18 7 . Le millanterie delle fonti ufficiali ed ufficiose na polctane contribuirono a co n fon d e re le idee, in un primo momento, su ciò ch e era realmente accaduto a M a rsala 0 3>. Gli organi reazion a ri di sta mpa riprend eva no co n grande rilievo le notizie che presentavano lo sbarco come u n mezzo di sastro p er i ga riba ld in i, che avevano perduto n a vi e uomini <51 >, ma b en presto la verità si free luce, vestendo di un a for za nuova le, a prima vista, imprude n ti a fferm a:cio ni dell' Esperance, che od suo fondo d el 16 maggio aveva proclamaco essere ormai «in evitabile» la cad uta dei Borbone di Napoli. E tra le.notizie «fa vorevolissime» ch e giungevano dal la Jega:cio ne napoletana e qu elle «pessime» che perveni va no d al g overno fra ncese, il cardinal Sacconi , Nunzio Aposcolico a Pa rig i, d oveva be n pres to acconciarsi a r itenere esatte queste ultime, sebb en e il suo supe riore Anton elli lo confortasse, dep lora nd o ch e certa stampa osasse diffonde r e certe allarmanti n otizie filoga ribaldine (55 ). Eppure tutta questa polemica, che condusse "il Giornale di Roma" a batta glia re p en osamente contro i m uli ni a vento (56) avrebb e fo r se potuto esser e evitata, se s i fosse posto mente fi n d all'i nizio al tono iraco nd o e disp erato che caratterizza va la nota napole tana del 12 maggio alle potenze. T ra le righe si legge va che ru rro er a a n dato mait: pn i b o rbo n ici ndìt: a cq u e d i .Ma rsaia, e si accu savano esplicita mente le nav i ing lesi di aver protetto la pi ratesca in vas ione (53) Cfr. "Il C iorn,ile del Regno delle D11e Sicilie"", specialme nte il n u mero d el I 4 m aggio. (54) "li Giom,de di Rom"" pubb licava il l 4 maggio, riprenJe nJo la n,ltizia Jalla Pdtrie, cbe «due R. fregate napol ita ne nelle acque d i Marsa la han no col loro fu oco u cc isi molti fìl ib u stieri , ca la to a fo nd o il piroscafo Lombardo e catturato i"altro il Piemonte, su i q ua li coloro erano imb arcati». li 15 invece " La Gazzett,J di Torino ., p arfo solam ente di q u attro m o rti, e fu ripresa d a lI" Espérance del 20 m aggio. Il L6 " L,i C,izzettd di Cennvd" ripo rtava un disp accio rcleg rafìco giunto d a Napoli in cui si affer mava che: «d u e frega te nap oleta ne davanti a M a rsala h anno fatto fuo co e ucc iso parecc hi fì libusrieri». li 17 " La Gazzella di M ilano·· pu bblicò una cor r ispo ndenza da Genova nella q uale, tra J"alcro, si diceva: « . . . mi fu a ssicurato aver G a ribaldi per duro, nello sba rco, 62 u om in i: 17 m orti , g li a lrri p iù o meno fe riti . TI gene rale sa rehh e in questo n u mero, avenrlo roccata u na lieve ferita alla spa lla dritta ». Alcu ni o rga n i di stampa fra ncesi i ns in uavano addirittura che Ga r ibaìdi non fOsse nemmeno in Sic.: iiia e che nessu no io avesse visro : cfr. '~ii C ir,rnaie di Romtt" dei 24 m aggio . (5 5) Cfr. i rapp . del Sacconi all "Anron elli d a Pa rigi del 18 e del 22 m aggio : nel primo il Nu nzio Ap ostolico a P a rig i, dep lorando l'a rreggia menro d el la stampa uffic iosa fran cese che magnifìcava i p retesi su ccessi gar ibaldin i, fac eva sa pere che ciò era fonte d i allarm e e d i deprezza m enti in borsa; riferiva anche che gli era staro det to cca tra rsi d i u n mezzo per sba razzarsi d egli italia ni e suli in Francia, in coraggia ndoli a p a rt ire co n n o tizie esagerare. T.' A mone lli, il 26 maggio, un end o le sue a lle d ep lo ra7.io n i del Nu nz io sulle fals ità e le intem peranze d ella sta mpa, aggiu ngeva : «Qua li prove di valo re abbiano dato in q uesta circ osta nza (Calatafini) le t ru p pe nap olirane, e come sieno rim aste i n q u alsivoglia scontro vittoriose, Ella avrà potuto a p pre nde re da i d ispacci te leg rafic i c he mano a mano fu rono ezian dio pu bb licati ne " // Giornale di Roma'" ... », ASR , /11 iJcellanea di Carie l'oliliche Riservate, b. 136, fase. 4895. (56) Amaramen te, l'o rgano romano concludeva il g iorno 15 m aggio , quand o orma i fu ch ia ro a tutti ch e lo sbar co era r iuscito, essere solo «un ep isodio della commed ia italiana, la temerar ia e colp evole impresa d i Garibaldi». Ma la prim a esperienza non insegnò a "li Cior11dle di Ro11ld·• u n p o ' d i cautela , ché il 19 ricominciava con le gajfeJ, a p rop osiro di Calatafimi. E il pur i ntelligen te card inal Anconelli , come a bbiam o visto , si pasceva <li q ueste n otizie.