Supplemento al volume 52, febbraio 2022, di FORBES ITALIA registrazione presso il Tribunale di Milano al n°260 del 7 settembre 2017. Copia non vendibile separatamente
100 ECCELLENZE ITALIANE / FORBES SUPPLIED 2022 MARTINO DE ROSA
100 ECCELLENZE ITALIANE 2022
Non è sufficiente avere un’idea geniale... è necessario saperla sviluppare
CORSO DI ALTA FORMAZIONE
START UP DI AZIENDE INNOVATIVE
ISCRIVITI SUBITO
Durata 100 ore www.forbesacademy.it PARTNER
CFU 4
SOMMARIO
EDITORIALE 7 9
Pane e cipolla nell’infosfera Rinascimento Enogastronomico
COVER STORY 10
Il Creatore di eccellenze
Alla conquista dei giovani palati
DRINK
FOOD
RESTAURANT
20 21 22 23 24 25 26 27 28 29
32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57
60 61 62 63 64 65 66 67 68 69
50/60 Gin Rurale Birra di Barassi Eugin Farmacia dei Contenti Fonte Plose Levico Acque Portofino Dry Gin Puni Sabatini Gin Unico
Accademia Olearia Amedei Toscana Baghi’s Bodrato Coppini Arte Olearia D’Amico Di Iorio Tartufi Fattoria Borrello Favole Siciliane Filippo Berio Finocchiona Igp Frantoio Santa Tea Grezzo Leone Livegreen Luca Finocchio Majani Orto Bioattivo Petra Pintaudi Prosciutto Toscano Dop Riso Passiu Sommariva Spiga Emilia Tenute Allegretti Zafferano Antica Cascina Zafferano di Raccuja
LISA ROMEREIN GETTY IMAGES
GETTYIMAGES
16
GETTYIMAGES
REPORT
Bolle Borgo Santo Pietro Chianti Mixology Contaminazioni Dattilo Dvca Essenza Grotta Marcello Harry’s Piccolo Il Gabbiano 3.0
SOMMARIO
GETTYIMAGES
La Gallina La Palta Leone Felice Limoneto Linfa Locanda dei Logi L’Imbuto Maio Restaurant Osteria Magona Osteria Povero Diavolo Ristorante Oseleta Villa Naj
SHUTTERSTOCK
WINE
SOCIALIZE 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93
Al Bicerin Ci Sta Edoardo Freddi Kuiri Loste Café Mama Eat Marchio Verificato Officina Peck Rinascente
96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108
Bertani Bisson Cantele Cantine Buonanno Cantine Sartirano Cantine Vedova Casa Vinicola Coppi Castello del Terriccio Filare Italia Fortulla Garbole La Contralta Manincor
109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127
Masciarelli Montelvini Palmento Costanzo Podere Castorani Podere Cavaga Rotari Réva Resort San Salvatore Schiopetto Sella&Mosca Tenuta Biserno Tenuta Sette Ponti Tenute Chiaromonte Tenute Dettori V8+ Valdo Villa Franciacorta Villa Sandi Zai Urban Winery
BRAND VOICE 128 The Winesider
GETTYIMAGES
70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81
BRERA INTERNI
ELEGANCE AND COMFORT, MADE IN ITALY www.brerainterni.com
EDITORIALE
Pane e cipolla nell’infosfera S
e, come si dice, la via dell’inferno è lastricata di buone intenzioni, quella delle eccellenze, che somiglia di più a quella del paradiso, è lastricata di ottime intuizioni. Già, perché un’eccellenza, e in Italia ne sappiamo sicuramente qualcosa, nasce prima di tutto da un’intuizione. Cos’è un ristorante stellato se non un’intuizione? E un ottimo vino? E un eccellente prodotto della terra o della trasformazione? Ma, è chiaro, l’intuizione, il guizzo, non bastano. Ci vogliono le materie prime, la capacità professionale, l’esperienza, la storia, la pazienza. Nel servizio di copertina di questo allegato al volume di febbraio 2022 di Forbes, dedicato proprio alle 100 Eccellenze italiane, alla domanda Come si trasforma un progetto in eccellenza?, Martino De Rosa, gestore del famoso ristorante Leone felice de l’Albereta a Erbusco e creatore di eccellenze, soprattutto nel vino con il suocero Vittorio Moretti, ha risposto. “Ci devi credere. Finché un giorno ti svegli al mattino e non è che hai vinto ma incominci a sentire che tutto sta girando, che tutto il mondo attorno a te comincia a crederci. Il successo è una cosa che arriva un po’ tutta insieme, è lì che senti che un progetto sta diventando un’eccellenza”. Eccellenza fa rima con esperienza: non è una questione di rime ma di fatti. Ormai, quando andiamo a mangiare in un determinato ristorante, compriamo un certo vino, cerchiamo quel formaggio, non lo facciamo perché abbiamo fame; alla fine non è nemmeno una questione di gusto, ma di esperienza. Facciamo queste cose perché vogliamo fare un’esperienza: nell’accoglienza, nel vino, nel cibo, persino nell’andare a fare la spesa di tutti i giorni. Siamo sempre a caccia di esperienze. E’ sicuramente il prodotto di una società più attenta e consapevole. Attenzione, non più ricca sepAlessandro Rossi pur tutti gli indicatori economici certifichino i mastodontici passi direttore responsabile di Forbes Italia avanti dal dopoguerra ad oggi. Siamo disposti anche a mangiare pane e cipolla, però il pane, per dire, deve essere di grani antichi e cotto a legna e la cipolla di Tropea o di Certaldo. E poi c’è l’aspetto di quella che il filosofo Luciano Floridi, nel suo libro La quarta rivoluzione descrive come l’infosfera, cioè una dimensione in cui non esiste più la distinzione tra essere online e offline. Un concetto che appartiene di più ai giovani, a una generazione di ragazzi spesso criticata per l’eccessivo utilizzo dei social network attraverso i quali costruiscono il sé sociale, ovvero l’idea che gli altri si fanno di loro basandosi su ciò che postano. Ma anche gli adulti non sono da meno. Così la presentazione dei piatti o la confezione dei prodotti diventa parte integrante nella costruzione di un’eccellenza. Nell’infosfera l’apparire ha quasi la stessa consistenza dell’essere. Pericoloso, ma anche stimolante nella corsa a migliorarsi. Ecco, in questo volume presentiamo 100 di eccellenze italiane: tutte con i loro protagonisti e le loro storie, simili e diverse, ma tutte con le radici solide nel passato e uno sguardo attento al futuro. Può sembrare banale ma è il segreto, semplice, del successo del Made in Italy. E quello che chiedono dei consumatori sempre più attenti. A tutto.
7
CENA STELLATA A MODO MIO. #ifeelsLOVEnia #myway #tasteslovenia RES
PO NS
AN
N
ST
IA
E TR AVEL
OUR I S M NT
IBL RDS - SLOV DA E
www.slovenia.info www.tasteslovenia.si
EDITORIALE
Rinascimento enogastronomico Q
uesta guida Forbes alle eccellenze italiane si è ormai configurata, nel tempo, come un vero e proprio benchmark, una vetrina privilegiata a cui ispirarsi per avere nuovi stimoli, ma anche per confermare certezze, scegliendo e orientandosi nel mare magnum di quanti tengono alta la bandiera del “fare” italiano. Una sorta di fotografia del migliore Made in Italy, del food, del wine, dell’ospitalità e della sapienza produttiva. Ma anche della imprenditorialità più raffinata e attenta a quanto accade nel nostro universo, fatto di intuizioni, visioni, approcci geniali, selezione delle migliori materie nel nome del bello e del buono. Noi di So Wine So Food diamo ben volentieri il nostro contributo alla realizzazione di questo strumento editoriale, attenti come siamo a quanto accade nell’universo del food e del beverage e, in generale, dell’offerta di ospitalità. La redazione del magazine, cartaceo e on line, è impegnata ogni giorno nella scoperta di un nuovo ristorante, della linea di cucina di uno chef, nella definizione dei bacini di territorio di questa o quella attività, nella degustazione di grandi vini, nella individuazione di nuovi trend. E nel comunicare quanto accade, in modo sistematico e approfondito. Questi tempi duri dell’emergenza pandemica hanno soltanto interrotto il processo di crescita della nostra ristorazione, creando problemi di ogni tipo e generando scompiglio economico e sociale: fino al 2019 sembrava che il processo di crescita fosse esponenziale e lo stop imposto dalla pandemia nell’ultimo biennio ha creato sconforto e acuito tensioni. Ma, monitorando ogni giorno quanto accade nel settore, abbiamo la netta sensazione che si tratti solo di uno stop temporaneo, dal quale è necessario ripartire velocemente per recuperare il tempo perduto e raggiungere nuovi, Stefano Cocco ambiziosi obiettivi. È quanto auspica l’Uomo delle Stelle sull’ultieditore della rivista So Wine So Food mo numero di So Wine So Food (tutto da leggere) immaginando - attraverso un’attenta analisi di nuove aperture e cambiamenti di rotta - che il 2022 sarà l’anno del “rinascimento enogastronomico”. L’eccellenza italiana, il nostro “saper fare”, ben rappresentato in questa prestigiosa pubblicazione, non si è mai fermato e, una volta di più, è pronto a rappresentare il meglio di sè, in Italia e nel mondo. Ce lo dice l’entusiasmo di tanti giovani chef e l’inquietudine di chi aspetta di riaprire il proprio locale, cambiare i menù, rinnovare le proposte di cantina. Da parte nostra, ben volentieri offriamo il nostro know how di editori specializzati, ben consapevoli che l’universo dei “fuoriclasse” è molto ampio, ben più smisurato di quanto una guida, per quanto ricca, possa comprendere. Ma siamo ancora più certi che una pubblicazione come questa di Forbes Italia abbia il merito straordinario di ricordare al mondo l’unicità delle nostre performance, che vedono l’Italia, una volta di più, sul gradino più alto.
9
COVER STORY
Il creatore di eccellenze
Martino de Rosa, imprenditore visionario, con la società atCarmen sviluppa progetti per hospitality, real estate e ristorazione attraverso la collaborazione con grandi maestri. Ha portato avanti idee innovative. Ogni iniziativa ha un’anima: dal ristorante LeoneFelice Vista Lago con lo chef Fabio Abbattista, a La Filiale con Franco Pepe, fino alla scommessa con la “ciccia” di Dario Cecchini di Alessandro Rossi
N
il tempo di cambiare, è iniziato un corso tutto nuovo nella ristorazione guidato da Martino de Rosa e dalla moglie Carmen Moretti con la società atCarmen. Oggi è il tempio dell’accoglienza elegante, dell’eccellenza raffinata ed esclusiva però con un’anima. Ti fa sentire coccolato e, alla fine, soddisfatto: così almeno garantisce Martino de Rosa. Martino è un personaggio eclettico, grande affabulatore, creatore di progetti esclusivi e d’eccellenza. Visionario che ha scelto il suo percorso professionale ma che è anche molto in sintonia e riconoscente verso la famiglia Moretti e il suo capostipite Vittorio, uomo duro, d’altri tempi, imprenditore intelligente e concreto che ha sempre visto lungo. D’altra parte non si costruisce un’azienda importante come Terra Moretti – Bellavista se non si sa gestire l’oggi guardando verso il domani. La moglie di Martino, Carmen, è una bella signora gentile, imprenditrice raffinata con nelle vene il sangue dei Moretti, vicepresidente del gruppo con una delega specifica all’accoglienza. Insieme hanno fondato atCarmen, società di sviluppo e consulenza hospitality, real estate e ristorazione, tra cui quella de L’Albereta e L’Andana, con una filosofia tutta speciale che vuole diventare persino contagiosa verso alcuni amici che vorranno condividere l’esperienza. Forbes
ell’aria aleggia ancora la leggenda di Gualtiero Marchesi. Ma non pesa, è leggera. Ormai quasi evanescente. L’Albereta, da un pezzo, ha preso la sua strada. Con il coraggio di puntare dal 2013 su uno chef giovane e capace come Fabio Abbattista per il ristornate LeoneFelice Vista Lago, l’apertura de La Filiale nel 2017 con la pizza di Franco Pepe e ora la scommessa insieme a Dario Cecchini di lanciare un piccolo ristorante sperimentale di Cecchini Panini a Erbusco con l’idea di non fermarsi alla Franciacorta e, appena il Covid concederà una sosta, l’apertura del ristorante Quintale, sempre con Cecchini, il macellaio di Panzano in Chianti, la sua carne e le sue ricette. L’Albereta è uno dei miti dell’ospitalità italiana, il sogno realizzato della famiglia Moretti, sotto la regia di Carmen, che su questa collina in Franciacorta ha trasformato una villa nobiliare di inizio ‘900 con tre torri, in un relais di 53 camere distribuite nelle tipologie classica, superior, deluxe, junior suite e suite. C’è anche quella di Sofia Loren che alloggiò all’Albereta per oltre 40 giorni durante le riprese di un film. Il ristorante per vent’anni è stato il regno e il simbolo indiscusso di un vate del cibo come Gualtiero Marchesi. Poi però quando il maestro e la proprietà decisero che era arrivato
“Il nome atCarmen nasce da una provocazione a tavola con Oliviero Toscani. Mia moglie Carmen è socio, è una donna solida ed è il volto di questo progetto”
10
Didascalia
11
COVER STORY Ma perché questo è il suo primo pensiero? Perché vedo tante realtà, anche di successo, che stimo molto ma complesse. Non voglio che atCarmen diventi questo. Voglio che prima di tutto sia la casa dei buoni pensieri e dell’armonia. Ma cos’è davvero atCarmen? atCarmen è una società tra me e mia moglie Carmen. Dallo scorso anno è entrato a farne parte anche mio figlio Vittorio, a capo del progetto con Dario Cecchini a cui è legato da una grande affetto. Presto parteciperanno anche alcuni cari amici di grande valore umano e professionale, sicuramente, grazie anche al loro know how, sono sicuro riusciremo a costruire un salotto di pensiero e di lifestyle. Sviluppiamo progetti sulla base dell’esperienza che ho fatto che non è essenzialmente straordinaria ma è sicuramente trasversale, diversa. Devo tantissimo all’esperienza ventennale che ho fatto accanto a un uomo come Vittorio Moretti da cui ho imparato a tirar su progetti da zero. Mi ha insegnato molto anche la mia vita precedente nello shipping: molto dinamica, estremamente competitiva e internazionale.
ha intervistato Martino de Rosa. Lei è un creatore di progetti d’eccellenza. Che differenza c’è tra un sogno e un obiettivo? Per fare qualcosa bisogna avere un sogno, per raggiungerlo bisogna che diventi un obiettivo. Chiaro. Allora cominciamo dai suoi obiettivi. In questi ultimi due anni il mondo è cambiato e non solo per il Covid. Di conseguenza anche il mio approccio al lavoro. In questo momento bisogna mettere la qualità della vita e delle persone al centro dei propri obiettivi al fine di renderli realizzabili. E quindi? Quindi il mio primo obiettivo è che atCarmen, che ormai ha un certo peso, una certa dimensione, diventi sempre più un’azienda dove si lavora con serenità e che non rappresenti mai un problema per i miei figli. Non solo dal punto di vista economico. Quando hai una certa età e hai fatto tante cose capisci che consolidare economicamente, ma anche nei comportamenti, è indispensabile. Vedo atCarmen come una cassa armonica dove ci si confronta, si lavora, si progetta, ma con leggerezza, intelligenza, professionalità, senza conflitti, capace di stare nel mondo.
Insomma si può dire che atCarmen è un salotto di pensiero che sviluppa dei progetti legati al leisure, al real estate, alla ristorazione, all’alberghiero? Direi proprio di sì.
Martino De Rosa in compagnia dello chef Fabio Abbattista (a sinistra) e dello chef Franco Pepe
12
Martino De Rosa insieme alla moglie Carmen Moretti. Sono soci dell’attività atCarmen
Da dove nasce questo mix di culture imprenditoriali? Facevo il broker marittimo, ho mosso i primi passi a Londra e ho viaggiato molto vendendo navi per l’azienda di mio zio. Poi ho conosciuto e sposato Carmen Moretti. Mio suocero mi ha persuaso ad andare a lavorare a Erbusco. Ho lavorato con lui, è stato molto più complesso e anche molto più faticoso di quanto immaginassi, però è stata sicuramente un’esperienza che ti cambia per sempre. Moretti ha un Dna qualitativo devastante, una forza di sviluppare un progetto da zero: lui ed io insieme, ovviamente lui 100 e io zero (scherza), abbiamo fatto delle cose incredibili da Contadi Castaldi, alla Badiola.
se sei pronto o no per correre da solo. Quindi nel 2013, dopo aver fatto un sacco di cose con la famiglia Moretti, ha deciso che era arrivato il momento di mettersi in proprio e lo ha fatto con un marchio che si chiama atCarmen. È un rispettoso omaggio alla moglie oppure Carmen è parte del progetto? Tutte e due le cose. Il nome atCarmen nasce da una provocazione a tavola quando si discuteva con Oliviero Toscani di questo progetto. Carmen è socio, è una donna solida, è il volto di questo progetto, rappresenta la famiglia Moretti, ha il Dna dell’ospitalità. Però di marchi Carmen ce ne sono: c’è un vino, ci sono tante cose soprattutto in paesi di lingua spagnola. Allora è venuta l’idea di mettere davanti ‘at’, moderno e originale.
Quale è la sua esperienza di costruire un progetto da zero? Personalmente mi sono più occupato di Contadi Castaldi e della Badiola dove oggi c’è il Resort de L’Andana, in Maremma. Si tratta di progetti enormi, fatti da zero e che diventano un’azienda. E lo puoi fare solo se ti occupi di tutto perché devi sapere di costruzioni, di leggi, di vino, di qualità, di comunicazione, di marketing, di mercati. Fai e non te ne accorgi nemmeno perché se entri nel loop bresciano cominci a fare e fai un sacco di cose. Poi arriva il momento, come è successo a me, che devi decidere
Come è iniziata l’avventura dell’Albereta? Per un periodo mi sono occupato del vino mentre Carmen seguiva L’Abereta per l’ospitalità. Con Vittorio Moretti abbiamo lanciato L’Andana alla Badiola in Maremma ed è stata un’esperienza eccezionale: Alain Ducasse sono andato a prenderlo io, l’ho seguita nella quotidianità, ero il manager in charge da parte della famiglia incaricato di sviluppare questo progetto. Però io volevo ripartire da solo e ho messo in piedi una mia attività a Genova dove sono nato e
13
COVER STORY dove avevo partecipato a una importante operazione immobiliare. Insomma, stavo cercando la mia strada.
contract tra L’Albereta e atCarmen e ci siamo messi a ripensare tutta la parte della ristorazione con il giovane Fabio Abbattista. Tanta fortuna e un po’ di bravura...
Ed è arrivata l’occasione… Era il 2013, scadeva il contratto ventennale di Marchesi e vista anche l’età stava finendo la sua epoca a L’Albereta. Allora in una riunione familiare, delle nostre, nella cucina di casa Moretti, Vittorio mi disse: “Dai un po’ un occhio”. Io ho poche qualità ma se ne ho una è quella di capire in anticipo dove va a cascare il pallone. Così cominciai a guardare in giro parlando con i grandi chef ma alla fine sono tornato da Moretti e gli ho detto che secondo me L’Albereta aveva fatto un lavoro tale che era in grado di risplendere di luce propria. Era forse arrivato il momento di provare con un ragazzo bravo, talentuoso ma non conosciuto, che sapesse interpretare la filosofia dell’Albereta e del territorio.
Vista la sua esperienza, come si trasforma un progetto in eccellenza? È una sensazione molto forte che ho avuto con mio suocero quando abbiamo fatto Contadi Castaldi. Il vino è più lento della ristorazione. Siamo stati dieci anni a lavorare con la testa bassa ma non c’era negli altri la percezione che Contadi Castaldi fosse un’eccellenza. Ma tu ci devi credere. Finché un giorno ti svegli al mattino e non è che hai vinto ma incominci a sentire che tutto sta girando, che tutto il mondo attorno a te comincia a crederci. Il successo è una cosa che arriva un po’ tutta insieme, è lì che senti che un progetto sta diventando un’eccellenza. Non ultimo Giralepre, un vino fatto con l’amico enologo Federico Staderini, altro personaggio straordinario. Siamo solo agli inizi, la strada è lunga ma sappiamo bene dove andare.
È l’eterno tema dell’innovazione nella tradizione. Sì. Dovevamo costruire l’awarness de L’Albereta. Moretti mi disse: “Ok, però la ristorazione è complicata per me, se tu hai voglia…”. Io ero fuori dalla famiglia, mentre Carmen si occupava dell’Albereta: abbiamo fatto un management
Però mentre il vino è un prodotto, la ristorazione e l’accoglienza sono un insieme di cose e di situazioni. Insomma è diverso costruire un’eccellenza su un servizio rispetto a un prodotto.
Martino De Rosa con il figlio Vittorio
14
È dieci volte più difficile. L’altra sera mio figlio Vittorio di 23 anni mi ha detto una frase che mi ha colpito: “la ristorazione non ti molla mai”. È vero non ti molla mai. Prendiamo il progetto de La Filiale, la pizzeria con Franco Pepe. Franco è fenomenale, la sua pizza è unica. La Filiale si riconferma un’eccellenza poiché completa del giusto mix: in primis la pizza di Franco, imprescindibile, e poi il nostro modo di fare ospitalità, la location, la musica, gli odori. È tutta una serie di cose. Eccellenza che per essere mantenuta tale deve essere continuamente lavorata, ripensata, trasformata. Il prossimo progetto è con Dario Cecchini, il macellaio di Panzano in Chianti? Quella insieme Dario è la nuova grande scommessa della famiglia de Rosa-Moretti perché è un progetto di più famiglie, tra la nostra e quella di Cecchini. Sono due i progetti insieme, molto impegnativi, e non si fermano in Franciacorta: uno è già aperto, Cecchini Panini; mentre l’altro, il ristorante Quintale, lo apriremo non appena il Covid ci lascerà uno spiraglio. Sarà un ristorante di carne di Dario, tutto alla fiamma. Per atCarmen è un grande salto in avanti. Panzano trasferito a Erbusco? Non è esatto. La nostra forza è stata quella di interpretare: se vuoi fare un ristorante a Erbusco non puoi farlo come a Panzano in Chianti perché a Panzano c’è una situazione unica: c’è il personaggio Cecchini, c’è un macellaio che ha costruito un ristorante nel tempo, il suo segreto è la non ripetibilità. Quindi Quintale sarà un ristorante dove percepisci la qualità di Dario, la sua carne top, perché il prodotto è sempre fondamentale, il suo modo di essere socievole, ma devi trovare anche il nostro modo di fare il servizio, di accogliere la gente, l’architettura, i profumi, i giardini. Poi hai la prova verità. Quando apri con Cecchini, così come con Marchesi e Ducasse, o con Enrico Bartolini – altro fuoriclasse, del resto a me piace imparare dai grandi – con cui oggi portiamo avanti il progetto de L’Andana, all’inizio la gente viene, c’è la novità, c’è la curiosità. Ma devi stare attento: se tra sei mesi il posto non è giusto, il prezzo non è giusto, il prodotto non è buono, dici bugie, il mercato ti castiga. Comunque.
De Rosa insieme a Dario Cecchini, macellaio di Panzano in Chianti protagonista del nuovo ristorante di carne Il Quintale
Sì, assolutamente. Abbiamo voluto cominciare con la prima apertura ad Erbusco al fine di riuscire a conoscere bene il prodotto e di poter tenere sotto controllo le operation di ogni giorno. bisogna considerare che Cecchini Panini nasce su un truck a Panzano dove tutto è speciale e Dario risolve magicamente ogni problema in cinque minuti. È stato quindi necessario pensare come fare bene anche fuori da quel contesto specifico e soprattutto come trovare una quadra economica per lasciare Cecchini Panini così com’è. Senza dimenticare la vera mission, che non vuole limitare Cecchini Pannini ad un progetto fighetto ma ambisce ad una dimensione sociale, sostenuta da un pensiero, precisato dai “due ragazzi” – Dario e mio figlio Vittorio – che vuole essere pop e popolare: far mangiare un buon panino con la ciccia ad un prezzo accessibile a tutti. Iniziamo con Milano e Roma, e poi il mondo è grande.
Cecchini Panini è un progetto su scala nazionale?
15
Foto: Getty Images
REPORT
Alla conquista dei giovani palati I nati tra il 1997 e il 2010 sono la Generazione Z. Vogliono cibi locali e biologici. Al ristorante chiedono piatti curati e ben presentati, da condividere sui social. E saranno loro a determinare i trend futuri della buona tavola di Giacomo Spotti
S
In un recente studio condotto da AstraRicerche per Mc Donald’s è emerso come conoscano chiaramente (molto più del campione generale analizzato) il concetto di transizione ecologica della filiera alimentare (il 60% è sensibile al tema). Sono per esempio favorevoli a muoversi tra sagre e fiere perfino fuori regione e il 97% degli intervistati si è detto disposto a pagare di più in cambio di una maggiore qualità nel cibo che consumano tutti i giorni, un concetto legato strettamente alla sostenibilità. E proprio qui entrano in gioco le eccellenze del food italiano raccontate in questo speciale. Sempre citando l’analisi di AstraRicerche, ben il 91% è perfettamente consapevole del profondo significato che hanno le certificazioni a protezione dei prodotti italiani, il 60% ritiene che il Made in Italy sia sinonimo di garanzia, come lo siano anche i marchi Dop (62%) e Igp (56%). Un altro aspetto interessante è che la maggior parte dei giovani intervistati si aspetta che sia proprio la ristorazione ad adoperarsi per educare il consumatore.
ono nati tra il 1997 e il 2010. Tredici anni caratterizzati dall’esplosione dell’utilizzo di Internet, diffusione ampliata dall’ingresso nella vita di tutti degli smartphone. Sono cresciuti con i social media e non tanto sotto il profilo dell’utilizzo, piuttosto come parte integrante dei loro processi di socializzazione. Sono i nativi digitali o, più semplicemente, la Generazione Z. Il filosofo Luciano Floridi, nel suo libro La quarta rivoluzione ha scritto che abitano nell’infosfera, cioè una dimensione in cui non esiste più la distinzione tra essere online e offline, una generazione di ragazzi spesso criticata per l’eccessivo utilizzo dei social network attraverso i quali costruiscono il sé sociale, ovvero l’idea che gli altri si fanno di loro basandosi su ciò che postano. È anche una generazione tuttavia sensibile e attenta a una miriade di aspetti che i loro genitori non prendevano nemmeno in considerazione, dalla svolta green alla spinta per la sostenibilità, all’aspetto alimentare: sono i consumatori del futuro e alcune importanti analisi di mercato hanno evidenziato i pregi verso il tema del food.
16
prezzati dall’opinion leader di riferimento, tanto più facilmente verranno preferiti. Condividere è l’unica opzione possibile per una generazione guidata dalla paura di rimanere esclusa. Per approfondire questi temi nel 2020 l’Agenzia CBA-design ha svolto una ricerca Food Z intervistando un campione di quasi 800 studenti universitari con risultati piuttosto interessanti che partono da un dato consolidato: l’89% dei ragazzi pranza o cena fuori casa almeno una volta alla settimana e lo fa perché è una generazione che ha paura del silenzio e considera triste mangiare da soli. L’obiettivo è stato quello di indagare la quotidianità del cibo fuori casa individuando tre grandi aree: il rapporto con la ristorazione, i momenti di consumo più rilevanti e come vengono progettate dai ragazzi le esperienze food tra fisico e digitale. C’è un punto su cui focalizzarsi, cioè l’attenzione alla dieta e a pasti equilibrati nel rapporto con la ristorazione. Il 55% si è detto “abbastanza attento” alle scelte, il 19% addirittura “molto attento”. Altro dato che balza all’occhio è il rapporto digitale nella scelta. Il famoso e intramontabile passaparola sulla scelta dei luoghi dove consumare cibo copre ancora il 67% delle scelte, seguito da Google (66%) e Tripadvisor (57%), tuttavia è cresciuta esponenzialmente il driver della instagrammabilità che arriva al 30%. E sempre su questo punto spicca come il 50% del campione partecipi almeno una volta a settimana al co-studying. La ricerca di un locale adatto per mangiare e studiare in tranquillità, tipico scenario universitario e di zone con giovani freelance del lavoro. Qui il driver principale di scelta è senza dubbio la logistica (il locale deve essere spazioso e con connessioni sempre più veloci), non deve essere affollato, non si deve avere l’impressione di essere fuori luogo e, in particolare, deve offrire snack light di qualità al mattino o per uno spuntino a metà pomeriggio. Questo cercano i consumatori del futuro.
CONSUMATORI CONSAPEVOLI Ma chi sono davvero questi ragazzi e che rapporto hanno con cibo e social network? Pubblicano ricette su TikTok, condividono la foto del pranzo su Instagram, si scambiano consigli gastronomici su Twitter e ordinano cibo online, quotidianamente. Secondo la recentissima ricerca dell’Agenzia Edizioni20food - che traccia l’identikit del cibo più consumato dai GenZ - entrano addirittura nei Food Trend del 2022, a conferma di come ristorazione, filiera e azienda debbano proprio guardare a loro per capire la strada da seguire. Prediligono cibi locali e di origine biologica, leggono le etichette nutrizionali e alle aziende produttrici chiedono trasparenza e affidabilità, ma anche un maggior impegno nella digitalizzazione della filiera alimentare. Costantemente aggiornati sulle ultime tendenze dietetiche e sempre più interessati all’ecologia, ricercano un’alimentazione sana ed equilibrata per conciliare il benessere personale con la sostenibilità ambientale. Ne sono testimonianza gli hashtag #mindfuleating e #veganismo che, con più di tre milioni di post generati, rappresentano alcuni dei food trend maggiormente seguiti su Instagram. Un cibo quindi salutare, sostenibile, ma anche multiculturale, facile da cucinare, da mangiare ovunque e soprattutto condivisibile. DAL REALE AL DIGITALE, ANDATA E RITORNO La Generazione Z desidera sperimentare ciò che vede nei social network con lo scopo di convertire l’esperienza vissuta in contenuto digitale. Non stupisce quindi il fenomeno dei tormentoni che ciclicamente approdano sul feed di TikTok come il #dalgonacoffee, il #cloudbread e la più recente #pastachips che ha già soppiantato la #bakedfetapasta, il cui successo ha messo in crisi le disponibilità del celebre formaggio nei supermercati d’oltreoceano, dimostrando ancora una volta che le abitudini digitali dei GenZ influenzano le loro scelte di consumo creando un impatto diretto e immediato sul mercato alimentare. Anche la selezione di un ristorante o del prossimo food delivery è soggetta alle dinamiche che si manifestano nella community digitale con la quale si identificano secondo un meccanismo psicologico: quanto più la location o l’estetica dei piatti sono ritenuti instagrammabili e ap-
Agenzia CBA-design ricerca Food Z
17
DRINK
100 ECCELLENZE
DRINK
50/60 Gin Rurale P
rofumi, colori, alchimie. 50/60 Gin Rurale è una storia che nasce nell’Alta Murgia e ha radici profonde, un prodotto autentico che è l’unione del buono e dell’audacia. Un Gin artigianale dai sentori unici, interamente prodotto in Puglia nella neonata microdistilleria, disponibile anche in versioni personalizzabili a tiratura limitata. Un prodotto frutto di una scelta accurata degli aromi migliori, di erbe odorose, marrubio, finocchietto selvatico, santoreggia, mentastri e timo, utilizzati poi per realizzare il distillato con un alambicco in rame e con metodo in corrente di vapore, al fine di ottenere un London Dry Gin. La Distilleria aziendale è dunque l’unica in Puglia a realizzare un gin con il metodo London Dry Gin, uno dei più nobili per ottenere un distillato che soddisfi parametri restrittivi, poiché non prevede l’aggiunta di elementi artificiali, come aromi o coloranti. 50/60 è anche produzione sartoriale e artigianale di gin su richiesta, grazie alla linea 5060 For You Standard Sartoriale, un gin che può essere personalizzato e prodotto in esclusiva dalla Distilleria. Si tratta di una preziosa selezione di botaniche per produrre un gin unico per privati e aziende, in tiratura limitata.
IN PRIMO PIANO 50/60 Gin Rurale è la storia di un’ambizione, portata avanti con tenacia da due amiche, Angela Aliani e Fabia D’Ecclesiis (nella foto, a sinistra), dedite alla gestione delle rispettive attività imprenditoriali di famiglia. Sono loro ad aver colto l’idea e sfruttato il potenziale di un’intuizione, figlia dei giorni di lockdown nella primavera del 2020. Dopo ore di prove, studio, analisi e ricerche, è nato il gin pugliese con botaniche della Murgia: un progetto costruito passo dopo passo, la naturale evoluzione di un legame.
IL PUNTO FORTE 50/60 Gin Rurale è ottenuto esclusivamente mediante distillazione di alcol etilico di origine agricola senza l’utilizzo di aromatizzanti o zucchero, con piante e radici provenienti dalla terra dell’Alta Murgia. Lo zucchero di questo gin, per esempio, proviene dalle piante stesse. Così nasce un distillato di aromi unico, con una storia che puoi riconoscere. Il loro gin è un London Dry, realizzato con un’accurata selezione delle migliori piante della zona pugliese.
CONTATTI Via L.Maiorana, 97 - Gravina in Puglia (Ba) Telefono: 345 0658245 - 335 7494659 email: info@ginrurale.com ginrurale.com/it
20
DRINK
Birra di Barassi O
ggi è uno dei microbirrifici più interessanti d’Italia e tutto nasce dalla passione di un giovane ligure. Il nome Birra di Barassi si deve al paesino in cui vive Giacomo Campodonico, il fondatore che quando da ragazzo preparava la birra era solito apporre un’etichetta casalinga alle bottiglie con il nome del toponimo. E quando ha avviato l’attività, l’ha mantenuto. “Sarebbe stato scontato scegliere nomi più di charme o pomposi – spiega - ma la nostra virtù è proprio l’umiltà e l’orgoglio di abitare in un paesino di 50 abitanti”. E così Birra di Barassi rimase. Ciò che rende speciale la produzione artigianale del birrificio non consiste nel quanto viene realizzato bensì nel come: un impianto a caduta da 4 ettolitri che sfrutta la gravità tra un passaggio e l’altro nel ciclo di produzione del mosto, l’uso del fuoco al posto delle resistenze elettriche per scaldare e bollire il mosto, l’assenza di automazione. E ancora: confezionate le bottiglie, la birra viene lasciata rifermentare e maturare un mese prima della vendita. Vengono inoltre usati spesso prodotti del territorio (corbezzoli, pesche, radici, miele e luppolo di propria coltivazione), nonché realizzate ricette personalizzate.
