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quell'immaginario t rionfo! Serviva un nome che fosse di buon auspicio per quell'offensiva, magari avrebbe contribuito a convincere l'imperatore a dargli credito: l'avrebbe chiamata "Operazione Lawine", ossia valanga, perché dalle alture del Trentino doveva scendere a valle e travolgere ogni cosa. All'attacco più imponente sull'Altopiano, magari esteso al settore ovest del Grappa, Carlo non avrebbe comunque potuto obiettare nulla. Avrebbe battezzato l'intera offensiva, formata dall"'Operazione Lawine" e dall'attacco sul Grappa e sull'altipiano, "Operazione Radetzky'', in onore del Feldmarschall che ammirava per aver battuto Napoleone e governato il Lombardo-Veneto .
"spedizioni punitive" verso l'Italia, che egli giudicava misure preventive indispensabili a smorzare la sua inopportuna ambizione. Quanto alla Serbia, occorrevano azioni ancor più "severe". Era persino stato destituito dal suo incarico di Capo di St ato Maggiore dell'esercito perché voleva ostinatamente condurre questi popoli alla ragione con la forza. Quell'incarico gli venne restit uito comunque in un tempo opport uno, un paio d'anni prima dello scoppio della guerra che, guarda caso, si doveva combattere proprio contro Serbia e Italia! In seguito, con la sua Strafexpedition era quasi riuscit o a mettere in ginocchio l'Italia, ora, dopo la grandiosa avanzata di Caporett o, era finalmente arrivato il momento buono per batterla definitivament e. Ma, ancora una volta, era stat o rimosso dal suo incarico dal nuovo Imperatore Carlo, poco più che un ragazzo, che non condivideva appieno i suoi piani. Questi aveva incaricato Arz di sostituirlo, come se ne fosse davvero in grado ... Ad ogni modo, occorreva procedere con l'attacco definitivo e, anche se ora disponeva direttamente di solo una parte delle truppe austro-ungariche, di certo aveva le idee ben chiare su come condurle alla vittoria. Spianò ancora una volta la mappa puntando l'attenzione a ovest del massiccio del Grappa. Il grosso delle sue truppe avrebbero attaccato presso l'altopiano dei Sette Comuni, mentre alcune divisioni avrebbero ingaggiat o battaglia con le truppe italiane di Cima Grappa; lo scopo era quello di riuscire a superare le difese italiane sull'Altipiano per sfociare nella pianura e prendere alle spalle lo schieramento italiano sul Piave. Occorreva soltanto aggiungere un'ulteriore offensiva di portata minore che calasse dal Trentino, così da tenere impegnato l'esercito italiano in un secondo attacco molto più a nord-ovest, impedendogli di concent rare le t ruppe nel punto esatto dello sfondament o, ovvero sull'alt ipiano di Asiago. Sospirò. Se fosse riuscito a strappare il consenso all'imperatore per un numero superiore di divisioni in Trentino, avrebbe potuto aspirare ad un ulteriore sfondamento che poteva arrivare persino ad aprire le porte di Milano! Ah, i suoi occhi si perdevano in
Diaz, aveva appena ricevuto l'ennesima pressione da parte di Orlando, l'allora presidente del Consiglio dei ministri, perché desse una mano agli Alleati. Hindenburg, Capo di Stato Maggiore dell'esercito tedesco, dopo il ritiro della Russia dalla guerra, aveva potuto recuperare tutte le t ruppe fino a quel momento impegnate sul fronte orientale per concentrarle su quello occidentale francese ed britannica. I due alleati erano dunque in difficoltà: il generale tedesco Ludendorff aveva lanciato le sue truppe in nuove offensive sul territorio francese, al fine di tenere impegnat e le truppe su quel fronte per poi tentare uno sfondamento in forze soltanto sul settore britannico. Tra maggio e giugno di quell'anno, sul fronte occidentale erano stati condotti ben tre attacchi tedeschi, l'ultimo dei quali aveva visto il pericoloso dilagare delle t ruppe germaniche verso la Marna. Gli Alleati, giacché l1talia si era ormai stabilizzata sul fronte GrappaPiave, avevano richiamato sul fronte francese sei delle undici divisioni mandate in supporto dopo il ripiegamento di Caporetto ed avevano chiesto a Orlando più volte di convincere Diaz ad attaccare l'Austria-Ungheria, così da alleggerire la pressione sul loro fronte. Se l1talia avesse messo in sufficiente difficolt à l'esercito austriaco, la Germania avrebbe dovuto allentare le offensive per correre in aiuto dell'alleato. "La situazione internazionale politica e militare consiglia un ardit o intervento italiano; però la responsabilità è vost ra: decidete per il meglio" diceva il telegramma di Orlando. "Sì, no, nì" annotava a margine Diaz.
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