolica isolata, al contrario, sono più frequenti nei soggetti più giovani. LE CAUSE L’ipertensione arteriosa può essere classificata in primaria e secondaria. Nell’ipertensione arteriosa primaria (o essenziale), che rappresenta circa il 95% dei casi di ipertensione, non esiste una causa precisa, identificabi-


Focus Salute INDIVIDUARLA È IMPORTANTE PER PREVENIRE I DANNI CHE PROVOCHEREBBE ALL’APPARATO CIRCOLATORIO. IL RICORSO ALLE CURE DISPONIBILI PERMETTE DI ELIMINARE QUASI COMPLETAMENTE QUESTO IMPORTANTE FATTORE DI RISCHIO

le e curabile: gli elevati valori pressori sono il risultato dell’alterazione dei meccanismi complessi che la regolano. Nel restante 5% dei casi, invece, l’ipertensione è la conseguenza di malattie, congenite o acquisite, che interessano i reni, i surreni, i vasi, il cuore, e per questo viene definita ipertensione secondaria. In questi casi, l’individuazione e la rimozione delle cause (cioè, la cura della malattia di base) può accompagnarsi alla normalizzazione dei valori pressori. A differenza dell’ipertensione arteriosa essenziale, che interessa soprattutto la popolazione adulta, l’ipertensione secondaria interessa anche soggetti più giovani e spesso si caratterizza per valori di pressione più alti e più difficilmente controllabili con la terapia farmacologica. Tra i fattori che possono favorire l’insorgere di questa condizione troviamo la familiarità, cioè la presenza, in famiglia, di soggetti ipertesi aumenta la probabilità che un paziente sviluppi ipertensione arteriosa; l’età, perché la pressione arteriosa aumenta con l’avanzare dell’età, per effetto dei cambiamenti che si verificano a carico dei vasi

arteriosi (che, invecchiando, diventano più rigidi); il sovrappeso e il diabete; abitudini scorrette come il fumo e il consumo eccessivo di alcol: il fumo di sigaretta altera acutamente i valori di pressione arteriosa (dopo aver fumato, la pressione resta più alta per circa mezz’ora), mentre un consumo eccessivo di alcolici (più di un bicchiere al giorno per le donne, due per gli uomini) può contribuire all’innalzamento dei valori pressori, oltre che danneggiare il cuore. Inoltre, anche lo stress (fisico ed emotivo) contribuisce al mantenimento di valori di pressione più alti. Questo spiega, per esempio, perché in occasione delle visite mediche, la pressione è spesso più alta rispetto a quella che il paziente si misura al domicilio; perché la pressione possa essere più alta nei giorni lavorativi rispetto ai periodi di vacanza, ed anche perché i valori di pressione aumentino mentre si fa esercizio fisico.

ricorso a farmaci, non può assolutamente prescindere da cambiamenti nello stile di vita. L’obiettivo del trattamento della pressione arteriosa deve essere quello di riportare i valori pressori alla normalità: non basta, pertanto, abbassare un po’ la pressione, ma è importante normalizzarla (diversamente, il rischio di incorrere in malattie cardiovascolari resterà alto). La maggior parte dei casi di ipertensione è dovuta ad abitudini di vita non corrette. Fin dalla giovane età è consigliabile mantenere la pressione arteriosa a livelli desiderabili seguendo alcune semplici regole di comportamento. Avere un’alimentazione sana, in particolare: limitare il consumo del sale (per le esigenze del nostro organismo, è sufficiente la quantità di sale già contenuta naturalmente negli alimenti); mangiare molta frutta e verdura, ricche di potassio, una sostanza che aiuta a mantenere bassa la pressione; moderare il consumo di caffè; praticare regolarmente attività fisica; non fumare; tenere sotto controllo il peso, con l’aumento di peso il cuore deve pompare con più energia per mandare il sangue in tutti i tessuti. di Agnese Capoccia

COME MANTENERE LA PRESSIONE ARTERIOSA A UN LIVELLO FAVOREVOLE Il trattamento dell’ipertensione arteriosa, anche quando preveda il

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La primavera è arrivata e ha portato con sé l’allergia stagionale COSA È L’ALLERGIA STAGIONALE O “FEBBRE DA FIENO”? QUALI SONO I SINTOMI PIÙ RICORRENTI? VEDIAMOLI INSIEME!

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allergia stagionale, o anche “febbre da fieno”, si manifesta in alcuni specifici periodi dell’anno, soprattutto in primavera e in autunno, ed è dovuta all’esposizione a sostanze volatili, come i pollini. Il polline è una sostanza che si trova nell’aria e contiene proteine che scatenano una risposta del sistema immunitario di tutti i soggetti allergici, le cui mucose vengono irritate, si gonfiano e/o si infiammano. Il termine generale utilizzato per indicare una reazione al contatto con gli allergeni è rinite allergica e può scaturire da vari fattori, che sono più o meno stagionali, quali: • Polline d’erba (estate e autunno) • Pollini d’alberi (primavera) • Pollini di graminacee (tarda primavera o estate) • L’allergia può essere causata da altri allergeni perenni come: • Acari

• Allergeni appartenenti agli animali • Spore di funghi presenti in ambienti

chiusi o all’aperto e le muffe I sintomi possono variare da un gior-

no all’altro e da un soggetto all’altro, tutti però si manifestano in genere pochi istanti dopo che è avvenuto il contatto con l’allergene. Possono essere diversi: secrezione nasale, starnuti, occhi che lacrimano, tosse e respiro sibilante, talvolta anche irritabilità e disturbi del sonno. Solitamente, per diagnosticare un’allergia ci si basa sui sintomi e sulle circostanze in cui si manifestano. I prick test cutanei sono i test che permettono di identificare l’allergene. Ma come funzionano? Sulla pelle del soggetto allergico viene adagiata una goccia di ogni estratto e fatta penetrare con un piccolo ago, poi si osserva l’eventuale reazione eritemato-pomfoide che si presenta sottoforma di piccola tumefazione circondata da una zona arrossata. I rimedi per le allergie stagionali sono diversi e comprendono spray nasali, antistaminici, colliri e decongestionanti. di Ludovica Sarais

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Cause e conseguenze dell’obesità sui bimbi CATTIVE ABITUDINI E UNO STILE DI VITA SEDENTARIO POSSONO CAUSARE L’OBESITÀ INFANTILE

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obesità infantile è un problema importante all’interno della società. Essa è il risultato di diverse cause quali cattiva alimentazione, una ridotta attività fisica, uno stile di vita sedentario ma anche fattori genetici e familiari. I piccoli che presentano sovrappeso sono quasi sempre accomunati da uno squilibrio tra quantità di calorie introdotte nell’organismo e il loro consumo. Tra le abitudini alimentari errate ci sono mangiare spesso fuori casa alimenti del fast-food o spuntini altamente calorici. Oltre all’alimentazione scorretta, però, non è da sottovalutare la sedentarietà e la ridotta attività fisica. Spesso i bambini vengono accompagnati in macchina anche se il posto dove devono recarsi si trova a pochi metri da casa; o ancora prendono l’ascensore anche per un solo piano; passano ore davanti al computer o alla televisione, giocando ai vide-

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ogiochi ed escono sempre meno. L’esercizio fisico sarebbe, invece, fondamentale per la crescita del bambino perché gli permetterebbe di dimagrire e allo stesso tempo lo renderebbe più attivo. Altro elemento che contribuisce a questa situazione è l’ereditarietà familiare. L’obesità può considerarsi anche un problema di natura ereditaria. Sono state evidenziate

alterazioni di alcuni geni che hanno un ruolo della produzione di cellule adipose. È necessario, inoltre, che la famiglia faccia da esempio in quanto non possiamo parlare di educazione alimentare se i genitori non sono i primi a seguire una dieta equilibrata. Questa condizione, soprattutto in età infantile, ha numerose conseguenze. Le più frequenti sono rappresentate da disturbi di tipo polmonare, come difficoltà del respiro, apnea notturna o asma, e di tipo ortopedico. I disturbi respiratori durante il sonno sono molto frequenti nei bambini in sovrappeso e riguardano un’ampia serie di condizioni che includono l’aumento della resistenza al flusso d’aria attraverso la via aerea superiore, la conseguente riduzione del flusso d’aria ed infine la cessazione del respiro. Per quanto riguarda le conseguenze a livello ortopedico, i problemi sono causati da un eccessivo carico meccanico che ossa e articolazioni sopportano. Piedi piatti, varismo e valgismo degli arti inferiori sono i paramorfismi più comuni. Non solo, l’eccesso di peso può provocare dolori articolari, ridurre la mobilità e aumentare il rischio di distorsioni e fratture. Gravi conseguenze anche di tipo endocrino, come il diabete di tipo 2, e anche di tipo psicologico che possono segnare per molti anni. È quindi necessario aiutare i piccoli ed educarli ad una sana alimentazione fatta di tre pasti regolari, all’attività fisica e al rispetto dei ritmi del sonno. di Erika Corso


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Aprile: il mese sulla Cultura dello Sport INCORAGGIARE ALL’ATTIVITÀ FISICA CON NUOVE PROPOSTE SPORTIVE: PADEL E PING-PONG

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ra le motivazioni che incoraggiano ad intraprendere uno sport, una è particolarmente esaustiva: “Mens sana in corpore sano”. L’attività fisica è sempre stata associata ad un equilibro psicologico; accanto al suo valore salutistico, essa rappresenta dunque un potente veicolo capace di incidere sugli stili di vita e sull’umore. Essenziali concetti educativi sull’importanza dello sport dovrebbero essere trasferiti quotidianamente. Ecco perché è stato istituito, il 6 aprile, un giorno dedicato interamente alla cultura sportiva. Le più recenti linee guida indicano che per ottenere benefici in termini di miglioramento delle aspettative di vita occorra eseguire 30 minuti al giorno di attività fisica aerobica (camminare, nuotare, andare in bicicletta, etc.) ad intensità moderata. Tali indicazioni vanno certamente calate nella realtà di ogni soggetto, considerando età, livello di allenamento e di preparazione fisica, eventuali patologie e tanto altro. Da non sottovalutare come il movimento ricopra anche un ruolo preventivo, per evitare che una patologia insorga, e

terapeutico, migliorando la prognosi di una malattia già presente. RICORDIAMO ALCUNI DEI BENEFICI DELL’ATTIVITÀ FISICA: • Incrementa il volume muscolare, la forza e la resistenza. • Riduce il rischio di obesità. • Aumenta il volume e lo spessore delle pareti del cuore. • Scongiura lo sviluppo del diabete di tipo 2, riducendone fino al 50% il rischio. • Aiuta a ridurre l’ansia, stress, e tensione e a migliorare i disturbi del sonno. • Affina le funzioni degli organi di senso: ottimizza la qualità delle informazioni, il meccanismo di trasmissione degli stimoli e lo sviluppo degli automatismi. Tra gli sport che tutti comunemente conosciamo e amiamo, c’è un mondo molto più ampio da scoprire per tenersi in forma e divertirsi. Per quanto il calcio, il basket, il nuoto o l’atletica siano completi e spassosi, perché non scovare attività sportive ancora poco note ma altrettanto valide?