IN PRIMO PIANO A gestire il microbirrificio sono Giacomo Campodonico (nella foto, a sinistra), classe 1988, cuoco professionista con la passione per la produzione di birra già da ragazzo – è lui che nel 2018 trova nel fondo di un forno dismesso il luogo perfetto per avviare il progetto – e il coetaneo Sebastiano De Pilla, grafico e collaboratore di Giacomo nella produzione sin dai tempi dell’apertura. Divenuto socio nel 2020 in occasione dell’ampliamento dell’impianto.
IL PUNTO FORTE Il prodotto evergreen è la Pale Ale, la prima prodotta dal microbirrificio ligure: al palato la sua semplicità, equilibrio e ricchezza di sapore ed aroma la rendono un biglietto da visita ideale. Resinosa, con leggere note di pompelmo conferite dai luppoli, la Pale Ale è relativamente amara, bilanciata da note dolci dei malti di tipo caramel e pale ale. Ecco perché questa birra contiene note amare, dolci, acide e aromatiche, espressione di una complessità tutt’altro che scontata.
CONTATTI Via Lombardia, 100 - Lavagna (Ge) Telefono: 3493763613 birradibarassi.it
21
DRINK
Eugin E
ugin Distilleria Indipendente è la prima distilleria nata in Brianza negli ultimi decenni. Premiata all’apertura in occasione dei BtoB Awards come start up dell’anno tra le aziende del settore food nella provincia, il focus è stato fin da subito la distillazione di gin prodotti in piccoli lotti, con cura artigianale tanto della materia prima quanto del processo di produzione, curato personalmente dal fondatore e Master Distiller Eugenio Belli. L’azienda pone grande attenzione alle tematiche di sostenibilità ambientale: l’energia utilizzata per tutti i processi proviene da fonti certificate 100% rinnovabili, il packaging di cartone interamente riciclabile e le etichette stampate con inchiostro a Uv. Ai 2 gin continuativi, ai 4 stagionali e alla Vodka, si aggiunge ora Foresta, un London Dry ad alta gradazione i cui 57,6° permettono di esprimere al meglio le botaniche utilizzate. L’idea è quella di fare rivivere, attraverso gli ingredienti caratterizzanti, le essenze dei nostri boschi alle diverse altitudini: corteccia di quercia, nocciole crude, gemme di betulla e semi di abete, oltre alle bacche di ginepro italiano, ai semi di coriandolo e alla radice di angelica che costituiscono la base aromatica.
IN PRIMO PIANO L’attività è portata avanti dai fratelli Belli: Eugenio (nella foto, a sinistra) segue la produzione ed è la parte creativa e pratica della distilleria. Niccolò, che all’inizio seguiva la parte più amministrativa, da pochi mesi è il responsabile dell’ultimo progetto di Eugin Distilleria Indipendente: ha aperto a Milano, nel quartiere Casoretto, il primo flagship store del brand. Dall’arredamento alla possibilità di effettuare degustazioni guidate, tutto concorre nel replicare in Eugin Store le sensazioni della distilleria brianzola.
IL PUNTO FORTE La caratteristica principale della produzione di Eugin Distilleria Indipendente è la scelta delle botaniche: alcune di quelle utilizzate per la produzione continuativa sono autoprodotte. Gli agrumi sono comprati freschi di anno in anno, pelati ed essiccati a bassa temperatura, la melissa è coltivata home made, la menta è raccolta selvatica, quelle per le versioni stagionali sono sempre ed esclusivamente raccolte nei boschi e nei prati. Inoltre, nell’autunno del 2021 sono stati piantati i primi 36 ginepri, con l’obiettivo di diventare negli anni indipendenti anche su questo fronte.
CONTATTI Via Trento, 90 – Meda (MB) Via Casoretto, 5 - Milano email: info@eugindistilleria.it store@eugindistilleria.it eugindistilleria.it
22
DRINK
Farmacia dei Contenti D
al caos del lockdown è nato il liquorificio Farmacia dei Contenti, costola del ristorante Farmacia dei Sani a Ruffano, nel Salento, a sua volta uno dei migliori locali pugliesi a conduzione familiare, laboratorio d’idee e innovazione dall’animo informale . Il lavoro di Fabio e i suoi fratelli – Roberto in sala e Valentina in cucina – si ispira al territorio come massima espressione di bellezza. Una storia lunga secoli che racconta la vita della famiglia Rizzo, dapprima commercianti di olio d’oliva e alimentari, poi di automobili e autocarri e oggi precursori della ristorazione moderna del Salento. Ristorante e liquorificio generano un connubio ideale tra cibo e alcolici per chi vuol farsi guidare in un percorso di sapori e profumi. La missione di Fabio è valorizzare la liquoristica italiana, facendo rivivere le emozioni dei rituali nostrani partendo dai liquori classici a quelli più elaborati: rosolii, amari e gin, che Fabio realizza in piccole anfore di terracotta per conferire mineralità imprimendo poi ad ognuno una forte impronta del Sud. Farmacia dei Contenti diventerà un concept che viaggerà per l’Italia e nel mondo per diffondere la sua filosofia folk.
IN PRIMO PIANO Fabio Rizzo, classe ’74, laurea in giurisprudenza e un passato ricco di esperienze diverse. Oggi project manager del brand, offre consulenza alle imprese per aiutarle a crescere. Amante del gin ha deciso di crearne tre tutti originalissimi che, come anche gli amari di sua produzione, hanno riscosso immediato successo nel ristorante che gestisce insieme ai fratelli Roberto e Valentina, la Farmacia dei Sani. Il suo motto è: il miglioramento continuo è meglio della perfezione in ritardo.
IL PUNTO FORTE Punta di diamante della produzione made in Ruffiano è il gin Fico, che i produttori definiscono “un gin dall’anima folk”. Prodotto con ginepro e foglie di fico salentino – materia prima da cui trae il nome – ad ogni sorso racconta il sapore del Sud, della rugiada di prima mattina, della terra rossa arsa dal sole e dallo scirocco. Gli fa eco il gin Mlsqt, alle alghe, sa di salsedine e di iodio, perfetto accompagnamento della cucina di mare e del pesce crudo.
CONTATTI Piazza del Popolo, 14 Ruffiano (Le) Telefono: 339 8332514 farmaciadeisani.eu
23
DRINK
Fonte Plose N
asce a 1870 metri d’altezza e dal cuore delle Dolomiti raggiunge le migliori tavole in Italia e all’estero. Acqua Plose è una delle acque più leggere al mondo e con il maggiore contenuto di ossigeno. Sgorga sul monte Plose, in Alto Adige, a circa 20 km da Bressanone, nell’area del parco naturale Puez. La sua origine conferisce un elevato grado di eccellenza. Il territorio incontaminato e le caratteristiche fisiche contribuiscono a dare straordinaria leggerezza ed eccezionali proprietà ad Acqua Plose tra cui la purezza e un pH di 6,6 identico a quello dell’acqua intercellulare contenuta nel nostro corpo. Tutte virtù che sono la migliore rappresentazione di uno straordinario territorio dove la bellezza si svela per quello che è, naturale e inalterata. La stessa eredità si trova in ogni singola goccia dei prodotti Plose, sinonimo di tradizione, affidabilità e made in Italy. Fonte Plose produce e distribuisce unicamente bottiglie in vetro, occupandosi di ogni aspetto dell’imbottigliamento rappresentando i più alti standard di ecosostenibilità.
IN PRIMO PIANO Storica azienda familiare nata negli anni ‘50 dall’intuizione di Giuseppe Fellin, che scoprì le straordinarie proprietà delle sorgenti d’acqua che sgorgano dalla fonte nel Monte Plose. Sin dalle origini l’azienda ha sede a Bressanone (Bz) dove la famiglia Fellin, attenta a rispettare le tradizioni locali e impegnata nella salvaguardia dell’ambiente, ha costruito un modernissimo stabilimento che consente di imbottigliare l’acqua secondo le più rigide regole igieniche, preservandone inalterate le qualità. Oggi l’azienda è guidata da Andreas e Paolo Fellin.
IL PUNTO FORTE Acqua Plose si sposa alla perfezione con i migliori piatti della cucina tradizionale e internazionale, esaltandone i sapori e accompagnandosi con armonia agli aromi dei grandi vini. È per questo che la caratteristica bottiglia di vetro viene proposta nelle versioni Gourmet o Luxury, etichette pensate specialmente per la ristorazione. Fonte Plose intraprende una nuova avventura nell’ambito della mixology di qualità con la linea Alpex – Supreme Tonic Water. Nel 2021 completa la gamma BioPlose introducendo 11 nuove bibite gasate biologiche.
CONTATTI Via Julius Durst, 12 - Bressanone (Bz) Telefono: 0472 836461 email: info@acquaplose.it acquaplose.com alpexdrinks.com
24
DRINK
Levico Acque U
na sorgente incontaminata tra i boschi di conifere della Valsugana, a 1660 metri d’altezza nel cuore delle Alpi Trentine: è qui che nasce Acqua Levico, un’acqua minerale di montagna, purissima e minimamente mineralizzata, da sempre imbottigliata solo in vetro per preservarne al meglio le caratteristiche, ma anche per un impegno concreto per la salvaguardia dell’ambiente. Il vetro è infatti l’unico materiale completamente puro e riciclabile al 100%. Inoltre, grazie alla scelta virtuosa del vetro a rendere, ogni bottiglia può essere riutilizzata sino a 30 volte, riducendo così sprechi e consumi, e soprattutto evitando la plastica, con un reale beneficio per il pianeta. L’impegno per i valori dell’ambiente e della responsabilità ha permesso all’azienda – diventata dal 2020 la prima società Benefit nel settore delle acque minerali – di raggiungere già dal 2014 l’impatto zero, ovvero la compensazione delle emissioni di anidride carbonica prodotta nei cicli di produzione. E dal 2019 è arrivata all’impatto positivo, ovvero rimuovere dall’atmosfera il 110% della Co2 emessa annualmente in tutto il ciclo di vita del prodotto, inclusa la produzione del vetro e i trasporti, diventando così la prima climate positive water al mondo.
IN PRIMO PIANO A guidare dal 2005 la Levico Acque è il presidente Mauro Franzoni, “La nostra acqua minerale in vetro è ideale per la consegna a domicilio, ma l’aspetto cui teniamo di più è quello valoriale, da condividere con distributori e consumatori. Oggi non basta più avere un prodotto di eccellenza: è necessario produrlo con un’identità chiara e sostenibile da tanti punti di vista, in primis quello ambientale, sociale ed economico”.
IL PUNTO FORTE L’Acqua Levico fa bene al pianeta: in collaborazione con Wow Nature, l’azienda ha avviato un programma pluriennale di riforestazione e cura di decine di migliaia di alberi, dalle Alpi al mare, generando impatti positivi sul clima e sull’ambiente verificati dallo standard Fsc (Forest stewardship council). Le foreste interessate sono in Trentino Alto-Adige e Val di Fiemme, ma nei prossimi anni il progetto investirà anche il Parco Fiume Brenta, la città di Padova e infine il Parco Milano Nord.
CONTATTI Piazzale Stazione, 6 - Levico Terme (Tn) Telefono: 0461 702311 levicoacque.it
25
DRINK
Portofino Dry Gin P
ortofino Dry Gin è un distillato artigianale ultra-premium nato per celebrare la bellezza dei paesaggi italiani e la ricchezza del suo patrimonio. È proprio dal gioiello della riviera ligure di Levante che nasce la storia di un prodotto iconico come Portofino Dry Gin. Il clima particolarmente mite permette alla vegetazione mediterranea di crescere rigogliosa tutto l’anno. Ed è in questo contesto che mette in scena ogni giorno la meraviglia dei luoghi e delle suggestioni della Dolce Vita. Il brand Portofino Dry Gin viene costituito nel 2018 e la produzione inizia nell’aprile 2019. Nel corso degli anni è passata dal primo lotto di 3mila bottiglie, alle 15mila del 2019, fino alle 25mila del 2020. Nel 2021 si è arrivati a 70mila bottiglie ed è presente sui mercati di Australia, Austria, Canada, Danimarca, Estonia, Germania, Grecia, Hong Kong, Israele, Italia, Libano, Norvegia, Olanda, Norvegia, Regno Unito, Serbia, Slovacchia, Sud Africa, Svizzera, Taiwan, Ucraina e Usa. Gin pluripremiato nel 2020, nel 2021 è stato nominato Best Italian Gin nella categoria classica al The World Gin Awards. Venduto in una bottiglia da 500 ml, nei primi sei mesi del 2021 è arrivata sul mercato anche la versione esclusiva da 100 ml insieme alla 5 litri.
IN PRIMO PIANO Ruggero Raymo è ceo e cofondatore. Prima di entrare nell’industria degli spirits e iniziare il grande impegno su Portofino Dry Gin, ha lavorato in prestigiose istituzioni sportive mondiali con ruoli in Laureus, Fifa, Eurosport e Milan. L’aver vissuto in tante realtà diverse lo ha portato a costruire, con gli altri partner, un’ampia e forte rete globale di contatti. Insieme a lui ci sono i due cofondatori: Alessandro Briola che è il Cfo dell’azienda e Christoper Egger, inserito nel 2021 da Forbes tra i cento volti rilevanti nel settore marketing e comunicazione. Fa parte del management anche il direttore operativo, Emanuele Scalera.
IL PUNTO FORTE Non è una vera iniziativa, piuttosto un modo di servire il delizioso Portofino Gin, suggerito dall’azienda stessa. Si tratta dell’apprezzatissimo Portofino & Tonic. Per un’esperienza mediterranea davvero coinvolgente viene consigliato di servire Portofino Dry Gin con abbondante ghiaccio, una scorza di limone fresca e un’acqua tonica di grande qualità. Se possibile, guarnire con un rametto di lavanda per esaltare al naso le botaniche (ben 21) ed evocare i profumi della riviera. Da sottolineare, infine, che Portofino Dry Gin non ha zuccheri aggiunti ed è distillato con alcol prodotto da grano italiano.
CONTATTI email: info@portofinogin.com portofinogin.com
26
DRINK
Puni L
a distilleria Puni è la prima e unica distilleria italiana di whisky. Fondata nel 2010 e gestita dalla famiglia Ebensperger si trova nella città di Glorenza in Alto Adige, incastonata nel mezzo delle Alpi. La famiglia Ebensperger ha sempre avuto la passione per il whisky scozzese e, infatti, la scelta del luogo dove costruire la distilleria è avvenuta attentamente proprio per ricreare le condizioni climatiche delle highlands del nord della Scozia L’idea è nata nel 2010 e proprio da quel giorno fu costruito lo stabile, nel seminterrato della sede, grande 13 metri per 13 (una vera opera d’arte) dove si trova tutta l’area di produzione e il cuore di questa distilleria unica in Italia. La Puni ha iniziato a distillare nel 2012. I cereali usati per la produzione del suo whisky comprendono una miscela di malto d’orzo, segale e frumento. Nel 2015 la distilleria ha fatto uscire le sue prime due espressioni di Italian Single Malt, il Puni Alba e il Puni Nova, tutti e due invecchiati per 3 anni. Oggi la linea è aumentata e il pezzo forte è il Puni Aura Limited Edition invecchiato 8 anni. La Puni utilizza solo cereali italiani provenienti dalla Val Venosta zona famosa per la sua tradizione e la qualità dei suoi cereali.
IN PRIMO PIANO Quello che incitava la famiglia Ebensperger a costruire la distilleria Puni era la grande e comune passione per l’Acquavite scozzese. Nel 2010, dopo anni di ricerca, Albrecht Ebensperger, costruttore edile, ha fondato Puni, la prima distilleria di whisky italiana. Caratterizzata da una forma architettonica estremamente interessante, a cubo, la distilleria ha sede a Glorenza, in Alta Val Venosta, “granaio del Tirolo” Oggi lavorano a Puni il fondatore Albrecht Ebensperger, la moglie Daniela, il figlio Jonas e altre tre persone, divise tra lo spazio espositivo e gli uffici.
IL PUNTO FORTE I due alambicchi sono stati costruiti in modo tradizionale in Scozia, hanno però una differenza basilare con quelli scozzesi, il riscaldamento infatti dell’alambicco non viene effettuato attraverso il vapore ma per usando acqua calda. Questo metodo fornisce un controllo più preciso sulla temperatura. Dal 2010 a oggi è stato sperimentati molto nella produzione del whisky, usando varietà di orzo diverse provenienti della Baviera, dalla Gran Bretagna e dalla Sicilia. Il whisky matura in botti di Bourbon americano, botti di Marsala siciliano, botti ex peated o botti di sherry spagnoli, creando i più svariati aromi capaci di soddisfare un’ampia varietà di gusti.
CONTATTI Via Muhlbach 2, Glorenza (Bolzano) Telefono: 0473835500 email: info@puni.com puni.com
27
DRINK
Sabatini Gin S
ono quattro i componenti della famiglia Sabatini a cui si deve la creazione di Sabatini Gin: Filippo, Enrico, Niccolò e il padre degli ultimi due, Ugo. Li accomuna una passione per il rito dell’aperitivo che si è sposata con la voglia di fare qualcosa che coinvolgesse tutta la famiglia. Nonostante le diverse attività lavorative all’estero, i Sabatini hanno sempre mantenuto uno stretto legame con la loro terra, in particolare con Cortona, località toscana nel cuore della Valdichiana dove nel 2015 ha visto la luce Sabatini Gin. Qui si trovano le storiche dimore di famiglia, tra cui Villa Ugo, dove vengono prodotte le botaniche che caratterizzano i prodotti Sabatini. L’impegno e la passione dei fondatori hanno permesso all’azienda di imporsi rapidamente non solo nel mercato nazionale, ma anche in quello internazionale, sotto la guida della famiglia Sabatini e della marketing manager Chiara Casati. Sabatini Gin è quindi una giovane e innovativa azienda, che oggi vanta una linea di prodotti che rappresentano appieno la cultura e la qualità del made in Italy.
IN PRIMO PIANO Enrico Sabatini risiede da 15 anni nel sud-est asiatico, ricoprendo ruoli chiave nello sviluppo di brand di largo consumo. Il suo background cosmopolita è stato essenziale per la nascita di Sabatini Gin: fu proprio lui nel 2014 a introdurre la famiglia ai distillati di ginepro più popolari sul mercato. Grazie al suo lavoro, Sabatini è uno dei gin più venduti in Italia e presente in 14 mercati esteri. Ha inoltre seguito il lancio dei nuovi distillati, come l’analcolico Gino° e l’ultra premium Gin Barrel.
IL PUNTO FORTE Dall’amore per la Toscana e il buon bere, la famiglia Sabatini ha creato il primo London Dry Gin distillato con botaniche toscane. Realizzato attraverso un processo di produzione artigianale, Sabatini Gin aggiunge al ginepro altri profumi della Valdichiana: coriandolo, iris, finocchio selvatico, lavanda, foglie di olivo, timo, verbena e salvia, raccolti nelle proprietà di famiglia. Nel 2021 è nato Gino°, il primo distillato premium analcolico dallo spirito sempre rigorosamente toscano.
CONTATTI Teccognano, C.S 565 - Cortona (Ar) email: info@sabatinigin.com sabatinigin.com
28
DRINK
Unico C
ompagnia Mediterranea Liquori è simbolo di innovazione e affidabilità. Il suo obiettivo è fornire una proposta altamente selezionata ed esclusiva che possa soddisfare le esigenze dei clienti. Da anni condivide esperienze, pensieri ed emozioni con solidi principi e valori, con la chiara e precisa volontà di omaggiare la tradizione e di innovarla al tempo stesso. Un’esperienza che, grazie alla fiducia conquistata attraverso le partnership con le aziende con cui collabora, permette di operare in esclusiva su tutto il territorio nazionale e di creare, in sinergia, strategie commerciali e di marketing utili ad affrontare le necessità di mercato. Nata inzialmente come compagnia importatrice dall’estero, oggi, grazie alle competenze e all’esperienza acquisita ha realizzato il suo primo prodotto artigianale, legato ai famosi e unici ingredienti della Sicilia, terra dei tre fondatori: Domenico Viola, Giovanni Battista Castiglione e Giuseppe Schillaci. L’amaro Unico è quindi il loro omaggio all’isola.
IN PRIMO PIANO Anche se si conoscono sin da piccoli, i destini imprenditoriali di Domenico Viola, Giovanni Battista Castiglione e Giuseppe Schillaci (nella foto, a partire da sinistra) si sono incrociati solo cinque anni fa. Prima fondando Cavisk e, solo in seguito, Compagnia Mediterranea Liquori. Il loro slogan è: “Mai arrendersi, rialzarsi sempre e puntare sempre in alto”.
IL PUNTO FORTE Unico è l’amaro artigianale che nasce dall’infusione di avocado e agrumi siciliani. Ogni scorza, proveniente soltanto da frutti freschi e dell’Isola, viene selezionata e sbucciata manualmente una a una, come si faceva una volta. L’utilizzo dell’avocado è il completamento di un perfetto equilibrio tra tutti gli ingredienti presenti. Lo dimostra il giudizio dei giudici all’International Wine and Spirit Competition che gli hanno assegnato la medaglia d’oro con il punteggio di 96/100.
CONTATTI Via Luigi Cosenz, 6 - Palermo Telefono: 091 7778405 email: info@compagniamediterranealiquori.com unicoamarosiciliano.com compagniamediterranealiquori.com
29
Crea etichette alimentari a norma di legge Brother offre soluzioni di etichettatura per creare etichette e codici a barre ideali per supermercati, ristoranti, bar e punti vendita. www.brother.it
100 ECC ELL ENZ E
D O O F
FOOD
Accademia Olearia N
ata ad Alghero (Sassari) a metà Ottocento, l’azienda agricola vanta quattro generazioni di olivicoltori: è gestita con dedizione e passione dalla famiglia Fois, che segue personalmente tutte le fasi di lavorazione, dalla coltivazione delle olive alla loro trasformazione. Accademia Olearia si estende su oltre 200 ettari con più 25mila piante, principalmente di cultivar Bosana, integrate da altre cultivar autoctone e nazionali con lo scopo di arricchire le caratteristiche organolettiche e qualitative degli oli prodotti. La raccolta delle olive viene effettuata con mezzi meccanici ed esclusivamente dalla pianta, non appena i frutti iniziano l’invaiatura, da inizio ottobre fino a tutto dicembre. Le olive vengono frante in un moderno impianto a ciclo continuo a due fasi, entro massimo 12 ore dalla raccolta. Un controllo costante dei tempi di gramolazione, di estrazione e delle temperature di lavorazione, mai sopra i 27 gradi, permette di garantire sia la sicurezza alimentare che la qualità del prodotto finito, caratterizzato da un fruttato fresco e intenso, equilibrato al palato con richiami erbacei e fruttati. Il risultato sono oli premiati ai massimi livelli su tutte le guide di settore, a partire da Flos Olei.
IN PRIMO PIANO A far fare il salto di qualità all’azienda è stato, tra gli anni Ottanta e Novanta, Giuseppe Fois, padre degli attuali titolari Antonello e Alessandro (nella foto, rispettivamente alla sua sinistra e alla sua destra). Dopo aver realizzato importanti innovazioni sia sulla tecnologia di raccolta che estrattiva, ha guidato – a partire dal 2000 – il passaggio alla creazione di un brand familiare vocato alla produzione di qualità. Ha inoltre responsabilizzato Antonello e Alessandro, facendoli crescere sulla via dell’eccellenza.
IL PUNTO FORTE Fruttato verde, la Gran Riserva Giuseppe Fois rappresenta la massima espressione qualitativa dei prodotti di Accademia Olearia, selezionato dalle maggiori riviste e concorsi mondiali. È ottenuto in quantità limitata tramite selezione in campo in alcune particolari tenute e di cultivar specifiche. Olio di grande equilibrio ma di elevatissimo tenore sensoriale, con un profumo netto di oliva, richiami di mela e pomodoro, forti sentori vegetali ed equilibrio tra amaro e piccante.
CONTATTI Via dei Carbonai, loc. Ungias Galante - Alghero (Ss) Telefono: 079 980394 accademiaolearia.com
32
FOOD
Amedei Toscana A
medei Toscana è una storica azienda italiana di produzione di cioccolato artigianale con sede a Pontedera (Pisa). Nata nel 1990, l’azienda è, da sempre, promotrice della cultura del cioccolato, dei suoi abbinamenti e della sua degustazione. Nell’agosto 2017 è stata acquisita da Ferrarelle, con l’obiettivo di riportare nel Paese l’azienda simbolo di artigianalità e raffinatezza italiana e arricchire la propria gamma di prodotti di eccellenza. Oggi, produce 150 creazioni di cioccolato esportate in 30 Paesi, utilizzando i semi di cacao più pregiati, con meticolosa attenzione nella selezione delle materie prime e controllo della filiera produttiva, per una sapiente lavorazione di ingredienti di qualità. E vanta, al contempo, 103 premi e riconoscimenti a livello internazionale. In particolare, Amedei Toscana ha vinto per dieci anni il premio Tavoletta D’Oro della Compagnia del Cioccolato e ha ottenuto i massimi riconoscimenti dall’Academy of Chocolate di Londra, che, solo nell’ultimo anno, ha premiato 11 sue creazioni. Infine, non bisogna dimenticare che la società è presente anche a Expo Dubai 2020, con Ferrarelle, che è platinum sponsor e sustainability ambassador del padiglione Italia.
IN PRIMO PIANO Michele Pontecorvo Ricciardi è vicepresidente di Ferrarelle e presidente di Amedei Toscana. Dal 2010 è membro del consiglio di amministrazione di LGR Holding e siede nel cda della casa editrice La Nave di Teseo. A settembre 2020 assume la presidenza regionale di Fai Campania. “Amedei Toscana è una realtà in continua evoluzione, alla ricerca di nuove proposte in grado di conciliare tradizione e innovazione, perseguendo il valore dell’eccellenza, da sempre alla base dell’idea di fare impresa di Ferrarelle Società Benefit”, afferma.
IL PUNTO FORTE Amedei Toscana persegue la missione di promuovere la cultura del cioccolato in Italia e nel resto del mondo. Gli elementi che contraddistinguono la società sono, infatti, qualità, italianità e innovazione di prodotto, che accomunano la visione del brand a quella di Ferrarelle, da sempre impegnata nella costruzione di una cultura della sostenibilità. Non è un caso se persegue un innovativo modello di economia circolare, che trova applicazione anche nel packaging, riutilizzando le bucce di cacao per produrre carta riciclata.
CONTATTI Via San Gervasio, 29 Loc. La Rotta - Pontedera (Pi) email: office@amedei.it amedei.it
33
FOOD
Baghi’s P
iccole dimensioni, ma grandissima attenzione alla qualità delle materie prime: la pasticceria artigianale Baghi’s nasce a Castello di Godego, in provincia di Treviso, e trova nei lievitati – in primis nel panettone, ma anche colombe, pandolci e babà - il suo fiore all’occhiello. Non a caso, i titolari Riccardo Gasparin e Fabio Pellizzari hanno fondato l’azienda perché non riuscivano a trovare sul mercato un dolce realizzato senza aggiunta di monogliceridi, conservanti o additivi di altro tipo. Da qui la scelta di realizzare lievitati made in Veneto fatti esclusivamente con lievito madre vivo, farine (tipo 1 o integrale al 100%), uova rotte a mano allevate a terra e provenienti da un vicino allevamento in cui le galline ascoltano musica classica. Il tutto lavorato con le lunghe tempistiche necessarie per ottenere un prodotto d’eccellenza. Oggi Baghi’s lavora per il 70% con l’estero (in particolar modo Usa e Giappone), ottiene premi in concorsi internazionali come il Great Taste Award di Londra e vede i suoi prodotti esposti in alcuni dei negozi più ricercati al mondo. “Quando produciamo per i nostri clienti giapponesi, questi sono presenti qui in sede, durante la lavorazione”, spiega Gasparin.
IN PRIMO PIANO I veneti Riccardo Gasparin (a destra nella foto) e Fabio Pellizzari – il primo ha un passato da direttore amministrativo con la passione per il vino e un diploma in sommelier, mentre il secondo si occupava dei lievitati nell’azienda alimentare di famiglia - hanno gettato le fondamenta dell’azienda nel 2013 mossi dalla comune attrazione verso il buon cibo, con la consapevolezza che qualunque dolce fosse uscito dal loro laboratorio sarebbe stato vero, senza conservanti, coloranti o additivi.
IL PUNTO FORTE Realizzato prima che diventasse mainstream, il prodotto di punta di Baghi’s è il panettone tradizionale in vasocottura con arancio candito e uvetta. Si tratta della visione moderna del dolce natalizio più tradizionale: l’impasto è quello del panettone classico ma fatto lievitare e cotto direttamente nel suo vaso di vetro. Al di là del packaging, il panettone sottovetro ha un vantaggio importante: il contenitore preserva aromi ed umidità, allungando di fatto la vita del prodotto.
CONTATTI Via dell’Artigianato, 34, Castello di Godego (TV) Telefono: 0423 750304 baghis.com
34
FOOD
Bodrato U
n’autentica bottega artigianale di cioccolato nata a Genova negli anni ’40, seguendo valori che si percepiscono ancora oggi nel moderno stabilimento di Novi Ligure, dove Paola e Fabio Bergaglio guidano l’azienda con tenacia e voglia di innovare, osando travolgere schemi classici per ottenere più gusto, più qualità, tanto carattere e un’identità molto definita. Da Bodrato la tradizione del cioccolato piemontese incontra le migliori fave di cacao del pianeta, grazie al progetto Bean to Bar, e si manifesta in decine di declinazioni, dalle classiche a quelle ricercate e audaci. Prodotti e confezionamento sono unici e riconoscibili: un rosso profondo, elegante, abbinato con cromie scure, bronzo, nero o pois colorati. Le confezioni custodiscono golosi e raffinati cioccolatini, assieme alle tante novità lanciate ogni anno dall’azienda piemontese, dai celebri boeri alle tavolette di gianduia o cioccolato con abbinamenti sempre ai bodratini, le creme spalmabili e le celebri uova decorate a mano per la Pasqua. La produzione, che si posiziona nel mercato premium del cioccolato, è destinata il 20% all’estero. Il brand è cult per più di 5mila clienti abituali nei negozi specializzati, gastronomie, enoteche, pasticcerie e hotel di lusso.
IN PRIMO PIANO Dalla Bottega di Genova ai migliori gourmet corner. Bodrato è una storia di imprenditori e chocolate maker sotto la preziosa guida di Paola e Fabio Bergaglio. Il segreto del successo? Grande attenzione all’impatto ambientale, con zero emissioni di CO2 grazie a packaging sostenibili e riciclabili e un impianto fotovoltaico che rende l’azienda autosufficiente.
IL PUNTO FORTE Il Boero artigianale, la punta di diamante di Bodrato, ripieno delle migliori ciliegie della varietà marca bianca di Vignola e Bella di Garbagna, presidio SlowFood, bagnate dalle grappe dei vitigni del territorio e vestite di cioccolato fondente.
CONTATTI Strada del Turchino, 41 - Novi Ligure (Al) Telefono: 0143 468902 bodratocioccolato.it
35
FOOD
Coppini Arte Olearia C
oppini Arte Olearia, dal 1946, è specializzata nella produzione di olio extravergine di oliva di qualità certificata per la ristorazione, i negozi di specialità alimentari e i veri gourmet. L’azienda ha perseguito un disegno lungimirante, fatto di innovazione e rispetto per l’ambiente, portato avanti con impegno e tenacia dalla famiglia Coppini. Un progetto tracciato da Amèrico Coppini e dalla moglie Anita, portato avanti dal figlio Ernesto e dai suoi quattro figli. Oggi, come nel 1946, l’azienda ha la stessa attenzione e la stessa cura per il suo olio extravergine, dalle olive fino al prodotto finito, che garantisce anche attraverso la certificazione della tracciabilità di filiera e la carta di identità che per prima ha voluto introdurre. Per affermare con estrema chiarezza e trasparenza l’origine del proprio extravergine nel 1988 è nato il progetto Top (Tracciabilità origine prodotto), un marchio che rappresenta l’identità dell’azienda e la certificazione dell’eccellenza del prodotto. Coppini Arte Olearia, nelle zone dedicate alla produzione - Abruzzo, Puglia e Sicilia - ha i suoi uliveti gestiti da olivicoltori che sono tenuti a rispettare il disciplinare e a seguire la consulenza di agronomi esperti.
IN PRIMO PIANO Ernesto Coppini, classe 1942, a soli 18 anni entra nell’azienda di famiglia contribuendo da subito alla sua crescita. Esempio di correttezza e competenza per i figli Matteo, Francesco e Pierluigi e per la nipote Anita, figlia del compianto Paolo, che rappresentano un vero esempio di moderna e capace giovane imprenditoria. Nel 2019 è stato insignito del titolo di Accademico Corrispondente dall’Accademia Nazionale dell’Agricoltura, per le attività portate avanti nell’ambito imprenditoriale legato all’olivicoltura, per l’impegno dedicato all’ambiente e alla sostenibilità sociale.
IL PUNTO FORTE L’olio extravergine de’ Coppini rappresenta la massima espressione della produzione dell’azienda. Le olive, provenienti da appezzamenti di terreno identificati, vengono raccolte a mano nella loro primissima fase di maturazione quando sono ancora verdi. Subito appena arrivate in frantoio, le olive vengono selezionate a mano sul tappetino, sia per eliminare le foglie che per asportare gli eventuali frutti danneggiati o troppo maturi e vengono immediatamente avviate alla frangitura, in modo da mantenere al massimo l’integrità del frutto.
