LE AZIONI NAVALI IN MEDITERRANEO

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\ 211 31 ° Le impressioni dei protagonisti

Scrisse l' Amm. Iachino, oltre a ciò che è stato già riportato nel corso dell'esposizione dei fatti: « L'azione tattica del 22 marzo 1942 è stata la più lunga del1' attuale guerra, poiché è durata più del doppio della battaglia degli incrociatori a Capo Teulada. Essa inoltre è stata di gran lunga la più dura, sia per le eccezionali avverse condizioni meteorologiche, sia per l'intensità e la varietà delle offese che il nemico ha lanciato contro di noi allo scopo di alleggerire la nostra tenace pressione ... « A causa delle violente incappellate di acqua si sono rese praticamente inservibili quasi tutte le apparecchiature ottiche del tiro e d'i scoperta del lato di sopravvento [ che era quello rivolto verso l'avversario] e, data anche la pessima visibilità della giornata, aggravata dall.a distesa delle cortine di nebbia, il nostro tiro è risultato piuttosto impreciso e scarso di risultati decisivi nonostante la brevità delle distanze. « Le salve nemiche molto raccolte cadevano con ritmo molto rapido intorno a noi. Le condizioni di visibilità erano evidentemente migliori per il nemico che per le nostre unità. In ogni modo i risultati del tiro inglese sono stati nettamente inferiori ai nostri, nonostante che il numero dei colpi sparati sia stato certamente molto maggiore. « Neanche gli attacchi siluranti del nemico hanno avuto alcun risultato .. . « In conclusione, per gli Inglesi la questione più importante non era tanto quella di mettere dei colpi a segno, quanto piuttosto quella di sottrarre il convoglio al nostro attacco fino al cadere della notte. Sopraggiunta l'oscurità col convoglio intatto il problema degli Inglesi era per la massima parte risolto, poiché essi avevano ben poco da temere durante le ore notturne data la nota inferiorità dei nostri mezzi di rivelazione e di scoperta notturni. « Il nostro obiettivo essenziale era la distruzione del convoglio, e ciò non poteva ottenersi se non distruggendo ed allontanando preventivamente le unità della scorta. Per questo, nelle poche ore a disposizione prima del tramonto, bisognava che il nostro tiro risultasse decisivo. A questo si opponeva la presenza delle dense cortine di nebbia, che in aggiunta alle altre ragioni di cattiva visibilità, ostacolavano gravemente la nostra direzione del


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