Uno sport che sta riscuotendo notevole successo negli ultimi tempi è sicuramente il Padel, praticato da uomini e donne di tutte le età grazie ad un moderato sforzo fisico. Di base le regole sono quelle del tennis, anche se ci sono alcune differenze sostanziali a partire dalle dimensioni ridotte del campo. Le mura delimitanti il fondocampo fanno parte dell’area di gioco; quindi, se la palla rimbalza su un muro può esser respinta con la racchetta. Vengono utilizzate delle racchette più piccole e a piatto pieno con forellini, mentre è possibile scegliere tra una palla più soffice o quella classica da tennis. Altro sport da sperimentare è sicuramente il Ping-pong, anche conosciuto come “tennis tavolo”. Ai lati opposti del tavolo si affrontano due o quattro giocatori che, “armati” di racchetta, cercano di tirare la pallina nell’altra metà campo in modo che l’avversario non riesca a controbattere. Il Ping-pong sviluppa l’agilità, la mira, la precisione, la coordinazione, i riflessi, la concentrazione e la respirazione. Inoltre, ancora oggi è la prima disciplina sportiva impiegata per la riabilitazione. Che l’obiettivo sia cercare un nuovo modo per allenarsi o uno sport specifico che si adatti alle proprie abilità e capacità, l’importante è rimanere attivi. Non c’è miglior modo per scacciare malumori e affrontare con energia e autostima la vita di tutti i giorni. di Chiara Carolina Conte

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Focus Salute

Cosa sono le malattie autoimmuni? CE LO SPIEGA IL DOTT. FLAVIO MOZZANI, RESPONSABILE DEL DAY HOSPITAL DEL DIPARTIMENTO DI MEDICINA GENERALE E SPECIALISTICA

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osa sono le malattie autoimmuni? «La malattia autoimmune è uno stato patologico caratterizzato dall’alterazione di uno o più organi ed è dovuta a una risposta del nostro sistema immunitario verso alcuni costituenti proprio di tali organi; in poche parole, il sistema autoimmune agisce contro sé stesso. Ci sono le malattie organospecifiche, quelle limitate a un solo organo o apparato e le non organospecifiche o sistemiche, cioè quelle che possono interessare tutto il corpo, a carico di qualsiasi organo o apparato. Sono dovute a vari fattori: ci sono quelli genetici; quelli endogeni, cioè del proprio corpo; quelli esterni come le infezioni, il fumo, lo stress, i farmaci o i raggi ultravioletti in alcune malattie». Quali sono le più diffuse? «Le malattie autoimmuni più diffuse sono l’artrite reumatoide, il lupus, l’artrite psoriasica e la sclerosi sistemica, più rara. Bisogna fare un’ulteriore distinzione tra le malattie reumatiche infiammatorie, che colpiscono soprattutto il sistema artico-

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lare e le connettiviti che in genere colpiscono gli organi interni quali cuore, polmone, rene e così via». Come si diagnostica una malattia autoimmune? «Nel 1957 sono stati codificati dei criteri per definire una malattia autoimmune e comprendono: l’esame istologico; la presenza di autoanticorpi negli esami del sangue; la familiarità con la malattia; la risposta alle terapie immunosoppressive e anche l’andamento dei sintomi. Questo ha permesso di definire meglio malattie che fino allora erano state considerate idiopatiche, cioè senza una causa». Quali sono i sintomi ricorrenti? «I sintomi all’esordio possono essere molto aspecifici, possono andare dalla semplice stanchezza alla sensazione di malessere generale. A volte si manifestano delle febbri persistenti e inspiegate o dolore, tumefazione e versamenti a carico delle articolazioni. Sono malattie insidiose e all’inizio possono non essere subito riconosciute o anche confuse con altre situazioni». È possibile curare le malattie autoimmuni? «Si cerca, con l’utilizzo dei farmaci, di

ottenere la regressione dei sintomi, poiché una cura vera e propria non c’è. Le malattie autoimmuni, quindi, vengono tenute sotto controllo: uno dei farmaci, nato negli anni negli anni Cinquanta, che si usa nella cura è il cortisone, affiancato dagli immunosoppressori e dai farmaci biologici o biotecnologici». Per quanto riguarda Parma e provincia, quali sono i dati? Quante le persone colpite? «La malattia autoimmune più diffusa che curiamo qui a Parma è l’artrite reumatoide con circa 1200 pazienti. Abbiamo anche circa un migliaio di pazienti per quanto riguarda l’artrite psoriasica, una forma artritica che colpisce una certa percentuale di pazienti che hanno la psoriasi, malattia della pelle, che nel 30-40% dei casi può complicarsi interessando le articolazioni. Curiamo circa 700 pazienti per quanto riguarda le connettiviti e poi c’è un’altra malattia, la polimialgia reumatica, che colpisce soprattutto gli over 50-60 e questa è una delle poche che in un 70% dei casi, dopo una terapia che dura un anno e mezzo/due, guarisce». di Ludovica Sarais


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L’alluce valgo: una sindrome posturale SINTOMATOLOGIA E TRATTAMENTO DI UNA DELLE PATOLOGIE PIÙ DIFFUSE A CARICO DEL PIEDE

L’

alluce valgo è una deformazione del primo dito del piede, l’alluce, che comporta una deviazione laterale della falange verso le altre dita. Il piede risulta quindi “storto”, poiché il primo metatarso e l’alluce non sono più allineati ma formano tra loro un angolo maggiore di 15°, detto di valgismo, da cui prende il nome la patologia. L’alluce valgo può causare, oltre a lesioni cutanee (come callosità, ulcerazioni), anche deformazioni al secondo e terzo dito, lesioni osteoarticolari all’avampiede o addirittura avere gravi ripercussioni su ginocchia e colonna vertebrale. Esiste una forte familiarità nello sviluppo della patologia, che si manifesta con più frequenza nelle donne piuttosto che negli uomini. Molti pazienti affetti da tale problematica hanno, infatti, dei casi in famiglia ascendenti e collaterali con gli stessi disagi. SINTOMI Tra i sintomi principali del valgismo dell’alluce c’è sicuramente un forte dolore: la cartilagine infiammata e l’attrito contro le scarpe a livello della testa del metatarso impediscono al paziente di portare calzature normali. Si formano gradualmente aree di callosità dell’alluce o delle altre dita. Con il tempo la deformità potrebbe peggiorare, verificandosi lussazioni delle articolazioni dell’avampiede: la spinta dell’alluce contro le altre dita le fa incurvare dorsalmente, fino a che non si deformano creando le “dita a martello”. L’alluce valgo ha importanti conseguenze di tre tipi. Cliniche: si tratta di disturbi localizzati nell’aerea nel piede che provocano

contraccolpi sull’intero allineamento posturale. Locali: sono costituite da degenerazioni articolari e borsiti. Posturali: lo spostamento del primo metatarso determina una rotazione verso l’interno del piede mentre si cammina. Tale movimento di pronazione si trasmette, attraverso le articolazioni dell’arto inferiore, a tutto l’apparato muscolo scheletrico, influenzando la postura. In particolare, si manifestano un’inclinazione in avanti del bacino, una modifica della curvatura della colonna vertebrale e l’iperlordosi. TRATTAMENTO Anche per l’alluce valgo si può intervenire con un’operazione di chirurgia percutanea mininvasiva, che consiste nella correzione chirurgica della deformazione con strumenti simili a quelli usati dai dentisti. L’intervento viene effettuato generalmente in day-hospital, ha una durata di 20-30 minuti e prevede un’anestesia locale effettuata dalla caviglia in giù. Vengono praticati dei fori attraverso

i quali l’ortopedico esegue alcune osteotomie correttive (tagli dell’osso). A seconda della tipologia di chirurgia mininvasiva scelta, si può ricorrere o meno a mezzi di sintesi metallici per immobilizzare il primo metatarso. Successivamente, il piede viene bendato con garze di medio spessore, evitando ingessature. Il paziente è in grado di deambulare autonomamente già poche ore dopo l’intervento, con l’aiuto di una scarpa ortopedica che lo accompagnerà per tutta la fase post-operatoria. Dopo circa 7-10 giorni dall’operazione avviene la prima sostituzione del bendaggio, al fine di evitare complicanze cutanee, che va ripetuta per altre 3-4 settimane (tempo necessario per la guarigione delle osteotomie ossee effettuate). Si ottiene, così, la correzione dell’asse meccanico delle dita sottoposte al trattamento correttivo. I piedi sono considerati il nostro “secondo cuore” per il loro ruolo nella circolazione venosa e linfatica. Prendiamocene cura, e non sottovalutiamoli. di Chiara Carolina Conte

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Disturbi lombari, al Poliambulatorio Dalla Rosa Prati il trattamento è multidisciplinare FISIATRA E FISIOTERAPISTI LAVORANO IN TEAM. DALLA VISITA ALLE TERAPIE, IL PERCORSO GARANTISCE UNA PRESA IN CARICO COMPLETA

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i stima che circa l’80% della popolazione abbia sofferto almeno una volta nella vita di un episodio acuto di lombalgia. Al Poliambulatorio Dalla Rosa Prati Gruppo Garofalo Helthcare, il percorso terapeutico dei disturbi lombari si basa su un approccio multidisciplinare che vede lavorare in team il medico Fisiatra ed il Fisioterapista. La visita fisiatrica è il primo step per il corretto inquadramento diagnostico del disturbo e la prescrizione delle terapie. Ma in cosa consiste? “Il primo approccio al paziente che soffre di lombalgia si basa su domande specifiche, mirate a raccogliere informazioni utili all’anamnesi in particolare per escludere prima di tutto le situazioni potenzialmente più gravi, le “red flags” – spiega il Dottor Enrico Maestrini Fisiatra presso il Poliambulatorio Dal-

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la Rosa Prati Gruppo Garofalo Healthcare -. Sono dati clinico-anamnestici che devono indirizzare verso un rapido approfondimento diagnostico perché potenziali spie di patologia organica importante: età di insorgenza maggiore di 55 anni, storia di neoplasia, calo ponderale, febbre di origine ignota, deficit di forza estesi, progressivi, disabilitanti, ritenzione urinaria, incontinenza fecale, anestesia a sella, osteoporosi e/o fratture osteoporotiche, uso di steroidi, trauma maggiore. La lombalgia in fase acuta dura per 4-5 settimane, ma va sottolineato che nel 90% dei casi il mal di schiena è aspecifico, benigno e autolimitante. Il primo episodio può avvenire a causa di uno sforzo, come sollevando un peso, oppure insorgere senza cause apparenti: ci si sveglia la mattina con la schiena bloccata.” Il mal di schiena può avere diverse cause: “può essere un problema meccanico, posturale, a carico del disco intervertebrale o delle articolazioni tra le vertebre oppure essere la conseguenza di un trauma, o ancora avere caratteristiche infiammatorie, come nel caso di alcune patologie di interesse reumatologico.