CONTATTI Strada al Grugno, 3/ 4 San Secondo Parmense (Pr) Telefono: 0521 877601 email: info@coppini.it – shop@coppini.it coppiniarteolearia.com
36
FOOD
D’Amico F
ondata nel 1968 dai fratelli Francesco e Mario D’Amico, oggi l’azienda è alla terza generazione e con il marchio D’Amico si fa portavoce del made in Italy nel mondo. Leader nel mercato nazionale, specializzata nella produzione di conserve alimentari e con l’headquarter a Pontecagnano (Salerno), la D&D Italia vanta un fatturato di circa 70 milioni di euro ed è presente in 74 mercati internazionali sia con il marchio D’Amico, sia con i brand Logrò e Montello, acquisiti nel 2011 insieme all’unità produttiva di Rovereto. Ai quali si è aggiunta nel 2018 anche Hds, l’azienda di distribuzione alimentare presente in maniera capillare con i brand storici Robo e Dega. Negli anni, l’azienda si è contraddistinta per la cura nella selezione delle materie prime, valorizzate da sistemi di produzione tecnologicamente avanzati che garantiscono elevati standard qualitativi, e dalla costante ricerca di nuovi prodotti e metodi di lavorazione innovativi, attenti, allo stesso tempo, al territorio e all’ambiente. E, grazie a un’offerta che soddisfa i consumatori più esigenti, valorizza la tradizione e il legame dei prodotti con il territorio di origine, con un occhio al mondo vegetariano e biologico.
IN PRIMO PIANO “Il nostro successo è stato costruito lavorando con passione e rispetto sulla qualità delle materie prime e sul recupero delle ricette della tradizione regionale, migliorando costantemente i processi produttivi. E questo ci ha portato a essere apprezzati e a rappresentare con orgoglio il Made in Italy nel mondo”, dichiara Sabato D’Amico, ceo di D&D Italia, già Cavaliere della Repubblica, presidente del gruppo alimentare di Confindustria Salerno, ceo del consorzio Tradizione Italiana e membro dell’Advisory Board di Confindustria Campania con delega all’industria agroalimentare
IL PUNTO FORTE Il core business aziendale è rappresentato dai seguenti mercati: sottoli, sottaceti, olive, vegetali al naturale, pesti e creme, sughi pronti e legumi bio, premium e Igp. L’azienda propone referenze che recuperano ricette e lavorazioni tipiche della tradizione gastronomica italiana ed è alla continua ricerca di preparazioni inedite e originali. I prodotti D’Amico si caratterizzano, inoltre, per la qualità delle materie prime, la comodità di utilizzo e la disponibilità di tutte le referenze in ogni stagione.
CONTATTI Via Irno, Pontecagnano Faiano (Sa) Telefono: 089 2021232 email: info@damico.it damico.it
37
FOOD
Di Iorio Tartufi T
artufai da tre generazioni, la famiglia Di Iorio ha scelto di fare del pregiato tartufo molisano la propria vocazione. L’azienda Di Iorio Tartufi, che si trova a Busso in provincia di Campobasso, prende vita nel 2007 con la realizzazione di un laboratorio di trasformazione e il lancio di una linea di prodotti al tartufo di elevatissima qualità adottando fasi di lavorazione del tutto artigianale che hanno consentito a Di Iorio Tartufi di ricevere nel 2014 l’Oscar della qualità da una giuria di chef tra cui Gianfranco Vissani. Alla guida dell’azienda c’è Francesco Di Iorio, perito in tecnologia alimentare che segue scrupolosamente tutti i processi produttivi dall’arrivo delle materie prime, all’imballaggio fino alla spedizione dei prodotti. Oggi l’azienda rappresenta la migliore qualità del tartufo italiano nel mondo con oltre 25 ettari di tartufaie controllate, di proprietà. L’azienda garantisce tracciabilità controllata, una filiera completa dal bosco alla tavola e un’inimitabile freschezza del tartufo. Il successo e le tante soddisfazioni sono stati raggiunti grazie alla professionalità di tutto il team che ogni giorno mette nel proprio lavoro amore, passione e dedizione.
IN PRIMO PIANO Per Vincenzo Di Iorio la passione dei tartufi inizia da bambino grazie al nonno Vito, che lo portava con sé alla ricerca di tartufi nei boschi del Molise. Alle prime luci dell’alba, raggiungeva il nonno che lo aspettava con i due lagotti nella gabbietta dell’Ape, un vanghetto in tasca e una sacca a tracolla verde pronta per essere riempita. Il percorso da affrontare era lungo e faticoso ma la possibilità di vivere quei boschi incontaminati, privi di tracce del passaggio di altri esseri umani prima di loro, ricchi di sentieri nascosti e di segreti, leniva le fatiche e accresceva la passione del piccolo Vincenzo per il mondo dei tartufi.
IL PUNTO FORTE Il nuovo progetto dell’azienda è la Trufflexperience ideata con l’obiettivo di mostrare la tracciabilità dei prodotti. Un percorso a 360 gradi nel mondo del tartufo, con durata di circa tre o quattro ore, che consente a turisti italiani e stranieri provenienti da tutto il mondo di toccare con mano l’intera filiera vivendo un’esperienza unica che ha inizio con la caccia dei tartufi accompagnati dai cani per poi proseguire con la visita del laboratorio di trasformazione e concludersi con una degustazione a base di tartufo fresco appena raccolto.
CONTATTI Via A. Manzoni, 51 - Busso (Cb) Telefono: 328 0963870 email: info@tartufimolise.com diioriotartufi.it tartufimolise.com
38
FOOD
Fattoria Borrello L
a Fattoria Borrello si trova immersa nella folta vegetazione che caratterizza il Parco dei Nebrodi, in Sicilia. Lì, i suini neri sono liberi di pascolare tra castagni, noccioli e ulivi, nutrendosi di ghiande, castagne e prodotti del sottobosco. Il fiore all’occhiello della fattoria è rappresentato dal trattamento dei suini neri allevati allo stato semi-brado. Si tratta di un allevamento sostenibile che consente di ottenere prodotti di alta qualità. La maggior parte dei maiali vivono immersi liberamente nella natura e altri, in modo particolare le scrofe e i loro maialini, sono tenuti in grandi recinti in cui è possibile vedere le zimme, costruzioni ricoperte di pietre, terra, uno strato di ginestra mediterranea e felci, fresche in estate e calde in inverno. Tutte le carni di suino nero vengono trasformate nel salumificio di famiglia, dove con tecniche tradizionali si cerca di ottenere prodotti di alta qualità, come il prosciutto crudo di Suino Nero, il cotto, la mortadella, il salame, il guanciale, il lardo, e il Capocollo.
IN PRIMO PIANO Franco Borrello vanta un’esperienza pluridecennale nell’allevamento e nel trattamento dei suini neri. Fin da bambino, infatti, si è cimentato nell’attività di famiglia. Ottenendo riconoscimenti a livello nazionale e internazionale, e facendo conoscere Sinagra, un paese di meno di 3mila abitanti, in tutto il mondo. “La nostra salute dipende dal benessere di questi animali”, è il mantra di Franco Borrello, che alleva e trasforma il suino nero grazie all’aiuto dei figli Anna Laura e Giuseppe, e di tutti i ragazzi che lavorano incessantemente in fattoria.
IL PUNTO FORTE Ottenuti con carni di suino nero, i prodotti deliziano la tavola e sono diventati una garanzia per i consumatori. Mangiare carni di suino nero significa gustare e scoprire i profumi e le essenze tipiche dei Nebrodi. Le carni sono molto apprezzate, compatte e marezzate da grasso. I lardi, invece, sono rosati con leggere venature di magro. I prodotti di suino nero della Fattoria Borrello sono prodotti salutari, igienicamente sicuri, capaci di sprigionare aromi e sapori del territorio in cui sono nati.
CONTATTI Fattoria Borrello, Osteria del maiale nero Contrada Bosco - Raccuja (Me) Telefono: 389 108 5944 email: francoborrellosalumi@gmail.com trattoriaborrello.it
39
FOOD
Favole Siciliane F
avole Siciliane è il marchio nato dall’idea di Domenico Lombardo, titolare della Sicily & Co., di promuovere il bello e il buono della sua amata terra, la Sicilia. Una costante attenzione, ricerca e selezione delle tipicità regionali permettono all’azienda di offrire una vasta gamma di prodotti, sintesi di gusto e tradizione. L’azienda produce a marchio proprio e a tiratura limitata marmellate e confetture, vini e oli. L’etichetta Dolci Favole racconta le marmellate che si distinguono per ricercatezza della materia prima e unicità della ricetta. L’olio Verde Favole è un Evo prodotto con un blend di cultivar del territorio come la Nocellara dell’Etna e il Brandofino, solo mediante spremitura a freddo. I vini sono piena espressione dell’Etna e ne raccontano l’unicità in ogni bottiglia: Gocce di Lava, vino dal carattere forte e autentico, è prodotto con uve autoctone di Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio e matura in botti di rovere francese, mentre Sicania Matador è prodotto con le uve bianche tipiche locali, Carricante e Catarratto. Lo spumante metodo classico brut 69/70 è prodotto da Nerello Mascalese vinificato in bianco con una maturazione di oltre 36 mesi sui lieviti.
IN PRIMO PIANO Domenico Lombardo, catanese di nascita, è l’anima di Favole Siciliane. Di professione procurement e sales di grandi aziende nazionali e internazionali del settore delle telecomunicazioni, si trova spesso lontano dalla sua Sicilia, sentendone forte la mancanza. È proprio il forte legame con la sua regione il motivo principale che lo ispira a dedicarsi con tutta la sua energia e passione al progetto delle Favole Siciliane.
IL PUNTO FORTE Le marmellate di Favole Siciliane vengono prodotte principalmente selezionando la migliore frutta proveniente dalla tenuta di proprietà. Ciliegie, fragole, fichi d’india, agrumi e fichi bianchi vengono trasformati, con ricette d’un tempo, per regalare tutta la genuinità della Sicilia. Completano la gamma la campagnola con cipolla, nerello mascalese e mandorle oltre alle marmellate di gelsi neri, il miele di zagara, la confettura con arance carote e limoni e la marmellata con limoni e miele.
CONTATTI Via Abruzzi 11, 95014 Giarre (Ct) Telefono: 095 5877087 favolesiciliane.it
40
FOOD
Filippo Berio A
ppartenente al gruppo Salov e presente sul mercato dal 1867, il brand Filippo Berio – dal nome del fondatore, nato a Oneglia (Imperia) nel 1829 - è conosciuto e apprezzato in tutto il mondo: oggi è presente in oltre 75 Paesi. Nel 2019 viene lanciato sul mercato italiano con una gamma di prodotti premium pensati per i palati più esigenti. Tutte le referenze di olio extravergine di oliva Filippo Berio si avvalgono del Metodo Berio, un percorso di qualità e garanzia sostenibile, tracciato e certificato dal campo alla bottiglia. Vengono selezionate solo le coltivazioni che seguono i principi della produzione integrata rispettose dell’ambiente e di tutto l’ecosistema - utilizzando le olive migliori e sane, raccolte al giusto grado di maturazione e spremute a freddo, ottenendo la migliore qualità. Per Filippo Berio i numerosi controlli lungo tutte le fasi della produzione e i rigorosi test in laboratorio sono doverosi al fine di garantire un prodotto di altissima qualità. Il Metodo Berio è certificato da Sgs sia per ciò che riguarda la qualità del prodotto (con parametri qualitativi più restrittivi di quelli previsti per legge), sia per la sostenibilità ambientale lungo la filiera dal campo alla bottiglia.
IN PRIMO PIANO Nato a Roma, classe ‘58, Fabio Maccari è dal 2018 Ad del gruppo Salov, leader nel settore dell’olio d’oliva e dal 2015 parte del gruppo internazionale Bright Food di Shanghai. Maccari entra nel mondo dell’olio nel ‘97, prima in Unilever Italia e poi occupandosi delle maggiori operazioni industriali del settore. Il suo impegno in Salov si esprime anche in ambito di sostenibilità, con progetti innovativi per stimolare l’olivicoltura di eccellenza e uno sbocco di mercato a produzioni di qualità.
IL PUNTO FORTE La linea degli oli Evo Filippo Berio è espressione del Metodo Berio, il processo produttivo integralmente tracciato e certificato, fondato sui principi di sostenibilità insiti nell’agricoltura integrata. Inserendo sul sito il lotto di produzione è possibile scoprire informazioni come data di produzione, cultivar utilizzate, origine delle olive e luogo di molitura, oltre al profilo organolettico e sensoriale.
CONTATTI Via Montramito, 1600 - Massarosa (Lu) Telefono: 0584 947600 filippoberio.it
41
FOOD
Finocchiona Igp S
in dal 2015 la Finocchiona Igp – salume toscano che affonda le radici nel Medioevo, quando i contadini iniziarono a usare i semi e i fiori del finocchio all’interno dell’impasto di carne in sostituzione del pepe, allora assai costoso – gode del riconoscimento comunitario. La produzione certificata, resa possibile grazie al disciplinare di produzione, assicura garanzia e tutela per ogni attore della filiera. Il Consorzio raccoglie oltre 40 aziende toscane e si occupa della tutela e della promozione della Finocchiona Igp in Italia e nel mondo, intervenendo anche per favorire il miglioramento qualitativo delle produzioni suinicole e degli altri ingredienti usati per la realizzazione del salume. È grazie alle numerose campagne informative che oggi è conosciuta e apprezzata sulle tavole, dove si fa amare fin dal profumo invitante, avvolgente e speziato. La fetta mostra la grana mediogrande con parti di magro e grasso mescolate con semi di finocchio e grani di pepe. In bocca è morbida, con un gusto persistente dato dalle note speziate dei semi di finocchio e del pepe, seguite dalla sapidità delle carni e dalle note fresche dell’aglio.
IN PRIMO PIANO Aretino, classe 1977, Alessandro Iacomoni è al secondo mandato come presidente del Consorzio di tutela della Finocchiona Igp, di cui è al vertice sin dal 2017. Insieme al padre Walter si dedica all’azienda di famiglia nota per la produzione di salumi e soprattutto per la porchetta cotta a legna: col tempo ne prende in mano le redini portandola a crescere fino a diventare un’importante punto di riferimento produttivo nel panorama toscano delle salumerie.
IL PUNTO FORTE La Finocchiona Igp è la regina dei salumi della tradizione toscana, legata a doppio filo alla sua terra d’origine. La ricetta prevede l’uso di tagli specifici di carni fresche di suino pesante: tritate a grana medio-grande, vengono aggiunti semi e fiori di finocchio, aglio, sale e pepe, oltre ad ingredienti facoltativi come il vino. Una volta impastate le carni vengono insaccate e stagionate, col salume che si ricopre di un sottile strato di muffe nobili prima di essere certificato e messo in commercio.
CONTATTI Via di Novoli, 73/C - Firenze Telefono: 366 8997278 finocchionaigp.it
42
FOOD
Frantoio Santa Tea I
l Frantoio Santa Tea è una delle realtà più antiche del panorama oleario italiano, ma non è solo per la sua lunga storia che merita un posto nell’olimpio dell’extravergine: la struttura risalente al 1426 appartiene alla famiglia Gonnelli dal 1585 (quando venne acquistato dai frati del Carmine di Firenze), ma negli anni ha fatto dell’innovazione e della qualità i suoi punti di forza. Nello stabilimento di Reggello, così come nel recente Frantoio di Vertine nel Chianti Classico, vengono seguite tutte le fasi produttive - dalla coltivazione e selezione delle olive alla trasformazione, conservazione e imbottigliamento – e ad ogni processo applicate nuove tecnologie: Piero Gonnelli fu il primo a introdurre i tappi dosatori antiriempimento che oggi sono lo standard, mentre nel 2007 fu il primo in Europa a ottenere la certificazione Iso 22005 in materia di tracciabilità. Il Fratoio Santa Tea produce un ventaglio di 16 oli diversi per gusto e profumo, provenienti da 48mila piante certificate Bio, che producono le tradizionali cultivar toscane (Moraiolo, Leccino, Frantoio) raccolte al momento giusto per ottenere oli diversi per sapori e profumi, dai più dolci ai più intensi, piccanti, fioriti o leggermente amari.
IN PRIMO PIANO Dal 2018 Giorgio Gonnelli è Ad del Frantoio Santa Tea: formatosi tra la Toscana e gli Usa, con un’esperienza alla Berkeley University che gli ha consentito un approccio piuttosto diverso da quello italiano, entra nell’azienda di famiglia a 25 anni come export area manager col compito di sviluppare i mercati esteri. Negli anni, porta l’azienda verso un più ampio respiro internazionale, introduce un accurato controllo di gestione interno e nel 2015 vara l’e-commerce, uno dei primi nel mondo dell’olio.
IL PUNTO FORTE Tra i primi ideati da Piero Gonnelli selezionando le olive in base al livello di maturazione e varietà, la Raccolta Olive Verdi è il blend che più rappresenta l’immagine del frantoio. Studiato per offrire un gusto unico e identificativo del territorio, nasce dalla selezione di olive ancora verdi, al primo stato di maturazione, dalle cultivar Frantoio, Moraiolo e in piccola parte Leccino, raccolte a mano e frante a freddo. Color verde smeraldo, ha intensi profumi d’oliva fresca e note leggere di erbe selvatiche.
CONTATTI Via Piero della Francesca - Reggello (Fi) Telefono: 055 868117 gonnelli1585.com
43
FOOD
Grezzo Leone G
rezzo Leone nasce, come tutti gli altri prodotti Leone a base di cioccolato, all’interno della Fabbrica di dolci italiana che vanta 165 anni consecutivi di attività nel settore delle caramelle e dei dolciumi, sempre seguendo le antiche ricette della tradizione confettiera italiana, di cui l’azienda è ambasciatrice nel mondo. Grezzo Leone è il cioccolato fondente 70% che utilizza solo 3 ingredienti naturali: una pregiata selezione di fave di cacao, zucchero grezzo di canna e bacche di vaniglia, senza l’aggiunta di burro di cacao né lecitina di soia. È un prodotto gustoso e unico realizzato con l’impiego esclusivo di macchinari in pietra, come si faceva nel ‘700. Una serie di fasi fondamentali garantiscono prodotti di altissima qualità: dalla selezione delle fave di cacao alla loro tostatura ad aria calda, alla frantumazione e miscelazione con gli altri ingredienti. Concludono il processo un lento e lungo concaggio di 60 ore, realizzato con un antico macchinario in pietra, che contribuisce a formare il bouquet complesso e armonioso del cioccolato e infine la colatura e il modellaggio negli stampi.
IN PRIMO PIANO Michela Petronio è presidente di Pastiglie Leone. Dopo anni di carriera in aree di ricerca, sviluppo e innovazione per il gruppo Barilla, ha ricoperto ruoli di Leadership nello sviluppo di prodotti, tecnologie e processi, nella ricerca su temi come nutrizione, packaging, analisi sensoriale, agronomia, food science, design thinking, sicurezza alimentare. Negli ultimi anni ha partecipato attivamente all’ecosistema globale delle start up foodtech contribuendo a fondare Blu1877, il corporate venture del gruppo del quale è vice presidente. Le sue competenze e dedizione sono fondamentali per la crescita dell’azienda Leone.
IL PUNTO FORTE Dal 1857 l’azienda dolciaria Leone è sinonimo di caramelle e cioccolati di alta qualità con l’obiettivo di regalare piccoli momenti di felicità a chi li assapora. Leone rappresenta un unicum nell’universo dolciario poiché produce dolci esteticamente raffinati ispirati a ricette tradizionali e realizzati artigianalmente in Italia. Leone seleziona solo materie prime di alta qualità dalle migliori regioni italiane e mondiali: dalle nocciole del Piemonte alle fave di cacao del Centro America alla gomma arabica Kordofan del Centro Africa.
CONTATTI Via Italia, 46 - Collegno (To) Telefono: 011 484759 email: info@pastiglieleone.com pastiglieleone.com
44
FOOD
Livegreen Q
ualità, ricerca e innovazione sono solo alcuni degli aspetti che contraddistinguono Livegreen, società agricola con base in Sardegna che coltiva spirulina biologica e ne estrae i migliori contenuti nutrizionali per l’utilizzo nell’ambito alimentare. Forte di un know-how che proviene da oltre 15 anni di esperienza nella costruzione di impianti di microalghe e nella loro coltivazione, Livegreen ha ideato e messo a punto un processo di estrazione delle proteine contenute all’interno della spirulina per creare una farina proteica naturale, completa a livello nutrizionale e a impatto ambientale zero. Questo grazie anche alla capacità della spirulina di assorbire circa 15 volte la CO2 rispetto agli alberi e di preservare l’acqua utilizzata nel processo di produzione. Le proteine estratte dalla spirulina - del colore e sapore neutri - sono utilizzate per creare prodotti vegetali sostituti della carne, con un alto contenuto proteico e un basso contenuto di grassi, senza rinunciare al gusto, ma allo stesso tempo diminuendo drasticamente l’impatto ambientale dei consumi. L’incontaminata natura circostante, l’acqua pura e il sole della Sardegna fanno la loro parte.
IN PRIMO PIANO Andrea Moro (nella foto, a sinistra) e Gabriele Cipri si conoscono in ambito sportivo. Grazie a questo incontro, Andrea e Gabriele hanno avuto modo di trovare una sinergia tra le loro competenze ingegneristiche ed economico-aziendali. Dopo qualche anno, si sono alleati per creare Livegreen. L’affermazione della società arriva con l’ingresso di Claudio Ledda (Biotecnologo), Jimmy Fiore (finanza) e Andrea Costanza Fiore (Pr). Con questo team Livegreen ha inventato un processo di produzione di proteine alimentari sostenibili in grado di diminuire le esternalità negative dovute ai consumi alimentari.
IL PUNTO FORTE Il progetto di Livegreen nasce dalla motivazione del team a cercare soluzioni innovative per il futuro del settore alimentare, in una ottica di sostenibilità e qualità. Il particolare processo di produzione ed essiccazione della spirulina ha consentito all’azienda di diventare i primi produttori di microalghe in Italia e di mantenere la biodisponibilità delle componenti nutrizionali affinché sia possibile valorizzarle al meglio nelle loro singole componenti.
CONTATTI Vico Episcopio, 12 - 09170 Oristano Telefono: 070 7967919 livegreen.bio
45
FOOD
Luca Finocchio D
a ormai cinquant’anni, Luca Finocchio ha fatto delle api una vocazione. Apicoltura Luca Finocchio, che sin dagli anni Settanta è sinonimo di qualità, tradizione, innovazione e made in Italy. Una realtà oggi apprezzata anche all’estero, in grado di mobilitare ben milletrecento alveari e 65 milioni di api secondo la tecnica del nomadismo, per ottenere fino a quindici pregiati e ricercati mieli uniflorali, insieme alle altre bontà dell’alveare. Apicoltura Luca Finocchio ha il suo quartier generale a Tornareccio (Chieti, in Abruzzo), storica capitale abruzzese del miele e centro tra i fondatori dell’associazione nazionale Le Città del Miele, in virtù di una lunga tradizione apistica cui la famiglia di Finocchio ha contribuito – e ancora oggi contribuisce, grazie alla rinnovata passione della terza generazione – in maniera decisiva. Nel moderno stabilimento di viale Santo Stefano convivono tecnologia e calore per accogliere la clientela e le numerose visite aziendali, alla scoperta di segreti e meraviglie di fiori, api, mieli e altre delizie.
IN PRIMO PIANO Luca Finocchio è il motore dell’azienda: è lui che alleva le api, porta gli alveari dall’azienda ai campi in mezza Italia e li riporta a Tornareccio carichi di miele. Sempre lui guida i processi di smielatura, invasettamento, conservazione. Luca Finocchio ha saputo trasmettere la sua dedizione soprattutto alla moglie Anna e alle figlie Lisa e Fabiana. Quest’ultima, in particolare, da anni contribuisce alla promozione aziendale e all’animazione di iniziative pensate per far conoscere un miele che, dopo cinquant’anni, è sempre più una passione di famiglia.
IL PUNTO FORTE Tutti oggi rivendicano la qualità: Apicoltura Luca Finocchio la fa da sempre. Nel vasetto ci sono solo il frutto del lavoro delle api e dell’uomo, niente di più. Tutto rigorosamente fatto in Italia, da Luca Finocchio e dalle sue amate api. Una qualità riconosciuta da una clientela ampia e affezionata. Certificata da due importanti standard internazionali come Brc e Ifs e dai numerosi premi ricevuti nelle più prestigiose e impegnative competizioni nazionali e internazionali: oscar del cibo a New York, medaglie platino, oro e argento a Singapore, Londra e Bruxelles.
CONTATTI Via S. Stefano, 16/a - Tornareccio (Chieti) Telefono: 0872 868692 apicolturafinocchio.it
46
FOOD
Majani M
ajani è la più antica azienda produttrice di cioccolato in Italia. La sua storia inizia nel 1796, quando Teresa Majani dà vita a Il Laboratorio delle Cose Dolci, una piccola bottega artigiana, situata nel cuore di Bologna, che comprendeva anche un negozio di dolciumi. Negli anni, da quel piccolo laboratorio, è nata un’azienda capace di realizzare delle prelibatezze uniche, diventate nel tempo un punto di riferimento del Made in Italy: il celebre cremino Fiat, la Scorza, la prima cioccolata in forma solida realizza in Italia, e il tortellino di cioccolato, la versione dolce dell’omonima specialità gastronomica di Bologna. Esempi lampanti dell’impegno profuso ogni giorno da Majani, da oltre due secoli e sette generazioni, per offrire ai suoi clienti un cioccolato di altissima qualità, mirando costantemente all’eccellenza. E lo fa con quella stessa passione che le ha permesso, nel corso della sua storia, di creare prodotti unici, nel gusto e nell’aspetto, capaci di far vivere un’esperienza diversa e indimenticabile. Ecco perché ricerca e innovazione, coniugate all’esperienza, sono le due parole d’ordine che permettono all’azienda di migliorarsi continuamente.
IN PRIMO PIANO Le redini dell’azienda sono unicamente in mano a Francesco Mezzadri Majani, imprenditore e analista finanziario. Entrato in azienda nel 1979, è divenuto amministratore delegato nel 1985, dopo aver riacquistato la maggioranza della società. Da allora, grazie alla sua formazione e a esperienze in materia economicofinanziaria, ha rilanciato l’azienda. La madre, Anna Majani, chiamata da tutti “la Signorina” è scomparsa lo scorso febbraio ed è sempre stata la figura istituzionale della società.
IL PUNTO FORTE Ancora oggi la Majani realizza il cioccolato secondo il metodo tradizionale, ossia partendo dal seme di cacao crudo. Inoltre, oltre a selezionare le migliori varietà di fave cacao, coltivate in 20 differenti aree di origine, l’azienda punta su un fattore imprescindibile: il controllo totale della filiera produttiva. La lavorazione parte dal seme di cacao crudo e si articola seguendo passo dopo passo tutte le fasi del processo. Permettendo così di dar vita a un cioccolato dal gusto peculiare e unico.
CONTATTI Via G. Brodolini, 16 Loc. Crespellano, Valsamoggia (Bo) Telefono: 051 969157 email: info@majani.com majani.com
47
FOOD
Orto Bioattivo C
reare un’agricoltura sostenibile e replicare ciò che avviene nella foresta amazzonica, progettando coltivazioni che richiedono zero impatto, alta produttività e pochissimo lavoro, grazie a una particolare ricetta segreta di compost chimicamente testato, lombrichi, minerali, sabbia vulcanica e micro-organismi in grado di aumentare in modo esponenziale la fertilità e la resa di un terreno agricolo. È l’Orto Bioattivo di Andrea Battiata, che consente di ottenere frutta e verdura molto più saporita e nutriente sia di quella coltivata con agricoltura intensiva addizionata con sostanze chimiche sia di quella biologica che conosciamo oggi. Anni di ricerche e sperimentazioni col coinvolgimento di diverse università – in primis quella di Firenze – hanno portato a una serie di coltivazioni di successo sparse per l’Italia, che hanno destato l’interesse della comunità scientifica. Con l’Orto Bioattivo, dal punto di vista della produttività, siamo nell’ordine di dieci volte la normale produzione dell’agricoltura bio tradizionale, mentre a livello nutrizionale abbiamo concentrazioni più elevate di licopene (+18,5%), calcio (+15%), potassio (+11%), fosforo (+60%) e zinco (+28%).
IN PRIMO PIANO Ideatore del progetto dell’Orto Bioattivo è Andrea Battiata, botanico, agronomo di fama internazionale e consigliere della Società toscana di orticultura. In realtà l’idea arrivò da sua moglie, che una volta chiese al marito, dopo aver mangiato l’ennesima insalata senza sapore: “Ma è possibile che con la tua esperienza tu non riesca a coltivare un’insalata sana e saporita?”. Da allora sono passati circa 10 anni: fu quella la scintilla che fece partire tutto il resto.
IL PUNTO FORTE Uno degli aspetti rivoluzionari dell’Orto Bioattivo è che non è più necessario lavorare la terra. Niente aratura né zappatura: il suolo non viene compattato perché deve avere la giusta areazione, né concimato perché la fertilizzazione avviene tramite copertura organica permanente (sotto la superficie, la terra è ricca di componente organica). Questo metodo di coltivazione ecologica permette di risparmiare acqua ed energia, perché non richiede irrigazioni continue o lavorazioni costanti.
CONTATTI Via S. Carlo 9f Firenze Telefono: 335 470535 ortobioattivo.com
48
FOOD
Petra P
etra nasce nel 2006 come primo progetto italiano di riscoperta dell’antica macinazione a pietra in chiave contemporanea, che in breve tempo si è dimostrato capace di trasformare un ingrediente di uso generico, come la farina, in un’icona di qualità con valore nutrizionale e sensibilità verso la biodiversità in agricoltura. Il successo di Petra le ha dato vita propria, con lo spin-off nel 2018 da Molino Quaglia Spa, storica società veneta fondata nel 1913 dalla famiglia Quaglia, oggi alla quarta generazione di mugnai. Vantando un team di 53 dipendenti e cinque molini (di cui tre a pietra), Petra macina giornalmente in media 400 tonnellate di grano tenero e distribuisce in tutto il mondo: dall’Italia, all’Ue, fino ad arrivare ai paesi extra Ue, anche grazie alla vendita online. Inoltre, si identifica in un vero e proprio sistema di prodotti, formazione, comunicazione ed eventi, che ruota attorno a una attività di ricerca continua, frutto dell’alleanza tra contadini, molino di famiglia e artigiani della panificazione, della pizzeria, della pasticceria e dell’alta cucina, come dimostra il percorso di studi dell’Università della Farina.
IN PRIMO PIANO Chiara Quaglia, presidente del cda di Petra e ceo di Molino Quaglia, rappresenta la quarta generazione di una famiglia di mugnai veneti che tramanda la tradizione del primo molino di fine ‘800, su chiatte di legno ancorate sul fiume Adige, con macinazione a pietra in totale sicurezza alimentare. “Il progetto Petra è nato per dare alla farina un’identità marcata, per trasformarla da ingrediente indistinto in manifestazione concreta dei valori di rispetto per la salute e di vicinanza alla terra con i quali sono cresciuta”.
IL PUNTO FORTE Ogni farina Petra è pensata per esprimere con il suo modo di essere – dalla tipologia d’uso consigliata alle tipologie di coltivazione e tecnica di macinazione dei cereali - la personalità di chi la usa. Sono il frutto della secolare conoscenza molitoria della famiglia Quaglia unita alla tecnologia di pulizia, selezione e macinazione del grano tenero più avanzata disponibile. Elementi indispensabili per trasformare rispettosamente i migliori cereali, selezionati secondo annata, attraverso relazioni dirette con il mondo agricolo.
CONTATTI Via Roma, 38 - Vighizzolo d’Este (Pd) Telefono: 0429/649118 email: commerciale@farinapetra.it farinapetra.it
49
FOOD
Pintaudi P
arte del Polo del Gusto, la sub-holding del gruppo Illy che raggruppa eccellenze dal mondo Food&Beverage, Pintaudi è un marchio con sede a Trieste, specializzato in prodotti da forno, biscotti e fette biscottate in particolare. Nato nel 2004 come piccolo laboratorio specializzato, il brand ha scelto di esplorare il filone della prima colazione, anticipandone tendenze e gusti, puntando su ingredienti di grandissima qualità e digeribilità. Pintaudi ha così vinto il Great Taste Award - a livello mondiale, tra i premi più ambiti, che ogni anno vede la partecipazione di migliaia di marchi da tutto il mondo - per due anni consecutivi, 2020 e 2021, proprio con due prodotti iconici per la prima colazione: rispettivamente per le Fette Biscottate Integrali (2020) e per i Biscottoni Nocciola e Cacao Fine (2021). Il segreto dei prodotti Pintaudi sta nella lavorazione, su cui l’azienda investe ricerca, tempo, innovazione. È il caso della farina di farro biologica, dalle proprietà uniche e da filiera certificata Friuli Venezia Giulia, per esaltare gusto e digeribilità.
IN PRIMO PIANO Il titolare Giuseppe Pintaudi si è trasferito a Trieste dalla Sicilia insieme alla famiglia: avendo lavorato sin da giovane nella pasticceria del paese, ha coltivato la passione per la pasticceria ed è riuscito a trasferire nella sua azienda la tradizione di eccellenza dei prodotti da forno della sua regione d’origine e una conoscenza appassionata dei suoi ingredienti, in primis le farine che in Pintaudi vengono accuratamente selezionate da filiera certificata.
IL PUNTO FORTE I Biscottoni Pintaudi devono il loro successo al grande formato - pensato proprio per il rito dell’inzuppamento nel caffellatte - e alla semplicità degli abbinamenti e qualità degli ingredienti. In particolare, i Biscottoni n.2 Nocciola e Cacao Fine interpretano con delicatezza la tradizione italiana del gianduia: profumati alla vaniglia del Madagascar, sono realizzatI con pregiate farine di farro biologico e di nocciola del Piemonte Igp.
