LA CARENZA
IL PROBLEMA OSSERVATO DAL PUNTO DI VISTA DELLE STRUTTURE
QUANDO IL PADRONCINO
INVECCHIA
Parliamodi autisti e della loro mancanza. Che sarebbe ancora maggiore senza le 22 mila imprese monoveicolariesistenti in Italia, che hanno come titolare un uomo al volante. Finoa ieri, per competere sul mercato, questi padroncini entravano in consorzi o in cooperative. Ogginon soltanto il flusso si è drasticamente ridotto, ma tanti sono ormai sulla soglia della pensione. Comeli si rimpiazza? Ci spiega tutto Claudio Villa, presidente di Federtrasporti e del consorzio Conap cenza) – attivo nel trasporto cisternato di materiale chimico e petrolifero che sta vivendo in modo tangibile, seppure originale almeno da due punti di vista, merceologico e societario.
CON IL TRASPORTO ADR IL PROBLEMA SI INFIAMMA
«F
ino a ieri l’acquisto di un camion era condizionato dalla prospettiva di avere nuovi traffici. Adesso è necessario anche avere prima un autista che lo guidi, perché in mancanza si rischia di tenerlo fermo per lunghi mesi». È un’affermazione forte quella di Claudio Villa, presidente di Federtrasporti, ma anche di un consorzio – il Conap di Fiorenzuola d’Arda (Pia-
24 marzo 2021
Rispetto al primo, bisogna tener presente che chi effettua trasporti specializzati, in cui è richiesta, oltre alla patente e alla CQC, anche il cosiddetto «patentino ADR» è ovvio che anche il reperimento degli autisti diventa più complicato che in generale. «Quando si ha la fortuna di trovare un giovane disponibile, residente vicino a una delle nostre sedi (oltre a Fiorenzuola, anche a Arluno, in provincia di Milano) o in un territorio di interesse per i nostri traffici, lo assumiamo anche se non ha il patentino ADR e siamo poi direttamente noi a sostenere le spese per farglielo acquisire. Che restano a nostro carico a meno che non ci abbandoni prima di un anno».
VERSO SUD ALLA RICERCA DI PADRONCINI Ma il cruccio forse maggiore riguarda il punto di vista societario, in quanto la particolarità di una struttura aggregativa è quella di essere costruita da diverse aziende, comprese quelle monovei-
colari, il cui titolare cioè riveste i panni anche dell’uomo al volante. Senonché nel corso degli ultimi anni l’età media di questi padroncini tende a salire e quando giunge il momento della pensione è sempre più difficile trovare qualcuno disponibile a raccoglierne l’eredità. «Le uniche relazioni che riusciamo a trovare sono con autotrasportatori di medie dimensioni (con 15-20 camion) quasi sempre collocati nel Sud Italia. Riuscire ad aggregarli non è un problema e anzi ultimamente penso che sia stata proprio una tendenza generalizzabile, quella di cooperative o consorzi emiliani o toscani che cercano di non restringere il proprio perimetro in termini di fatturato grazie all’ingresso nelle loro compagini societarie di aziende meridionali». Una soluzione che richiede comunque un qualche onere di natura logistica. «Perché fin quando l’ufficio traffico ri-
Gliunici padroncini dispostiad aggregarsi litroviamo al Sud, magari residenti lungole direttrici di traffico del consorzio.Se sono fuori da queste stiamostiamo studiando delle possibilisoluzioni, come quella diorganizzare un pulmino apposito perfavorire gli spostamenti deiconducenti