È l’esame obiettivo a indirizzare verso la diagnosi. L’unica vera emergenza medica è rappresentata dalla sindrome della cauda equina, ovvero una compressione del midollo spinale che si manifesta con sintomi ben definiti, come dolore e perdita di forza agli arti inferiori, anestesia “a sella”, disturbi sfinterici. In questo caso è necessario l’intervento urgente di un neurochirurgo.” Per quanto riguarda le terapie. “Il mal di schiena è un disturbo che va trattato in modo adeguato per evitare le riacutizzazioni – conclude Maestrini-. Le terapie previste sono diverse: di tipo farmacologico, soprattutto nelle fasi di acuzie; l’ozonoterapia; terapie fisiche (quali la Tecar terapia, la Laser terapia etc), calore e massaggio, possibili anche nelle fasi più precoci; infiltrazioni peridurali; varie tecniche di terapia manuale; manipolazioni vertebrali. La Fisioterapia è quasi sempre indicata. Le tecniche, infatti, sono talmente varie da consentire trattamenti personalizzati e specifici, in base alle diverse condizioni cliniche e muscolo scheletriche di ogni paziente, anche in fasi relativamente precoci”.

Via Emilia Ovest, 12/A - 43126 Parma Tel. 0521.2981 - Fax. 0521.994204 info@dallarosaprati.it www.poliambulatoriodallarosaprati.it


Focus Salute

Fine stato di emergenza nazionale: cosa cambia dal primo aprile NUOVE REGOLE PER IL GREEN PASS, L’OBBLIGO VACCINALE E L’USO DELLE MASCHERINE. COME SI DEVONO COMPORTARE I LAVORATORI

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opo due anni di pandemia da covid-19, l’Italia si prepara ad uscire dallo stato di emergenza, dichiarato per la prima volta il 31 gennaio 2020 dall’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. A fronte dell’attuale situazione epidemiologica, dato il calo del numero di ricoverati in terapia intensiva, il Consiglio dei Ministri conferma la fine dello stato di emergenza (31 marzo 2022). Tale decisione è il frutto di valutazioni politiche, esigenze economiche e report scientifici a disposizione delle autorità competenti. Un esempio è dato dai risultati della campagna vaccinale: l’89,71% della popolazione italiana over 12 ha completato il ciclo vaccinale. In merito a questo avvenimento il Presidente del Consiglio Mario Draghi dichiara: “La situazione epidemiologica è in forte miglioramento, grazie al successo della campagna vaccinale, e ci offre margini per rimuovere le restrizioni residue alla vita di cittadini e imprese”. La prospettiva è dunque ottimistica, con la speranza di riuscire a porre definitivamente fine all’obbligo della certificazione verde. Che cosa cambia a Parma da aprile 2022 per chi ha il Green Pass? Parma e l’Italia intera si preparano dunque a un graduale ritorno alla normalità pre pandemia, con lo sguardo rivolto alle norme stabilite dal nuovo decreto-legge. Stando alle ultime dichiarazioni del Ministro della Salute Roberto Speranza, l’addio al Green Pass sarà graduale. A tal proposito, il Governo ha emanato un decreto con un

LE NUOVE NORME • Green Pass obbligatorio nei

• •

cronoprogramma e dal 1o aprile inizierà una fase di allentamento graduale delle misure restrittive. L’obbligo di legge di avere sempre con sé la certificazione verde sarà dunque rimodulato in base all’andamento della pandemia. I punti principali dettati dalla fine dello stato di emergenza prevedono: la fine del sistema delle zone colorate, un graduale superamento del green pass, e l’eliminazione delle quarantene precauzionali. In merito a quanto detto, si rimanda al Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 67, riunitosi giovedì 1 marzo 2022 e reperibile sul sito del Governo. (https://www.governo.it/it/articolo/ comunicato-stampa-del-consiglio-dei-ministri-n-67/19412) di Margherita Menozzi

luoghi al chiuso fino al 30 aprile, e decadrà dall’1maggio. Gli over 50 potranno tornare a lavoro senza rispettare l’obbligo vaccinale previsto fino al 15 giugno. Dovranno però presentare l’esito negativo di un tampone antigenico (valido 48 ore) oppure molecolare (valido 72 ore). Smart working prorogato fino al 30 giugno 2022. Trasporti pubblici: non servirà più il green pass dal 1o al 30 aprile; bisognerà però indossare la mascherina FFP2. Aerei, treni e navi: obbligatorio l’uso della mascherina FFP2 e necessario mostrare almeno il green pass base. Poi dal 1o maggio non ci sarà più alcun obbligo. Dal 1 al 30 aprile si entra senza green pass in ristoranti e bar all’aperto, feste all’aperto, cerimonie, alberghi e strutture ricettive. Bar e ristoranti al chiuso: dal 1 al 15 aprile si entra con il green pass rafforzato; successivamente basterà il green pass base.

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Polipi uterini: che cosa sono e come si riconoscono LA MAGGIORANZA È ASINTOMATICA, È FREQUENTE CHE LA DIAGNOSI AVVENGA DURANTE UN CONTROLLO DI ROUTINE O IL PAP TEST

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polipi dell’utero sono neoformazioni benigne molto frequenti. Possono riguardare donne di ogni età poiché possono svilupparsi sia durante il periodo fertile sia dopo la menopausa. Si tratta di escrescenze soffici generalmente peduncolate che crescono dal rivestimento della cervice o dalla mucosa della cavità uterina e aderiscono alla parete interna dell’utero. Le loro dimensioni possono variare da pochi millimetri ad alcuni centimetri, e possono presentarsi singolarmente, in coppia oppure formare aggregati complessi costituiti da molti polipi di piccole dimensioni. I SINTOMI La maggioranza dei polipi uterini è asintomatica, per questo motivo è frequente che la diagnosi avvenga durante un controllo ginecologico di routine o mentre si effettua il pap test. Quando sintomatici invece possono arrivare a causare diversi disagi. Possono,

infatti, manifestarsi con mestruazioni dolorose (dismenorrea), accompagnate da forti crampi addominali, e flusso molto abbondante. Spesso si hanno anche piccole perdite intermestruali, il cosiddetto spotting. In caso di polipi uterini, situati nella cervice, è possibile che si manifesti sanguinamento durante o dopo il rapporto sessuale. CAUSE E FATTORI DI RISCHIO Le cause dello sviluppo dei polipi uterini non sono state ancora identificate. Esistono però alcuni fattori di rischio. Primi tra tutti sono gli estrogeni: infatti, è più probabile che i polipi si verifichino nelle donne con squilibri ormonali. Un altro fattore d’incidenza è l’età. In particolare, si è registrato che l’insorgenza maggiore è concentrata prima e dopo la menopausa, quindi tra i 40 e i 60 anni. A favorire la comparsa di queste neoformazioni c’è anche il Tamoxifene, un ormone sintetico usato per il trattamento del cancro al

seno. Studi hanno dimostrato la sua debole azione stimolante sulla mucosa che copre l’interno della cavità uterina. La diagnosi tempestiva in questi casi è più semplice, dal momento che tutte le donne sottoposte a trattamenti per il carcinoma mammario sono sottoposte a esami ginecologici annuali. Inoltre, la comparsa di polipi è più frequente anche nelle donne affette da obesità, in altre parole con un indice di massa corporea (BMI) superiore a 29. di Margherita Menozzi

CLUB ITACA PARMA: insieme per rimettersi in gioco “Qui ho riacquisito l’autostima e la fiducia in me stessa. Ho conosciuto tanti ragazzi e ragazze con cui ho legato molto, tanto che con alcuni di loro mi vedo anche fuori. Facendo un bilancio, direi che il Club mi ha portato anche a rafforzare la mia autonomia, stimolandomi ad acquisire delle competenze che prima non avevo”. A parlare è Lucia, socia di Club Itaca Parma, il programma gratuito per il recupero dell’autonomia socio-lavorativa di persone con una storia di disagio psichico promosso dall’asso-

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ciazione Progetto Itaca Parma. Chi aderisce – gratuitamente, volontariamente e senza limite di tempo - diventa socio del Club ed è chiamato, in un clima di collaborazione e amicizia, alla sua gestione: dalla spesa quotidiana necessaria per il pranzo - che si prepara e si consuma insieme - ai corsi di formazione (solo qualche esempio: cucina, inglese, computer, giardinaggio, ginnastica...), della gestione della segreteria alla redazione della newsletter del Club (Nausicaa). I soci trovano così un supporto reciproco in un

passaggio che può essere molto difficile, anche in presenza di una diagnosi corretta e di una terapia ben impostata: ricominciare a stare con gli altri, affrontare le piccole sfide della vita quotidiana, riacquisire la sicurezza necessaria a compiere le proprie scelte. “La malattia ti toglie ogni volontà, anche quella di vivere, non ti permette di scegliere in maniera autonoma e indipendente, ti porta all’isolamento e alla tristezza più cupa” racconta Ilaria, anche lei socia della prima ora. “Da quando al Club ho

smesso piano piano di essere succube della mia malattia, ho ripreso a uscire da sola... ho ripreso in mano la mia vita”. Club Itaca Parma racconta la propria attività sugli omonimi profili Facebook e Instagram, e anche sul sito www.progettoitacaparma.org si trovano diverse informazioni sul programma, ma l’invito è chiamare i numeri 0521 1683497 o 388 8936979 (anche Whatsapp) per parlare con lo staff e i soci, prenotando un appuntamento in cui conoscersi di persona. di Ilaria Gandolfi


Focus Salute

Aprile: il mese della prevenzione alcologica L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ HA ISTITUITO AD APRILE IL MESE DELLA PREVENZIONE ALCOLOGICA, PER SENSIBILIZZARE E FAR CONOSCERE I PROBLEMI LEGATI ALLE DIPENDENZE DALL’ALCOL

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a dipendenza da alcol è un grave problema di salute per molte persone. L’alcolismo, infatti, è una malattia cronica caratterizzata da un comportamento ossessivo di ricerca compulsiva di bevande alcoliche, da assuefazione e tolleranza. Anche per l’alcoldipendenza, la brusca interruzione del consumo causa la sindrome da astinenza, caratterizzata da tachicardia, tremori, nausea e vomito, agitazione, allucinazioni, convulsioni. Gli effetti dell’alcolismo interferiscono pesantemente con la salute della persona e con la sua vita lavorativa, relazionale e sociale. In proporzione alla quantità assunta, l’alcol determina un crescente rallentamento dei riflessi oltre a una diminuzione della capacità di concentrazione. Il suo abuso provoca gravi danni agli apparati digerente, cardiovascolare, endocrino-riproduttivo. Ogni anno, in Italia, circa 40.000 persone muoiono a causa dell’alcol per incidenti stradali, domestici, sul lavoro e per malattie causate dall’abuso cronico di questa sostanza (cirrosi epatica, tumori, infarto del miocardio, ecc.). Ancora oggi la stragrande maggioranza di chi è affetto dalla dipendenza da alcol non riceve alcun tipo di trattamento, perché troppo spesso si è convinti di riuscire a smettere di bere da soli. L’AUSL di Parma offre percorsi liberi e gratuiti per affrontare il problema con la massima riservatezza. I Servizi per le Dipendenze Patologiche (SerD sono a disposizione per offrire trattamenti individualizzati a supporto di chi vuole iniziare un percorso di cura e uscire dalla dipendenza. L’accesso al servizio è libero, non occorre la ricetta del

medico. Sono garantite, nel rispetto della massima riservatezza, le cure di carattere sanitario, psicologico e socio-educativo, oltre al sostegno alla famiglia. Molto importante la collaborazione con le Associazioni di auto-mutuo aiuto Alcolisti Anonimi, Al-Anon (familiari di alcolisti) ACAT

provinciali e le Comunità terapeutiche specializzate. In Azienda Ospedaliero-Universitaria, è attivo il Centro di alcologia dove è garantita assistenza medica e psicologica oltre al servizio di consulenze per le unità operative ospedaliere. di Agnese Capoccia

LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO • Associazione Clubs Alcologici Territoriali (ACAT), formata da fami-

glie che hanno al loro interno almeno una persona che ha avuto - o che ha - problemi di dipendenza da alcol. Per info: Acat “Il Volo” tel.0521.242050/320.8112517 email acat.parmasud@virgilio.it; Acat “Incontri” tel. 331.3354564 email acatincontriparma@gmail.com; Acat Appennino Parma Est – Langhirano: tel. 0521.857305 email: acatlanghirano@libero.it • Alcolisti Anonimi (AA), presente in tutte le regioni con circa 500 Gruppi, composta esclusivamente da alcolisti in recupero. Sedi locali a Parma, San Polo di Torrile, Panocchia, Fidenza e Fornovo. Per info: 338.8958181. • Gruppi Familiari Al-Anon, l’Associazione di promozione sociale composta da familiari e amici di alcolisti. In provincia sono attivi Gruppi a Parma, San Polo di Torrile, Panocchia, Fidenza e Fornovo. I figli e familiari minorenni degli alcolisti si riuniscono nei Gruppi Alateen, alla presenza di due adulti Al-Anon. Per info: numero verde 800.087.897 oppure www. al-anon.it • Comunità Terapeutiche specializzate

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Focus Salute

La giornata mondiale della Terra L’EARTH DAY, PER LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E LA SALVAGUARDIA DEL NOSTRO PIANETA, AVRÀ LUOGO IL 22 APRILE

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a Giornata mondiale della Terra è stata indetta per la prima volta da John McConnell, attivista per la pace convinto che il dovere degli esseri umani sia quello di prendersi cura della terra condividendo le risorse in maniera equa. Nel 1969, quindi, durante la Conferenza dell’UNESCO, propose l’istituzione di una giornata per celebrare la grandezza e la bellezza della Terra. La prima celebrazione ebbe luogo il 21 marzo 1970; il 22 aprile dello stesso anno il senatore degli Stati Uniti Nelson, costituì la “Giornata della Terra o Earth Day”. Al primo Earth Day parteciparono 20.000.000 di americani che manifestarono per far capire l’importanza del rispetto dell’ecosistema terrestre. Oggigiorno parliamo della Settimana mondiale della Terra, in quanto nei giorni vicini al 22 aprile, si festeggia, per un’intera settimana, con diverse attività incentrate sulle tematiche ambientali attuali, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica alla sostenibilità. Il ventesimo anniversario della Giornata della Terra, nel 1990, è stato celebrato organizzando una scalata sull’Everest, da una squadra composta da alpinisti cinesi, sovietici e statunitensi con un collegamento

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mondiale via satellite. Al termine, la squadra ha trasportato a valle oltre due tonnellate di rifiuti lasciati sul monte da precedenti missioni. Negli ultimi anni si è formata la cosiddetta “Green generation”, che punta

a un futuro in cui si investa sulle fonti rinnovabili e si arrivi alla responsabilizzazione verso un consumo sostenibile e allo sviluppo della green economy. Ciascuno di noi può fare la propria parte, non solo in occasione della Giornata della Terra, ma quotidianamente, per celebrare l’unicità del nostro pianeta e impegnarsi per salvaguardarlo. Alcune azioni possono fare la differenza: non lasciare la tv o il computer in modalità stand-by per non consumare energia elettrica; quando non si è in casa o in una determinata stanza spegnere le luci; utilizzare prodotti riutilizzabili piuttosto che quelli usa e getta; utilizzare la bicicletta e i mezzi pubblici al posto della macchina e del motorino. di Ludovica Sarais


Città Bimbi

dei

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Inserto dedicato ai bambini e ai genitori

Perché è importante IL NUOTO NELLA VITA DEI BAMBINI? Secondo diversi studi comporta benefici sia fisici che cognitivi ed è importante per uno sviluppo e una crescita corretta

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l nuoto è uno degli sport più completi che esistano: durante le prime lezioni, infatti, il bambino impara a mantenersi a galla e, di conseguenza, mette in moto tutti i principali muscoli del suo corpo. Inoltre, questo sport permette ai bimbi di capire fin da piccoli come funziona la respirazione e controllare il proprio corpo; senza dimenticare poi che, come tutti gli altri sport, è un momento fondamentale che permette anche, e soprattutto, ai più piccoli di socializzare. Alcuni studi hanno dimostrato che i benefici portati da questo sport sono amplificati se si comincia in età neonatale, nei primi mesi di vita, cioè fra i tre e i sei mesi; questo perché i movimenti effettuati in acqua aiutano il cervello dei bambini a svilupparsi più velocemente e nel miglior modo possibile. I benefici sono quindi diversi e, come detto in precedenza, non riguardano solo l’ambito fisico ma anche quello mentale e psicologico: il nuoto migliora l’equilibrio e la coordinazione; gli esercizi praticati in acqua e a una temperatura confortevole rilassano i bambini favorendo l’appetito e migliorando il sonno; aumenta l’autostima e quindi la fiducia in sé stessi. Attraverso quest’attività il bambino comincia a socializzare con i suoi coetanei e rafforza anche i legami con la propria famiglia: genitori, fratelli, sorelle, zie/zii o nonni; con loro, infatti,

i neonati seguono le lezioni dei corsi di acquacità, divertendosi insieme. Dai sei ai quattordici mesi, circa, i neonati muovono in piscina i primi “passi” senza i genitori ma utilizzando galleggianti come braccioli, tubi in vita e altro; dal primo anno di vita migliora il galleggiamento e cominciano a entrare in acqua da soli. Dopo i due anni cominciano le prime immersioni senza l’utilizzo degli ausili galleggianti; arrivati al terzo anno di vita si perfeziona la capacità di galleggiamento fino ad arrivare all’età scolare dove i bambini iniziano i veri e propri corsi di nuoto specifici. Se i bambini desiderano poi continuare a nuotare, gli verranno insegnati i principali stili di nuoto e le tecniche ad essi associate: stile libero, rana, dorso e delfino. Praticarli in modo giusto rende questo sport anche un’attività mentale, fatta di concentrazione e coordinamento muscolare. Ecco perché non implica solo il movimento fisico ma anche educazione della mente, aiutando la memoria e l’apprendimento. di Ludovica Sarais

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le News

di Chiara Carolina Conte

Pasquetta al Castello di Scipione Un’ avventura in costume per bambini per la giornata di Pasquetta “Alla Ricerca delle Uova Magiche” Il 18 Aprile torna “Alla Ricerca delle Uova Magiche”, una magica avventura in costume che porterà i bambini nei panni di cavalieri e dame, alla scoperta del mistero delle uova del Castello con simpatici personaggi, tra cui il Coniglio Pasquale, la Lucertola MangiaUova, audaci cavalieri e l’esercito dei CavalcaTroll. Costumi a tema inclusi e gran finale con ovetti di cioccolato per tutti! Inoltre, nella giornata di Pasquetta verrà effettuata dal mattino l’apertura straordinaria del grande giardino del Castello, con vista panoramica sulle colline di grande INFO E PRENOTAZIONI Evento su prenotazione e nel rispetto delle direttive ministeriali. Consigliato per bambini dai 3 ai 12 anni accompagnati dai genitori. Durata dell’evento per bambini: circa 2h. Visita guidata al Castello inclusa nel biglietto, compresa la Mostra “Ricordi di Famiglia”. In caso di pioggia visite guidate storiche e animazione per i bambini rimangono confermati. Orari: 10.30, 14.15, 16.30 Tel: 0524 572381 Mail: info@castellodiscipione.it Sito: www.castellodiscipione.it

valore paesaggistico che circondano il borgo e sulla facciata Ovest del Maniero. Per l’occasione, nel giardino, sarà a disposizione un punto ristoro con i piatti del territorio e il carretto dei gelati. Per tutta la giornata ci sarà la possibilità di effettuare visite guidate storiche al Castello più antico della Provincia di Parma, compresa la Mostra “Ricordi di Famiglia”, inaugurata nel periodo Pasquale, una straordinaria esposizione di preziosi oggetti, antichi documenti e fotografie d’epoca appartenuti alla famiglia della Marchesa Maria Luisa Pallavicino.

La casa della musica

La Casa del Suono, che ha sede nel suggestivo spazio della ex-chiesa di Santa Elisabetta (metà del sec. XVII), nasce con l’ambizione di riflettere sul nostro modo di ascoltare e intendere la musica, ed è dedicata a un pubblico vastissimo: vale a dire a tutti coloro che oggi ascoltano musica e suoni trasmessi da strumenti tecnologici. Il percorso che la Casa del Suono propone è quello della storia e della evoluzione di tali strumenti per giungere alla situazione di oggi (dal fonografo al

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grammofono, dalla radio al magnetofono, dal compact disc all’iPod) e gettare uno sguardo verso il futuro. L’esposizione – che ha quale unico scopo quello di tracciare le linee fondamentali dello sviluppo tecnico, ma soprattutto sociale, dei sistemi di riproduzione e trasmissione del suono – è costituita in gran parte da apparecchi della Collezione Patanè fino alla metà del Novecento e da apparecchi di proprietà della Casa della Musica o provenienti da donazioni e depositi per i decenni successivi. Al suo interno accoglie una preziosa raccolta di fonori-produttori, nonché strutture dotate di innovativi impianti di riproduzione sonora e servizi dedicati alla ricerca scientifica e artistica, alla didattica e alla divulgazione! INFO & PRENOTAZIONI P.le Salvo D’Acquisto - 43121 Parma Orari: dal mercoledì alla domenica 10-18 Tel: +39 0521 031103 E-mail: info.cds@lacasadellamusica.it Ingresso gratuito


le News Nuovo concorso AgriKids 2022 rivolto ai bambini delle scuole primarie L’obiettivo è di trasmettere ai bambini i valori del mangiar sano e del mangiare ‘responsabilmente’ a tutela dell’ambiente Anche quest’anno AgriFoodToday.it, progetto editoriale curato da Citynews, organizza un contest aperto a tutti i bambini delle scuole primarie italiane con lo scopo di incoraggiare e stimolare nei piccoli studenti l’interesse per l’agricoltura, il rispetto dell’ambiente e del mangiar sano. Un’occasione per tanti insegnanti di poter vincere una serra idroponica e sperimentare una didattica diversa ed esperienziale, allo stesso tempo accrescendo la curiosità dei piccoli studenti. COME PARTECIPARE Il primo passo per gli insegnanti che vogliono intraprendere questa avventura è guardare i 4 episodi della serie “Le agrostorie di Zac, Doc e Pac” e trarne ispirazione per produrre un progetto di classe in cui i bambini diventano parte attiva della divulgazione. Successivamente sarà sufficiente seguire questi semplici passaggi: - iscriversi al contest sul sito del concorso; - guardare i 4 episodi con tutta la classe; - sviluppare un progetto/disegno che coinvolga l’intera classe su uno dei temi trattati nei cartoni;

- fotografare o scansionare il progetto e caricarlo all’interno dell’area personale (entro il 30 aprile). A partire dal 1° maggio tutti i progetti saranno visibili e votabili sul sito del concorso. Al termine della votazione da parte del pubblico, la giuria si riunirà per scegliere quali tra i progetti più votati si aggiudicherà una delle cinque serre idroponiche messe a disposizione da AgriFoodToday.it. Pur rimanendo a scuola, i bimbi potranno raccontare la propria esperienza: tutti i vincitori saranno intervistati dalla redazione di AgriFoodToday.it, dove verranno pubblicati tutti gli articoli e le interviste.