CONTATTI via J. Ressel 2/7, San Dorligo della Valle (Ts) Telefono: 040 632974 pintaudi.eu
50
FOOD
Prosciutto Toscano Dop I
l Consorzio del Prosciutto Toscano Dop ha appena festeggiato i 25 anni: nato nel ‘90 per iniziativa di un gruppo di produttori toscani con la necessità di proteggere una tradizione secolare, oggi raggruppa 20 produttori, espressione di un comparto che conta 1.500 addetti diretti e altri 2.500 legati all’indotto. Il riconoscimento della Dop arriva nel ‘96, a seguito della definizione di un rigoroso disciplinare di produzione. Il Consorzio promuove, valorizza e tutela il Prosciutto Toscano Dop in Italia e sui mercati esteri, enfatizzandone lo stretto legame col territorio. È un prodotto di salumeria, crudo e stagionato, ottenuto dalla lavorazione di cosce fresche di suini pesanti italiani. Da disciplinare, gli animali devono essere nati, allevati e macellati in Toscana e regioni limitrofe (Emilia-Romagna, Lombardia, Marche, Umbria e Lazio). La zona di produzione ricade nell’intero territorio toscano, e nel 2020 sono state sfiorate le 300mila unità. Rifilate con un taglio a V, le cosce vengono salate a secco con pepe e aromi naturali, poi viene ricoperta la polpa con un impasto di sugna, farina di grano o riso, sale, pepe e aromi naturali. Infine, la stagionatura non deve essere inferiore ai 12-14 mesi.
IN PRIMO PIANO Dall’aprile 2013, direttore del Consorzio del Prosciutto Toscano Dop è Emore Magni, che esercita una funzione propositiva e di impulso all’attività istituzionale. Laureato in Economia all’Università di Firenze e proveniente da Adecco Italia, Magni ha il compito di coordinare e sovrintendere l’attività operativa del Consorzio, in particolare assicurandone il buon funzionamento e monitorando il perseguimento degli obiettivi fissati dal Consiglio di amministrazione.
IL PUNTO FORTE Il Prosciutto Toscano Dop è al 100% naturale, privo di additivi e conservanti. Gli unici ingredienti sono carne suina, sale, pepe, aglio e piante aromatiche (tra cui lentisco, mirto, ginepro) che contribuiscono ad arricchirne l’inconfondibile aroma. Di forma tondeggiante, ad arco sulla sommità, il Prosciutto Toscano Dop ha un peso tra 8 e 9 kg e il colore della fetta varia dal rosso vivo al rosso chiaro, con scarsa presenza di grasso intramuscolare. Il sapore è delicato, con giusta sapidità.
CONTATTI Via Giovanni dei Marignolli, 21/23 - Firenze Telefono: 055 3215115 prosciuttotoscano.com
51
FOOD
Riso Passiu L
’azienda Passiu è nata a Oristano negli anni ‘70 e da sempre lavora con l’obiettivo di produrre riso di altissima qualità. Grazie all’esperienza maturata sul campo, al clima della Sardegna e a un’accurata selezione dei terreni migliori, è riuscita a ottenere una produzione che nel corso degli anni le ha permesso di vincere numerosi premi nel concorso nazionale riservato ai produttori di sementi. Specificità e ricerca della qualità hanno contraddistinto da sempre il lavoro dell’azienda che per la prima volta in Sardegna ha coltivato la varietà sperimentale di riso Gioiello. L’esperienza di oltre 45 anni nella coltivazione di riso da seme è stata trasferita anche per la coltivazione del riso distribuito col marchio Riso Passiu, con l’obiettivo di soddisfare le esigenze della cucina familiare e di quella gourmet. La selezione di Riso Passiu comprende: il riso nero Gioiello Parboiled, il Carnaroli Classico, il Vialone Nano Classico, l’Aromatico Gange e l’Integrale Elettra. La società è sempre alla ricerca di innovazioni nel campo agricolo al fine di migliorare la produttività e la sostenibilità dell’agricoltura.
IN PRIMO PIANO L’azienda agricola Passiu è stata fondata nel 1975 da Genesio Passiu (nella foto, con i figli Felice e Andrea), che con capacità e lungimiranza ha puntato sulla coltivazione del riso, ai tempi ancora poco diffuso in Sardegna. I figli Felice e Andrea rappresentano la seconda generazione. Nel 2015 il primogenito Felice ha ideato e dato vita al brand Riso Passiu e attualmente si occupa a 360 gradi dell’azienda, mentre il fratello Andrea è responsabile della produzione. Papà Genesio, col suo bagaglio di esperienze e conoscenze, collabora con passione a questo nuovo progetto.
IL PUNTO FORTE Da oltre 45 anni Riso Passiu coltiva il suo riso nel Campidano di Oristano, territorio molto fertile che si è rivelato ideale per la produzione di questo importante cereale. L’esperienza maturata in campo, il sole, il clima mite e i venti conferiscono al suo riso qualità uniche. Specificità e ricerca contraddistinguono da sempre il lavoro di Riso Passiu. Nei 130 ettari di proprietà sono coltivate sia varietà storiche della risicoltura italiana sia varietà di recente costituzione, ognuna con caratteristiche proprie e peculiari, sinonimo di qualità e garanzia per i consumatori.
CONTATTI Via Duomo, 17 - Oristano Telefono: 393 9093965 agricolapassiu.it
52
FOOD
Sommariva L
’azienda affonda le sue radici nel 1915, quando la famiglia Sommariva partì da Genova verso la Piana di Albenga. Continuando, anno dopo anno, la sua tradizione, guidata prima dalla terza generazione, composta da Nino e Bugi Sommariva e, oggi, da Agostino, con il supporto della moglie Anna e dei figli Alice e Gabriele. L’azienda produce olio evo, pesto genovese, carciofini sott’olio, olive taggiasche e altre eccellenze della Liguria. Lo fa curando tutto il percorso della filiera: dalla scelta e la cura della materia prima, fino ad arrivare al processo produttivo e al confezionamento. L’obiettivo è fornire un prodotto di qualità, nel rispetto della sostenibilità ambientale e della sua anima green che ha origine nel 1972 quando, tra le prime aziende in Italia del settore, si pregia della certificazione biologica. La sensibilità verso la cultura e la tradizione ha consentito all’azienda di creare il museo di famiglia, La Civiltà dell’Olivo, dove il pubblico può tornare indietro nel tempo e degustare le specialità. I prodotti di Sommariva Tradizione Agricola sono destinati a una clientela privata, alle boutique del cibo, ai negozi gourmet, ai bistrot, alle gastronomie e ai ristoranti con chef stellati.
IN PRIMO PIANO “Amore e rispetto per la terra. Possiamo riassumerla così la nostra semplice filosofia che da oltre 107 anni accompagna il nostro lavoro, fatto di passione e impegno nel trasformare i frutti della nostra meravigliosa Terra”, racconta Agostino Sommariva, ceo dell’azienda.
IL PUNTO FORTE Sommariva Tradizione Agricola si distingue per tre parole ben precise: famiglia, artigianalità e cultura. Famiglia sia per la storia dell’azienda, sia perché annovera, da diversi anni, collaboratori fidati ed essenziali. Artigianalità per il suo credo applicato al controllo di tutta la filiera produttiva: dalla cura della materia prima alla scelta del packaging originale ed elegante. E cultura perché è grazie all’apprendimento che l’azienda continua ad evolversi di anno in anno. Non dimenticando un aspetto fondamentale: le sue origini.
CONTATTI Via Mameli, 7, Albenga (Sv) Telefono: 0182 559222 email: info@oliosommariva.it oliosommariva.com
53
FOOD
Spiga Emilia U
n’azienda italianissima per non dire emiliana, che ha fatto forza sulla tradizione e sul grande rispetto del lavoro artigianale. Spiga Emilia è un ambizioso progetto che prende forma con coraggio e un pizzico di follia da Domenico e Camilla in piena pandemia. Energie spese per scoprire, test dopo test, prove dopo prove, le giuste dosi per fare le basi di un’azienda esclusivamente gluten free. Cavallo di battaglia la pasta fresca fatta a mano, i canoni irrinunciabili della sfoglia tirata ancora con il mattarello e i ripieni per i ravioli studiati ad hoc in base al periodo, le materie prime a km zero. Una vera sfida investire in un mercato di nicchia in un periodo storico difficile, ricreando un prodotto artigianale con le stesse caratteristiche organolettiche del tradizionale con il glutine. Senza un negozio fisico, ma con una bottega online. Tortelli emiliani di ogni genere, dal cappellaccio di zucca al cappelletto o al tortellino di Bologna, i casoncelli bergamaschi, gli strozzapreti e i passatelli con quel pizzico di limone tipici della riviera romagnola sono solo alcuni dei must a base tradizionale. E poi via alla creatività con i ripieni con cottura a bassa temperatura.
IN PRIMO PIANO Domenico Della Salandra e Camilla Rossi, giramondo lui, emiliana lei. Si scoprono soci di questa idea imprenditoriale in piena pandemia Covid. Sostengono di essere in possesso di un prodotto rigorosamente gluten free di una bontà irrinunciabile, qualcosa di nuovo e diverso in un mercato gastroalimentare saturo.E comincia un’avventura destinata a diventare case history.
IL PUNTO FORTE Parlano i loro prodotti, raccontano la storia di una tradizione centenaria, ricette tramandate rispettosamente nel tempo e la voglia di due giovani di crescere e spingersi oltre. Tra scienza e mani sporche di farina di riso, nasce un prodotto che accontenta tutti, celiaci e non.
CONTATTI Via Foro Boario, 127 - Ferrara (Fe) Telefono: 345 7413704 email: spigaemilia@gmail.com spigaemilia.com
54
FOOD
Tenute Allegretti T
enute Allegretti, azienda agricola biologica nel cuore della Valle d’Itria, produce a filiera corta controllata un olio pregiato, in quantitativi limitati per pochi selezionati clienti e amici, in quanto ha origine esclusivamente da alberi di proprietà e coltivati in regime di agricoltura biologica, espressione della palette dei colori intensi della Puglia più autentica. “L’olio della nostra azienda è un omaggio all’eredità di famiglia - spiega Marco Rizzi, ceo di Tenute Allegretti - alla tradizione dei miei nonni e alla passione che mi hanno tramandato. Una passione emersa negli anni”. Le Tenute Allegretti hanno 12mila piante di ulivo, tra monumentali e giovani, che si estendono per circa 100 ettari coltivati in Valle d’Itria. Sono stati tra i primi a sperimentare e a introdurre in Italia il Protoreattore, una rivoluzione tecnologia unica nel mercato oleario, creando un mix perfetto tra tradizione e innovazione: questa la chiave dei risultati eccellenti di Olio Allegretti. Numerosi i riconoscimenti e i premi ottenuti a livello nazionale e internazionale che hanno elevato Olio Allegretti tra i migliori al mondo, quali, per esempio, Olive Japan, Biol, New York International Olive Oil Competition, Gambero Rosso, Merum, Leone d’Oro, Dubai Olive Oil Competition, Milano Iooa, Avpa Parigi, Slow Food.
IN PRIMO PIANO Marco Rizzi (nella foto con il nonno Raffaele) è il giovane fondatore e ceo di Tenute Allegretti. Nato in una realtà di famiglia che opera nel mondo del salotto tra l’Italia e l’estero ha diversificato la sua attività in agricoltura. Laureato in Giurisprudenza, impegnato anche nel campo dell’edilizia privata e nel ramo wholesale delle telecomunicazioni, è stato eletto consigliere nel direttivo dei giovani imprenditori di Bari Bat (Barletta, Andria, Trani) di Confindustria nel triennio 2017-2020. Ritiene la sua futura moglie Roberta, la sua famiglia, il fratello Fabio e il cugino Carlo in particolare, insieme al suo pastore tedesco, Ethan, i pilastri sui quali ha costruito la sua carriera.
IL PUNTO FORTE Il pluripremiato olio extra vergine di oliva biologico è il risultato della coltivazione delle 12mila piante di ulivo delle Tenute Allegretti, in circa 100 ettari nella Puglia più suggestiva nell’area di Montalbano di Fasano. Olio Allegretti, prodotto in regime di agricoltura biologica con olive di produzione propria, trae ispirazione dalla bio-mimetica, dove la natura incontra l’architettura e il design. Ogni linea racchiude il frutto di un lavoro rigoroso: un olio dal gusto unico, che seduce e sorprende a ogni assaggio. Tenute Allegretti produce olio made in Puglia Igp.
CONTATTI C.da Spetterrata 1/A Montalbano di Fano (Br) email: info@tenuteallegretti.com tenuteallegretti.com
55
FOOD
Zafferano Antica Cascina N
asce dai terreni a ridosso del fiume Piave dopo un periodo di prove di coltivazione durato 3 anni. La preziosa spezia, ricavata dalla coltivazione del fiore Crocus Sativus, viene raccolta e confezionata a mano. La raccolta inizia a metà ottobre e si conclude entro i successivi 30 giorni. I fiori vengono colti all’alba, quando sono ancora chiusi, per preservare l’aromaticità degli stimmi, staccati a mano entro la mattina e immediatamente essiccati. Per fare 1 grammo di zafferano servono circa 140 fiori. I bulbi sono certificati dal servizio fitosanitario. Dedizione e rispetto fanno sì che lo zafferano dell’Antica Cascina sia classificato di prima qualità. Oltre allo zafferano, vengono prodotti e commercializzati anche uova, miele e degli ottimi vini (tra cui è molto apprezzato un eccellente Prosecco, consegnato anche a domicilio).
IN PRIMO PIANO Gestita oggi da Leonardo Tumiotto, nipote di nonno Pietro che l’ha fondata a Salgareda nel 1940, Antiche Vigne è un’azienda agricola a conduzione familiare che propone solo prodotti naturali. Il meglio della tradizione, per esaltare la qualità autoctona delle terre del Piave.
IL PUNTO FORTE Leonardo e famiglia seguono direttamente la vendita al dettaglio dei prodotti, perché la qualità possa essere tracciata, riconosciuta e apprezzata. Durante la stagione invernale, qui si trovano anche i migliori tartufi (dai boschi di loro proprietà a Norcia, in Umbria). E sta per partire un nuovo progetto, di cui è già stato creato il marchio: “Il Bosco dei Sapori”. Una summa di quanto di meglio si produce da queste parti.
CONTATTI Via Concordia, 24/1 - Salgareda (Tv) Telefono: 348 7465003 email: antiche.vigne@yahoo.it
56
FOOD
Zafferano di Raccuja I
protagonisti di questa storia sono tre amici, legati dalla stessa terra da cui non si allontanano mai troppo, e un fiore, uno scrigno creato da madre natura: lo zafferano. Ciò che lega i tre amici al fiore è un sogno: quello di fondare un’azienda per la coltivazione del mitico oro rosso. Il sogno d’oro partito nel 2014 è diventato adesso realtà: Dfm (sigla che raccoglie le iniziali dei fondatori) è un’azienda con base a Raccuja, in provincia di Messina, paesino sui Nebrodi, dove è molto facile imbattersi nel Crocus longiflorus, anche noto come zafferano autunnale. Il valore dello zafferano si aggira intorno ai trentamila euro al chilo: un’incredibile opportunità economica per Raccuja. L’azienda agricola Dfm si estende su cinque ettari di terreno e il suo prodotto impreziosisce piatti gourmet della migliore cucina locale e italiana. La coltivazione dei fiori di zafferano è un’esperienza straordinaria: necessita una delicatezza e una precisione uniche. Il primo impianto sperimentale Dfm è partito nel 2014 con la coltivazione di soli cento bulbi: la produzione oggi è aumentata considerevolmente senza mai andare a discapito della qualità stressando il terreno.
IN PRIMO PIANO Un ingegnere informatico, un manager e un professore universitario. Daniele Salpietro, Francesco Barone e Melo Martella (nella foto da sinistra verso destra) sono tre professionisti cresciuti nello stesso paesino che li ha resi coraggiosi abbastanza da investire in un progetto pionieristico che creasse nuove prospettive economiche in un territorio che ad oggi conta intorno ai mille abitanti. Il piacere poi della buona cucina e delle eccellenze locali hanno fatto il resto.
IL PUNTO FORTE Oro rosso di Giangalìa: nella piccola ampolla di vetro si celano gli stimmi raccolti alle prime luci dell’alba e subito essiccati, lasciati integri così da garantire al prodotto il massimo grado di purezza, un procedimento che richiede estrema attenzione, precisione e delicatezza. Aroma, colore e fragranza ne rivelano l’eccellente qualità che è un vero e proprio vanto, Cat. A, ed è certificata anche dal PanLab dell’Università di Messina.
CONTATTI Via San Marco, 83 - Raccuja (Me) email info@ororossodigiangalia.com ororossodigiangalia.com
57
LESS PAPER, MORE POWER NOTARIFY DATAROOM+ Il TUO SPAZIO DI ARCHIVIAZIONE PERSONALIZZATO in CLOUD SICURO e NOTARIZZATO IN BLOCKCHAIN. Azzera il consumo di carta potenziando la solidità legale di ogni documento. Migliora la tua efficienza e l’esperienza dei tuoi utenti.
office@notarify.io www.notarify.io
100 E Z N E L L E C EC
T N A R U A T RES
RESTAURANT
Bolle B
olle Restaurant è un luogo speciale, dove la materia si trasforma in emozione e i piatti proposti dallo chef scoppiano di gusto come se fossero, appunto, bolle. Più di un ristorante gourmet è il salotto buono di Casa Agnelli, dove la materia prima viene trasformata in opera d’arte per il palato. Siamo a Lallio, in provincia di Bergamo, a pochi chilometri dall’uscita di Dalmine dell’autostrada Milano-Venezia. La filosofia culinaria di Bolle Restaurant si basa su equilibrio e rigore, con l’obiettivo di sperimentare e far evolvere il concetto di cucina gourmet, grazie anche all’utilizzo della vasta gamma di strumenti di cottura professionale, adatti alle migliori performance culinarie. Come quelle del giovane e appassionato chef Marco Stagi, che insieme alla sua brigata parla all’ospite attraverso piatti mai scontati, dai forti contrasti, che sorprendono per tecnica ed estetica. Un luogo dall’atmosfera intima e rilassante, dove ricerca, selezione della materia e passione si fondono con un servizio di sala attento e professionale. A completare il tutto una carta dei vini ricca, curata con armonia e passione, dal sommelier Michele Mazzola, con etichette ricercate, provenienti dalle migliori aree enologiche e in Italia e nel mondo, per soddisfare ogni esigenza dei commensali.
IN PRIMO PIANO Era negli intenti di Baldassarre Agnelli realizzare accanto allo show-room aziendale un ristorante che fosse un elemento distintivo per la famiglia, un luogo in cui ospitare con orgoglio e raccontare la propria idea di alta cucina. Oggi Angelo Agnelli è il titolare di Bolle, mentre la cucina è concepita e organizzata dal giovane chef bergamasco Marco Stagi, che vanta esperienze importanti, fra gli altri, da Enrico Crippa (Piazza Duomo di Alba, tre stelle Michelin), Stefano Arrigoni (Osteria della Brughiera, una stella), Giancarlo Perbellini a Verona, due stelle.
IL PUNTO FORTE La missione: unire l’eccellenza degli strumenti di cottura, prodotti da Casa Agnelli, alla raffinatezza della materia prima, cercando di offrire agli ospiti un’esperienza unica. Un luogo dove potere viaggiare tra diversi sapori, lontani dalle frenesie del fuori. Moderno e misurato, si distingue per qualità, solidità e professionalità. Una filosofia culinaria che per raggiungere la perfezione ha bisogno di strumenti di cottura adeguati. Come per il Risotto al Pomo d’oro, servito in padellina preziosa, o per gli Spaghetti Turanici tiepidi con emulsione di ostrica, fresco di capra e caviale.
CONTATTI Via Provinciale, 30 - Lallio (Bg) Telefono: 392 2734668 email: info@bollerestaurant.com bollerestaurant.com
60
RESTAURANT
Borgo Santo Pietro S
ono passati oltre vent’anni da quando gli imprenditori danesi Jeanette e Claus Thottrup hanno scoperto Borgo Santo Pietro a Chiusdino, nella campagna senese, un antico villaggio utilizzato dai pellegrini in cammino per San Galgano come santuario di guarigione, innamorandosi subito dell’energia del luogo. Lo hanno acquisito con l’intento di far rivivere la sua storia in accezione moderna e offrire ai propri ospiti qualcosa di vero e un tangibile senso di comunità. L’attenzione e la cura di ogni dettaglio, lo hanno reso originale rispetto alle altre esperienze di ospitalità di lusso. Il concetto di lifestyle di Borgo Santo Pietro, in cui lusso e natura sono uniti in una versione inedita, sono le fondamenta dell’intero gruppo: quello che una volta era una piccola struttura con cinque camere è oggi una tenuta di 120 ettari e include il ristorante stellato Meo Modo, la Trattoria sull’Albero, più strutture come la Cooking School, la Herbs house, il Fermentation Lab e Seed to Skin Lab (col lancio di un brand di skin care), nonchè Satori dove l’esperienza dell’ospitalità a 5 stelle viene trasferita a bordo di un lussuoso yacht a vela.
IN PRIMO PIANO Danesi di origine ma toscani d’adozione, Jeanette e Claus Thottrup si sono conosciuti a Londra nel mercato immobiliare e vent’anni fa hanno deciso di trasferirsi in Toscana per iniziare una vita a contatto con la natura e creare a Borgo Santo Pietro un rifugio accogliente dove gli ospiti potessero sentirsi immediatamente a casa. Sebbene la loro visione sia ampia e ambiziosa, rimane collegata a un approccio molto semplice: “Amiamo quello che facciamo, è ciò che ci fa alzare la mattina”.
IL PUNTO FORTE In linea col concetto di luxury farm, Borgo Santo Pietro è un ecosistema in grado di autosostenere una tenuta di oltre 120 ettari con pascoli, boschi di querce secolari, maiali, polli ruspanti, conigli, il giardino di erbe aromatiche, gli orti, gli alveari e vigneti. La filosofia “dalla fattoria al piatto” arriva al buffet della colazione, al ristorante stellato Meo Modo e alla Trattoria Sull’Albero, fino alla novità del Laboratorio di Fermentazione dove l’antica sapienza sposa la cucina moderna.
CONTATTI Loc. Palazzetto, 110 - Chiusdino (Si) Telefono: 0577 751222 borgosantopietro.com
61
RESTAURANT
Chianti Mixology I
deata nel 2017 dall’intuizione dei fratelli Camiciotti, Chianti Mixology è un’azienda agricola specializzata nella produzione, realizzazione e somministrazione di cocktail, bevande e prodotti food 100% toscani. Nata ufficialmente nel 2021, grazie alla sua posizione rappresentativa e vocativa, sulle colline del Chianti - da sempre luogo per antonomasia per la produzione del famoso vino rosso toscano – l’azienda parte da un assunto ben preciso: dar vita a un prodotto green e a chilometro zero che sia ecosostenibile. Abbandonando, quindi, i prodotti industriali per volgersi a un prodotto agricolo, capace di far emergere la ruralità. Aspetto fondamentale per essere un punto di riferimento nel campo della mixologist e per coltivare e realizzare prodotti agricoli d’eccellenza. Con un approccio romantico all’agricoltura, Chianti Mixology basa la sua attività su biodiversità e pluricoltura, accorciando la filiera produttiva, inseguendo il risparmio energetico e abbattendo costi di produzione, logistici e di trasporto. Ecco perché, essendo un agri cocktail bar bistrot, propone una gamma di prodotti che spazia dai cocktail in bottiglia all’orto in barattolo.
IN PRIMO PIANO Il progetto Chianti Mixology nasce nel 2017 grazie all’idea di Matteo e Niccolò Camiciotti - titolare dell’azienda, a sinistra nella foto - di dar vita a un’epoca per la mixologist. Nati nelle campagne del Chianti Classico, esattamente a Panzano in Chianti, i due ragazzi vantano una lunga formazione nel campo della ristorazione e dell’agricoltura, caratterizzata da studi, esperienze sul campo e nelle maggiori capitali europee e dal conseguimento di innumerevoli attestati e qualifiche in ambito del bartending.
IL PUNTO FORTE Da sempre specialista nella tendenza, Chianti Mixology vanta una posizione privilegiata nel mercato. Grazie al binomio “agricoltura – bartending”, connessa anche alla ristorazione, oggi si colloca tra le prime aziende nel suo settore di riferimento. In quanto, grazie a prodotti unici, naturali, di stagione, 100% toscani e di propria produzione, i suoi cocktail e le sue pietanze descrivono e raccontano a chi li prova sapori nuovi, simbolo di eccellenza, qualità, innovazione e sostenibilità.
CONTATTI Via Montagliari, 33 - Greve in Chianti (Fi) Telefono: 334 1143271 email: chiantimixology@gmail.com
62
RESTAURANT
Contaminazioni P
assione e amore per la cucina caratterizzano la visione di Giuseppe Molaro, che oggi si esprime nel suo ristorante. Una stella ai piedi del Vesuvio, dove Occidente e Oriente si incontrano. Con il Giappone, tappa fondamentale nel processo di formazione tecnica e personale di chef Molaro (ha lavorato per anni da Heinz Beck Tokyo) è stato amore a prima vista. Una cucina che non conosce barriere. Una fusione tra sapori mediterranei e suggestioni orientali, per un viaggio nei ricordi e nelle emozioni dello chef. Un itinerario del gusto dal Giappone al Vesuvio, attraverso una cucina esclusiva e di ricerca fatta di sapienza, ricette e ispirazione. Molaro racconta il mondo in un piatto perché ognuno di loro nasce dalle sue esperienze. Il gusto di ogni portata è frutto di equilibri, epoche diverse che confluiscono in un unico piatto che si proietta verso il futuro. La filosofia culinaria è basata su identità ed equilibrio, armonia degli ingredienti e riconoscibilità dei sapori. Frutto della continua ricerca incentrata su una cucina fedele a se stessa e al profondo legame con le emozioni. Contaminazioni Restaurant è sperimentazione, senza mai dimenticare i sapori del passato e delle tradizioni, con menù che giocano su contrasti e affinità.
IN PRIMO PIANO Classe 1986, Giuseppe Molaro ha viaggiato e fatto esperienze dall’Italia alla Spagna, passando per Portogallo, Irlanda, Dubai fino al Giappone. Particolarmente intensa e fruttuosa la collaborazione con lo chef Heinz Beck, percorso culminato con la carica di Executive chef del celebre ristorante Heinz Beck Tokyo. A novembre 2019 insieme con la moglie Yuki Mitsuishi decide di ritornare in Italia, nel suo paese, Somma Vesuviana, ed è qui che nasce Contaminazioni Restaurant.
IL PUNTO FORTE Anima cosmopolita ma allo stesso tempo ancorata alle radici. I menu trovano spazio nel bagaglio personale dello chef, frutto delle tante esperienze, contaminazioni che ha maturato in giro per il mondo fin da giovanissimo. Nella sua idea di cucina, ogni angolo visitato nel pianeta sembra trovare una collocazione perfetta, in un equilibrio inatteso, ricco di suggestioni e storie da scoprire. Una cucina di armonie e di territorialità, un luogo dinamico dove tradizione e sperimentazione si incrociano, dove l’arte stimola e affina il pensiero culinario dello chef.
CONTATTI Via S. Sossio, 2A/Bis - Somma Vesuviana (Na) Telefono: 081 18748325 email: contaminazioni@molaroconcept.com molaroconcept.com
63
RESTAURANT
Dattilo D
attilo nasce a Strongoli, Calabria, in un vecchio frantoio all’interno di un casolare del 1600, circondato da vigneti, uliveti, agrumeti e dall’orto dell’azienda agricola Ceraudo Roberto. Oggi è interamente gestito dalla famiglia Ceraudo che cerca di portare avanti la cultura dell’accoglienza, della buona e sana cucina a tavola, valorizzando i prodotti di produzione aziendale. Caterina Ceraudo, classe 1987, è dal 2012 alla guida della cucina di Dattilo. Prima di indossare definitivamente la giacca da cuoca, frequenta la Scuola di Alta Formazione di Niko Romito a Castel di Sangro in Abruzzo. È proprio da Romito che impara il rispetto per il cibo e per la sua naturale provenienza, dalla nascita e crescita di ogni ingrediente fino alla sua trasformazione nel piatto. La sua è una cucina semplice ma al contempo estremamente gustosa, che in Calabria potrebbe essere considerata controcorrente. Tuttavia, non è certo il coraggio che manca a Caterina che è anche mamma e si alterna così, tra i fornelli e la vita professionale, con un costante impegno verso la qualità e la ricerca dei sapori della Calabria più vera e autentica.
IN PRIMO PIANO Caterina Ceraudo, non ancora trentenne, è diventata la chef di Dattilo, il ristorante gestito dalla sua famiglia che si trova a Strongoli, in provincia di Crotone. Si è formata alla Scuola di Alta Formazione di Niko Romito. Donna chef dell’anno per ben due volte, la prima nel 2016 secondo Identità Golose, la seconda nel 2017 per la guida Michelin. Quest’anno le è stata riconfermata la stella verde Michelin come premio per il suo impegno alla sostenibilità e all’ambiente.
IL PUNTO FORTE I suoi piatti sono espressione di semplicità, ma allo stesso tempo riescono a essere estremamente gustosi e sostenibili. La loro composizione prende forma dal buono che offre la terra della Calabria. Quella della chef Ceraudo è una cucina di pochi elementi che ha il potere di esaltare i sapori semplici, equilibrata e leggera, con tecniche di cottura che mantengono inalterate le proprietà della materia prima, dall’antipasto al dolce.
CONTATTI Contrada Maremonti, 4/6 - Strongoli (Kr) Telefono: 0962 865613 email: info@dattilo.it ceraudo.it
64
RESTAURANT
Dvca U
n luogo dove la tradizione incontra lo stimolo dell’innovazione e l’unicità del Made in Italy. Rappresenta tutto questo il Dvca, il ristorante milanese incastonato all’interno di un palazzo storico del 1500, simbolo di eleganza, bellezza e distintività. Meta ideale per chi decide di vivere un’esperienza unica nel centro del capoluogo lombardo, il Dvca è anche il ristorante perfetto per chi vuole regalarsi un pranzo di lavoro fuori dall’ordinario o per chi decide di passare una piacevole serata all’insegna dell’ottima cucina. Con una filosofia chiara e precisa, focalizzata sullo stile, l’eleganza e la ricerca della qualità, il ristorante del gruppo Gkm punta su un aspetto ben preciso, da sempre uno dei suoi punti di forza: genuinità dei prodotti e consapevolezza di cosa si sta scegliendo e di cosa si sta proponendo. Il tutto basandosi ed esaltando al meglio la fortuna di essere parte di una cultura, quella italiana, che dà spazio al gusto e alla ricerca, con tutti i prodotti che il nostro paese ci mette a disposizione: dalla cultura del vino, a quella dell’olio e dei prodotti dop.
IN PRIMO PIANO Fratello e socio di Karol Teruzzi, che dirige sapientemente la location, lo chef Manolo Teruzzi propone una cucina di base mediterranea contemporanea che, unita alle sue solide radici italiane, alle esperienze gastronomiche maturate nel corso degli anni e all’uso di una materia prima d’eccellenza, gli consentono di proporre una cucina giusta, bilanciata e, soprattutto, mai banale. Come dimostra il continuo apprezzamento della clientela che, giorno per giorno, riempie con piacere il ristorante.
IL PUNTO FORTE Oltre alla posizione centrale, che inevitabilmente dona un fascino suggestivo e unico alla location, il ristorante il Dvca si contraddistingue anche per la qualità e la ricchezza della sua cantina vini, e per la volontà, inseguita da sempre dallo chef Teruzzi, di far viaggiare sullo stesso piano la cucina e le stagioni. Creare e offrire un menù basato proprio sulla stagionalità è, infatti, uno dei diktat fondamentali che guida il lavoro, le idee, e i piatti del ristorante milanese.
CONTATTI Via Rovello, 18 - Milano Telefono: 02 36746050
65
RESTAURANT
Essenza C
reatività e ricercatezza vocate al territorio, tradizione e innovazione, audacia e freschezza: questi i punti chiave della cucina di Simone Nardoni, chef patron di Essenza, a Terracina (Latina). Ogni portata è studiata in ogni aspetto, dai contrasti del gusto ai giochi delle consistenze. Il menu è composto da pesce, carni, paste, all’interno di una carta che elimina le categorie di ordine preferendo un tipo di narrazione completamente diverso. Non vi è, dunque, una successione di portate che segue un ordine prestabilito, ma le stesse vengono presentate in maniera libera per favorirne l’assaggio, consentire la convivialità e aiutare la costruzione di una personale esperienza gastronomica. Essenza è il teatro dei sapori dello chef Nardoni, dove il Tempio di Giove fa da sfondo e riflette la magnificenza che gli appartiene, è l’avanguardia della cucina stellata firmata Nardoni. Un’officina di idee che affonda le sue radici nella sperimentazione e nel desiderio di divertire. La cantina è in continua evoluzione, frutto di una selezione attenta, seguita dalla sommelier Mara Severin. Oggi conta circa 750 etichette, che spaziano tra piccole realtà territoriali attraversando l’Italia, la Francia, la Germania e la Spagna.
IN PRIMO PIANO Simone Nardoni, classe ’87, in seguito a qualche esperienza all’estero e nel nord Italia, decide nel 2011 di tornare a casa, Pontinia, per realizzare il suo concept di ristorazione: l’abbandono del superfluo e l’esaltazione del concreto. Nel 2019, in partnership con l’imprenditore Giuseppe Emilio, approda a Terracina sul litorale laziale al numero 38 di via Cavour. Uno spazio più grande e un dehors vista mare. A novembre 2020 Essenza conquista la prima stella Michelin.
IL PUNTO FORTE La tavola di Essenza è a spreco zero, il recupero degli scarti è solo un modo diverso di creare nuovi sapori. Lo stesso ingrediente viene declinato in base ai metodi di preparazione e cottura che permettono di ottenere differenti consistenze, gusti e aspetti partendo dalla stessa materia prima. Qualità, efficienza e sostenibilità sono unite a un rispetto maniacale per la materia prima. La visione di Nardoni è quella di una cucina contemporanea, che coniuga il gusto del passato alle tecniche moderne. Lo chef Nardoni interpreta una cucina dove i piatti rappresentano in toto le sue esperienze.
