COMMERCIO PUBBLICI ESERCIZI
Negozi e affitti, un difficile rapporto La diffusione del Covid-19 ha messo a nudo un nervo scoperto degli esercizi di vicinato, sul quale bisogna mettere mano se si vuole una vera ripartenza
I
l Decreto Legge 17 marzo 2020 n.18, ribattezzato “Cura Italia” ha previsto, per soggetti esercenti attività d’impresa per i quali è stata imposta la chiusura nel cosiddetto lockdown, un credito d’imposta nella misura del 60% dell’ammon-
cosiddetto lockdown ha colpito anche gli esercenti che hanno potuto tenere aperta la propria attività durante la Fase 1. Non ci si illuda in proposito: per molte piccole imprese del commercio, della ristorazione e dell’artigianato alimentare, la vendita da asporto, la vendita con consegna a domicilio o anche solo la vendita a libero serUna volta superata la Fase 2, vizio (come ad esempio la normalizzazione dell’attività per i negozi alimentari o economica imporrà al Governo di le ferramenta) è stato a rimettere mano al dossier affitti dir poco un male necescommerciali. sario per non dover cessare l’attività, e non una soluzione accettabile. Dunque non si capitare del canone di locazione, relatisce perché non sia stato previsto vo al mese di marzo 2020. anche per loro un credito di impoUna misura sicuramente utile per sta sulla locazione, anche solo con sostenere le piccole imprese del aliquota differenziata rispetto a chi commercio in questo drammatico è stato costretto alla chiusura. momento di crisi, ma che non riUna volta superata (si spera) la solve i numerosi problemi legati al Fase 2, la normalizzazione dell’attiproblema degli affitti commerciali. vità economica imporrà al Governo Tanto per cominciare, la caduta di rimettere mano al dossier affitti verticale dei ricavi nella fase del commerciali.
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n° 02 - 2020
Iniziando dal tema della cedolare secca, sulla quale si erano fatte delle importanti aperture nel 2019 ma che la legge di bilancio 2020 ha completamente cancellato. In un’epoca storica caratterizzata dalla fuga degli investimenti dall’economia reale, dei paradisi fiscali, della grande evasione, e dalla iniqua tassazione dei giganti del web, è sconcertante vedere come lo Stato si accanisca sulla tassazione immobiliare. E si badi bene, non si sta parlando solo dell’IMU, che grava sui proprietari (i quali a cascata, incorporano il costo nel canone di affitto man mano che stipulano nuovi contratti o rinnovano i contratti scaduti): secondo il rapporto dell'Agenzia delle Entrate "Evoluzione del prelievo degli immobili sull'Italia", fatto 100 il prelievo sul mattone nell’anno 2018, quasi la metà (47%) veniva dall’IMU, e complessivamente solo il 21 per cento del gettito proviene da imposte di natura reddituale, ed è in gran parte attribuibile dalle imposte