Il museo del pomodoro rattivi, imballaggi e apriscatole, pubblicazioni, oggetti curiosi e ricette d’autore raccontano il mondo dell’“oro rosso” fino al suo irresistibile trionfo nelle nostre tavole!

Alla scoperta dell’oro rosso, che arriva da molto lontano! Questa primavera esplora il museo del pomodoro nella splendida cornice della corte agricola medievale di Giarola! Intorno ad una antica linea di produzione della Conserva, si snoda il viaggio del pomodoro, dal suo arrivo dalle lontane Americhe nel XVI secolo, ai primi timidi approcci gastronomici. Scoprirai le varietà, le tecniche di coltivazione, la straordinaria diffusione in area Parmense alla fine dell’Ottocento, e la nascita di una potente industria conserviera e meccanica. Foto e documenti d’epoca, rari filmati, modelli e schermi inte-

INFO & PRENOTAZIONI Museo del Pomodoro, c/o Corte di Giarola - Parco del Taro Indirizzo: Strada Giarola 11, Collecchio (PR) - Tel. 0521 218889 Orari apertura: dal 1° marzo all’8 dicembre, sabato, domenica e festivi 10.00 - 18.00 È possibile prenotare museo per piccoli gruppi (da 5 persone in su) anche durante i giorni feriali all’indirizzo e-mail: prenotazioni.pomodoro@museidelcibo.it Prezzo Intero € 5,00 Prezzo Senior 65+ anni € 4,00 Prezzo Studenti 6-18 anni € 3,00 Prezzo Bambini 0-5 anni e Disabili € 0,00 Degustazione € 10,00

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attività Bimbi

TOYLAND raddoppia e diventa anche DIVERTILANDIA Parla Roberto Saccenti il proprietario e gestore del negozio e del parco giochi. In programma molte attività per famiglie e bambini e la novità del centro estivo

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oyland è un’attività storica, vivo ricordo di molti bambini parmigiani ormai diventati adulti. Come ci racconta il proprietario Roberto Saccenti, l’idea di aprire nasce nel 1981 per volontà del padre, inizialmente come sola vendita all’ingrosso, per poi passare al dettaglio nel 1991. Da ottobre 2021, Roberto Saccenti decide di unire la vendita di giocattoli al parco giochi Divertilandia spostandosi quindi in via Michelangelo Anselmi n.14, per creare un’esperienza unica per i bambini di Parma. “Qui abbiamo creato una nuova dimensione per il nostro nego-

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zio, nel senso che all’interno di Divertilandia i bambini possono anche giocare e divertirsi con i gonfiabili”. La principale differenza con la precedente esperienza di via Lanfranco è di certo una maggiore ricerca nella selezione dei giocattoli, un assortimento più attento alla qualità, per agevolare i genitori e i bambini nella scelta degli articoli da acquistare all’interno di un contesto che offre più occasioni di svago e divertimento, oltre a quello della sola vendita. A causa della pandemia, si è riscontrata una difficoltà da parte delle persone a ritornare alle tradizionali forme di socialità: “Proprio per questo motivo abbiamo deciso di aprire qui il nostro nuovo punto vendita, così da incoraggiare le persone a venire e interagire nuovamente con le attrazioni di Divertilandia”. Come molte attività parmigiane anche Toyland e Divertilandia hanno sofferto i disagi dovuti al covid-19, vedendo in primis un calo di visitatori nel parco giochi. Data però l’unione delle due attività e il crescente ventaglio dei servizi proposti, Toyland è ritornato ad essere un punto di ritrovo per bambini e famiglie. Uno degli obiettivi principali dell’attuale gestione è di creare eventi che possano coinvolgere sia i bambini che i genitori. A tal proposito è stato proposto il Cervellone: un gioco ideato per far partecipare grandi e piccini, in cui vengono proiettate dieci domande su un pannello e attraverso un joystick vengono date le risposte. In uno degli appuntamenti di marzo, ad esempio, le domande riguardavano in parte i cartoni animati e in parte le canzoni e musica in generale, così da instaurare un legame e una collaborazione tra bambino e genitore. Tra le prossime attività proposte troviamo il karaoke, impronta-


attività Bimbi to ancora una volta su canzoni per bambini, sigle di cartoni animati, Sanremo e canzoni conosciute dagli adulti. Naturalmente, questi eventi vengono offerti nel weekend permettendo ai genitori di parteciparvi attivamente, senza vincoli lavorativi e di trascorrere del tempo con i propri figli. SERVIZI OFFERTI Uno dei servizi offerti, se non il più conosciuto, è l’opportunità di organizzare feste di compleanno negli spazi di Divertilandia. I bambini invitano liberamente i propri amici e poi ci sono due formule possibili: si può portare dall’esterno (con i relativi scontrini) pizzette e torta, oppure ci si può affidare interamente al gestore dell’attività che provvederà a tutto tramite un servizio di catering. Tra le novità troviamo una nuova attività di Baby Parking, che offre ai genitori la possibilità di lasciare i propri figli nell’area giochi di Divertilandia dove saranno seguiti da personale qualificato. Si tratta di una sor-

ta di baby sitting tenuto da Tata Valeria, un’educatrice giovane e preparata pronta a giocare e disegnare con i bimbi. Questo servizio è offerto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12:30, ed è prevista una tariffa giornaliera oppure settimanale. Vengono poi proposti appuntamenti settimanali, di durata complessiva di

un mese, ideati per offrire ai bambini attività manuali e interattive. L’idea vuole appunto essere quella di creare laboratori creativi: come l’attività di decoupage o “Piccoli chef”, un laboratorio di cucina per bambini organizzato “FaTata”. Infine, l’ultima innovativa proposta di Saccenti è la creazione di un centro estivo allestito negli spazi all’aperto di Divertilandia: “Nel periodo estivo, in particolare giugno e luglio, vorrennom offrire questo nuovo servizio all’aria aperta, così da andare inconto alle esigenze dei genitori e lavoratori parmigiani. Se eventualmente ci saranno adesioni e richieste lo estenderemo anche ad agosto”. Per quanto riguarda chi si occuperà dei bambini in tale occasione, come per l’attività di baby parking, ci saranno educatori esterni ed esperti, con competenze specifiche. Per avere maginformazioni circa le attività e i servizi offerti, si invita a consultare il sito: divertilandiaparma.com di Margherita Menozzi

Elenco attività e eventi 2022: • Possibilità di organizzare feste di compleanno. Ecco la location ideale per ogni compleanno: giochi, musica, e sala privata per accogliere tutti i tuoi amici. Per concentrarsi solo sul divertimento, è prevista una formula in cui è già previsto un servizio catering con pizze, focacce e torta di compleanno. • Attività di baby parking, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12:30. Per i momenti in cui non sai a chi affidare i tuoi bambini, questo è il servizio giusto per te. Tata Valeria vi aspetta tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, per giocare e disegnare con i tuoi figli. • Laboratori creativi con appuntamenti settimanali. Per tenere allenati mente e creatività, si propongono laboratori creativi per permettere ai più piccoli di sperimentare e

mettersi alla prova con tante attività manuali. • Attività nel weekend per bambini e famiglie. Un momento in famiglia all’insegna del divertimento? Tutto questo e molto di più negli appuntamenti del fine settimana proposti, che offrono divertimento e un magico momento di gioco tra grandi e famiglie. • Centro estivo. La novità dell’estate 2022 è il nuovo centro estivo negli ampi spazi all’aperto della struttura. Gli educatori più esperti si occuperanno dei vostri bambini e del loro divertimento nei mesi di giugno e luglio, e se ci sarà richiesta proseguiranno anche nel mese di agosto. Per informazioni e prenotazioni, è possibile contattare: Tel 0521-986974 Cell 348-1308541

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attività Bimbi

LE VIGNETTE RESTANO a lungo nella mente dei più piccoli rispetto alle parole Leggere un libro con delle illustrazioni rende ai bambini la lettura più leggera ed avvincente

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l 27 aprile si celebra in tutto il mondo la giornata mondiale del disegno, istituita nel 1962, per promuovere il valore e gli effetti benefici che ha il disegno sulla salute psicofisica dei bimbi. La comunicazione attraverso le immagini è fondamentale per dialogare con i bambini. Proprio per questo, numerosi sono i fumetti per loro. La nascita del fumetto, così come lo conosciamo e lo leggiamo oggi, è avvenuta negli Stati Uniti d’America nel 1895 sul New York World grazie a una geniale intuizione di J. Pulitzer, che pensò di incrementare il pubblico con un supplemento domenicale illustrato e a colori per l’infanzia. Da quel momento, il fumetto ha conosciuto una diffusione e un successo importante. È uno strumento non soltanto di svago durante il tempo libero o di distrazione durante le lezioni, ma un vero e proprio strumento didattico per aiutare a migliorare le competenze. Esistono tanti fumetti, diversi tra loro per la trama, le vignette ed il formato ma accomunati da un linguaggio semplice e comprensibile. Questi possono venire in soccorso degli studenti che hanno difficoltà con paragrafi testuali molto lunghi, e possono aiutare a far esercitare la competenza di riuscire ad esprimersi efficacemente all’interno di uno spazio limitato. Può essere usato per veicolare messaggi importanti quali il ruolo delle donne, la discriminazione, la disabilità e la lotta per l’uguaglianza sociale o argomenti difficili per i più piccoli come la storia e la politica. L’elemento centrale di ciascun fumetto è la vignetta, disegno di una breve storia con e senza testo. La nascita della vignetta è strettamente legata è strettamente legata alla dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, accompagnata dalla libertà di espressione. Dall’ottocento, questa forma di arte non

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verrà più abbandonata. A cavallo tra ottocento e novecento nasceranno anche i giornali satirici. La legge sulla libertà di stampa del 1881 segnò un importante cambiamento, rappre-


attività Bimbi sentando l’età d’oro della vignetta. Con l’evoluzione della stampa di opinione e i miglioramenti tecnici nel campo della stampa, dal 1870 al 1940, la vignetta è ovunque. Il vignettista, artista o giornalista, ha il compito di rispecchiare la realtà tramite le illustrazioni per avere un maggior impatto visivo, rivelare, commentare, spiegare, denunciare, criticare e far reagire chi le guarda. Il loro punto di forza, pertanto, è la componente visiva ed un linguaggio molto più vicino ai ragazzi rispetto ad un semplice testo scritto. di Erika Corso

“Disegnare per i bambini fa crescere anche me” Gianluca Foglia, in arte Fogliazza, ci parla della sua passione per il disegno e come esso sia capace di parlare a tutti, persino ai più piccoli

