Esteri
Sardine libanesi Umberto DE GIOVANNANGELI
Non accettano bandiere di partito alle loro manifestazioni. Non si lasciano abbindolare da vecchi richiami ad appartenenze etno-confessionali, o partitiche, che sono fuori dal loro sentire comune e dall’idea di democrazia che li unisce. Non sono alla ricerca di un leader mediatico, tantomeno di vecchi arnesi della politica in vena di riciclaggio, ragionano in termini di “noi” e non di “io”. Diffidano da politicanti che pur di mantenersi al potere cercano di rifarsi una perduta verginità dichiarandosi, a parole, al loro fianco. Rispondono con la non violenza e la disobbedienza civile a coloro che conoscono e praticano da sempre il linguaggio della forza. Sono le “sardine” libanesi, i giovani protagonisti della “rivoluzione di velluto” che da oltre 45 giorni sta ridisegnando il volto del Paese dei Cedri. Una speranza di cambiamento che deve 13