CONTATTI Via Cavour, 38 – Terracina (Lt) Telefono: 0773 369762 email: info@essenza.co essenza.co
66
RESTAURANT
Grotta Marcello A
l centro di Cagliari, il profumo del mediterraneo incontra i sapori della Sardegna più autentica per fondersi e dar vita a un irresistibile mix tra mare e terra, tradizione e innovazione, anche a tavola. È proprio qui, nella frequentatissima piazza Yenne, in una cornice elegante e cittadina, che si affaccia la terrazza esterna di Grotta Marcello, un locale storico ben conosciuto dai cagliaritani e da tutti i sardi e oggi anche meta turistica di una città giovane e solare. Il locale ha oltre un secolo di storia, ma solo da qualche anno, grazie al progetto di restyling di due giovani appassionati gourmet è diventato uno spazio di sperimentazione e di esaltazione di eccellenze culinarie, dove si parte dalla ricerca esasperata delle migliori materie prime locali per lasciarsi tentare dalle tendenze internazionali del gusto. Tra le scenografiche pareti di una vera e propria grotta, scavata nella roccia calcarea, si possono assaporare i migliori piatti della tradizione sarda reinterpretati con rispetto e creatività dallo chef di casa. Il claim del locale “Eat, Drink, Live” riassume perfettamente la filosofia che lo ha ispirato e l’aria che si respira al suo interno e negli spazi esterni.
IN PRIMO PIANO Per Angelo Innocenti (a destra nella foto) e Michele Pinna il rilancio di Grotta è stata una sfida doppia, un progetto nella ristorazione nato dalla passione personale e dal desiderio di offrire a tutti la possibilità di conoscere i sapori autentici della Sardegna. Dalla Barbagia, loro terra di origine, hanno portato a Cagliari la grande attenzione per la qualità delle materie prime, privilegiando sempre la filiera corta e controllata. La carta vincente sta nell’aver puntato tanto sulla carne e i salumi genuini e tradizionali.
IL PUNTO FORTE Grotta è un locale versatile e spettacolare con tanti ambienti e atmosfere diverse e uno staff giovane e dinamico. Pizzeria, American Bar e Ristorante tutto racchiuso in uno scrigno di roccia scavato nella pancia della città, uno spazio ricettivo che da oltre un secolo vive di momenti magici. Le sale di Grotta sono un monumento tutelato dal Ministero dei Beni Culturali e dalla Soprintendenza, un palcoscenico unico e inimitabile nel salotto buono di Cagliari, visitabile anche da turisti e curiosi.
CONTATTI Piazza Yenne, 26 - Cagliari Telefono: 070 0949981 email: grottamarcello17@gmail.com grottamarcello.it
67
RESTAURANT
Harry’s Piccolo A
ll’interno del Grand Hotel Duchi d’Aosta di Trieste, boutique hotel 5 stelle situato nella più bella Piazza vista mare d’Europa, è custodito il gioiello della ristorazione Harry’s Piccolo, che può vantare due stelle Michelin. Intimo e raffinato, è il luogo ideale dove concedersi un’esperienza gastronomica indimenticabile, guidati dall’estro dei due executive chef, Matteo Metullio e Davide De Pra, che amano accompagnare gli ospiti alla continua scoperta di nuovi sapori, piacere dei sensi ed emozioni per la mente. Tra i capisaldi della loro filosofia di cucina, quello che occupa un posto particolarmente speciale è il Chilometro Vero, che si traduce nell’esaltazione incondizionata della qualità. Il viaggio enogastronomico che propongono fonde elementi autoctoni e ingredienti lontani, terra e mare, con la costante ricerca della qualità senza limiti territoriali, come una nave pronta ad esplorare nuovi mondi. Approdato così nella straordinaria città di Trieste, lo storico locale Harry’s, creato e lanciato nel 1972 da Arrigo Cipriani a Venezia, si arricchisce del ristorante Harry’s Piccolo, massima espressione di eccellenza enogastronomica.
IN PRIMO PIANO Matteo Metullio (nella foto, a destra) e Davide De Pra si conoscono alla scuola alberghiera di Falcade, per poi perdersi di vista e incontrarsi nuovamente qualche anno dopo, nella cucina del ristorante Alle Codole di Canale d’Agordo. Durante gli anni sono molte le esperienze insieme ed entrambi maturano la consapevolezza di una forza unica data dalla loro unione. Questa consapevolezza si traduce nella volontà di partire con un nuovo progetto condiviso nel cuore della città di Trieste: Harry’s Piccolo.
IL PUNTO FORTE Uno dei temi che più sta a cuore agli chef di Harry’s Piccolo è quello dell’incontro, a cui hanno dedicato un menu ad hoc. Abbinamenti non scontati tra ingredienti in apparente contrasto tra loro raccontano l’incontro tra mare e terra, tra Matteo Metullio e Davide de Pra. Massima espressione del menu Incontro, che allo stesso tempo ingloba la filosofia del Chilometro Vero, sono le lumache: zuppa di lumache, trota affumicata e le sue uova, pane raffermo, alloro, schiuma di cocco e curry.
CONTATTI Piazza Unità d’Italia, 2 - Trieste Telefono: 040 660606 email: harrys@duchidaosta.com harrystrieste.it
68
RESTAURANT
Il Gabbiano 3.0 G
abbiano 3.0 è il nuovo capitolo di una storia di successo lunga 13 anni. Una storia nata dall’iniziativa imprenditoriale e dall’amore per il territorio di Riccardo e Marco Tomi: cugini, soci e fondatori dell’affermato complesso costituito da stabilimento balneare, pizzeria, lounge bar e adesso anche ristorante stellato. L’obiettivo di Riccardo e Marco con Gabbiano 3.0 è sempre stato quello di diventare una tappa di eccellenza gastronomica per gli abitanti del luogo e per i viaggiatori del mondo. Un luogo di incontro dove materie prime, originalità e passione per la tradizione potessero incrociarsi dando vita a un’esperienza unica e singolare. Proprio per questo, decidono di affidare nel 2019 le redini del ristorante al giovane e talentuoso chef Alessandro Rossi. Il ristorante presenta un menu degustazione di nove portate che affonda le sue impronte tra il mare e la terra. Ostriche, salicornia, piccione e cavolo nero sono solo alcuni degli ingredienti presenti che ad ogni piatto conferiscono valore al territorio che li ospita. Il design della location è elegante, caldo e minimale con piccoli cenni retrò che ricreano un’atmosfera accogliente.
IN PRIMO PIANO Alessandro Rossi, classe ‘91, è di origini toscane. Il suo è un percorso - oseremo definire - mitologico dove studio e impegno lo riportano sempre nel suo viaggio verso casa. Nel 2016 arriva, infatti, la prima stella Michelin al ristorante La Leggenda dei Frati a Firenze. E, dopo l’esperienza a Treviso alla guida del ristorante Villa Selvatico, fa finalmente ritorno nel 2019 in Maremma, al Gabbiano 3.0, dove conquista la stella Michelin nel novembre del 2020. La cucina di Alessandro è fortemente legata al territorio, in particolare al mare e alla maremma.
IL PUNTO FORTE I punti di forza del ristorante Gabbiano 3.0 sono sicuramente lo sfondo suggestivo nel quale ogni giorno opera - il porto di Marina di Grosseto e alle spalle il cuore della Maremma e la varietà di profumi, colori e sapori proposti nel menu degustazione chiamato “d’istinto e di cuore”. Ogni piatto è un’interpretazione differente di valorizzazione.
CONTATTI Via Porto Turistico, 11 - Marina di Grosseto (GR) Telefono: 0564 337812 email: info@ilgabbianotrepuntozero.it ilgabbianotrepuntozero.it
69
RESTAURANT
La Gallina U
na cucina colta e generosa, che attinge alla grande tradizione piemontese e si riferisce al terroir, il Gavi, tingendo il menù con il calore della Liguria. Nato in quelli che erano gli spazi dell’antico fienile e affacciato sui vigneti della tenuta, La Gallina è il ristorante panoramico di Villa Sparina, in uno degli scorci più suggestivi: le colline di Monterotondo. Le cucine e gli interni, interamente rinnovati con terrazze, sale e privé, riflettono l’amore e la dedizione dei fratelli Moccagatta per il territorio. A capo della brigata c’è Thomas Papa, attento a creare i piatti con materie prime locali ed eccellenze da tutta Italia, tra cui le verdure provenienti dall’orto biologico di Villa Sparina o selezionati da produttori piemontesi e liguri di fiducia. Oltre alla carta lo chef propone due menu: La Tradizione Piemontese dedicato all’eccellenza della cucina regionale, con i grandi classici della tradizione come l’Agnolotto del Plin e il Risotto al Gavi con robiola di Roccaverano, la Battuta di Fassona e il Bonet, classico dessert piemontese, e A mano libera, viaggio di sette portate a sorpresa che saprà sorprendere e conquistare gli amanti di alta cucina.
IN PRIMO PIANO Usa una tecnica “modernamente antica” Thomas Papa, chef della brigata dove è cresciuto negli anni, e dove sa evocare per gli ospiti che arrivano spesso dall’estero l’alta cucina e la cucina creativa, con ironia e con brio. Nel 2019 è stato eletto tra “I migliori Chef del Piemonte” dalle Guide Espresso.
IL PUNTO FORTE Un bancone e un salotto panoramico in plein air, con vista sui vigneti, per gustare un calice di vino di Villa Sparina prodotto qui, accompagnato dai migliori salumi del territorio e godendo dei colori del tramonto sulle colline, immersi tra i profumi delle erbe aromatiche e dei fiori di campo. Sulle tavole imbandite, il simbolo del ristorante compare in tante artistiche creazioni, grazie alle piccole sculture di un’apprezzata artista locale.
CONTATTI Frazione Monterotondo - Gavi Piemonte (Al) email: info@villasparinaresort.it villasparinaresort.it
70
RESTAURANT
La Palta O
riginalità, concretezza, fantasia e semplicità. Così si presenta La Palta, ristorante stellato a Bilegno, vicino a Borgonovo Val Tidone, nel cuore del piacentino. La sua storia è tanto semplice quanto affascinante, racconta di un’osteria tradizionale gestita dai genitori della chef Isa Mazzochi, che qui è cresciuta avvicinandosi fin da piccola alla cucina della sua terra, quella piacentina, vera eccellenza enogastronomica dell’Emilia. E oggi è proprio a Bilegno, nello stesso paesino dove sorgeva la vecchia osteria, che Isa ha aperto il ristorante conservando il gusto per l’ospitalità e il calore umano. La sua cifra artistica viene tutta dirottata sui piatti, dotati di grazia e concretezza, anche perché la chef è stata allieva dell’indimenticabile cuoco francese Georges Cogny. Insomma, un’osteria che si trasforma nei decenni fino a diventare meta gourmet, guarda al mondo ma sempre attenta alle radici e al territorio piacentino di cui appunto, Cogny, era innamorato. Il marito Roberto ha costruito una delle migliori cantine emiliane con 800 etichette, che vanno dai Colli Piacentini al mondo.
IN PRIMO PIANO Il 6 maggio 2021 ha ricevuto il premio Michelin Chef Donna 2021 by Veuve Clicquot, con la motivazione: “Isa Mazzocchi è stata selezionata degli ispettori Michelin perché ha un fortissimo legame con il territorio che promuove attraverso i suoi piatti per farne emergere le peculiarità. La cucina, nella quale investe tutte le sue energie, la sua tenacia e l’apprendimento continuo, le permettono di spaziare tra passato, presente e futuro, per portare l’ospite in una dimensione di esperienza senza tempo, fatta di tradizione e innovazione.
IL PUNTO FORTE Il ristorante è il luogo privilegiato per saggiare l’Isa-style, una tecnica che si unisce alla fantasia senza mai perdere di vista quel lato dell’Emilia che regala sapori e ingredienti indimenticabili. Una cucina solida, che affonda le radici nel territorio e nel gusto. Nel menu in costante evoluzione spiccano l’Asina marinata al pepe, radicchio, pere ghiacciate, grissini bruciati e i tortelli piacentini con la coda al verde di stagione. Eccezionale anche il risotto ai topinambur con polvere di liquirizia e gorgonzola. “Vedo la mia cucina come una follia, quella di offrire e presentare portate particolari e impensabili”, spiega la chef.
CONTATTI Località Bilegno, 67 - Borgonovo Val Tidone (Pc) Telefono: 0523 862103 email: info@lapalta.it lapalta.it
71
RESTAURANT
Leone Felice A
L’Albereta, da sempre luogo di eccellenze che raccoglie quanto di più innovativo il mondo gastronomico possa offrire, dall’unione del VistaLago Bistrò e del ristorante gourmet LeoneFelice è nato il LeoneFelice Vista Lago. Alla base dell’idea di cucina un menu che parte dalla tradizione italiana, guidato dalla mano dello chef Fabio Abbattista, che ha saputo traghettare la cucina del resort nel post Gualtiero Marchesi. LeoneFelice è un nuovo racconto di ospitalità. Dedizione e passione sono il connubio che dà vita alla rinascita dell’accoglienza all’italiana. Questo l’obiettivo di Martino de Rosa e atCarmen, che con il LeoneFelice intendono offrire una nuova modalità di guardare al mondo della ristorazione, proponendo in un piatto quanto di meglio proviene dal territorio e dalla stagione. Il rispetto per le materie prime resta alla base di un piatto sostenibile: il pesce di lago viene consegnato fresco da Andrea Soardi, uno degli ultimi pescatori del Lago d’Iseo. Per insaporire i piatti, il giardino di casa offre un assortimento di erbe aromatiche che vengono utilizzate fresche in stagione ed essicate nel periodo invernale. Per il condimento, si utilizza solo olio extravergine de L’Uliveta di Mariella, prodotto nella tenuta toscana di famiglia.
IN PRIMO PIANO Martino de Rosa, genovese, classe 1964. La sua storia professionale risale agli inizi degli anni Novanta con progetti legati all’agribusiness come l’operazione Contadi Castaldi. È con atCarmen, società fondata con la moglie Carmen Moretti nel 2014, che si occupa di attuare una rivoluzione alimentare a partire da L’Albereta, affidando il ristorante al giovane e talentuoso chef Abbattista. A seguire, nel 2017, l’apertura della pizzeria La Filiale realizzata con Franco Pepe e, lo scorso anno, la realizzazione di uno dei progetti pensati insieme a Dario Cecchini, Cecchini Panini e Quintale.
IL PUNTO FORTE atCarmen è una management e investment company specializzata nella gestione e nello sviluppo di progetti imprenditoriali propri e per conto di terzi, prevalentemente nei settori dell’hospitality, food&wine, leisure e lifestyle di alta gamma. atCarmen è la naturale evoluzione di un percorso consolidato: nasce dall’esperienza di Martino de Rosa e Carmen Moretti che in oltre 25 anni di carriera hanno affermato a livello nazionale e internazionale alcuni dei più riconosciuti brand dell’ospitalità e della ristorazione italiana.
CONTATTI Via Vittorio Emanuele, 23 - Erbusco (Bs) Telefono: 030 7760550 email: ristorante@albereta.it albereta.it
72
RESTAURANT
Limoneto A
ll’interno dei Giardini del Fuenti, proprietà unica alle pendici del monte Falerio, il ristorante Limoneto si conferma punto di riferimento per la gastronomia gourmet in Costiera Amalfitana. Sotto un pergolato di piante di limone su una terrazza pensile, con panorama mozzafiato sul Golfo di Salerno, è l’indirizzo da provare per gli appassionati della cucina fine dining. A guidare la brigata, l’executive chef Michele De Blasio, in equilibrio tra innovazione e tradizione. La sua è una cucina mediterranea di alto livello, che spazia dalla tradizione alla ricerca di nuovi abbinamenti, in una sperimentazione costante, attenta all’equilibrio di sapori. La carta del ristorante propone piatti che esaltano le eccellenze della gastronomia campana, mentre incontra la ricchezza dei prodotti locali e nazionali. Da provare il Risotto Napoletano Alici, Alghe e Bergamotto, la Spigola d’amo’ Olive, foie gras e rose e il Fiordilatte Melassa di fichi bianchi del Cilento. Sorprendenti.
IN PRIMO PIANO Il ristorante è un ambiente intimo incastonato nel magico promontorio della costiera amalfitana, che fa da location perfetta per degustare i piatti dello chef De Blasio. Di origini campane, inizia la carriera con Riccardo Camanini e Alfonso Iaccarino, e si specializza accanto a Alain Ducasse, Pierre Gagnaire, Arzak, Rasmus Kofoed. Arriva al Fuenti dopo l’esperienza al Ritz Carlton di Hong Kong.
IL PUNTO FORTE Il luogo perfetto per una cena intima, en plein air. Ma anche per celebrare anniversari, lauree, compleanni, vista l’ampiezza e la bellezza degli spazi e delle terrazze a disposizione degli ospiti. Il ristorante vanta anche una cantina ricca di vini pregiati, selezionati con attenzione dal sommelier.
CONTATTI S.S. 163 Amalfitana km 47+300 Vietri sul Mare (Sa) Telefono: 351 1575445 giardinidelfuenti.com
73
RESTAURANT
Linfa L
infa - Eat Different ha aperto le sue porte nel maggio del 2021, dopo oltre un anno di progettazione, in un locale sito tra via Savona e via Bergognone, nel mezzo del fashion e design district di Milano. Lo fa quando i ristoranti sono ancora chiusi a causa della pandemia, iniziando prima con un’offerta delivery che punta sulla qualità della materia prima plant based e, in un secondo momento, accogliendo i propri ospiti in atmosfere eleganti e luminose, dai colori pastello con tinte dominanti rosa e oro, e una proposta ristorativa da gourmet, ricercata, ingredienti 100% vegetali, salutari e gustosi, oltre che un servizio attento e garbato. L’idea di Edoardo Valsecchi, il giovane proprietario, è portare in Italia il meglio di quanto i format internazionali gli hanno mostrato durante le sue esperienze all’estero, come cliente e come addetto al settore, declinandoli però sui gusti degli italiani, esigenti in materia di food & beverage. Il progetto si dimostra vincente, incuriosendo chi ancora non s’è approcciato all’alimentazione plant based e fidelizzando gli amanti della cucina d’avanguardia, studiata per nutrire e stupire, in armonia col pianeta.
IN PRIMO PIANO Il punto di forza di Linfa Eat Different è il riuscire ad armonizzare la proposta ristorativa di alta qualità con decisioni etiche e di responsabilità nei confronti del pianeta: scelte di materie prime locali e stagionali, rigorosamente vegetali, nell’ambito food & beverage, ecofriendly e animal free e design che si sposano felicemente con lusso e raffinatezza e iconicità del locale, potenziandosi a vicenda e permettendo all’ospite di vivere esperienze emozionanti ed esclusive.
IL PUNTO FORTE Edoardo Valsecchi, classe ‘91, dopo la laurea in Economia, decide di perfezionare gli studi al master in Management dell’enogastronomia alla Business School de Il Sole 24 Ore, lavora in area manageriale negli Emirati Arabi a Dubai per Starwood Hotels, nel Regno Unito a Manchester per Hilton Hotels & Resorts e a Londra dove sperimenta come il settore ristorativo si può conciliare con scelte green. Nel 2020 rientra in Italia e avvia a Milano il proprio progetto di ristorazione responsabile Linfa - Eat Different.
CONTATTI Via Bergognone, 24 - Milano Telefono: 02 47709236 Email: info@linfamilano.com linfamilano.com
74
RESTAURANT
Locanda dei Logi È
una storia che affonda le radici nella terra senese di San Gimignano, dove il vino è un’arte che ha l’esigenza di affiancarsi al cibo della tradizione per essere compresa in pieno. Un binomio, quello enogastronomico, che trova una perfetta sintonia alla Locanda dei Logi, meraviglioso complesso composto da linee medievali di quelli che anticamente erano la canonica e gli edifici adiacenti la piccola pieve romanica di San Donato. È tutto pensato dalla famiglia Logi, papà Mario con i figli Giampiero, Stefano e Alessio che alla produzione del vino (Vernaccia in particolare) hanno affiancato la locanda dove poter degustare un calice e al tempo stesso accompagnare l’esperienza con proposte culinarie ben precise. Prodotti del territorio e stagionalità sono gli elementi caratterizzanti della cucina che riprende, attualizzandole, le tipiche ricette toscane. I piatti sono tutti pensati per l’abbinamento con i vini del Colombaio di Santa Chiara, l’obiettivo è quello di permettere a tutti, neofiti ed esperti, di apprezzarne il felice dialogo con il cibo. Da non perdere la selezione di salumi di propria produzione. La locanda offre anche la possibilità di soggiornare in camere rustiche e scoprire splendidi itinerari nella più tipica campagna toscana.
IL PUNTO FORTE
IN PRIMO PIANO
I fratelli Logi: Giampiero, Alessio e Stefano
È il centro su cui si fonda la storia della famiglia Logi e di conseguenza la loro Locanda. Si tratta del Colombaio di Santa Chiara, dove nascono i loro vini. Un prodotto complesso, capace di catturare la storia del luogo e dei vitigni che si adagiano per ventidue ettari all’interno della docg Vernaccia di San Gimignano, il tutto in regime biologico certificato per rispettare al massimo terreno e ambiente circostante. Prodotto eccellente e incontrastato qui è la Vernaccia che si esprime al massimo, da non perdere è il Selva Bianca, vino di punta con circa 50mila bottiglie prodotte all’anno.
La famiglia Logi dice che è una storia “come se ne trovano molte”, ma questo è il suo bello, cioè una tipica storia dell’eccellenza viticola italiana. Tutto nasce dal padre, Mario, che fondò l’azienda dapprima dedita all’allevamento. Poi, grazie al figlio minore Alessio, nel 2002 arriva la spinta che porta l’azienda verso il mondo dell’enologia. Qualche anno prima fu acquistata la pieve di San Donato, con la sua canonica e i terreni adiacenti. In quei fabbricati è sorta la cantina e da lì è iniziata l’avventura grazie alla spinta propulsiva dei due fratelli maggiori, Giampiero e Stefano Logi, che hanno accettato la sfida.
CONTATTI Località San Donato, 1 - San Gimignano (Si) Telefono: 057 7942004 email: info@locandadeilogi.it locandadeilogi.it
75
RESTAURANT
L’Imbuto N
on convenzionale - proprio come il suo chef, istrionico e mattatore - il ristorante L’Imbuto di Lucca è il feudo gastronomico di Cristiano Tomei. Il locale del cuoco viareggino apre i battenti nel 2002, in un capanno tra i pini sulla spiaggia di Viareggio, per poi spostarsi l’anno successivo nel centro della città. Nel 2012 Tomei trasferisce il ristorante a Lucca, in palazzo Boccella integrandolo nel museo d’arte contemporanea Lu.c.c.a. Nel 2014 conquista la stella Michelin e nel 2019 un nuovo cambiamento: il ristorante si trasferisce nei locali dello storico palazzo Pfanner, sempre nel centro di Lucca. A differenza dei ristoranti tradizionali, all’Imbuto si sceglie il numero di portate e lo chef decide quali e in che ordine servirle: un’esperienza diversa dall’ordinario, che ha come punto di partenza la cucina italiana e i prodotti tipici del luogo, lavorati con perizia e tecnica. In fondo, Tomei - noto al grande pubblico per le partecipazioni a programmi tv (La prova del cuoco, MasterChef Magazine, Cuochi d’Italia) ama presentare personalmente i piatti agli ospiti dell’Imbuto: così gusti, consistenze, abbinamenti, calici e conversazione diventano una cosa sola.
IN PRIMO PIANO Viareggino classe ‘74, Cristiano Tomei ha la caratteristica di avere la battuta sempre pronta. Chef autodidatta, si dedica al surf – girando, alla ricerca dell’onda perfetta, Paesi come Cuba, l’India, il Perù e il Madagascar – prima di scoprire la passione per la cucina. A 27 anni torna in Italia e apre il ristorante che lo porterà al successo sia dietro i fornelli che davanti alle telecamere. Ama far sembrare semplici cose complicate, e viceversa.
IL PUNTO FORTE In cucina Cristiano Tomei padroneggia una grande tecnica, ma predilige trattare soltanto materia prima locale. In questo contesto, la carne occupa sempre un posto speciale nel cuore dello chef e nelle proposte del ristorante L’Imbuto a Lucca: uno dei suoi piatti signature, per esempio, è la Bistecca Primitiva. Si tratta di un secondo con diversi tagli di carne di manzo cruda, servita con il suo grasso bruscato sulla base di una corteccia di pino scaldata sul fuoco.
CONTATTI Piazza del Collegio, 7 - Lucca Telefono: 331 9308931 limbuto.it
76
RESTAURANT
Maio Restaurant Q
uando parli di Maio Restaurant diventa perfino difficile capire da dove iniziare per raccontare un viaggio nelle eccellenze del food italiano. Forse il modo migliore è quello di utilizzare le parole stesse dei fratelli Alessandro e Massimo Maio: “Una location esclusiva che guarda alle guglie del Duomo di Milano, accoglie gli amanti del gusto per un’esperienza culinaria inedita, capace di esaltare i sapori della tradizione italiana e gli spunti più originali della contemporaneità”. Sì perché da Maio non ci si tuffa solo in un viaggio di sapori e sensazioni, ma è tutto il contesto - di altissimo profilo il servizio a essere speciale: al settimo piano della Rinascente è possibile pranzare, cenare, fare uno spuntino o anche solamente sorseggiare un calice di champagne davanti a uno dei panorami più belli d’Italia. Qualità, distinzione ed eleganza, piatti raffinati studiati dallo chef Luca Seveso e una cantina eccellente che ha un particolare occhio di riguardo verso il top delle piccole e grandi eccellenze vinicole del made in Italy. La cucina a vista, l’ampia sala da pranzo e la terrazza creano un ambiente fluido, capace di appagare anche la vista e di adattarsi in maniera camaleontica a ogni esigenza. Location ideale per eventi chic.
IN PRIMO PIANO “La formula vincente è rimanere trasversali: miglior qualità al giusto prezzo”. Da sempre Alessandro (nella foto, a sinistra) e Massimo Maio si muovono seguendo questo motto. Alessandro sviluppa principalmente le strategie e la gestione amministrativa mentre Massimo è più concentrato sulla sezione catering. La storia affonda le radici alla fine degli anni ’70 quando i genitori aprirono l’Hotel Ristorante la Bettola. Oggi il gruppo Maio conta 200 dipendenti, Be-Steak, una raffinata steak house sempre al settimo piano di La Rinascente e il Maio Catering per gli eventi, vera eccellenza del settore.
IL PUNTO FORTE Nella cornice del Maio Restaurant, lo Champagne Bar è il luogo di incontro per gli appassionati gourmet amanti dell’eccellenza vitivinicola d’Oltralpe. Un corner sofisticato dedicato alla Maison Moët & Chandon, dove è possibile concedersi un momento di qualità, degustando le migliori annate del brand accompagnandole con cruditè di pesce, oltre a una ricca e sofisticata selezione di cocktails. Sarebbe riduttivo indicare questo come pezzo forte, ma l’angolo dedicato alle bollicine francesi è una vera gemma di qualità e raffinatezza. È aperto tutti i giorni dalle 9 a mezzanotte.
CONTATTI Piazza del Duomo, La Rinascente – 7° piano, Milano Telefono: 02 8852455 email: milano@maiorestaurant.com maiorestaurant.com
77
RESTAURANT
Osteria Magona È
nel cuore del territorio di Bolgheri, tradizionalmente vocato ai vini d’eccellenza, che dal 2004 trova posto un ristorante incentrato sulla carne alla brace, al punto da diventare una delle mete irrinunciabili per chi ama la Fiorentina: è l’Osteria Magona, allestita prima nel centro del paese e poi in un casale dal tipico stile toscano, il Vallone dei Messi, sulla strada del vino Bolgherese. Qui, in mezzo ai vigneti e vicino alle più grandi cantine della doc Bolgheri, lo chef Omar Barsacchi ha dato vita a un ristorante unico, in aperta campagna e con vista mare. A gestirlo è lui, insieme alla moglie Marina e al figlio Rocco: i tre hanno improntato l’avventura imprenditoriale in un clima semplice e familiare nel rispetto della tradizione tutta italiana, creando un menù tipico toscano con contaminazione di tecniche innovative. Grandissima attenzione è posta alle materie prime: la pasta è fatta rigorosamente a mano ogni giorno, con la filosofia di non utilizzare nessun semilavorato, mentre carne e selvaggina la fanno da padroni. Notevole anche l’ampissima carta dei vini, improntata soprattutto su Bolgheri e la Toscana, con verticali dalle prime annate di produzione fino ai giorni nostri.
IN PRIMO PIANO Lo chef è Omar Barsacchi, 45 anni di cui 18 trascorsi nel mondo della ristorazione. A fornirgli le basi e a trasmettergli la passione per questo lavoro è stata la famiglia, soprattutto la mamma: dopo il diploma all’istituto alberghiero ha lavorato in diversi locali di ottimo livello, assistendo da vicino alcuni dei migliori chef d’Europa. Il suo sogno l’ha portato ad aprire Osteria Magona, presente sulle migliori guide. Collabora col macellaio poeta Dario Cecchini, fornitore e amico da sempre.
IL PUNTO FORTE Vista la collaborazione con il guru Dario Cecchini, non c’è da meravigliarsi che all’Osteria Magona il piatto forte sia proprio la bistecca alla Fiorentina: da 17 anni il fornitore è il macellaio poeta di Panzano in Chianti, che sceglie per Omar le migliori mezzene dalle quali dopo circa 40 giorni di maturazione si ricava una grandissima bistecca, rigorosamente cotta su brace di carbone prodotto da carbonai di Sassetta.
78
RESTAURANT
Osteria Povero Diavolo P
oggio Torriana di Rimini è un paesino che riposa esattamente a metà strada tra il mare Adriatico e l’Appennino romagnolo. Qui c’è l’Osteria al Povero Diavolo, un ristorante e locanda (con stanze disponibili nel weekend per il pernottamento) che si mantiene fedelmente coerente all’uso che se ne faceva fin dai primi anni del ‘900, quando questa insegna cominciò la sua storia. Oggi il nuovo corso è risorto grazie alla lungimiranza, la passione e l’abilità del giovane chef Giuseppe Gasperoni, poco più che trentenne, che ha raccolto oneri e onori del passato con un rinnovato entusiasmo e nel giro di due soli anni, a fine 2020, si è visto riconoscere l’ambita stella Michelin. Giuseppe si è dotato di una squadra eccellente con l’unica eccezione che riguarda la presenza della madre, Carla Zanni, che è anche consulente in materia di sfoglia, erbe di campo e fiori locali. Dalle mani e dalla mente di Giuseppe esce un disegno preciso e audace che ritroviamo nel cappelletto di piccione, burro nocciola e salvia, nella faraona alla brace, salsa ponzu e albicocche fermentate, e nello sgombro ai carboni, salicornia, kefir e pesto di erbe: punte di una cifra stilistica che dimostra la paradisiaca qualità di questo Povero Diavolo. Il 95 per cento degli ingredienti utilizzati proviene dal territorio, molti vengono addirittura raccolti direttamente nei boschi adiacenti all’osteria.
IN PRIMO PIANO Trentuno anni, cresciuto tra i fornelli familiari di Casa Zanni di Villa Verucchio, storico locale di cucina romagnola, Giuseppe Gasperoni ha lavorato nella brigata del suo maestro Riccardo Agostini (a sua volta ex del Povero Diavolo) a Il Piastrino di Pennabilli per sei anni, al ristorante Righi di San Marino e a Piazza Duomo con Enrico Crippa. Gli sono bastati due anni complicati ed entusiasmanti, segnati dalla pandemia, per rilanciare il Povero Diavolo e nonostante l’emergenza sanitaria, l’Osteria di Poggio Torriana si è presa nel 2020 la Stella Michelin.
IL PUNTO FORTE La carta dei vini comprende 300 etichette, principalmente italiane, alcune prestigiose anche da Francia, Austria e Germania. Da non perdere il Pistacchio: frutto della passione e farro, per un intenso e piacevole contrasto tra dolcezza e acidità. Tra i piatti da segnalare le animelle di vitello con cavolfiore, aringa e miso, realizzato utilizzando la frattaglia, un alimento poco pregiato abbinato a un pesce per un piatto equilibrato, saporito e che unisce la nostra tradizione a quella giapponese. Più in generale l’offerta si compone di tre menu degustazione, uno di pesce e uno di carne, per offrire la massima espressione della cucina e il Menu dello Chef.
CONTATTI Via Roma, 30 - Poggio Torriana (Rn) Telefono: 0541 675060 email: info@osteriapoverodiavolo.it osteriapoverodiavolo.it
79
RESTAURANT
Ristorante Oseleta L
a cura del cibo come vera e propria opera d’arte, a coinvolgere tutti i sensi, è il tratto distintivo che caratterizza la cucina del ristorante Oseleta, una stella Michelin. Situato all’ingresso di una magione di grande fascino, Villa Cordevigo, si cena in un ambiente ricco di fascino, atmosfera elegante, garbo ed eleganza legati a un nobile passato. Marco Marras, executive chef, definisce la sua cucina polifonica: ciascuna ingrediente risalta pur mantenendo un’avvolgente armonia. Fra cuochi, sous chef, pastry chef la squadra si compone di dieci elementi, tutti under 35. Uno spirito innovativo, fresco e giovane, che ispira le tecniche in cucina e il menu del capo brigata, scelto dalle famiglie Cristoforetti e Delibori per interpretare al meglio l’anima e l’essenza del ristorante incastonato all’interno dell’antica villa veneta, risalente al XVIII secolo, immersa nella prestigiosa tenuta di cento ettari di vigneti e oliveti. Autenticità e genuinità, armonia dei territori mediterranei, continua ricerca di eccellenza, sia tecnica sia artistica, gli elementi di una cucina d’autore. Sapori e tradizioni di territori diversi si sposano con prodotti artigianali locali nelle ricette basate sulla tradizione. I piatti di Marras sprigionano il profumo del Mediterraneo, al contempo ricordano il confine delle campagne venete con laghi, fiumi e mare.
IN PRIMO PIANO La cucina proposta da Marco Marras, 33 anni, originario di Bosa (Sardegna), è concreta armonia. Racconta della sua terra d’origine, conserva i sapori dei luoghi in cui ha lavorato (Portofino, Madonna di Campiglio, Ginevra, Isola d’Elba, Cala di Volpe, Miami, Hawaii, Puglia...) e che l’hanno poi portato fino a Villa Cordevigo.