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ome nasce la sua passione per la vignetta e cosa è per lei? «Nasce per il piacere di disegnare – afferma Gianluca Foglia, in arte Fogliazza, disegnatore satirico, illustratore, fumettista, autore e interprete teatrale -, poi per l’ammirazione per chi, in pochissimo spazio, riesce a dire (quasi) tutto e comunque a far riflettere, perché la buona vignetta è quella che attiva una riflessione, altrimenti è solo una battuta. Il privilegio del disegno è evocare la realtà, catturare all’istante e rallentare, perché ti fa “vedere” e questo induce a capire». Si occupa solo di questo genere di disegno? «Per far sì che il disegno sia il mio mestiere l’ho inventato nel modo più trasversale: laboratorio, illustrazione, fumetto, campagne informative e didattica. Inoltre, da più di dieci anni disegno negli spettacoli

di narrazione civile, che scrivo e interpreto, spesso dal vivo accompagnato sempre dal mio chitarrista Emanuele Cappa. Il disegno cattura chiunque: è suggestione; è magia che si mostra». La vignetta ha un forte impatto sulle persone, ma in che modo può essere utilizzata per comunicare con i ragazzi? «Può comunicare in tanti modi, a patto che abbia contenuto: se il disegno è solo bello finisce quando l’hai visto, se invece trasmette... quello è solo l’inizio – precisa Fogliazza -. A tutti, fin da bambini piace disegnare, poi moltissimi perdono questo istinto. La capacità di trasmettere agendo sull’emozione si realizza trasformando un foglio o una parete in quello che non riusciamo a dire ma che di colpo possiamo vedere. Il disegno può anche fare a meno

delle parole e poi ti spiega che quello che noi chiamiamo “contorno” non è un confine che divide l’uno dall’altro, ma un qualcosa che invece unisce». Si occupa anche di vignette e/o fumetti per ragazzi? «Quando disegno voglio tentare sempre di parlare ai piccoli – precisa Fogliazza -, perché le loro prospettive insegnano molto più di quanto accettiamo dal nostro piedistallo di sedicente maturità noi adulti. Disegnare per una fascia d’età più bassa vuol dire scendere da ogni palcoscenico e confonderti con loro perché se vuoi parlargli devi starci in mezzo. Disegnare per i bambini fa crescere anche me e mi ricorda che sono fortunato e che è giusto trasmettere passione perché in loro c’è il segreto della vita». di Ludovica Sarais

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attività Bimbi

UOVA DI PASQUA fatte in casa Un’attività ricreativa per coinvolgere i bambini e gustare tanto buon cioccolato

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a Pasqua porta con sé momenti sereni da trascorrere con amici e parenti, ma anche squisite paste. Tra i dolci pasquali più apprezzati dai bambini ci sono sicuramente le uova, che rallegrano il palato e divertono con sfiziose soprese all’interno. “Cioccolato” è la parola d’ordine, che non può mancare sulle tavole imbandite. Quest’anno, invece di comprare le solite uova preconfezionate, perché non prepararle in maniera artigianale insieme ai piccoli di casa? Unirete divertimento, creatività e attimi preziosi da ricordare! La ricetta è abbastanza semplice e veloce: soltanto 30 minuti! Per preparare 4 mezze uova di 12 cm di altezza serviranno: - 450 gr di cioccolato, fondente, al latte o bianco - Eventuali zuccherini o granelle di frutta secca con cui addobbare - 1 pentola - 1 ciotola - 1 cucchiaio in legno o spatola - 1 termometro a sonda digitale per cioccolato - 1 stampo da uova (facilmente reperibile nei negozi specializzati in casalinghi) o in alternativa un palloncino - carte colorate, nastri, adesivi per decorare

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Andiamo al procedimento! Una volta procurato l’occorrente, si può iniziare la preparazione delle nostre uova caserecce. La prima cosa da fare è sciogliere il cioccolato prescelto a bagnomaria, utilizzando una pentola d’acqua su cui porre una ciotola rigida. Con il termometro a sonda digitale bisogna verificare che la temperatura si mantenga attorno ai 42°: questa è la fase chiamata temperaggio. Raggiunti i gradi giusti, è tempo di usare gli stampi. Versate, dunque, la cioccolata ancora liquida aiutandovi con il cucchiaio in legno o con una spatola. Con movimenti rotatori riempite bene ogni zona dello stampo, in modo da non avere buchi o uova troppo sottili. Gli stampi vanno, poi, in frigo per circa un paio d’ore: tempo necessario per

solidificare il cioccolato. Arriva la parte più delicata: togliere con molta cura le uova dagli stampini, maneggiandole anche dei guanti per non lasciare macchie. Se desiderate inserire una piccola sorpresa, è questo il momento giusto. Per far combaciare le due metà, e quindi chiudere l’uovo, potete usare altro cioccolato fuso da spennellare lungo i bordi. Un’alternativa agli stampi potrebbe essere il palloncino! Anziché spennellare lo stampo, basterà immergere, metà per volta, un palloncino gonfio in una ciotola sufficientemente capiente contenente il cioccolato sciolto (non troppo caldo). Il procedimento va ripetuto almeno un paio di volte, in modo tale da avere un uovo abbastanza spesso. Quando è pronto il cioccolato, bucate leggermente il palloncino che si dovrà sgonfiare lentamente, per evitare che scoppi tutto. Infine, rivestite l’uovo di Pasqua con carta crespa, tulle e nastri colorati. L’ingrediente segreto finale? La fantasia! di Chiara Carolina Conte


attività Bimbi

La PASQUA, perfetta per fare decorazioni con i bambini Tante sono le idee che possiamo realizzare con i materiali che abbiamo in casa

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nche le festività pasquali sono un modo per divertirci con i più piccoli, creando lavoretti colorati e divertenti. Basta procurarsi materiali che sicuramente abbiamo già in casa come i cartoncini colorati, la lana, piatti e bicchieri e possiamo iniziare a giocare di fantasia. Una creazione divertente e semplice per i più piccoli, che stimola la loro fantasia: decorazioni per la tavola con i coniglietti pasquali. Basta utilizzare dei cucchiai in plastica, i cartoncini dei colori che preferite, pennelli, forbici e colla. Dopo aver disegnato il volto dei coniglietti sul retro del cucchiaio non ci resta che ritagliare degli abiti e delle orecchie per i coniglietti ed incollarli con la colla. Altra idea che vede sempre i coniglietti pasquali come protagonista è la molletta di legno. I materiali che ci occorrono sono delle mollette di legno, un pennello, dei colori acrilici o tempere, un pennarello, la colla ed un

nastrino colorato. In questo caso sarà necessario rimuovere la molla centrale della molletta che deve poi essere dipinta di bianco. Una volta asciutta possiamo procedere alla decorazione disegnando occhi, orecchie e anche baffi. Infine basta aggiungere un nastrino colorato e la nostra molletta pasquale sarà pronta! Se vogliamo invece utilizzare della lana, possiamo creare un coniglietto colorato. Sarà necessario utilizzare un cartoncino, una matita, delle forbici, del nastro adesivo

e dei fili di lana o cotone colorati ed il quadro fai da te sarà pronto. Utilizzeremo due cartoncini di carta, su di uno si disegnerà e ritaglierà la sagoma del coniglietto, mentre sul secondo sarà necessario fermare i fili di lana o cotone con il nastro adesive. Infine basterà unire i due fogli ed il quadro è fatto. Per creare, invece, dei bigliettini di Pasqua possiamo utilizzare diverse tecniche. Possiamo, infatti dipingere con i tappi di sughero su dei fogli di carta o cartoncino,

utilizzando colori acrilici o tempere. Questa tecnica può essere utilizzata per ogni ricorrenza e periodo dell’anno. Basterà disegnare il soggetto che si vuole, come l’uovo di pasqua o un coniglietto, e con l’aiuto del tappo di sughero distribuiamo il colore sul disegno. Una volta asciutto, il bigliettino sarà pronto per essere scritto dai nostri bambini. Altra idea per il bigliettino è un coniglietto con la coda in cotone. Utilizzeremo un foglio di carta, colori acrilici, una matita, le forbici, un batuffolo di ovatta, della colla e un nastro adesivo. Occorrerà ritagliare la silhouette del coniglio da un cartoncino e disporla sul foglio di carta fermandola con del nastro adesivo. Con l’ovatta immersa nel colore dipingiamo il foglio di carta e aspettiamo l’asciugatura prima di rimuovere la sagoma del coniglio. Infine utilizziamo dell’altro cotone per creare la coda del nostro coniglietto. di Erika Corso

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attività Bimbi

Sensibilizzare i più piccoli a NON SPRECARE L’ACQUA La Giornata mondiale della Terra a favore della salvaguardia del nostro pianeta

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a Giornata mondiale della Terra è stata istituita nel 1969 grazie a John McConnell, un attivista per la pace che si era interessato anche all’ecologia. Dal 1970 si celebra questa giornata, che oggi è diventata anche la Settimana mondiale della Terra celebrata nei giorni vicini al 22 aprile. Ci troviamo di fronte ad un’occasione perfetta per spiegare ai più piccoli l’importanza dell’acqua. L’acqua è una risorsa inestimabile e di estrema importanza per l’uomo, considerando che il nostro corpo è costituito per il 60% da acqua. Ma questa è importante anche per l’ambiente e per il nostro pianeta che è ricoperto per il 72% da acqua. L’acqua dolce è limitata e non va sprecata ma l’uomo, nel corso del tempo, l’ha sprecata ed inquinata considerandola solo una fonte di minerali essenziali per assicurare il

regolare funzionamento dell’organismo umano. L’uomo si è dimenticato che tutto ciò vale anche per gli animali, ogni specie con le sue peculiarità necessita di acqua per vivere: dai pesci che nuotano nei mari e nei fiumi ai cammelli nel deserto e al più piccolo microrganismo che vive sulla Terra. L’acqua infine è essenziale per mantenere in salute l’ecosistema della Terra. Cosa possiamo fare, insieme ai più piccoli, per non sprecare l’acqua e cercare di salvare il nostro pianeta? Cerchiamo di evitare di aggravare la situazione seguendo semplici e banali gesti che però possono essere efficacissimi: • Quando ci laviamo i denti possiamo usare un bicchiere, così da aprire il rubinetto solo per bagnare lo spazzolino; • Quando ci insaponiamo in doccia dobbiamo chiudere il rubinetto. È però meglio preferire la doccia al bagno

in vasca che non è eco-sostenibile; • Quando ci laviamo le mani non apriamo completamente il rubinetto; • Fare attenzione ai rubinetti che perdono perché sono tra le principali cause dello spreco. Un rubinetto che gocciola o un tubo che perde provoca un consumo

inutile di acqua potabile;

• Usare un contenitore per

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lavare verdure o stoviglie aiuta ad usare l’acqua corrente lo stretto necessario; Importante utilizzare gli elettrodomestici in modo efficiente utilizzando la lavatrice o la lavastoviglie a pieno carico e in modalità rapida o eco. Usarli al massimo della loro portata è un atto di intelligenza ancora prima che un accorgimento anti-spreco; Se si ha un giardino è meglio curarlo al tramonto evitando l’evaporazione quasi immediata dell’acqua, dando così benefici maggiori alle piante; Se si vuole lavare la macchina meglio evitare il tubo di gomma. Risparmieremmo molta acqua lavandola in una stazione self-service. di Erika Corso


