LA LUCCIOLA - APRILE 2020 - GUERRE QUOTIDIANE

Page 20

LA LUCCIOLA

“D

io è grande, morte all’America, morte a Israele, morte agli ebrei, viva l’Islam!” queste sono le parole dei bambini che abitano la città di Sana’a, capitale dello Yemen, occupata da ormai 5 anni dalle milizie ribelli degli Huti. Nelle immagini dei vari reportage, le uniche trasmesse raramente, vediamo una capitale distrutta dai bombardamenti di aria e di terra e gruppi di bambini e ragazzi che urlano il motto degli Huti, sognando un giorno di diventare piloti di jet bombardieri. Ma facciamo per un attimo, un passo indietro. Nel lontano 2012, il popolo yemenita venne chiamato alle urne e venne eletto il presidente Abd Rabbo Mansour Hadi, considerato da molti un progressista, vicino all’Arabia Saudita e dunque all’ambiente Sunnita, con una votazione considerata valida dalla comunità internazionale. Nel settembre del 2014, dopo poco meno di due anni di governo, una parte degli abitanti della capitale Sana’a -vicini all’ex presidente Ali Abdallah Saleh (conservatore sciita)- insorse, appoggiata dalle forze dei ribelli Huti già presenti nella regione di Sa’da, governatorato con una forte presenza di musulmani della corrente sciita. Il presidente Hadi dovette scappare ed insieme al suo governo si spostò nella città di Aden, nella regione sud orientale del Paese. Il 19 marzo 2015, le milizie degli Huti lanciarono un’offensiva verso sud per espandere la loro area di controllo, e spostare la linea del fronte più vicina possibile ad Aden, la guerra iniziò ufficialmente in questo giorno.

Le fazioni coinvolte dunque sono: il governo internazionalmente riconosciuto dello Yemen, sostenuto dall’Arabia Saudita a capo di una coalizione di Paesi arabi di religione musulmana sunnita, dagli USA, dalla Francia e dal Regno Unito (queste ultime tre forze in teoria sono presenti solo per una generica lotta al terrorismo, con lo scopo di contrastare le forze di Al-Qaida presenti in Yemen); il Consiglio Politico Supremo, appoggiato dalle milizie Huti e -a detta dell’Arabia Saudita e dell’ONU- dall’Iran (anch’esso sciita); infine c’è la fazione terrorista di Al-Qaida, che è attualmente presente nelle regioni sud-occidentali dello Yemen, sotto il controllo militare e politico del governo di Hadi. Attualmente la coalizione Saudita, formata da Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Bahrein, Giordania, Senegal e Sudan, ha imposto un embargo navale, aereo e terrestre su tutto il confine dello Yemen; e per tutta la durata del conflitto, ha condotto secondo Amnesty International, con il supporto degli Stati Uniti, bombardamenti su obiettivi civili e ospedali, utilizzando armi vietate a livello internazionale. Notiamo, come spesso purtroppo avviene in questi casi, che questo scontro, cominciato come una semplice insurrezione popolare, sia diventato una vera e propria guerra per procura, ovvero un conflitto che vede due Paesi nemici (l’Iran sciita e l’Arabia Saudita sunnita) impegnati in fronti opposti, a sostegno di fazioni opposte. Secondo dati forniti dalle Nazioni Unite, l’Arabia Saudita e la coalizione araba hanno fatto il doppio delle vittime -sia militari che civili- di qualsiasi altro esercito impegnato

Yemen Dove la religione divide

20


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.