IL PUNTO FORTE Chef Marras sta progettando l’orto di Villa Cordevigo, continuando a cercare una sempre maggiore sostenibilità nei processi produttivi delle cucine e nella produzione degli ingredienti home-made, dove per home s’intendono due grandi regioni italiane con una biodiversità notevole ed emozionante: la Sardegna e il Veneto.
CONTATTI Cordevigo, Cavaion Veronese (Vr) Telefono: 045 7235287 villacordevigo.com ristoranteoseleta.it
80
RESTAURANT
Villa Naj P
assando dal piccolo cancello, quasi nascosto, si entra in contatto con una realtà unica: un parco vincolato da qualsiasi modifica, risalente alla prima metà dell’Ottocento, tra grotte, grandi alberi, profumi e luci vi avvolgerà nell’immediato. Qui va in scena un’esperienza enogastronomica di ottimo livello, in uno scenario unico con scorci d’altri tempi. Il ristorante è situato all’interno delle ex cantine di Villa Naj Savina (a Stradella, Pavia), dove lo chef Alessandro Proietti Refrigeri guida gli ospiti attraverso un menu periodicamente aggiornato all’insegna della freschezza, dell’eccellenza e della stagionalità. La carta dei vini, oltre 400 etichette che spaziano dal territorio dell’Oltrepò Pavese fino agli angoli remoti del pianeta, soddisfa ogni curiosità grazie a una scelta rigorosa nata per sposare piatti senza confini in una ricerca e un’attenzione meticolosa per creare abbinamenti innovativi, sorprendenti e mai banali. La cucina contemporanea del Ristorante ha riportato la Stella Michelin in Oltrepò dopo tanti anni.
IN PRIMO PIANO Lo chef Alessandro Proietti Refrigeri atterra in Oltrepò dopo esperienze significative e importanti. Romano, classe 1988, dopo essere stato per due stagioni a Salina come sous chef di Riccardo Di Giacinto, ai tempi della sua consulenza al Capofaro Resort, si trasferisce a Copenhagen al Noma. Dopo l’esperienza in Danimarca rientra in Italia alla Pergola di Heinz Beck, prima di diventare coordinatore di tutti i locali di Berberè insieme ai fratelli Aloe. Il progetto di Alessandro, iniziato nell’autunno del 2018, parte dal coinvolgimento di tanti piccoli produttori locali per raccontare l’Oltrepò.
IL PUNTO FORTE Il menu è creato in base alla stagionalità del momento e non poteva essere diversamente essendo in piena campagna, vicino a una serie di prodotti e produttori importanti: dal territorio vengono i formaggi, la farina, il riso, le carni (il maiale nero di Garlasco), il pesce viene da Piacenza. Tutte queste forniture si ritrovano nei piatti, lineari ed essenziali, con pochi ingredienti e un grande, grandissimo gusto.
CONTATTI Via Martiri Partigiani, 5 - Stradella (Pv) Telefono: 038 542126 email: info@wineandfoodsrl.com najstradella.com
81
LIMITED EDITION 2022
Vickie Vainionpää Seed Vickie Vainionpää, firma la settima collezione dei Vasi d’Autore D’Amico in “limited edition”. Le opere della giovane artista canadese, richiamano l’attenzione sul rapporto, in continua evoluzione, che intercorre tra l’uomo e la tecnologia. L’artista, operando e praticando il mondo del digitale, trova ispirazione e connessione con i prodotti D’Amico esaltandone colori, composizioni e qualità sensoriali di ogni particolarità quali aromi, sapori e consistenze uniche. Infine, rispecchiando i codici digitali generati da algoritmi, titola le opere Seed (in italiano Seme) aggiungendo dei numeri identificativi ad ogni lavoro.
damico.it
E Z N E L L E C C E 100
SOC IAL IZE
SOCIALIZE
Al Bicerin I
l caffè Al Bicerin è uno dei più antichi e rinomati caffè storici d’Italia. Fondato nel 1763, deve il suo nome al Bicerin, famosa bevanda torinese a base di cioccolata, caffè e fior di latte, che qui è nata e che ancora oggi si fa con la ricetta originale segreta. Oltre all’attività di caffetteria, l’azienda produce ed esporta cioccolata, gianduiotti e cioccolatini della più stretta tradizione torinese. La storia inizia nel 1763, quando l’acquacedrataio Giuseppe Dentis apre la sua piccola bottega nell’edificio di fronte all’ingresso del Santuario della Consolata. Nel 1856, su progetto dell’architetto Carlo Promis, viene edificato l’attuale palazzo e in questa sede il caffè assume l’elegante forma che oggi possiamo apprezzare. L’invenzione del bicerin è stata, senza alcun dubbio, la base del successo del locale. La sua storia nel tempo si intreccia saldamente a quella della “Consolà”. La nuova miscela era, infatti, il sostegno ideale per i fedeli che, avendo digiunato per prepararsi alla comunione, cercavano un sostegno energetico appena usciti dalla chiesa. Ugualmente era molto gradita in tempo di Quaresima poiché, non essendo la cioccolata calda considerata un cibo, poteva essere consumata durante il digiuno prescritto.
IN PRIMO PIANO Nel 1983, Maritè Costa ha raccolto l’eredità di questo storico caffè, facendolo conoscere a livello internazionale, grazie alla ricerca e alla studio di ricette originali. “Siamo custodi di un patrimonio unico di storia, bellezza, gusto, esperienza e passione, che abbiamo il dovere di salvaguardare e tramandare integro alle nuove generazioni”, ha sempre sottolineato la stessa Costa che, dopo la sua scomparsa, ha lasciato la guida di Bicerin a Beppe Costa (nella foto, a sinistra) e Alberto Landi.
IL PUNTO FORTE Il locale vanta un’antica tradizione nella preparazione della cioccolata in tazza e del Bicerin che ancora oggi vengono prodotti con le ricette originali. Il Bicerin è una bevanda calda, a base di caffè, cioccolata e fior di latte, che era molto diffusa nella Torino dell’800, ma di cui successivamente si era persa l’abitudine. Il Caffè Al Bicerin è stato l’unico nella città a proseguire ininterrottamente questa antica tradizione fino ad oggi.
CONTATTI Piazza della Consolata, 5 - Torino Telefono: 011 4369325 email: bicerin@bicerin.it bicerin.it
84
SOCIALIZE
Ci Sta F
ormat di pizze 100% italiane in rapida e costante espansione, Ci Sta nasce dalla voglia di celebrare la tradizione gastronomica italiana e unire i concetti di bellezza, inclusione e sostenibilità. Usa solo materie prime italiane con eccellenze provenienti da tutte le regioni, dal Sud al Nord Italia, con un’attenzione particolare al design, agli elementi decorativi del punto vendita e alla caratterizzazione della brand identity, tutto ispirato alla bellezza della vecchia Milano. Il menù di Ci Sta è un viaggio italiano che parte dalla Sicilia, con i suoi capperi, passa dalla Campania - regno indiscusso dei migliori prodotti caseari - e attraversa gli uliveti della Puglia, fino ad arrivare in Friuli Venezia Giulia, con il suo prosciutto di Cormons. Il tutto servito con un impasto realizzato con grano 100% italiano proveniente da coltivazioni biologiche. Nata dall’idea di Nico Grammauta, manager italiano protagonista nel settore del food retail, Ci Sta è la prima pizzeria italiana diventata società Benefit, ottenendo la certificazione da parte di B Lab, l’ente internazionale di certificazione che valuta i criteri prestabiliti di selezione. Un nuovo modo, etico, di fare impresa che mette al centro nuove priorità: ambiente, territorio, filiera, persone, comunità, prodotto.
IN PRIMO PIANO Ci Sta nasce dall’idea di Nico Grammauta, manager italiano protagonista nel settore del food retail. Grazie alla sua lungimiranza e agli anni di esperienza, l’insegna è pronta a una rapida espansione in Italia e in Europa, e ha da poco annunciato di aver modificato la propria forma giuridica in società benefit ottenendo la certificazione da parte di B Lab, l’ente internazionale di certificazione che valuta i criteri prestabiliti di selezione. Il format è la rappresentazione di un messaggio di coraggio imprenditoriale che parla italiano.
IL PUNTO FORTE Ci Sta celebra la tradizione gastronomica italiana esaltando i sapori delle materie prime d’eccellenza di tutte le regioni italiane. Il manifesto di Ci Sta oggi vede definite le parole e gli obiettivi che rappresenteranno l’insegna nei prossimi mesi, ovvero riduzione dell’impatto ambientale, contrasto allo spreco di cibo, valorizzazione delle eccellenze agro-gastronomiche italiane e valorizzazione del territorio, supporto a organizzazioni impegnate in attività di beneficenza a favore della comunità, promozione del talento individuale.
CONTATTI Via Vittor Pisani, 20 - Milano Telefono: 329 8990136 email: amministrazione@cistapizza.com cistapizza.com/it
85
SOCIALIZE
Edoardo Freddi L
a Edoardo Freddi International è la prima azienda italiana fondata su un gruppo di export manager del settore vino, e opera per conto di rinomate aziende (San Leonardo, San Michele Appiano, Marchesi di Barolo, Codice Citra e molti altri) nella gestione commerciale e strategica dei mercati internazionali: ad oggi è presente in 95 Paesi. Frutto della intuizione dell’omonimo fondatore, l’azienda offre una conoscenza molto approfondita delle dinamiche e tendenze commerciali dei diversi mercati e posizionamenti, canali e clienti, avendo come obiettivo di fornire un servizio di eccellenza alle aziende partner. La Edoardo Freddi International soddisfa e anticipa le necessità di un settore strategico per il paese, sempre più in espansione all’estero. È stata definita un “acceleratore di business”, data la rilevante crescita annuale che la caratterizza fin dalla nascita. Nel portfolio conta 40 aziende vinicole, rappresentate in esclusiva e che intendono giocare un ruolo da protagoniste nei mercati esteri. Tutto ciò è possibile grazie a un team di 30 persone, fra dipendenti e collaboratori, attivo 7 giorni su 7 e anche 24 ore su 24, in grado di gestire la vendita di circa 27 milioni di bottiglie.
IN PRIMO PIANO Edoardo Freddi si è laureato alla Bocconi, con un Master in Food and Beverage Management. Dopo alcune start-up, ha lavorato in AB-InBev, per poi fondare la Edoardo Freddi International nel 2012, ossia la più importante azienda di export management del vino italiano nel mondo. Parallelamente ha fondato e curato diverse altre società correlate al mondo del Food&Beverage, parte di cui è confluita in un gruppo, FreedLGroup, di cui è amministratore delegato. Oggi, a 33 anni, svolge anche ruoli di consulenza di noti gruppi finanziari e fondi di investimento con interessi nel settore vino.
IL PUNTO FORTE A fondamento della Edoardo Freddi International c’è l’attività di cross-selling, che è il mantra aziendale: ovvero riuscire a offrire una pluralità di aziende, vini, posizionamenti e prezzi che spaziano dal marchio più pregiato, da gestire in assegnazione solo a determinati clienti, alla commodity con prezzi più contenuti: dall’Amarone, al vino in lattina. Tale diversità di offerta, in un mondo con attori di acquisto sempre più grandi e corteggiati, permette di intrattenere relazioni commerciali con i migliori partner mondiali del settore.
CONTATTI Via Donatori di Sangue,7A Castiglione delle Stiviere (Mn) Telefono: 0376 1888038 email: marketing@edoardofreddi.it edoardofreddi.it
86
SOCIALIZE
Kuiri K
uiri è il primo co-working della ristorazione italiano. Un innovativo sevizio di kitchen sharing che dà la possibilità di aprire la propria attività di food delivery in un mese, con un investimento iniziale ridotto, condividendo gli spazi con altri brand e affidandosi a un network di professionisti che offrono una consulenza a tutto tondo. Attivo da febbraio 2021, Kuiri (in esperanto significa “cucinare”) propone un modello di business strategico, in un momento in cui la ristorazione a domicilio sta registrando una crescita esponenziale. Oltre agli spazi in condivisione, attrezzati con le migliori cucine professionali e personalizzabili in base alle proprie esigenze, il servizio prevede un sistema operativo 2.0 basato sulle più avanzate tecnologie - dalla fiscalità alla gestione degli ordini, dal marketing al packaging - con l’obiettivo di ottimizzare ogni aspetto del business. A differenza delle dark kitchen tradizionali, Kuiri offre a ciascun ristorante virtuale una cucina a vista dotata di insegna e vetrina e di una finestra dedicata al servizio da asporto. Presente a Milano con tre location (via California, via Melchiorre Gioia e piazza Carlo Erba), la start-up punta ad aprire, nell’arco di 24 mesi, fino a 60 “smart kitchen” su tutto il territorio italiano.
IN PRIMO PIANO Kuiri Megamix è la nuova app proprietaria di food delivery gestita da Kuiri (nella foto il ceo Paolo Colapietro), che permette di ordinare dai ristoranti che condividono gli spazi della smart kitchen con un’unica transazione e un’unica consegna. Questo servizio rappresenta un vantaggio non solo per i clienti, ma anche per i brand di ristorazione. Si tratta infatti di un’app che può incrementare il volume degli ordini dei ristoranti-partner attraverso il pick-up, il delivery e gli acquisti in cassa che vengono ulteriormente semplificati, in quanto viene offerta la possibilità di ordinare da più insegne con un’unica transazione.
IL PUNTO FORTE Kuiri punta a diventare un franchising alimentato da imprenditori che vorranno riconvertire non solo ristoranti ma anche palestre, garage o locali inutilizzati in cucine in condivisione, contribuendo così alla riqualificazione di spazi vuoti o abbandonati. I laboratori Kuiri si trovano nei quartieri più vivaci della città, ognuno con un bacino di utenti e con caratteristiche differenti, potendo così sfruttare la domanda elevata e il traffico pedonale intenso.
CONTATTI Via Plinio, 64 (Piazza Carlo Erba) - Milano Via California, 15 - Milano Via Melchiorre Gioia, 53 - Milano Telefono: 02 84565081 email: info@kuiri.it - brandselection@kuiri.it kuiri.it
87
SOCIALIZE
Loste Café I
l progetto Loste Café nasce a Copenaghen nel 2018 inizialmente come ristorante, con l’idea di Lorenzo Cioli e Stefano Ferraro di rientrare dopo tanti anni in Italia e realizzare un’idea di locale che sarebbe stato “il posto dove avrebbero voluto trascorrere le loro serate”. Due fattori sopraggiunti – da un lato la pandemia, dall’altro la location milanese trovata dopo numerosi tentativi – fanno virare i piani verso un progetto alternativo, ovvero una caffetteria pasticceria. Per elevare il concetto di bar all’italiana, il focus è su prodotti di qualità estrema, ricerca sul caffè e cura nei dettagli. Ecco quindi che Loste Café offre colazione con paste fresche prodotte ogni giorno, specialty coffee, pranzo e una selezione di vini, il tutto impreziosito dal know how e dalla personalità che i due titolari riescono a trasmettere nei pochi minuti di interazione con i clienti. L’obiettivo di Lorenzo e Stefano è quello di offrire un’esperienza unica, “in quanto dettata dalla nostra visione e dal nostro approccio. Vogliamo accogliere i clienti come vorremmo essere accolti noi nella nostra caffetteria preferita. Paste dolci sfornate fresche la mattina, ma anche focacce e preparazioni salate, un caffè oppure un bicchiere di vino e soprattutto un gran sorriso”.
IN PRIMO PIANO A guidare Loste Café sono due talenti italiani maturati fuori dai confini nazionali, Stefano Ferraro (nella foto, a destra) e Lorenzo Cioli. Il primo vanta 12 anni di esperienza nei migliori ristoranti al mondo, tra cui i 5 anni trascorsi al Noma di Copenaghen come capo pasticcere. Il secondo, invece, si è formato anch’egli all’estero, sempre a Copenaghen, tra il Noma (negli ultimi 6 anni), il ristorante 108 e l’Iluka, dove è stato capo sommelier.
IL PUNTO FORTE Non è facile trovare un pezzo dolce che spicchi rispetto agli altri, con una produzione di pasticceria così variegata e di qualità. Ma gli habitué di Loste Cafè non sembrano avere troppi dubbi nell’individuare nel Cardamomo il prodotto di punta della pasticceria milanese. Viene realizzato con un impasto laminato con burro al cardamomo, poi glassato con uno sciroppo al caffè e condito con una scorza d’arancio.
CONTATTI via Francesco Guicciardini,3 - Milano Telefono: 02 45375475 lostecafe.com
88
SOCIALIZE
Mama Eat L
a buona cucina di casa, anche senza glutine. Mama Eat è un brand nato a Napoli che punta sulla buona cucina della tradizione in una doppia versione: tradizionale e senza glutine. Tutto nasce 20 anni fa, quando Marcella Navarro - mamma di Roberto Zeccolini, business development manager della catena dei ristoranti Mama Eat -, scopre di essere celiaca. La grande difficoltà nel poter mangiare con i propri cari fuori casa, a causa della mancanza di proposte adeguate, l’ha portata - insieme ai suoi fratelli Roberto e Giovanni Navarro -, ad aprire Mama Eat. Un progetto che ha saputo rapidamente conquistare il palato degli appassionati della buona cucina e la fiducia di chi, a causa dell’intolleranza al glutine, non poteva concedersi facilmente una piacevole esperienza gastronomica e condividere un momento a tavola, con i propri cari, senza limiti e distinzioni. Mama Eat oggi conta sei locali dislocati tra il capoluogo campano, Roma e Milano, ai quali presto si aggiungeranno una terza sede nella Capitale (in zona Ponte Milvio) e la prima apertura a Firenze. Un format divenuto noto per la proposta a base di piatti della storia culinaria di Napoli, realizzati con cura e in sicurezza grazie alla presenza di una doppia cucina, che consente di evitare il rischio contaminazione.
IN PRIMO PIANO “Portare il gusto dei sapori di casa al ristorante”: questa la mission di mamma Marcella e del suo staff. Per raggiungere l’obiettivo in ogni locale di Mama Eat sono presenti due cucine, due forni per le pizze, due chef e due brigate per la preparazione dei piatti. L’attenta selezione delle materie prime, il rispetto della tradizione e il gusto della condivisione a tavola, rappresentano l’impegno principale di Mama Eat per garantire ogni giorno piatti buoni come quelli di una volta, “come quelli che preparerebbe mammà”.
IL PUNTO FORTE La cucina tradizionale napoletana, anche senza glutine. Mama Eat nasce dalla piena conoscenza di tutto ciò che concerne la celiachia e la grande passione per la tradizione gastronomica della cultura gastronomica partenopea, dando così vita ad una realtà unica nel suo genere che porta il gusto dei sapori di casa al ristorante. Questa è Mama Eat: due cucine, due forni per le pizze, due chef e due brigate per la preparazione dei piatti. Il gusto, in completa sicurezza.
CONTATTI Via Manzoni, 6A - Napoli Telefono: 338 7086325 email: info@mamaeat.com mamaeat.com/
89
SOCIALIZE
Marchio Verificato R
icercare tutto il buono della tradizione artigianale del territorio, nel rispetto della terra e della stagionalità delle materie prime di qualità: è questo lo scopo del brand campano Marchio Verificato, il cui obiettivo è promuovere le eccellenze dell’agroalimentare, in particolar modo i pomodori dell’areale campano. Oggi l’azienda produce e trasforma il prodotto insieme alle piccole aziende italiane che puntano sull’artigianalità e sulla tradizione: Marchio Verificato segue infatti tutta la filiera produttiva dei propri prodotti. Ogni specialità tutelata è realizzata nel pieno rispetto di alti standard di produzione che assicurano tutto il meglio della tradizione italiana. Ogni specialità tutelata da Marchio Verificato è realizzata nel pieno rispetto di alti standard di produzione, che assicurano tutto il meglio della tradizione italiana. Una fitta rete commerciale permette alle aziende partner – siano esse di piccole o grandi dimensioni – di essere conosciute dal grande pubblico, in Italia e all’estero, grazie a consegne rapide e puntuali, che permettono di preservare tutta la freschezza e il gusto dei prodotti selezionati.
IN PRIMO PIANO Napoletano, classe ‘95, figlio d’arte – suo padre è Maurizio, il re delle cravatte - Alessandro Marinella affianca all’attività di famiglia nel ramo della moda un business nel comparto della promozione agroalimentare, come Partner & Managing Director di Marchio Verificato. Nel 2021 viene eletto come uno degli uomini under 30 più eleganti d’Italia dalla rivista Gentleman.
IL PUNTO FORTE Tra i prodotti distribuiti da Marchio Verificato che portano in tavola tutto il gusto di una volta spiccano i pomodorini del piennolo, autentico biglietto da visita della Campania agroalimentare: raccolti in schiocche (una sorta di grappoli, ndr), vengono lasciati seccare al fresco prima di essere inscatolati. Allo stesso modo, le melanzane sott’olio vengono ancora rigorosamente tagliate a mano.
CONTATTI Via Antiniana, 38 - Pozzuoli (Na) Telefono: 329 0326593 marchioverificato.com
90
SOCIALIZE
Officina “I
l piacere di sorseggiare un drink si fonde con l’atmosfera di un luogo senza tempo”. Così si presenta Officina Milano, cocktail bar dai tratti distintivi, in cui l’atmosfera induce a rilassarsi per gustare anche un brunch. Il menu è raffinato e vario, un’esperienza per i sensi a pochi minuti dai Navigli. Nonostante sia stata modernizzata e riqualificata, la location ha una storia che rimanda alla Milano degli anni ’50. Design vintage, il lounge bar di Milano tra i più originali, in cui ogni complemento di arredo è stato ideato per garantire il massimo comfort. Cuore del locale, l’imponente bancone che richiama l’epoca del proibizionismo americano. Su Forbes, il manager alla guida del locale, Giorgio Santambrogio, è salito alla ribalta per avere preso una decisione quasi unica: aumentare i salari dei dipendenti e al tempo stesso ridurre la settimana lavorativa a cinque giorni. Come dice lui: “Il bar più di qualsiasi altra attività è fatto da persone e per le persone”.
IN PRIMO PIANO Giorgio Santambrogio è il giovane ceo di questa realtà milanese, che ha portato Officina a ricevere riconoscimenti e premi a soli tre anni dall’apertura. Nel 2020 è entrata infatti nella prestigiosa classifica The World’s Best Bar.
IL PUNTO FORTE Tutte le domeniche (dalle 12 alle 16) si può gustare una varietà di pietanze dai sapori autentici, che combinano cucina classica e continentale. Ogni domenica Officina Milano propone un nuovo piatto, preparato al momento dallo chef, che varia in base alla stagione.
CONTATTI Via Giovenale, 7 - Milano Telefono: 392 8600000 email: info@officinamilano.eu officinamilano.eu
91
SOCIALIZE
Peck P
eck è un’eccellenza enogastronomica nata nel 1883 nel cuore di Milano. È un punto di riferimento culinario che da sempre si distingue per il rispetto delle ricette tradizionali con un occhio attento all’innovazione. La forza di Peck si basa sulla qualità delle sue materie prime e su ricette consolidate nel corso della sua lunga storia. Il bancone offre un’esperienza unica dove il cliente si lascia conquistare da prodotti come il paté, il vitello tonnato, il caviale, l’aragosta in gelatina, l’insalata russa. I salumi e le carni, selezionate, tagliate e lavorate dagli esperti macellai di Peck, rappresentano il meglio dell’eccellenza italiana. Oltre venti i tipi di pasta fresca e 200 i formaggi, tra cui mozzarella, burrata, ricotta e scamorza prodotte nei laboratori. Nella celebre pasticceria sono inoltre create torte, praline e sculture di cioccolato. Il Flagship store di Peck in via Spadari ospita uno spazio vendita con più di 2mila e 600 prodotti, un ristorante, un caffè gastronomico e un’enoteca di oltre 3mila etichette. Alla sede storica si aggiungono Peck CityLife, concept store all’interno dell’esclusivo shopping district; Peck Porta Venezia, piccola gemma gastronomica di quartiere; Peck Forte dei Marmi, il primo negozio italiano fuori da Milano. A questi si aggiungono circa 20 punti vendita in franchising in estremo Oriente.
IN PRIMO PIANO Leone Marzotto è vice chairman e ceo di Peck. Laureato in Giurisprudenza nel 2008 presso l’Università Bocconi, ha esercitato per alcuni anni la professione di avvocato prima di dedicarsi a tempo pieno a Peck, assecondando la sua passione per il mondo enogastronomico. Dopo aver lavorato in tutti i reparti aziendali e aver maturato una profonda conoscenza della parte produttiva, operativa e delle vendite, assume nel 2016 l’incarico di AD dell’azienda. Sotto la sua guida, Peck ha intrapreso un importante processo di espansione retail, con l’apertura di due nuovi negozi a Milano e uno a Forte dei Marmi.
IL PUNTO FORTE L’attenzione di Peck è sempre stata rivolta alla qualità e selezione dei prodotti e dei servizi offerti. Oggi più che mai, Peck concentra le sue energie sull’attenzione ai clienti, sulla relazione personale e sulla creazione di servizi esclusivi utilizzando tecniche di segmentazione, ricerche di mercato e customer relationship management per comprendere a pieno le loro esigenze e soddisfare in modo sartoriale ciascuna richiesta, sviluppando così servizi su misura per ogni singolo cliente, in base alle sue esigenze, gusti e capacità di spesa.
CONTATTI Via Spadari, 9 - Milano; Piazza Tre Torri - Milano; Via Tommaso Salvini, 3 - Milano; Piazza Guglielmo Marconi, 6 - Forte dei Marmi email: service@peck.it peck.it
92
SOCIALIZE
Rinascente R
inascente è una prestigiosa collezione di negozi, con il meglio di moda, accessori, bellezza, casa, design e food. Conta nove negozi in Italia, situati nel centro delle città principali e uno store on-line lanciato a giugno 2020. Ha due flagship store, uno a Milano e uno nel cuore di Roma, inaugurato nel 2017. Un department store unico nel suo genere, poiché incorpora nella struttura architettonica un piccolo edificio del ‘900 e al piano -1 mette in luce una parte dell’Acquedotto Vergine del 19 a.C. Rinascente propone un’ampia scelta di marchi di alta gamma, rappresentativi del miglior Made in Italy e del panorama internazionale. Considerata una tappa obbligata nei percorsi dello shopping, propone un’offerta ricca e varia senza formule preconfezionate. Ogni store è un polo d’attrazione, dove lo shopping diventa un’esperienza coinvolgente e gratificante, tanto che a maggio 2016 il flagship store di Milano viene proclamato miglior department store al mondo da Intercontinental Group of Department Stores (Igds), la più importante associazione internazionale di department store. Nel 2017 Rinascente ha festeggiato i 100 anni del suo nome, ideato dal poeta Gabriele D’Annunzio.
IN PRIMO PIANO Pierluigi Cocchini è stato nominato nel 2017 amministratore delegato di Rinascente. È nato a Torino nel 1968 e il suo percorso professionale si articola nel mondo del retail. Nel 1991 entra a far parte di Auchan, dove rimane fino al 2001 fino a diventare direttore dell’Ipermercato di Mestre ed entrando a far parte del Comitato Commercio del gruppo. Dal marzo 2001, in Carrefour, ricopre gli incarichi di direttore marketing ipermercati Italia e, poi, direttore risorse umane ipermercati Italia, dopodiché inizia il suo percorso in Rinascente dove, dal 2008, ha ricoperto il ruolo di direttore centrale vendite.
IL PUNTO FORTE Rinascente, con i suoi spazi enoteca nei suoi nove store e un ricco assortimento online, propone una experience che va oltre il semplice acquisto di prodotto: vini selezionati e spesso premiati compongono un’offerta che si rinnova continuamente con nuove proposte, etichette di grande prestigio, servizi dedicati ed eventi esclusivi come masterclass, degustazioni e manifestazioni tematiche legate alle eccellenze del territorio, per vivere di un’esperienza sempre più tailor made. L’assortimento disponibile è ampissimo, con oltre 430 brand e 1600 etichette tra cui scegliere.
CONTATTI Scopri gli store Rinascente su rinascente.it Customer Service Telefono: 02 91387388 Orario: dalle 10 alle 20 - 7 giorni a settimana email: customerservice@rinascente.it
93
100 ECC ELLE NZE
E N I W
WINE
Bertani B
ertani nasce nel 1857 ad opera dei fratelli Giovan Battista e Gaetano Bertani, a Quinto di Valpantena, a nord di Verona. Gaetano era già allora un esperto nell’arte della vinificazione, avendo imparato le nuove tecniche in Francia dal professor Jules Guyot. Bertani fu tra le prime aziende in Italia a comprendere il valore del vino in bottiglia. Grandi investimenti furono fatti fin da subito nelle vigne e in cantina, per imbottigliare ed esportare la qualità italiana nel mondo con i vini Bertani, che già prima della fine dell’Ottocento venivano apprezzati negli Stati Uniti. Bertani nasce con l’Unità d’Italia, con l’orgoglio di rappresentare l’eccellenza di una nuova nazione con una cultura millenaria. Questo impegno e la qualità dei suoi vini sono valsi alla Bertani, nel 1923, il simbolo distintivo del raggiungimento dell’eccellenza: il brevetto della real casa. A metà del Novecento, con l’acquisizione di Tenuta Novare, in Valpolicella Classica, Bertani concretizza una ricerca durata mezzo secolo. È qui, infatti, che inizia la storia dell’Amarone, vino simbolo del territorio da cui nasce. La cui prima annata risale al 1958. Nel 2013 Bertani viene acquisita da Angelini Holding, storico marchio farmaceutico che da oltre 20 anni investe nel mondo del vino italiano.
IN PRIMO PIANO Ettore Nicoletto è l’attuale ceo di Bertani. Nel gennaio del 2020 ha preso il posto di Emilio Pedron, che ricopriva la carica di amministratore delegato di Bertani Domains dal 2011. Nicoletto è stato chiamato ad affrontare le sfide di un mercato sempre più globale nel quale Bertani Domains vuole crescere ulteriormente, raggiungendo così una posizione di rilievo nel panorama vitivinicolo italiano e internazionale.
IL PUNTO FORTE “L’Amarone della Valpolicella Classico Bertani è un vino esagerato. Ma senza esagerare”, così la vera anima di questo vino era descritta da Ernesto Barbero, enologo dal 1959 al 1989. L’Amarone della Valpolicella classico Doc, infatti, è il vino icona dell’azienda con la sua forte personalità e riconoscibilità. Si tratta di un Amarone peculiare, dallo stile classico, dove l’eleganza prevale sempre sulla potenza. Complesso, bilanciato e armonico. Un vino con una inestimabile e straordinaria longevità.
CONTATTI Via Asiago, 1 - Grezzana (Vr) Telefono: 045 8658461 bertani@bertani.net
96
WINE
Bisson P
arlare della cantina Bisson significa immergersi nelle profondità marine tra pesci, crostacei, alghe, conchiglie, ma soprattutto bottiglie di vino. Già, perché dal 2008 lo spumante metodo classico dell’azienda ligure - fondata nel 1978 da Pierluigi Lugano nel cuore del Tigullio con l’obiettivo di valorizzare i vitigni autoctoni – viene affinato in fondo al mare. L’idea del titolare era produrre uno spumante con le uve del territorio ma non possedeva una cantina sotterranea: dove trovare le giuste condizioni di penombra e temperature basse e costanti? Da qui il colpo di genio. Gli spumanti della linea Abissi nascono dall’assemblaggio di uve tipiche del Tigullio (Bianchetta, Vermentino, Cimixà) e da un affinamento in bottiglia a 60 metri sotto il livello del mare: le bottiglie vengono adagiate in gabbie d’acciaio e poste sul fondale da sub professionisti. Terminato l’affinamento, vengono riportate alla luce. Il risultato è un’opera d’arte abbellita dall’alchimia della natura e dai misteri degli abissi, ogni bottiglia è unica e inimitabile. A seguire, la sboccatura e infine la commercializzazione.
IN PRIMO PIANO Classe ‘48, Pierluigi “Piero” Lugano è stato insegnante di disegno e storia dell’arte tra Sardegna, Veneto e Liguria. Seguendo la passione per la vinificazione, nel 1978 fonda Enoteca Bisson e nel 2008, dopo un decennio di profondi studi, per la prima volta al mondo sperimenta l’invecchiamento del vino in mare posando le bottiglie del suo spumante Abissi nei fondali di Cala degli Inglesi nell’Area Parco Marino di Portofino. Nel 2019 ha realizzato insieme a sua figlia Marta, la Cantina degli Abissi, una cantina immersa nella vigna, a Sestri Levante.
IL PUNTO FORTE Prodotto unico, frutto di una geniale creatività che ha dato vita a un progetto ideato alla fine degli anni ’90 da Piero Lugano, lo spumante metodo classico Abissi ha conseguito risultati qualitativi inimmaginabili, ispirando una moltitudine di imitatori. È conservato a 60 metri di profondità, in un ambiente con 15 gradi di temperatura, penombra e correnti che cullano le bottiglie, tenendo in agitazione i sedimenti che vanno così ad arricchire lo spumante di profumi e struttura, conferendogli una vita senza fine.
CONTATTI Contrada Pestella, 42 - Sestri Levante (GE) Telefono: 0185 450884 bissonvini.it
97
WINE
Cantele L
a storia della cantina è fatta di famiglia, persone, vigne e vini. Una testimonianza che affonda le radici nel Sud e intreccia la memoria del passato all’intuizione di portare il Salento al centro di una nuova esistenza. L’azienda ha il nome di Giovanni Battista Cantele, ed è costruita riprendendo i criteri architettonici delle masserie pugliesi: la cantina comprende 50 ettari di proprietà e circa 150 in conduzione. I vini Cantele sono lo specchio del terroir che li ospita, identità ben definita e profilo inconfondibile. Vengono prodotti e imbottigliati a Guagnano, terra di Negramaro e Primitivo, Susumaniello, Malvasia Bianca e Verdeca. I vini Cantele hanno come denominatore comune la sapidità, data dai terreni così vicini al mare, dalla brezza che li avvolge e che favorisce la maturazione delle uve. La qualità dei vini è il risultato della convergenza di una serie di fattori naturali come le condizioni climatiche favorevoli, il lavoro della luce, dell’uomo e la posizione geografica. I vini sono il prodotto di un rispetto del suolo e della cura puntuale della vite, lavorata con l’esperienza di intere generazioni, sorretta da un patrimonio di conoscenze che la famiglia Cantele intende trasmettere in ogni calice.