Ritrova IL SORRISO! A volte serve la chirurgia. Ne parliamo con la dott. Beccuti del centro Facekids di Parma

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urante la crescita, i ragazzi possono sviluppare malocclusioni dentarie dovute ad anomalie di crescita dei mascellari. Queste vengono diagnosticate solitamente durante la prima visita dal dentista pediatrico o dall’ortodontista che indirizzerà il paziente dal chirurgo maxillo-facciale per una visita specialistica. Il centro FACEKIDS collabora con il professorte Mirco Raffaini, chirurgo maxillo-facciale di fama mondiale, noto per la sua grande esperienza in chirurgia ortognatica, e titolare del centro Face Surgery. Cos’è la chirurgia ortognatica? “La chirurgia ortognatica è una branca della chirurgia maxillo facciale.Permette, me-

PRIMA DELL’INTERVENTO

diante una serie di interventi chirurgici sulle ossa mascellari, di riposizionare le arcate dentarie correggendo i difetti, più o meno gravi, di malocclusione dei denti, generando anche favorevoli cambiamenti estetici e benefici sulla masticazione, la respirazione e la parola. Queste anomalie, infatti, possono creare una serie di problemi sulla funzione masticatoria, la respirazione, la fonazione, la salute a lungo termine della bocca e penalizzare seriamente l’aspetto estetico.” Chi ha bisogno e quando è il caso di ricorrere alla chirurgia ortognatica? “Le persone che possono beneficiare della chirurgia ortognatica sono quelle che hanno una masticazione scorretta o quelle con le arcate dentarie malposizionate (morso aper-

to, progenismo mandibolare, prognatismo mascellare, deep bite, sorriso gengivale, asimmetria etc).” Cosa si fare nel momento in cui ci si rende conto di aver bisogno di affronare un intervento chirurgico? “Dovrete fare una visita dal chirurgo maxillo-facciale che valuterà se il vostro caso necessita di chirurgia e verrete inviati dall’ortodontista che si occuperà prima dell’allineamento preciso dei denti così che questi possano combaciare perfettamente dopo gli spostamenti chirurgici delle mascelle fatti dal chirurgo. Quali sono le fasi di una cura con chirurgia ortognatica? “La terapia completa comprende: ortodonzia preparatoria (6 mesi - 1 anno), intervento chirurgico e periodo della

Dr.ssa Maria Letizia Beccuti, Spec. Ortodonzia, Pedodonzia FACEKIDS Parma

Via R. Bormioli 5/A 43122 Parma Tel. 0521 035122 Fax. 0521 035120 info@facekids.it www.facekids.it

guarigione (1-2 mesi), ortodonzia di finitura (3-6 mesi). Tuttavia, esistono casi in cui si può applicare un protocollo Surgery-First, che prevede la chirurgia dei mascellari come prima procedura e solo successivamente l’ortodonzia.“

DOPO L’INTERVENTO

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attività Bimbi

TUTTI A TEATRO! Il fascino del palco per i più piccoli Teatro Regio, Teatro delle Briciole, Teatro del Cerchio e Teatro Due dedicano uno spazio alle famiglie con una rassegna immaginaria dedicata ai bambini

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tetri di Parma arricchiscono il mese di aprile 2022 con una programmazione teatrale atta anche ai componenti più piccoli del pubblico di sempre. Andiamo così a vedere una rassegna che unisce Teatro Regio, Teatro delle Briciole, Teatro del cerchio e Teatro Due; tutti i teatri che dedicano uno spazio per le famiglie. Al Teatro Regio l’8 e il 9 aprile è in scena Dolce Cenerentola, uno spettacolo musicale ispirato a La Cenerentola di Gioachino Rossini per bambini a partire dai 3 anni. Uno spettacolo partecipativo in equilibrio fra opera e teatro, in cui i piccoli spettatori sono invitati a cantare un’aria dell’opera e interagire con gli interpreti con coreografie e lavori preparati in classe. Una storia che parla della ricerca dell’amore e della vera umanità: valore che unisce ricchi

e poveri, donne e uomini. Sempre al Regio il 23 aprile, ore 15:30 e 18:00, un’altro appuntamento con uno spettacolo che si ispira a La Cenerentola di Rossini: Cenerentoqua Cenerentola dove un musicista e un’attrice guideranno grandi e piccoli in un percorso che coinvolge tutti i sensi e cerca di avvicinare all’Opera attraverso un linguaggio pensato a misura

di bambino! La compagnia Rosidio porta in scena al Teatro delle Briciole Caino e Abele, il 9 aprile alle 21, per barbini a partire dai 7 anni. Lo spettacolo rivisita la storia biblica dei due fratelli ambientandola nel contemporaneo per ridare luce all’amore fraterno ponendo domande grandi anche ai più piccoli. Il Teatro al Cerchio inse-

risce nella sua stagione per famiglie due spettacoli la domenica alle 17. Nel mese di aprile vediamo: Hansel & Gretel, in scena il 3 aprile; racconta la classica fiaba per insegnare le morali e l’incanto dell’originale, mentre il 10 aprile è in scena La fabbrica dei Baci. Anche il Teatro Due propone due appuntamenti per i più piccoli: Il medico suo malgrado, domenica 27 aprile alle 20:30, uno spettacolo di marionette tratto dall’omonima commedia di Molière;

Pinocchio invece, in scena il 29 aprile alle 20:30 e il 30 alle 17, racconta sempre attraverso le marionette la fiaba tratta dal romanzo Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi. di Eleonora Corradi

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attività Bimbi

Giornata mondiale del LIBRO e del DIRITTO D’AUTORE Il professor Marzio Zanantoni, docente di Management per l’editoria presso l’Università di Parma, ci parla dell’importanza del diritto d’autore

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os’è il diritto d’autore, quanto dura e chi tutela? “Il diritto d’autore in Italia fa riferimento sostanzialmente alla legge del 22 aprile 1941 che raccoglieva una serie di disposizioni già esistenti. La legge è divisa in due parti che non vanno confuse - dice il prof. Zanantoni -: una parte relativa alle disposizioni di legge sul diritto d’autore, l’altra riguarda il diritto di copia, cioè la trasmissione dei diritti di utilizzazione. Il diritto d’autore protegge le opere di ingegno di carattere creativo dal momento in cui si decide di renderle pubbliche. Viene stipulato un contratto con l’ente che contiene norme fisse senza le quali il contratto sarebbe nullo. Vanno però definiti i limiti e le proprietà dell’opera. Il limite più evidente riguarda l’ambito temporale cioè il tempo per il quale un’opera rimane di proprietà dell’autore. L’opera di un autore è inalienabile e sarà cioè sua per sempre, ma grazie al contratto viene normato il tempo in base al quale un editore/ente e può utilizzare quell’opera”. Ci sono limiti al diritto d’autore? Qual è il suo parere in merito? “Il diritto d’autore è stato introdotto in ambito inglese e poi francese tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800. È stato normato a livello europeo dalla convenzione di Berna nel 1886 e da lì ogni paese ha stabilito negli anni i limiti di tempo del

diritto. In Italia i limiti sono di 70 anni dalla morte dell’autore, tempo secondo cui l’opera rimane dell’autore una volta pubblicata. Dalla sua morte per 70 anni la proprietà dell’opera rimane agli eredi. Una volta passati questi anni, ogni editore è libero di pubblicare quell’opera”. Come funziona se un libro è scritto a più mani? “Ci sono i casi in cui tante opere importanti sono scritte a più mani, libri che si definiscono collettanei ovvero composti da

saggi di tanti autori. In questo caso il principio è sempre lo stesso cioè ogni autore è proprietario della sua opera quindi se si vuole pubblicare un libro collettaneo vanno interpellati tutti autori o se non ci sono più gli eredi”. Cosa pensa del fatto che il diritto d’autore abbia durata limitata? “Va considerato anche il contratto editoriale che ha varie caratteristiche. Una di queste è la durata del contratto di edizione. In Italia la durata massima con cui un editore può avere un’opera, cioè la sua proprietà letteraria, e farne più copie per un massimo di 20 anni. Oltre al contratto di edizione esiste il contratto a termine, ovvero quando l’autore e l’editore stabiliscono un termine prima dei 20 anni in cui cessa il diritto di edizione. Questo contratto va da minimo 5 anni ad un massimo di 10 anni”. Crede che i benefici e i

profitti vadano perpetuati ai parenti dell’autore? Gli eredi hanno una funzione importantissima sia in senso positivo che in senso negativo. Per quanto riguarda l’aspetto positivo un erede può avere interesse economico e culturale per far sì che l’opera continui ad essere pubblicata e venduta. Gli eredi, poi, ricevono i diritti d’autore e quindi una percentuale sulle vendite. L’aspetto negativo riguarda la decisione degli eredi, per motivi di riservatezza o per mancanza di fiducia nei confronti dell’editore - motivi vari e indecifrabili aggiunge il prof - di opporsi alla pubblicazione dell’opera che fino ai 70 anni dalla morte dell’autore non verranno più pubblicate. Questo può rappresentare una limitazione della circolazione culturale ma conclude il professore - è giusto che una proprietà intellettuale di un autore non più in vita venga gestito dagli eredi”. di Erika Corso

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consigli per Voi

FUMETTI: leggere un disegno Un genere ibrido tra scrittura e illustrazione, per sviluppare la lettura e la creatività

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l fumetto è un racconto che si esprime attraverso un codice visivo, l’immagine, e un codice verbale, le parole, per seguire una linea narrativa. Il termine deriva dalle nuvolette di testo che sembrano uscire dalla bocca dei personaggi nelle varie pagine. È un mondo affascinante, diverso dai classici libri di lettura, caratterizzato da tanta fantasia ed inventiva. Ecco perché testi di questo tipo sono fortemente consigliati per un pubblico di bambini: attraverso la fusione di illustrazioni e di scritti, i piccoli riescono a sviluppare al contempo la lettura e la creatività! Il linguaggio del fumetto è caratterizzato da alcuni elementi tipici, a partire dalla vignetta ovvero uno spazio dalla forma

rettangolare o quadrata che racchiude le sequenze disegnate. Il contorno è tratteggiato quando mostra eventi che avvengono in sogno, curvilineo invece se c’è un salto cronologico come il flash back. Il Balloon, anche detto circolo di fumo, è la nuvoletta dalla forma tondeggiante o rettangolare, posta vicino alla bocca dei personaggi, tratteggiata se le parole sono pronunciate a bassa voce, irregolare o spezzata se sono urlate, dai contorni seghettati quando la voce è artefatta.

Infine, didascalie e riquadri ai margini della pagina, contenenti testi di accompagnamento alle vignette, vengono usate per contestualizzare: ad esempio, per definire la narrazione nello spazio e nel tempo o per sottolineare un’azione in terza o prima persona come voce narrante esterna. Ecco tre fumetti da non perdere assolutamente! LE INDAGINI DI SHERLOCK HOLMES Uno dei fumetti derivanti dalla tradizione giap-

Consigli di lettura di LIBRERIE.COOP del Centro Torri GASTONE MUSONE (di Suzanne e Max Lang - Il Castoro)

GUERRA LASCIACI IN PACE!

