<Nutrizione>
Nutrizione e Celiachia Dott.ssa Maria Silvia Locascio
Di malattia celiaca si possono dare sostanzialmente due definizioni, una dove possiamo definirla un’intolleranza geneticamente determinata al glutine, in particolare ad un sua componete la GLIADINA, oppure in maniera più specifica possiamo definirla come una condizione permanente di danno intestinale indotto dall’ingestione, in soggetti geneticamente predisposti, di alcune proteine, definite prolamine (glutine, ordeine,secaline, contenute nel grano, nell’orzo e nella segale, nel kamut, ecc,) che causa un’atrofia parziale o totale dei villi intestinali, con conseguente riduzione dell’assorbimento dei nutrienti. Non dobbiamo dimenticare che la celiachia è una condizione definitiva, che si cura ma da cui non si guarisce e pertanto DURA PER TUTTA LA VITA. Negli anni la malattia celiaca ha modificato un pò il suo
aspetto, nel passato era una malattia quasi esclusivamente pediatrica, si presentava con sintomi gastrointestinali, si avevano a disposizione pochi test di bassa sensibilità e specificità, a cui ne seguiva una diagnosi prevalentemente clinica. Oggi invece si manifesta più negli adulti che nei bambini, i sintomi spesso sono scarsi o assenti, si ha una prevalenza di segni e sintomi extraintestinali e per fortuna si ha la disponibilità di test molto sensibili e specifici, a cui segue una diagnosi prevalentemente sierologica. Ciò che fa porre molta attenzione oggi più di ieri alla celiachia, è proprio l’aumento del numero dei casi: Ma la celiachia sta aumentando o siamo solo più bravi a trovarla? Sicuramente siamo un pò più bravi a diagnosticarla ma è anche vero che fattori come il minor allattamento al seno, lo svezzamento precoce, la presenza di più glutine nel grano, meno legumi nella dieta e la modifica delle tecniche di lievitazione,
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hanno influito nell’aumento del numero dei casi. Genetica della malattia celiaca: Perché il glutine, una volta ingerito, danneggi la mucosa intestinale occorre che il soggetto sia predisposto geneticamente. In questa malattia la componente genetica è molto forte, ma non sufficiente per svilupparla. Esistono però eventi precisi nel corso della vita che possono favorirne lo sviluppo, come ad esempio una gravidanza, un intervento chirurgico, un parto, un’infezione virale o altre occasioni di stress acuto. Possono giocare un ruolo importante anche altri fattori (ambientali, dietetici) ma i meccanismi precisi che conducono alla perdita irreversibile della tolleranza al glutine non sono noti. I geni primariamente coinvolti nelle patogenesi sono quelli HLA di classe II: • HLA DQ2 (90% dei pazienti)