IN PRIMO PIANO La storia dell’azienda inizia con una migrazione al contrario: nel 1950 Giovanni Battista Cantele, commerciante di vini nel nord Italia e la moglie Teresa Manara decidono di lasciare Imola per trasferirsi nel Salento, la terra che li aveva conquistati in occasione di un viaggio di lavoro. Nel 1979, conseguito il diploma in Enologia, il figlio Augusto compra i primi vigneti a Guagnano dove fonda l’azienda con il fratello Domenico. Nel 2001 la guida passa alla terza generazione: da sinistra nella foto Gianni e Paolo, figli di Augusto, e ai lati del padre Domenico, i figli Luisa e Umberto.
IL PUNTO FORTE Nel nome di Teresa Manara si racchiude la chiave di volta di una passione di famiglia, culminata nell’arte di vinificare e realizzare vendemmie incomparabili. Teresa Manara non è soltanto il nome di uno Chardonnay e di un Negroamaro, bensì rappresenta uno spartiacque della memoria, l’omaggio amoroso alla donna, alla madre, alla musa ispiratrice. Cantele è anche laboratorio creativo: nella masseria della nuova cantina vi è infatti uno speciale luogo di accoglienza, di identità e di ricerca gastronomica intrisa di tradizione salentina: i Sensi.
CONTATTI S.P. 365 Km 1 – Guagnano (Le) Telefono: 0832 705010 email: cantele@cantele.it cantele.it
98
WINE
Cantine Buonanno C
antine Buonanno nasce nel cuore dell’Irpinia, precisamente a Venticano, un paese in provincia di Avellino nella valle del calore. I governi che si sono succeduti nel tempo hanno concentrato il loro operato esclusivamente sulla crescita del territorio, contribuendo a quello che è oggi un perfetto equilibrio tra innovazione e tradizione. La denominazione Venticano risale a tempi storici molto antichi, di cui si narra che il villaggio sia stato governato da venti saggi ed è proprio il numero venti a essere una costante in azienda. Venti come le particelle in cui sono divisi i trentasei ettari, venti come i segni presenti sulle etichette. Ma com’è nata l’azienda? I primi terreni acquistati risalgono al 2008, da quell’anno si è evoluta sempre di più l’attività fino alla prima vinificazione nel 2012 con le etichette Aglianico e Taurasi. Dal 2015 la produzione si è allargata con le etichette dei bianchi fino ad arrivare nel 2021 con lo spumante e a gennaio 2022 con il Brut. Cantine Buonanno crede fortemente nell’imprenditoria femminile e inoltre, grazie alla gestione delle nuove leve, è orgogliosa di poter dire di essere un’azienda solida e professionale che punta a diventare un punto di riferimento per il settore del beverage.
IN PRIMO PIANO Cantine Buonanno nasce da un’idea di Francesco Buonanno, capostipite della famiglia che grazie alla sua passione per il vino ha creato quella che ormai è diventata una realtà imprenditoriale. Oggi l’azienda è totalmente nella mani di due donne, Francesca e Marica Buonanno, che si occupano di dirigere e portare avanti il lavoro della cantina con una tenacia tutta al femminile. Francesca Buonanno nello specifico si occupa di seguire e supervisionare tutta la parte produttiva, coordinando in loco il lavoro del team. Marica Buonanno si occupa del canale distributivo, del rapporto con i clienti e di tutte le attività di pr ed eventi.
IL PUNTO FORTE Il Taros (Taurasi docg) è l’etichetta più pregiata, rosso come un rubino è sottoposto a grandissimo invecchiamento infatti rimane 12/15 mesi in tonneau di rovere francese per poi completare la sua lavorazione con otto mesi di affinamento in bottiglia prima della commercializzazione. Taros è la sincrasi tra la parola turasi e la parola ros, rugiada. Quest’ultima è infatti positiva per la vite poiché determinando un abbassamento della temperatura del terreno nei periodi più caldi rappresenta una possibile riserva idrica, anche se limitata per la pianta. È un vino complesso, elegante, avvolgente, speziato e intenso.
CONTATTI C. Da Illici Venticano (Av) Telefono: 0825 1686193 email: info@cantinebuonanno.it cantinebuonanno.it
99
WINE
Cantine Sartirano L
a famiglia Sartirano opera nel settore dei vini dal 1871. Nel 1910 Giovanni Sartirano ha iniziato a produrre e commercializzare vini in Piemonte. Nel 1946, dopo la grande guerra, i figli Pietro e Giovanni hanno proseguito la sua opera, mantenendo la qualità prima di tutto. Nel 1973 è stata impiantata la prima linea automatizzata di imbottigliamento e l’azienda ha preso il nome di Cantine San Silvestro. Alla fine degli anni ’80 Paolo e Guido sono entrati a far parte dell’attività famigliare. Nel 1988 è stata acquistata Costa di Bussia, storica azienda con 11 ettari di vigneti, in una delle più importanti aree di produzione del Barolo. Nel 2002, la famiglia Sartirano ha rilevato la Tenuta Ghercina a Novello, con 7 ettari di vigneti in una importante area di produzione del Barolo e il Lago della Ghercina al centro della proprietà. Qui Paolo e Guido hanno costruito la nuova struttura con 5mila metri quadri di cantina, di cui il 70% sotterranei così da garantire l’ambiente migliore per la produzione di vini di alta qualità. La nuova cantina vanta 15mila ettolitri di capacità di stoccaggio, un’area dedicata all’affinamento in botti di legno e un ambiente per l’affinamento in bottiglia in grado di contenere fino a 400mila bottiglie.
IN PRIMO PIANO Paolo Sartirano è nato il 17 dicembre del 1964 nelle Langhe. Suo padre Giovanni lo portava sempre con sé sia tra i filari delle vigne di famiglia, sia agli appuntamenti dove gli uomini di Langa si incontravano al riparo di un piccolo Caffè di Alba. Paolo Sartirano da giovanissimo è entrato a far parte del mondo del vino di suo padre. Tant’è che nel 1988, a soli 24 anni, compra l’azienda Costa di Bussia. Paolo Sartirano, insieme a suo cugino Guido, è ora alla guida di due cantine con due storie diverse che rappresentano la storia Langarola: Cantine San Silvestro e Costa di Bussia.
IL PUNTO FORTE Sartirano Figli Cantine e Vigneti offre contemporaneamente qualità ed elasticità ai clienti. In particolare, Cantine San Silvestro rappresenta con una singola cantina la maggior parte delle denominazioni Doc e Docg piemontesi. Dal 2006 è disponibile anche una collezione certificata biologica Icea e in questi mesi sarà anche ottenuta una tra le maggiori certificazioni di sostenibilità: Equalitas. Costa di Bussia è la tradizione artigianale delle Langhe, che produce principalmente Barolo Docg e piccolissime quantità di espressioni uniche. Dal 2020 la produzione è anche certificata sostenibile Sqnpi.
CONTATTI Via Ciocchini, 7 - Novello (Cn) Telefono: 0173731136 sartirano.com
100
WINE
Cantine Vedova C
antine Vedova è stata fondata a Valdobbiadene, in provincia di Treviso, nel 1982 da Luigi Vedova, ricco di una tradizione vinicola che si tramandava da generazioni. La cantina prende il nome proprio dalla famiglia Vedova, che sin dal XIX secolo coltivava la vite nel cuore della zona del Prosecco Superiore. Negli anni quella che era nata come una piccola cantina si è evoluta, affinando il prodotto con tecniche di produzione sempre più innovative, ma senza mai perdere di vista la tradizionale identità che caratterizza i vini di quella terra. L’azienda si trova nel centro di Valdobbiadene, a pochi passi dalla piazza. I suoi vigneti sono situati per la maggior parte sulle rinomate colline di San Pietro di Barbozza, a ridosso del Cartizze. Negli anni, la passione per il proprio territorio ha spinto la famiglia Vedova ad adottare sistemi di coltivazione certificati Biodiversity. Questi sistemi incoraggiano una coltivazione sostenibile, a basso impatto sul territorio e che promuove l’abbondanza, la distribuzione e l’interazione tra diverse forme di vita nell’ecosistema ambientale.
IN PRIMO PIANO Luigi Vedova, classe 1960, è nato e cresciuto a Valdobbiadene. A ventidue anni insieme al fratello ha fondato la cantina a San Pietro di Barbozza, frazione di Valdobbiadene, conosciuta per le sue rinomate vigne. Spinto dalla passione per la propria terra e convinto del potenziale del Prosecco Superiore, Luigi Vedova ha spinto le proprie vendite oltreconfine, affermandosi come produttore anche nei principali mercati esteri, come Usa, Inghilterra e Russia.
IL PUNTO FORTE Il Prosecco Superiore Vedova è prodotto da uve maturate negli storici vigneti delle colline di San Pietro di Barbozza. Questi vigneti, chiamati in gergo “Rive”, sono orientati a sud, e ciò garantisce alla vite la massima esposizione al sole e ai venti provenienti dalla pianura. La combinazione unica di agenti atmosferici e proprietà del terreno conferisce alle uve specifiche caratteristiche minerali, che si traducono nel vino in morbidi sentori floreali e fruttati. È proprio questo che distingue i vini Vedova: morbide note di mela Golden, pesca e albicocca, ed eleganti sentori di fiori d’acacia e glicine.
CONTATTI Via Erizzo, 6 - Valdobbiadene (Tv) Telefono: 0423 972037 cantinevedova.com
101
WINE
Casa Vinicola Coppi L
a storia della Casa Vinicola Coppi è cominciata nel lontano 1882, data di nascita della cantina storica alle porte di Turi, in Puglia, per mano di un pionieristico viticoltore turese. Nel 1929, l’allora proprietario Antonio Zaccheo ha incaricato il noto architetto Francesco Schettini di ristrutturare gli spazi aziendali in pietra calcarea così come ancor oggi visitabili. Dalla fine degli anni ‘60 l’enologo Antonio Coppi ha avviato la sua collaborazione professionale in cantina. I vini Coppi hanno ottenuto numerosi riconoscimenti fra i quali i cinque consecutivi tre bicchieri di Gambero Rosso 2017, 2018, 2019, 2021 e 2022 al Senatore e 2020 al Don Antonio, over-90 punti Wine Enthusiast, Wine Specator, James Suckling, 4 viti Ais e 5 Grappoli di Bibenda Fis, Miglior Primitivo al 5 Stars Vinitaly 2017, 96 punti sulla Guida Vini di Luca Maroni, e alte valutazioni con Decanter, Double Gold Medal al Cwsa, Gold Medal al Berliner Wine Trophy e tanti altri concorsi enologici nazionali ed internazionali. Una storia antica, quella dei vini Coppi, ma anche un racconto in divenire che prosegue, nel segno dell’innovazione, dell’ammodernamento tecnologico e dell’impresa sostenibile sotto il profilo ambientale.
IN PRIMO PIANO I vini Coppi devono la loro nascita e la loro storia ad Antonio Coppi che, nel 1972, ha rilevato la cantina storica per restituire dignità e lustro alla produzione vinicola di Puglia, ancora poco conosciuta e per molti versi bistrattata dal mainstream vinicolo italiano. Nei primi anni ’90 Coppi ha acquistato la prima catena di imbottigliamento. Antonio Coppi è anche fondatore del Consorzio di Tutela del Primitivo Doc Gioia del Colle. La passione e la conoscenza dei vini di Antonio Coppi è stata trasmessa ai suoi figli: da sinistra, Doni, Lisia e Miriam.
IL PUNTO FORTE La costanza di Antonio Coppi e dei suoi figli hanno fatto in modo che questo marchio diventasse sinonimo di qualità. E soprattutto hanno innescato un processo di riscoperta del territorio, fino a rendere i vini Coppi uno dei fiori all’occhiello della produzione vinicola pugliese. Non a caso la Coppi si è vista assegnare, per la prima volta in assoluto, una Gran Medaglia d’oro al Vinitaly 2006 ad un Primitivo doc Gioia del Colle, il Vanitoso Riserva 1999, premiazione che ha sancito definitivamente l’ingresso di questo vitigno nell’Olimpo dei grandi vini rossi fermi invecchiati.
CONTATTI Strada Provinciale 215 Turi, Gioia del Colle (Ba) Telefono: 080 8915049 vinicoppi.it
102
WINE
Castello del Terriccio U
n luogo sospeso nel tempo, immerso nella natura della Toscana, circondato da boschi e vigneti. Il Castello rappresenta una delle maggiori proprietà agricole toscane: circa 1500 ettari complessivi, dei quali 65 destinati a vigneto e 40 a uliveto, estesi lungo il limite settentrionale della Maremma nelle vicinanze di Bolgheri. Al tramonto, la magia del sole infuocato che sparisce nel Tirreno è stato ispiratore del celebre astro rosso a otto raggi che caratterizza le etichette della Tenuta. La cantina, il cui impianto risale all’Ottocento, ha mantenuto nel tempo la struttura originaria, per onorare lo stile aziendale che mette al centro l’ambiente, la storia e la tradizione. Qui si producono vini generosi come la terra da cui provengono. Un trionfo di semplicità, profumi, un viaggio fatto di benefica passione. La stessa passione che compone le quattro etichette prodotte: con Lupicaia e Castello del Terriccio, annoverati sin dai loro esordi tra i più grandi vini rossi di sempre, l’azienda ha scritto pagine importanti nella storia del vino italiano. Il Tassinaia è un rosso intenso e strutturato, ottenuto da uve Merlot e Cabernet Sauvignon. Con Vento è invece l’unico bianco della Tenuta, ottenuto da uve Viognier e Sauvignon Blanc, fermentato e affinato in acciaio.
IN PRIMO PIANO È a Gian Annibale Rossi di Medelana che Castello del Terriccio deve la notorietà e l’importanza di cui gode attualmente nel mondo come azienda vinicola vocata alla produzione di vini di eccellenza. Oggi la proprietà è passata a Vittorio Piozzo di Rosignano Rossi di Medelana (nella foto), unico nipote del Cavalier Gian Annibale, che lascia alle spalle i suoi trascorsi in finanza per dedicarsi alla gestione delle attività agricole di famiglia e ora alla conduzione in prima persona della tenuta.
IL PUNTO FORTE Lupicaia nasce nel 1993 e si afferma subito come un fuoriclasse. Le uve selezionate destinate a questo grande rosso provengono dal Vigneto omonimo, nella parte più vocata dell’azienda e delimitato da filari di eucalipti. Deve il suo nome a un toponimo locale che trae origine dal ruscello dove anticamente si avvistavano i lupi. È un prodotto di grande carattere. Un vino da invecchiamento e meditazione. Completa l’offerta il ristorante Terraforte: un progetto enogastronomico creato nel borgo del Castello con spazio degustazione nato in collaborazione con lo chef Cristiano Tomei.
CONTATTI Castello del Terriccio - Castellina Marittima (Pi) Telefono: 050 699709 email: info@terriccio.it terriccio.com
103
WINE
Filare Italia P
artendo dal Friuli Venezia Giulia, Filare Italia vuole raccontare il vino Italiano in modo contemporaneo e innovativo in tutto il mondo. Filare Italia nasce da un progetto del gruppo Greenway, che opera nel settore agro-energetico oltre che vitivinicolo, e l’attività svolta può essere dunque così sintetizzata: rinnovabile, sostenibile ma anche bevibile. Producendo 16,5 milioni di kilowatt all’anno, pari al fabbisogno di 20mila persone e un fatturato consolidato di gruppo di oltre 5 milioni di euro. Filare Italia si pone, quindi, due obiettivi ben precisi e concatenati: la cura e l’attenzione verso i clienti e l’arte di vivere in armonia. Per questo motivo, ha sviluppato una linea di prodotti giovani e freschi, con basse gradazioni alcoliche, perfetti per l’aperitivo, e per ogni momento di convivialità. Tenendo sempre a mente sempre a mente la salute e le esigenze del consumatore. Al cuore dell’attività troviamo, dunque, il rispetto per il territorio - da sempre punto di eccellenza - e l’esperienza della persona. La qualità dei prodotti proposti si adegua, così, al valore dell’essenzialità e del made in Italy. Senza dimenticare l’aspetto estetico che aggiunge vivacità, eleganza e minimalismo.
IN PRIMO PIANO Un’economia green che nasce dalla volontà di due famiglie - Tam e Gardisanche hanno intravisto nella produzione di biogas, insieme ai vigneti, un nuovo progetto circolare e orientato alle nuove richieste dei consumatori. “Il nostro obiettivo è la valorizzazione dei processi interni che ci permette di creare la nostra economica circolare e di conseguenza sostituire la concimazione chimica e ridurre la produzione di co2”, dichiarano Marco Tam (a destra nella foto), ceo del gruppo, e Gabriele Gardisan, vice-presidente.
IL PUNTO FORTE I vigneti si trovano nel territorio delle Grave del Friuli con una superficie vitata di ben 100 ettari, di cui 40 di proprietà del gruppo e 60 di proprietà delle due famiglie. Il 10% della superficie è destinata alla produzione del biologico, mentre il restante è condotto in regime di sostenibilità. Stiamo parlando di un modello di business complesso, che integra anche una parte di bioeconomia e di economia circolare oltre al territorio. L’azienda produce, infatti, il digestato, un fertilizzante organico risultante dalla lavorazione del biogas, che viene poi distribuito nei campi e nei vigneti.
CONTATTI Greenfirm srl c/o Polo Tecnologico, Via Roveredo, 20/B - Pordenone email: info@filareitalia.it Telefono: 0434 507547 filareitalia.it
104
WINE
Fortulla V
ignaioli per istinto e passione, Fulvio Martini e Laura Marzari sono l’anima della cantina Fortulla. Attenti ai valorl del territorio con semplicità, ispirazione e qualità. Così nasce il vino Fortulla, quasi una dichiarazione d’amore per la Toscana. La cantina sorge a Castiglioncello, uno dei luoghi più incantevoli della Costa Etrusca, in provincia di Livorno, dove i colli si tuffano nel turchese del Mar Mediterraneo. Un territorio straordinario, abbracciato da un’isola naturale che permette di realizzare un vino di qualità. Amore e dedizione si uniscono a una costante ricerca della qualità, a un sapiente lavoro in vigna e in cantina e a una attenta cura dei dettagli, inclusa l’ispirazione cinematografica che ha creato il Sorpasso, vino strutturato, elegante e iconico. L’azienda è a conduzione biologica come sinonimo di qualità, naturalità e attenzione per l’ambiente, amplificando l’identità dei vini, rendendoli un’eccellenza fatta di uve selezionate, mani precise, rigore e pazienza. Nella tenuta Fortulla sorge il Relais di Campagna Casale del Mare, un luogo di ospitalità nato dal restauro sapiente dell’antico casale. Nel ristorante del Casale del Mare si gusta una cucina del territorio ma anche tipica italiana, con piatti sia di carne sia di pesce.
IN PRIMO PIANO I vini di Fortulla nascono nel paesaggio che a fine ‘800 ispirò il movimento dei Macchiaioli, un autentico regno di arte e bellezza. Nel 1994 Fulvio Martini torna a fare vivere un luogo abbandonato in una posizione incantevole della costa toscana. Le lande incolte vengono popolate di oliveti, vigneti e macchia mediterranea, mentre una significativa ristrutturazione trasforma l’antico casale in relais di campagna. Oggi, Laura Marzari dedica al vino tutta la sua passione. E i risultati si vedono.
IL PUNTO FORTE La tenuta si trova in un’area di stupenda macchia mediterranea dove si preserva il lavoro paziente della terra e dei suoi frutti. La zona è riconosciuta “sito di interesse nazionale, per la preziosa biodiversità”. La tenuta è di 110 ettari, cinque dei quali dedicati al vigneto a bacca rossa, due a bacca bianca e 5 ettari di uliveto. La scelta dei vitigni è dettata dal territorio e dal clima per dare vita a vini ricchi di frutto, stile ed equilibrio. La viticoltura di Fortulla è fatta tutta a mano, rispettando la natura e i suoi frutti, fino al passo finale della vendemmia.
CONTATTI Strada Vicinale delle Spianate loc Le Spianate Castiglioncello (Li) Telefono: 0586 759007 email: info@fotulla.it
105
WINE
Garbole R
adici che affiorano nella terra, quella dei vini veronesi fatta di bellezza, arte e sapori. Fondamenta che i fratelli Filippo ed Ettore Finetto, ideatori di Garbole, trasmettono nella loro mission: produrre vino in modo unico e irripetibile. La cantina nasce da un’idea iniziale del 1994, un progetto di successo fatto di continua ricerca e studio. Un tuffo nelle colline della Valpolicella, più precisamente a Tregnago, in provincia di Verona, dove i Fratelli Finetto coltivano i frutti della propria producendo vini rossi di grande fascino e prestigio. In ogni singola bottiglia si ritrovano i sapori particolari della specifica annata, la meticolosa opera in vigna, la naturalità della vinificazione: frutti eccellenti dell’eccellenza del territorio. Una capacità dell’azienda di andare oltre l’esistente, essere fuori dagli schemi e dai dogmi preordinati per creare e percorrere un proprio cammino. Gli elementi essenziali all’interno di ogni bottiglia sono il risultato della natura, del lavoro dell’uomo, l’amore per la bellezza e l’importanza del vino prima che dell’etichetta.
IN PRIMO PIANO Filippo ed Ettore Finetto sono due agricoltori audaci e visionari che, affascinati dal mondo del vino, decidono di scrivere un nuovo capitolo della loro vita cambiando radicalmente mestiere per inseguire i loro sogni. Outsider, innovatori e fuori dagli schemi, concepiscono il vino non come un prodotto fine a se stesso ma come conseguenza, mezzo e strumento per esprimersi, per veicolare valori, idee, per aggregare persone e recuperare identità.
IL PUNTO FORTE L’Hurlo di Garbole rappresenta la massima espressione di intendere il vino dei fratelli Finetto, l’anima stessa di Garbole. L’appassimento dell’uva Corvina, regina delle uve della Valpolicella, e di altre 4 uve autoctone veronesi dà origine ad un vino ricco, corposo, concentrato e soave. L’Hurlo viene prodotto, in edizione limitata, solo nelle annate più vocate. Ogni singola bottiglia è numerata e accompagnata da un certificato di autenticità. Espressione visionaria del bisogno di libertà creativa.
CONTATTI Loc. Garbole, 1 - Tregnago (Vr) Telefono: 045 2240852 email: info@garbole.it garbole.it
106
WINE
La Contralta L
’azienda vitivinicola, nata nel 2019, produce vini eleganti e longevi partendo da vitigni tradizionali dell’isola, in particolare del gallurese. Una terra caratterizzata dal granito, elemento principale del suolo in cui crescono le viti. Questo conferisce al vino sapidità e mineralità, in linea con una filosofia produttiva che ha come obiettivo il minimalismo enologico e un’agricolutra sostenibile. Il nome la Contralta deriva dal toponimo di una piccola spiaggia adiacente, la tenuta di Palau, un ambiente unico che incanta i visitatori da tutto il mondo. Due ettari con declivio sul mare, che vanno a unirsi agli ulteriori cinque di un podere a Enas, frazione di Loiri Porto San Paolo (SS), nell’entroterra a sud di Olbia. La mission dell’azienda? La ricerca dell’autenticità del Vermentino: meno vino turistico, che fa business e volumi, privilegiando invece riserve e proposte di nicchia.
IN PRIMO PIANO Un amore a prima vista con questa terra forte, particolare, ha convinto il winemaker friulano Roberto Gariup, coinvolto nel 2019 - insieme con il direttore finanziario Nicola Dettori - dalla proprietà inglese. Che su questi suoli di granito ha lanciato una scommessa: impiantare viti ad alberello con diecimila piante per ettaro, nel segno di una tradizione che valorizza i vitigni dell’isola e riscopre varietà dimenticate.
IL PUNTO FORTE Grande creatività e voglia di uscire dagli stereotipi che vogliono in Sardegna solo vini forti, di carattere anche nei nomi dei principali prodotti: Fiore del Sasso, M’Illumino, Al Sol Brilla, L’Ora Grande, Sicut Erat. Vermentino e Cannonau con una marcia in più, che bene accompagnano piatti tipici come fregula e maialetto al latte.
CONTATTI Via Vignola, 18 - Olbia (SS) Telefono: 349 6806547 email: info@lacontralta.it lacontraltavini.it
107
WINE
Manincor C
on 400 anni di storia, la cantina altoatesina testimonia come viticoltura e agricoltura abbiano lunga tradizione nella casata degli Enzenberg. Oggi il successo dell’azienda biodinamica è frutto di un lavoro senza compromessi in vigna e in cantina, con grande rispetto per persone, animali e piante. Mossa dall’obiettivo di ripristinare e mantenere i cicli naturali, l’azienda ha come faro la sostenibilità e ha dato alla tradizione un volto contemporaneo, nel rispetto degli antichi valori. Gli edifici storici della cantina risalgono al 1608 e furono costruiti da Hieronymus Manincor. Nel 1978, la tenuta di 463 ettari passò ai conti di Enzenberg, il cui antenato Kassian Ignaz Enzenberg era già impegnato nella viticoltura nella zona di Terlano, Caldaro e Schwaz in Tirolo. Il retaggio familiare e la passione hanno permesso al conte Michael Goëss-Enzenberg di avviare la propria produzione di sei vini di altissima qualità: Kalterersee, Moscato Giallo, Pinot Bianco, Sophie, Mason, Cassiano. Nel 2004 viene inaugurata la nuova cantina nella vigna, appena visibile sotto i filari, progettata da Walter Angonese e Rainer Köberl, manifesto della filosofia di vita e di lavoro dei conti Enzenberg.
IN PRIMO PIANO I conti di Enzenberg si dedicano da generazioni all’agricoltura e alla viticoltura in Alto Adige. Nel 1991 Michael Graf Goëss-Enzenberg ha rilevato l’azienda Manincor dallo zio, con l’obiettivo di preservare ciò che ha valore e creare qualcosa di nuovo, all’insegna della ricerca senza compromessi per la qualità. Per il conte, la sostenibilità e il rispetto per i frutti sani e gustosi della natura devono essere in primo piano nelle scelte aziendali.
IL PUNTO FORTE Blend di uve Cabernet Franc (65%) e Merlot (35%) e straordinariamente avvolgente, Castel Campan raggiunge la piena armonia dopo 20 mesi di invecchiamento in barrique (di cui la metà di nuova produzione) e almeno 10 anni di affinamento in bottiglia. Viene prodotto nel vigneto in località Tatzenschrot, impiantato con le viti più vecchie. Di colore rosso porpora scuro e brillante, al naso ha un bouquet di bacche nere e rosse, spezie, cuoio e tabacco. Ha un sapore vellutato e persistente.
CONTATTI San Giuseppe al Lago, 4 - Caldaro (Bz) Telefono: 0471 960230 manincor.com
108
WINE
Masciarelli L
e Tenute Agricole Masciarelli nascono alla fine degli anni Settanta dall’intuito di Gianni Masciarelli, figura simbolo del panorama enologico italiano e protagonista dell’affermazione della vitivinicultura abruzzese moderna. Cuore pulsante della cantina è San Martino sulla Marrucina (Chieti), ma vigneti e uliveti di proprietà si trovano anche nelle province di Pescara, Teramo e L’Aquila. La produzione vitivinicola – cui si affianca anche una piccola produzione di olio extravergine di oliva – conta oggi due milioni di bottiglie con 18 etichette e cinque linee di prodotti: Linea Classica, Gianni Masciarelli, Villa Gemma, Marina Cvetic e Castello di Semivicoli. Nel segno del costante e rinnovato lavoro all’insegna dell’innovazione ma nel rispetto di ambiente e tradizione, l’azienda ha inaugurato, dopo un lungo restauro conservativo, il Castello di Semivicoli, seicentesco palazzo baronale oggi relais de charme tra i vigneti, centro propulsore dell’enoturismo nella zona. Eletta Miglior cantina d’Italia 2004, oggi è una realtà conosciuta nel mondo anche grazie all’impegno e alla tenacia della moglie di Gianni, Marina Cvetic Masciarelli, donna del vino e figura di riferimento dell’azienda.
IN PRIMO PIANO Nata a Belgrado, Marina Cvetic è l’anima stessa della tenuta. Dopo una giovinezza tra Croazia, Austria e Germania, nel 1987 incontra Gianni Masciarelli creando un legame privato e professionale di straordinaria intensità, coronato dal matrimonio e dalla nascita dei figli Miriam, Chiara e Riccardo. Dinamica, tenace e talentuosa, Marina Cvetic presto imprime la sua personalità e il suo tocco femminile all’azienda, affiancando il marito nell’attività e specializzandosi nella gestione dei mercati esteri.
IL PUNTO FORTE Austero e maestoso, il Montepulciano d’Abruzzo Riserva Villa Gemma fornisce un’interpretazione originale e mai scontata del grande autoctono abruzzese, che ha contribuito a far entrare di diritto nella mappa della viticoltura mondiale. Frutto di ricerca e sperimentazioni in vigna e in cantina, il Villa Gemma nasce da uve 100% Montepulciano rigorosamente raccolte a mano in cassette a partire dalla seconda metà di ottobre nel cru di Cave a San Martino sulla Marruccina.
CONTATTI Via Gamberale, 2 San Martino sulla Marrucina (CH) Telefono: 0871 85241 / 82333 masciarelli.it
109
WINE
Montelvini D
a sempre legata al territorio di Asolo, in provincia di Treviso, Montelvini è riuscita a distinguersi grazie a un approccio aziendale incentrato su valori che, nel tempo, l’hanno resa all’avanguardia pur mantenendo un forte legame con la tradizione del territorio. Le sperimentazioni e lo studio hanno condotto la cantina veneta a creare prodotti unici come l’Asolo Prosecco Superiore Docg Brut Millesimato 2020 FM333. Un vino che, grazie a una innovativa tecnica di vinificazione, si discosta dal tradizionale prosecco. L’eccezionalità del terroir lo fa spiccare per fragranza, originalità ed eleganza. L’impegno di Montelvini è rivolto anche all’ambiente oltre che al territorio. Una perfetta sintesi è il progetto del Vigneto Ritrovato, il rilancio di un antico vigneto situato nel centro storico di Asolo con un impianto del 1960, che vedrà la sua prima vendemmia nel settembre del 2022. La famiglia Serena si è inoltre distinta per una costante sostenibilità aziendale a tutto tondo. Nel 2021 il gruppo ha ottenuto due importanti riconoscimenti: la Certificazione di Sostenibilità Equalitas per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica e il Premio Industria Felix - L’Italia che compete per l’affidabilità e la sostenibilità finanziaria.
IN PRIMO PIANO Con 141 anni di storia ed esperienza enologica, la famiglia Serena, fortemente legata al territorio di Asolo e custode dei vigneti degli omonimi colli, porta avanti l’azienda con dedizione e passione per il mondo del vino. Il presidente del gruppo è Armando Serena, mentre la gestione è affidata ai figli Alberto, che ricopre il ruolo di amministratore delegato, e Sarah, direttore generale.
IL PUNTO FORTE Il senso di appartenenza al territorio, il rispetto dell’equilibrio della terra, un approccio da sempre sostenibile e una tradizione familiare centenaria hanno fatto di Montelvini una cantina all’avanguardia oltre che il punto di riferimento nella produzione delle bollicine di Asolo, dove sorge la denominazione più rara ed esclusiva del Prosecco. Valori come la capacità, esperienza, dedizione, entusiasmo e passione delle persone che fanno parte del gruppo hanno permesso alla cantina di scrivere il futuro di un’area vocata alla viticoltura.
CONTATTI Via Cal Trevigiana, 51 Venegazzù di Volpago del Montello (Tv) Telefono: 0423 8777 email: montelvini@montelvini.it montelvini.it
110
WINE
Palmento Costanzo L
’azienda vinicola Palmento Costanzo si trova in Contrada Santo Spirito, nel borgo di Passopisciaro, sul versante nord dell’Etna, in un luogo dove da sempre si coltivano manualmente vitigni come Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Carricante e Catarrato. Il nome palmento richiama l’edificio dove per secoli i vignaioli si dedicavano alla vinificazione, dalla pigiatura delle uve all’affinamento nelle botti di castagno. E dal 2010 la famiglia Costanzo ha iniziato un progetto di recupero, con un meticoloso restauro conservativo condotto secondo i principi della bioarchitettura, riproducendo fedelmente il processo di vinificazione tradizionale. A guidare la produzione vinicola dell’azienda sono i principi dell’agricoltura biologica, del rispetto delle tradizioni e del disciplinare Doc Etna. Oltre cento terrazzamenti, con muretti a secco in pietra lavica, custodiscono un vigneto coltivato ad alberello, che risale le pendici del vulcano dai 600 agli 800 metri. Tutte le viti, anche quelle secolari, sono sostenute da pali di castagno. È in questo luogo che sorge la suggestiva cantina e nascono i vini Etna Doc del Palmento Costanzo, espressioni autentiche del vulcano attivo più grande d’Europa.
IN PRIMO PIANO Vulcanica e appassionata come l’Etna ai piedi del quale è nata, elegante come i vini che produce, Valeria Agosta (nella foto) decide di investire - insieme al marito Mimmo - nei vigneti del versante nord del vulcano. Guidata dai principi di ecosostenibilità, biodiversità, rispetto per il territorio, la linea di produzione vinicola è espressione del terroir etneo e del suo microclima. Ad affiancare Valeria, una delle imprenditrici che portano avanti l’unicità del territorio, è la giovane figlia Serena.
IL PUNTO FORTE Il Prefillossera di Palmento Costanzo (90% Nerello Mascalese e 10% Nerello Cappuccio) nasce dalle viti secolari di Contrada Santo Spirito, da uve raccolte a mano a metà ottobre. In cantina inizia una fermentazione con lieviti indigeni, poi macera a lungo in tonneaux rotativi dove affina 24 mesi più altri 12 mesi in bottiglia. Colore rosso rubino, con note di frutta rossa, sfumature di grafite e cenere vulcanica. Al palato è avvolgente con tannini vellutati, con un finale lungo e sapido.