SCRITTO E ILLUSTRATO DA ME

Gastone sembra proprio arrabbiato, ha le spalle curve, le sopracciglia aggrottate e nessuno nella foresta riesce a farlo sorridere. I suoi amici cercano di tirarlo su di morale ma Gastone non ha voglia di fare nulla …Ma se a volte essere arrabbiati non fosse sbagliato? Se dovessimo solo imparare che la rabbia è un’emozione come tutte le altre? Gastone scoprirà che con l’aiuto di un buon amico tutto diventa più facile e la rabbia piano piano passa.

(di Alberto Benevelli e Loretta Serofilli - Corsiero editore)

(di Terre di mezzo - Liniers)

La guerra è una cosa orribile e la nostra piccola protagonista, che la mamma e il papà hanno chiamato Speranza, vuole provare a tenerla lontana scrivendole una lettera proprio come se fosse una vecchia amica. Le scrive di tutte le cose belle che con il suo arrivo potrebbe distruggere e le racconta come il mondo sia un posto stupendo quando c’è solo la pace. Una favola toccante per spiegare ai bambini le conseguenze dei conflitti mantenendo intatta la loro Speranza.

Con la sua nuova scatola di colori, Enrichetta si mette all’opera. Inventa la trama, disegna le scene, si fa domande, si emoziona e, pagina dopo pagina, dà vita alla mirabolante storia del mostro a tre teste e due cappelli, con la piccola Emily che prima lo teme e poi si trova ad aiutarlo, e il terribile nemico finale... il mostro a una testa e tre cappelli: a metà tra albo illustrato e fumetto, firmato dal disegnatore argentino Liniers, racconta il piacere del processo creativo e fa venire voglia di disegnare.

Età di lettura: da 5 anni

Età di lettura: da 6 anni

Età di lettura: da 4 anni

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consigli per Voi ponese. Che cosa accomuna alcune statue di Napoleone distrutte da un folle, un’associazione che promette cifre da capogiro a chiunque abbia i capelli rossi, una donna uccisa da una misteriosa “banda maculata”? È quello che vuole scoprire Sherlock Holmes insieme al suo fidato amico Watson, in una caccia al colpevole che porterà a svelare un piano ideato da una mente geniale e crudele. Una mente che solo il migliore investigatore del mondo può sperare di fermare... Età di lettura: da 8 anni.

ci, fanno uno strano incontro in una villa abbandonata lungo la riva del Panaro, in provincia di Modena. È l’inizio di un’appassionante caccia al tesoro fra allegri fantasmi, antiche vie d’acqua e rinomate cantine, alla ricerca del prodotto più prezioso di queste terre: il Lambrusco, un tesoro rosso. Alla fine del fumetto si apre una sezione divulgativa per raccontare ai giovani lettori i luoghi, la loro storia e le tradizioni. Età di lettura: dai 9 anni.

re: il calcio. Toccherà ai protagonisti della Serie A difendere il pianeta dagli invasori. Il calcio italiano sarà all’altezza della sfida, nonostante litigi, rivalità e improvvise cessioni di mercato? Età di lettura: da 10 anni. di Chiara Carolina Conte

IL TESORO DI SORBARA In un afoso pomeriggio d’estate, Marco, Martina e Khaled, tre giovani ami-

PALLONATE SPAZIALI Gli alieni del pianeta Megalomanis III hanno deciso di invadere la Terra. Ma non solo, vogliono conquistare gli umani sconfiggendoli nel loro sport più popola-

WINNIE PUH. C’ERA UNA VOLTA UN ORSETTO

PABLO E L’ARTE DELL’AMICIZIA

(di Jane Riordan - Nord Sud)

(di Remy Lai - Tunuè)

(di Kiran Millwood Hargrave - Mondadori)

Questo libro non racconta la favola ufficiale che tutti conosciamo, racconta la storia del prima, quando Winnie Puh era solo un orsetto di pezza che viveva sullo scaffale di un negozio di giocattoli aspettando che qualcuno arrivasse a prendersi cura di lui. Quante avventure ha vissuto il nostro piccolo orsetto prima di conoscere Christopher Robin? Quanti amici ha incontrato?

Pablo e l’arte dell’amicizia è un graphic novel sull’amore per i cani, l’amicizia, la difficoltà di aprirsi agli altri e l’espressione di sé stessi attraverso l’arte. Racconta, attraverso i fumetti, l’inaspettata amicizia tra la ragazza più sola della classe e il cane più figo della città... L’autrice, nata in Indonesia, è cresciuta a Singapore e attualmente vive a Brisbane, in Australia, dove scrive e disegna storie per bambini con i suoi due cani al suo fianco.

Julia è pronta a vivere l’estate più bella di sempre quando suo padre si trasferisce su un’isola remota per ripararne il faro, quello che non si aspetta è che sua madre, una biologa marina, ossessionata dalla ricerca del misterioso squalo della Groenlandia, la trascini in una terribile e incredibile avventura... Un racconto di madri e figli che affronta in modo poetico e avvincente temi come il bullismo e la salute mentale.

Età di lettura: da 9 anni

Età di lettura: da 11 anni

Età di lettura: da 6/7 anni

JULIA E LO SQUALO

Centro commerciale CENTRO TORRI - via San Leonardo, 69 - 43122 Parma Tel. 0521.798102 - Fax 0521.776139 libreria.parma@librerie.coop.it - www.librerie.coop.it www.facebook.com/pages/libreriecoop-Parma-CENTRO-TORRI/302160453127876

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attività Bimbi

APRILE di commedie, cartoni e film di animazione al cinema Tantissimi sono i film in uscita ad aprile 2022 che ci aspettano in sala per un ritorno alla completa normalità

I

l 7 aprile sarà distribuita una spy story, romance e commedia che vede protagonisti tanti piccoli bambini. BLA BLA BABY, di Fausto Brizzi, vede affianco a questi bimbi un cast di adulti comicamente infantili. Luca, un uomo di quarantacinque anni è costretto a lavorare in un asilo nido aziendale, dopo una vita a inseguire il successo senza alcun risultato. Con lui le colleghe Celeste e Doriana. I tre, ogni giorno, si trovano ad affrontare i figli dei dipendenti della Green Light, tra continui pianti, urla e l’impossibilità di instaurare un vero rapporto di comunicazione con i bambini, incapaci di parlare. O almeno così, fino al giorno in cui Luca, a casa dell’amico e scienziato Ivano, mangia un omogeneizzato alla platessa “contaminato” e appena ritirato dal commercio. Il giorno dopo, tornato all’asilo dopo una notte insonne, le voci incomprensibili dei bambini diventano per Luca parole di senso compiuto: con suo grande stupore, li sente parlare… Sempre il 7 aprile nelle sale Sonic 2, il sequel del film di SEGA e Paramount. Il porcospino blu più amato del mondo

è tornato per una nuova e spettacolare avventura in SONIC 2 – IL FILM. Dopo essersi stabilito a Green Hills, Sonic non vede l’ora di dimostrare che ha tutto ciò che serve per essere un vero eroe. La nuova sfida non si fa attendere: il Dr. Robotnik è tornato con un nuovo alleato, Knuckles, che lo aiuterà nella ricerca di uno smeraldo che ha il potere di distruggere la civiltà. Con il suo nuovo compagno d’avventura Tails, Sonic intraprende un viaggio in giro per il mondo per trovare lo smeraldo prima che cada nelle mani sbagliate. Il 13 aprile il tanto atteso terzo capitolo della saga ANIMALI FANTASTICI- I SEGRETI DI SILENTE, film ambientati nel mondo dei maghi di Harry Potter ma slegate dalla storia principale sul famoso mago di Hogwarts. Il professor Albus Silente (Jude Law) sa che il potente mago oscuro Gellert Grindelwald (Mads Mikkelsen) è intenzionato a prendere il controllo del mondo magico. Non essendo in grado di fermarlo da solo, Silente affida al magizoologo Newt Scamander (Eddie Redmayne) il compito di guidare un’intrepida squadra di maghi, streghe e un coraggioso Babbano pasticcere in una pericolosa missione, dove incontrano vecchie e nuove creature e si scontrano con la crescente legione di seguaci di Grindelwald. Con una posta in gioco così alta, quanto a lungo Silente potrà restare in disparte? Un action movie dai risvolti comici e sentimentali, THE LOST CITY, al cinema dal 21 aprile. La brillante, ma solitaria autrice Loretta Sage (Sandra Bullock) ha trascorso la sua carriera scrivendo di luoghi esotici nei suoi popolari romanzi d’amore e d’avventura con il bel modello da copertina Alan (Channing Tatum), che ha dedicato la sua vita a incarnare il personaggio di “Dash”. Mentre è in tour per promuovere il suo nuovo libro con Alan, Loretta viene rapita da un

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eccentrico miliardario (Daniel Radcliffe) che spera che lei possa condurlo al tesoro dell’antica città perduta della suo ultimo libro. Volendo dimostrare che può essere un eroe nella vita reale e non solo sulle pagine dei suoi libri, Alan parte per salvarla. Spinta in un’epica avventura nella giungla, l’improbabile coppia dovrà lavorare insieme per sopravvivere agli elementi e trovare l’antico tesoro prima che sia perso per sempre. HOPPER E IL TEMPO PERDUTO, in sala dal 21 aprile, è un film d’animazione per i più piccoli. Vede come protagonista il giovane e coraggioso Hopper, il cui più grande desiderio è quello di essere accettato da tutti e diventare un grande avventuriero al pari del suo padre adottivo, il re Peter. Quando suo zio Lapin, il “cattivo” del Regno, scappa di prigione e minaccia di rovesciare il Re, Hopper mette da parte ogni esitazione e decide di imbarcarsi in un’epica corsa contro il tempo insieme ad Abe la tartaruga, suo sarcastico aiutante e amico, e Meg, una spericolata puzzola esperta di arti marziali, per fermare le ambizioni dello zio e scoprire così la sua vera natura di lepre un po’ “speciale”. Hopper e il Tempio perduto racconta un viaggio ricco di emozioni e avventure, ma anche una storia di crescita e amicizia per tutta la famiglia. di Erika Corso



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Aprile di commedie

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pages 46-48

Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore

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Tutti a teatro! Il fascino del palco per i più piccoli

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Ritrova il sorriso

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Fare decorazioni pasquali con i bambini

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Sensibilizzare i più piccoli a non sprecare l’acqua

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“Disegnare per i bambini fa crescere anche me”

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Toyland raddoppia e diventa anche Divertilandia

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Le vignette restano a lungo nella mente dei più piccoli rispetto alle parole

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News Bimbi

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Aprile: il mese della prevenzione alcologica

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La giornata mondiale della Terra

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Polipi uterini: che cosa sono e come si riconoscono

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Le malattie autoimmuni

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Cause e conseguenze sui giovani dell’obesità

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L’allergia stagionale

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Ipertensione arteriosa cosa c’è da sapere

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Il personaggio del mese la nuotatrice Giulia Ghiretti

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In mostra i Farnese, tra architettura, arte, e potere

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Jazz’on Parma Orchestra

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Gli avventurosi viaggi compiuti dalle piante per arrivare all’Orto botanico

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In mostra a Parma

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L’Oltretorrente in crisi Ma è davvero così?

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Oltretorrente il “Quartiere mito”

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