CONTATTI Contrada Santo Spirito - Passopisciaro (Ct) Telefono: 0942 983239 palmentocostanzo.com
111
WINE
Podere Castorani S
toria con origini antiche è quella del Podere Castorani, tenuta abruzzese situata nel comune di Alanno in provincia di Pescara, in Abruzzo, rilevata nel 1999 dall’ex pilota di Formula Uno, Jarno Trulli. Situata accanto a una meravigliosa villa settecentesca, immersa in un paesaggio unico, circondata da un lato dal Parco Nazionale della Majella e dalla costa Adriatica dall’altro, l’azienda è caratterizzata da una superficie vitata di oltre cento ettari e da una produzione annuale che ammonta a circa 700mila bottiglie. La fusione tra le vecchie tradizioni della lavorazione del vino, con l’utilizzo di vasche in cemento per la vinificazione e la scoperta delle nuove tecnologie, legate al mondo automobilistico dalla quale provengono, è ciò che oggi caratterizza Podere Castorani guidata dall’ex pilota e dal suo partner e manager di fiducia Lucio Cavuto. Quello che inizialmente era solo un suo progetto ambizioso è diventato una realtà per la quale ogni mattina più di venti famiglie partecipano al lavoro che si cela dietro la produzione dei vini Castorani. Oggi la Castorani è un’azienda conosciuta e apprezzata in tutto il Mondo.
IN PRIMO PIANO Vincitore del Gran Premio di Monaco nel 2004 con la Renault, dopo una splendida carriera durata sedici anni nella Formula Uno, dettato dalla passione per il vino e dal forte legame con la sua terra di origine, Jarno Trulli decide di creare una produzione unica e di qualità in quella generosa terra d’Abruzzo dove lui stesso era nato. Avendo sempre perseguito la perfezione, Jarno scoprì che il tempo che gli era nemico in pista, sarebbe diventato un vero e proprio alleato in cantina.
IL PUNTO FORTE La particolarità che caratterizza e contraddistingue Podere Castorani è una cantina sotterranea di 5mila metri quadrati nella quale si trova una fruttaio di appassimento a temperatura e umidità controllata, pensata in collaborazione con l’Università di Viterbo. Vendemmia tardiva e appassimento delle uve nelle cassette. Jarno Rosso, ottenuto da uve Montepulciano e Jarno Bianco ottenuto da uve di Trebbiano, Malvasia e Cococciola sono oggi i vini più rappresentativi ed apprezzati dell’azienda.
CONTATTI Via Castorani, 5 - Alanno (Pe) Telefono: 085 2012513 email: info@castorani.it castorani.it
112
WINE
Podere Cavaga N
el cuore della Franciacorta, Podere Cavaga è un luogo che custodisce la tradizione vitivinicola italiana e promuove un nuovo concetto di benessere legato all’armonia tra uomo e natura. Una sorta di destinazione dell’anima in cui coesistono Agribio - un ambiente immerso nella natura per rigenerarsi tra vigneti e bosco, con 20 camere, una Spa interna e una esterna – e la cantina, così come la Forest Therapy con 10 ettari di latifoglie e conifere dove rilassarsi tra i suoni della natura praticando il digital detox. Tra percorsi in solitaria o accompagnati, anche a piedi nudi, la pace e il silenzio aiutano a ritrovare l’equilibrio psicofisico. A Podere Cavaga il ritmo e il respiro del bosco incontrano ambienti dal design moderno, intimo e accogliente, con servizi attenti a tutte le esigenze e proposte studiate per esaltare i sapori delle eccellenze locali. Oltre al vino e allo spumante (come il Franconia Rosé, dosaggio Pas dosè ricco, complesso ed elegante, dal colore unico), la struttura realizza Gin Iseo, il primo gin compound ideato sulle rive del lago d’Iseo e realizzato utilizzando materie prime bio - ginepro, limone, liquirizia, abete bianco, lemongrass e rosmarino - e acqua di fonte.
IN PRIMO PIANO Ideatore e anima di Podere Cavaga è Andrea Mazzucchelli: fortemente devoto alle proprie radici, Andrea ha come obiettivo promuovere le bellezze del suo territorio, che si estende tra lago e montagna, offrendo agli ospiti un’esperienza di benessere unica. Tutti prodotti e i servizi Podere Cavaga trasmettono infatti l’amore e l’attenzione del patron, impegnato nella ricerca di soluzioni esclusive per valorizzare la propria terra, nonché un nuovo concetto di winery legato all’accoglienza.
IL PUNTO FORTE Espressione della maturità enologica di Podere Cavaga, Quintessenza è considerato il cuore stesso della struttura perché esprime il calore dell’ospitalità e il benessere della Forest Therapy. Si tratta di uno spumante metodo classico, blanc de blancs, realizzato con uve 100% Chardonnay e impreziosito da un affinamento di 80 mesi. In questo modo, Quintessenza si distingue per potenza espressiva, complessità aromatica e un’armonia naturalmente perfetta.
CONTATTI Via Gafforelli, 1 - Foresto Sparso (Bg) Telefono: 035 930939 cavaga.it
113
WINE
Rotari A
romi e profumi inconfondibili raccontano un territorio, i suoi frutti e un metodo di produzione antico e rinomato. Nel cuore delle Dolomiti, tra le valli e le colline del Trentino, nasce Rotari, spumante elegante e contemporaneo forgiato dal clima montano. Tra storia e leggenda, Rotari prende il nome dal valoroso Re longobardo Rotari che in Trentino Alto Adige combatté alcune delle battaglie più importanti nella conquista dell’Italia. Punta di diamante del gruppo Mezzacorona, la Cantina Rotari è una delle più significative strutture di produzione di spumante Metodo Classico in Italia. Fondata nel 1977, oggi è una cantina di moderna concezione integrata nel territorio, ideata e costruita nel rispetto dell’ambiente. Il suo suggestivo tetto a onda evoca il susseguirsi dei vigneti coltivati a pergola trentina. I venti freschi, il clima montano-mediterrraneo, con gli influssi delle montagne a nord, del lago di Garda a sud e le forti escursioni termiche rappresentano l’ambiente ideale per la coltivazione delle uve alla base di Rotari: Chardonnay e Pinot Nero. La forma di allevamento più diffusa nei vigneti è la pergola trentina. Questo tipo di allevamento consente di ottenere un’ottima acidità e una buona struttura dei vini base, che daranno vita all’eleganza degli spumanti Rotari Trentodoc.
IN PRIMO PIANO Fondato nel 1904 da 11 soci, oggi conta ben 1600 viticoltori distribuiti su una superficie totale di 2800 ettari. Alla guida di questa grande famiglia Luca Rigotti, presidente del Gruppo Mezzacorona, coordinatore nazionale alleanza cooperative vitivinicole e presidente Copa Cogeca settore vino a Bruxelles.
IL PUNTO FORTE Trentodoc Flavio Riserva, testimone dello stile Rotari, ottiene per l’ottavo anno consecutivo il massimo riconoscimento dei Tre Bicchieri dalla guida Vini d’Italia del Gambero Rosso. Chardonnay in purezza, affina i suoi lieviti per minimo 72 mesi in cantina. Il profumo elegante avvolge i sensi in una fusione tra percezioni agrumate e sentori di albicocca e pesca noce. Al palato si concede in tutta la sua pienezza, con una carica aromatica di nocciola, lievito, miele e un fine perlage. È protagonista incontrastato di piatti a base di pesce e crostacei, formaggi e secondi di carni bianche.
CONTATTI Via del Teroldego, 1/E - Mezzocorona (Tn) Telefono: 0461616399 rotari.it info@mezzacorona.it
114
WINE
Réva Resort L
a creazione di Réva è iniziata nel 2013, quando l’investitore ceco Miroslav Lekes ha acquistato la tenuta di San Sebastiano a Monforte d’Alba, con l’idea di rinnovarla e continuare con la produzione di vino e nocciole. Il progetto di ristrutturazione si conclude con l’inaugurazione nel 2016 dell’elegante resort con 12 camere e suites circondato da un parco di sei ettari fatti di vigneti, noccioleti e bosco. Il resort offre un’ospitalità di alta qualità e conta un centro benessere, due piscine - una coperta e una all’aperto - con vista sul magnifico paesaggio, un campo da golf a nove buche, e il Fre, un ristorante di alta gastronomia ricavato dagli spazi una volta adibiti all’officina del fabbro (“fre” in piemontese significa proprio fabbro). Nel 2019 la direzione di Daniele Scaglia permette di alzare ancora l’asticella dell’offerta del ristorante, coinvolgendo lo chef pluristellato francese Yannick Alléno che, condividendo la sua visione di cucina moderna, farà guadagnare al Fre una Stella Michelin nel 2020, rinnovata poi nel 2021 e nel 2022.
IN PRIMO PIANO Daniele Scaglia, classe ‘83, dalla formazione internazionale e dalla profonda conoscenza del territorio delle Langhe, vanta esperienze da sempre legate a brand di lusso. Fino a quando entra nel mondo della Business Private Aviation, professione che gli permette di conoscere Miroslav Lekes. “Siamo fieri di aver raggiunto molti obiettivi con Réva e il Fre, la nostra squadra esegue un lavoro di ricerca in costante evoluzione”, dichiarano. Ogni anno vengono, infatti, aggiunti nuovi progetti per arricchire l’offerta del Resort e del ristorante.
IL PUNTO FORTE Il punto forte è la completezza dell’offerta: oltre al resort con spa, piscina, campo da golf e ristorante stellato, Réva è anche un residence a Monforte d’Alba, una cantina, Réva Winery, che produce vini di altissima qualità e due enoteche di La Morra e Neive. Tante realtà in un solo gruppo danno l’opportunità a Réva di creare la vera Wine Holiday cucita su misura di turisti locali e stranieri.
CONTATTI Loc. San Sebastiano, 68 - Monforte d’Alba (Cn) Telefono: 0173 789269 email: info@revamonforte.it revamonforte.com
115
WINE
San Salvatore N
el Cilento, nel cuore dell’Italia del Sud – là dove 3000 anni fa i Greci impiantarono Aglianico e Greco - nasce San Salvatore 1988. Scoprire questa cantina significa compiere un viaggio che inizia da Paestum, antica città della Magna Grecia, dove i vigneti guardano il mare e regalano vini dalla straordinaria mineralità. E continua sulle colline di Giungano, fino ai grand cru di Stio, dove nascono vini estremamente eleganti. Un viaggio che parla del Cilento, luogo ricco di storia, dove dal 2004 l’azienda agricola fondata da Giuseppe Pagano dà vita a vini longevi e strutturati che conservano la memoria dei terroir da cui nascono e continuano a raccontarla nel tempo, espressione della ricchezza enologica di questi luoghi. Il fil rouge dell’identità di San Salvatore 1988 si racchiude nella parola greca kalokagathia, ossia bello e buono. Il progetto di sviluppo agricolo dà valore a una produzione dove coesistono cura per il terroir, rispetto per la memoria agricola, innovazione, etica e sostenibilità: un impianto di biogas e tre impianti fotovoltaici rendono l’azienda energeticamente autosufficiente e a zero impatto ambientale.
IN PRIMO PIANO Giuseppe Pagano si definisce un greco-romano. Nasce alle pendici del Vesuvio a Boscoreale, ma è nel Cilento che ha origine il suo sogno. In lui coesistono due anime: una da imprenditore alberghiero, l’altra da imprenditore agricolo. Dal 2004 con i vini San Salvatore 1988 racconta il Cilento e i suoi terroir in tutto il mondo: “Della terra – spiega - bisogna prendersi cura, prima ancora che coltivarla”.
IL PUNTO FORTE Nella produzione di San Salvatore 1988, il Pian di Stio ha un ruolo di primo piano: è un Fiano Paestum Igp biologico che nasce in un Cru del vigneto tra i boschi di Stio a 650 metri. Il clima fresco, le forti escursioni termiche e i terreni di matrice calcareoargillosa consentono di ricavare un vino d’eccellenza e premiato dalla critica. Al naso esprime aromi di agrumi mediterranei, frutta estiva a polpa bianca, mimosa e ginestra. In bocca ha una travolgente freschezza e una tipica vena sapida.
CONTATTI Via Dioniso, 8 - Giungano (Sa) Telefono: 0828 1990900 sansalvatore1988.it
116
WINE
Schiopetto E
ra il 1970 quando l’autodidatta Mario Schiopetto fondò la sua cantina prendendo in affitto dalla Curia arcivescovile di Gorizia alcune vigne che rimise a nuovo e che diventarono di sua proprietà solo nel 1989 dopo anni di rimandi e attese. Consapevole che il vero bene e la vera forza dell’azienda sono la terra e la vite, Mario ha trasformato terre vecchie e incolte in vigne curate nel dettaglio, ha lavorato sodo per rendere unici i vigneti e sfruttare il potenziale di quei terreni di ponca (tipica marna friulana composta da calcare e argilla). È ritenuto uno dei padri dell’enologia moderna friulana, alcune pratiche di cantina da lui inaugurate, come l’abbandono dei vecchi contenitori in legno o l’introduzione di ambienti a temperatura controllata in cantina, sono divenute routine per tutti i produttori di qualità. Da aprile 2014 la proprietà è della famiglia Rotolo: in un’ottica di continuità, Emilio ed il figlio Alessandro portano avanti intatta la missione e la filosofia produttiva di Mario. L’azienda conta 22 ettari nel Collio intorno alla cantina e altri otto nella zona di Oleis, e si distingue per la grande attenzione a ridurre gli impatti ambientali.
IN PRIMO PIANO Classe ‘94, Alessandro Rotolo è nato all’interno dell’azienda vitivinicola del padre Emilio, la “Volpe Pasini”, che dal 1995 ha raggiunto i vertici qualitativi mondiali. Laureato a Padova in Economia internazionale e business development a pieni voti, dal 2014 insieme al padre rileva lo storico brand Schiopetto sul quale è stato fatto un profondo lavoro di riposizionamento sul mercato raggiungendo nuovamente i riconoscimenti più importanti a livello globale e distribuendo i vini in 54 Paesi.
IL PUNTO FORTE Il Mario, come viene chiamato in azienda, rappresenta il vertice qualitativo della Schiopetto. Questo vino prende vita da uve di Friulano impiantato dalla Curia di Gorizia nel 1954, insieme ad una piccola parte di Riesling, nel versante più bello - esposto a sud - della proprietà. Vinificato in purezza nell’acciaio, esce solo nelle grandi annate raggiungendo un’espressione unica.
CONTATTI Via Palazzo Arcivescovile, 1 Capriva del Friuli (Go) Telefono: 0481 80332 schiopetto.it
117
WINE
Sella&Mosca R
ealtà vitivinicola tra le più importanti della Sardegna, quella di Sella & Mosca è una cantina dal passato glorioso e dal presente dinamico. È trascorso oltre un secolo da quando due piemontesi iniziarono a bonificare le terre sulle quali si estendono oggi gli oltre 520 ettari di vigneti dell’azienda: l’ingegnere Erminio Sella, nipote del famoso statista Quintino Sella, e l’avvocato Edgardo Mosca, sono stati coloro che hanno dato il via all’impresa. Due avventurieri che misero le basi di quella che sarebbe diventata la più prestigiosa cantina della Sardegna, poco lontana da Alghero, in provincia di Sassari, nel nord-ovest dell’Isola. Nel 2002 Sella&Mosca è entrata a far parte del gruppo Campari, ma è solo nel 2016, con l’acquisizione da parte del gruppo Terra Moretti che guadagna nuovo slancio verso l’innovazione e il rispetto del territorio. Accanto all’impegno enologico, infatti, il gruppo Terra Moretti realizza il recupero architettonico e funzionale del vecchio centro aziendale articolato in suggestive cantine storiche insieme a padronali abitazioni d’epoca divenute oggi oggetto di attività agrituristica. L’intento è completare e proseguire un progetto che, oggi come allora, fa onore alla Sardegna che la ospita, accogliendo nelle proprie tenute migliaia di visitatori ogni anno.
IN PRIMO PIANO Giovanni Pinna, enologo dell’azienda sarda, dal dicembre 2021 è stato nominato direttore. Attualmente vice presidente dell’associazione enologi Sardegna e presidente del consorzio del Vermentino di Sardegna, Pinna è l’uomo scelto per continuare il lavoro di rinnovamento dell’azienda operato dalla famiglia Moretti dal 2016, anno dell’acquisizione. Un compito svolto dedicando attenzione alla gestione del personale dipendente e stagionale, alla distribuzione dei compiti in relazione ai programmi di produzione, alla sperimentazione volta all’ottimizzazione dei prodotti esistenti e alla produzione di nuovi vini.
IL PUNTO FORTE Catore è il coronamento di un lungo percorso di ricerca sul torbato che Sella & Mosca porta avanti ormai da anni, essendo l’unica cantina sarda a vinificare oggi questa tipologia di uva. Il vigneto in cui nasce è stato individuato tra i 130 ettari coltivati a torbato all’interno delle tenute ed è caratterizzato da un suolo a medio impasto con un’importante presenza calcarea che conferisce al vino salinità e freschezza. È un bianco avvolgente, dai sentori di macchia mediterranea, elicriso in primis, pera e camomilla, dal sapore leggermente buccioso, decisamente sapido, dalla trama fitta e affascinante.
CONTATTI Località I Piani - Alghero (Ss) Telefono: 079 997700 - 079 951279 email: welcome@sellaemosca.com
118
WINE
Tenuta Biserno T
enuta di Biserno e Tenuta Campo di Sasso nascono nel 2001 quando i fratelli Ilaria, Piero e Lodovico Antinori decidono di perseguire l’obiettivo di un progetto di passione in comune alla ricerca dell’eccellenza. Le tenute sono situate a Bibbona in Alta Maremma e grazie alle particolari caratteristiche del terreno e al microclima soleggiato, asciutto e moderatamente ventilato, si sono ben adattati nella zona vitigni di origine bordolese, quali il Cabernet Sauvignon, il Cabernet Franc, il Merlot e il Petit Verdot. Nel 2014, Piero e Lodovico, decidono di lasciare a Niccolò Marzichi Lenzi (figlio della sorella Ilaria) la guida della società consolidando il suo ruolo di sviluppo della brand promotion e della comunicazione, oltre a quello di amministratore delegato. Nel 2020, Niccolò ha un’intuizione vincente acquistando l’azienda Collemezzano che, con i suoi 140 ettari (di cui 15 vitati), va ad aggiungersi ai già 40 ettari di Tenuta di Biserno e i 50 di Tenuta Campo di Sasso. I vini prodotti ad oggi sono: Biserno, che rappresenta il simbolo identificativo della tenuta, il Pino di Biserno, che condivide l’identità con il suo alter-ego, il Biserno, Insoglio del Cinghiale, che è il vino fondatore e Occhione, che è il primo vino bianco della tenuta ed è prodotto in pochissime bottiglie.
IN PRIMO PIANO Niccolò Marzichi Lenzi nasce a Firenze nel 1977 da una famiglia di viticoltori, e il vino fa parte del suo Dna. Dopo gli studi all’estero, decide di seguire la sua grande passione per il vino e di dedicarsi a tempo pieno all’azienda creata assieme agli zii. Una carriera lavorativa incominciata all’inizio degli anni Duemila avviando una rete di vendita dei vini negli Stati Uniti. Nel 2014 assume la carica di amministratore delegato di Tenuta di Biserno e Tenuta Campo di Sasso oltre che general director e responsabile dello sviluppo della brand promotion e della comunicazione. Oggi guida e indirizza l’azienda, diventandone l’anima.
IL PUNTO FORTE Il Biserno è il vino che rappresenta il simbolo identificativo della tenuta. Nato come classico taglio bordolese, le sue uve provengono dai vigneti più vocati per il suo blend. Il risultato è un vino notevole che nasce da una combinazione di caratteristiche che si trovano raramente come finezza, eleganza, complessità, densità, intensità, lunghezza e freschezza. È prodotto da uve Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot in parti uguali, con una piccola aggiunta di Petit Verdot.
CONTATTI Palazzo Gardini, piazza Gramsci, 9 Bibbona (Li) Telefono: 0586 671099 email: info@biserno.it biserno.it
119
WINE
Tenuta Sette Ponti P
ortavoce della cultura enoica in uno dei più importanti territori enologici della Toscana, Tenuta Sette Ponti, della famiglia Moretti Cuseri, comprende 60 ettari di coltivazione vitata in cui produce Sangiovese, vitigni internazionali come Merlot, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot, e varietà autoctone come Trebbiano e Malvasia. Nata negli anni ’50 tra Firenze e Arezzo, dove l’architetto Alberto Moretti Cuseri acquisisce i primi 55 ettari dalla nobile famiglia del Duca di Savoia d’Aosta, la tenuta produce il suo primo vino in bottiglia negli anni ’90, grazie all’intuizione del figlio Antonio. E lo fa da una storica varietà di Sangiovese proveniente dai cloni dell’antica vigna dell’Impero, da cui, solo nelle migliori annate, produce delle edizioni limitate. E se nel 1998 la prima vendemmia prodotta dà vita al Crognolo, quella del 1999 porta alla nascita dell’Oreno, il vino di punta della Tenuta Sette Ponti, riconosciuto anche dalla critica mondiale. Segno che la passione e l’amore per la terra e i suoi frutti dell’architetto Moretti Cuseri hanno disegnato una strada d’eccellenza in cui le parole d’ordine sono: esperienza in vigna, viticoltura biologica, lavoro di squadra e continua ricerca della qualità.
IN PRIMO PIANO
Da sinistra: Alberto Moretti Cuseri, Antonio Moretti Cuseri e Amedeo Moretti Cuseri.
IL PUNTO FORTE I vini di Tenuta Sette Ponti sono frutto di passione, competenza, sacrificio, rispetto e amore per l’ambiente, per la biodiversità e per il consumatore. Espressione di questo lavoro d’eccellenza è senza dubbio Oreno, vino che quest’anno celebra le sue prime venti annate e che vanta numerosi riconoscimenti internazionali. Tra cui la presenza, come miglior vino al mondo, all’interno della Top 100 di Wine Spectator, il premio di miglior vino d’Italia al Biwa 2017 con l’annata 2015 e l’assegnazione di 99 punti da parte di James Suckling alle annate 2016 e 2019.
Antonio Moretti Cuseri, fondatore e ideatore dei vini e delle etichette della tenuta a partire dalla fine degli anni ’90, ha portato nel mondo del vino la sua esperienza nel mondo della moda. E, in particolare, stile, attenzione ai dettagli e creatività. Qualità che ha trasmesso anche ai suoi figli, Amedeo, amministratore, ceo della cantina e responsabile del mercato Italia, e Alberto, direttore export e della comunicazione. “È un grande piacere lavorare con nostro padre e ricevere sempre stimoli nuovi ogni giorno. La mia famiglia ci ha trasmesso un sincero amore e dedizione per la natura e il vino”. Ha precisato Amedeo Moretti Cuseri.
CONTATTI Via Sette Ponti, 71 - Castiglion Fibocchi (Ar) Telefono: 057 5477857 email: tenutasetteponti@tenutasetteponti.it tenutasetteponti.it
120
WINE
Tenute Chiaromonte A
d Acquaviva delle Fonti, nel cuore della Puglia, le Tenute Chiaromonte sono un simbolo dell’enologia pugliese in Italia e nel mondo. Sin dal 1826 la famiglia, generazione dopo generazione, tramanda il sapere di una terra che produce vino, olio e bellezza. Le condizioni pedoclimatiche contribuiscono a donare ai vini potenza, eleganza, freschezza, mineralità e longevità. Gli oltre 60 ettari di terreni tra uliveti e vigneti di età compresa tra i 30 e i 100 anni sono coltivati secondo metodi biologici. Sperimentazione, curiosità e impegno hanno portato Tenute Chiaromonte a vincere la sfida di valorizzare nel mondo il Primitivo Doc Gioia del Colle e altri vitigni autoctoni, ottenendo numerosi riconoscimenti. Attualmente sono circa 250mila le bottiglie di rosso, bianco, rosato e bollicine prodotte annualmente dall’azienda con un mercato rivolto per il 60% all’estero. Nel 2018 l’azienda è finita sotto i riflettori dopo un ordine di ben 4.320 bottiglie di vino da parte della Casa Bianca, frutto di una degustazione a Los Angeles: “Il nostro Primitivo base è piaciuto così tanto al buyer da convincerlo a ordinare un numero considerevole di bottiglie”, racconta Nicola Chiaromonte.
IN PRIMO PIANO Nel 1998 Nicola Chiaromonte (nella foto, a sinistra) prende le redini dell’azienda di famiglia abbandonando la fotografia e l’equitazione che per 20 anni l’aveva portato a gareggiare in Italia e all’estero. Al suo fianco, l’amico e imprenditore Paolo Montanaro, che coniuga esperienza professionale e passione per il vino. “Siamo diventati un punto di riferimento per l’eccellenza pugliese nel mondo. Abbiamo sfatato il mito che in Puglia non fosse possibile produrre grandi vini rossi, bianchi o bollicine”.
IL PUNTO FORTE Tra i diversi vini prodotti dalle Tenute Chiaromonte, uno di quelli che ha ottenuto i maggiori apprezzamenti da parte degli addetti ai lavori è il Primitivo Muro Sant’Angelo Contrada Barbatto che nel 2017 è stato eletto come miglior vino rosso italiano dalla guida Gambero Rosso. Dopo la vendemmia e la fermentazione, il vino affina per un periodo di circa 18 mesi in botti di rovere francese, per poi sostare in bottiglia sei mesi senza alcuna filtrazione conferendogli un sapore unico.
CONTATTI Contrada Scappagrano - SP 178 Km 2 Acquaviva delle Fonti (Ba) Telefono: 080 5127551 tenutechiaromonte.com
121
WINE
Tenute Dettori L
e Tenute Dettori appartengono all’omonima famiglia sarda di agricoltori e vignaioli, che produce vini originali e fortemente legati al territorio nel cru di Badde Nigolosu, in una zona chiamata Romangia. Si tratta di un terroir coltivato secondo i dettami dell’agricoltura biodinamica, in una zona posta all’estremo nord-ovest della Sardegna, l’area interna e storica del Cannonau più vicina al mare. In vinificazione non viene utilizzato alcun coadiuvante o additivo, né lieviti selezionati o piedi di partenza per le fermentazioni e vengono usate - per la vinificazione e la maturazione dei vini - soltanto vasche di cemento. Nessun vino delle Tenute Dettori viene filtrato o chiarificato: l’osservazione, la pulizia esecutiva e il tempo sono gli strumenti più potenti che la famiglia Dettori adopera per accompagnare il vino dalla vigna alla bottiglia. L’azienda, certificata biologica e biodinamica, è ormai stabilmente tra le realtà isolane riconosciute dal mercato italiano e internazionale, oltre che dalla stampa di settore, quale rappresentante originale e costante dell’eccellenza vitivinicola sarda.
IN PRIMO PIANO Alessandro Dettori, classe ‘75, laureato in Economia ed Enologia, è agricoltore e vignaiolo a Sorso Sennori in Sardegna dal 1996. Dedica la sua vita professionale alla conduzione e allo sviluppo dell’azienda di famiglia: è il primo in Sardegna a valorizzare i vitigni storici del proprio terroir, coltiva antichi cloni di uve sarde, come il Vermentino e il Retagliadu Nieddu (Cannonau), e investe sul recupero di vitigni sempre più rari sull’isola come il Monica, il Pascale e il Moscato di Sorso e Sennori.
IL PUNTO FORTE Tra i vini di punta dell’azienda c’è il Dettori 2016 dalla vigna più vecchia del Cannonau, o Retagliadu Nieddu. Prodotto da una vigna del 1898, in bocca questo vino affinato nelle vasche di cemento appare come una carezza potente e generosa di una mano consumata dal tempo: mostra un equilibrio travolgente che sorprende per la morbidezza e che avvolge, regala sapori antichi che trasportano i ricordi nel presente, tra gli alberelli arrampicati nelle colline di Sennori, in Romangia.
CONTATTI Loc. Badde Nigolosu - Sennori (Ss) Telefono: 079 515511 tenutedettori.it
122
WINE
V8+ V
8+ è una storia di valori, terroir e passione dirompente: il brand di Prosecco, nato nel 2010, affonda le sue radici in un antico patrimonio di saperi e in vigneti coltivati con amore, dove crescono le migliori uve Glera. V8+, parte del progetto de Le Tenute del Leone Alato che riunisce al suo interno cinque cantine d’eccellenza, si estende su 130 ettari, vede coinvolto ad ogni vendemmia un team di giovani e talentuosi enologi, e anno dopo anno è cresciuto in termini di volumi e fatturato contribuendo al successo delle bollicine venete nel mondo. Dopo l’ottima performance del 2019, in cui ha registrato 1,9 milioni di bottiglie vendute e un fatturato di 4,22 milioni di euro, l’azienda ha intrapreso un’importante operazione di restyling, puntando su un look rinnovato per le bottiglie, un nuovo sito web e una comunicazione social dirompente. Forte della propria competenza, V8+ si fa portavoce della cultura secolare del Prosecco, tra i più conosciuti e apprezzati vini a livello internazionale, attraverso uno storytelling informale, inclusivo e democratico che si fonda sui valori di autenticità, qualità e innovazione. V8+ vuole divertire e sorprendere con un prodotto di alta qualità, ma al tempo stesso eclettico e accessibile.
IN PRIMO PIANO Enologo e agronomo, Giovanni Casati inizia la sua carriera in Toscana, lavorando come cantiniere e responsabile tecnico. Dalle tenute Silvio Nardi di Montalcino alla Maremma nell’azienda agricola Fratelli Muratori, passa poi a Podere Albese in provincia di Siena, dove è Responsabile produzione dal 2005, fino ad approdare nel 2016 a Genagricola, ricoprendo il ruolo di Responsabile area Vigneti e Cantina. Per le Tenute del Leone Alato è responsabile enologo e agronomo, oltre che responsabile di tenuta a La Costa-Grezzana.
IL PUNTO FORTE La linea V8+ comprende sette etichette di Prosecco, tutte accomunate da uno stile esuberante e versatile. Sette diverse esperienze per soddisfare le più svariate occasioni di consumo con un unico comune denominatore: la qualità senza compromessi. Dal pregiato Cartizze Docg, perfetto per un aperitivo o un gustoso dopo cena, al sofisticato Valdobbiadene Docg, che sorge sulle colline calcaree di un territorio divenuto iconico per la tradizione spumantistica veneta, passando per i millesimati, che racchiudono il top della produzione d’annata.
CONTATTI Via Monsignor Zovatto 71 Loncon di Annone Veneto (Venezia) Telefono: 0422 864511 email: info@proseccov8.com proseccov8.com
123
WINE
Valdo D
a oltre 90 anni a Valdobbiadene, una terra resa unica dall’interazione tra natura e uomo, la cantina Valdo scrive la storia dal lontano 1926. Una favola di famiglia, un racconto di passione per il vino, il terroir e l’arte enologica. Incastonata tra la celebre bellezza di Venezia e quella austera delle Dolomiti, Valdo è un nome autorevole della produzione spumantistica italiana, una grande cantina di Valdobbiadene che unisce tradizione all’innovazione. Da quasi un secolo produce Prosecco e spumanti nel più completo rispetto del territorio e nella costante valorizzazione dei preziosi vigneti di un’area geografica unica per la sua straordinaria vocazione vinicola. L’obiettivo: produrre spumanti di grande piacevolezza, eleganza e versatilità, con la mission di agire sulla leva del fare naturale. Questo è possibile grazie all’utilizzo di strumenti moderni che permettono di avere una viticoltura di precisione con grande rispetto del territorio e dell’ambiente. Per il Prosecco Superiore la vendemmia avviene ogni anno rigorosamente a mano, in un territorio dalle forti pendenze. Valdo ha saputo coniugare la passione per le bollicine portando il Prosecco Superiore di Valdobbiadene a essere riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo.
IN PRIMO PIANO La storia è quella della famiglia Bolla, fatta di passione e imprenditoria. Una storia lunga tre generazioni, legata all’evoluzione del Prosecco e allo splendido territorio che fa da teatro alla vocazione vinicola della famiglia, il Valdobbiadene. Tutto nacque nel 1883, quando Albano, bisnonno di Pierluigi Bolla, attuale presidente di Valdo, proprietario di una locanda a Soave, decise di produrre prosecco per il suo locale per poi portarlo nei migliori ristoranti di Venezia e Milano. Nel 1926 nasce la Società Anonima Vini Italiani Superiori che oggi è conosciuta con il marchio Valdo.
IL PUNTO FORTE All’origine della filiera ci sono 70 viticoltori che coltivano le uve per conferirle alla cantina. Un rapporto antico, un’alleanza fondata su fiducia, rispetto e collaborazione. È grazie a questo grande, pacifico esercito di uomini e il profondo amore per la loro terra, che è stato possibile preservare queste bellissime colline. Il territorio regala un’uva molto preziosa ma anche molto delicata: tutti i passaggi in cantina devono sempre tenere in considerazione la delicatezza, fondamentale per apprezzare la frizzante personalità.
CONTATTI Via Foro Boario, 20 - Valdobbiadene (Tv) Telefono: 0423 9090 email: info@valdo.com valdo.com
124
WINE
Villa Franciacorta C
oraggio, passione e indipendenza sono valori che definiscono la cantina del ‘500 di Villa Franciacorta, inserita in un borgo medievale di grande bellezza. Questi elementi risaltano con chiarezza nel Mon Satèn, vino dal carattere unico che all’International Wine Challenge 2017 – concorso con una giuria di soli Masters of Wine - ha ricevuto la Medaglia d’Oro come “Miglior Franciacorta e Migliore Sparkling Wine” e ottenuto il secondo posto mondiale. Il Satèn di Casa Villa è un vino così fortemente voluto da avere nel nome quel “Mon” che sottolinea il legame con chi l’ha realizzato: vellutate bollicine sprigionano un bouquet di profumi, accarezzano il palato e scivolano via regalando sensazioni di piacere. Prodotto da cloni selezionati di Chardonnay, con una vinificazione in solo acciaio a esaltare al massimo l’espressione varietale e un affinamento di 36 mesi sui lieviti a conferire una pienezza gustativa, Mon Satèn è il risultato della sintesi tra i valori e i metodi di coltivazione tradizionali della cantina e la volontà di ricerca e di innovazione che sta rendendo la maison bresciana ancor più riconoscibile e apprezzata. La “O” a forma di cuore sull’etichetta regala al consumatore la sensazione che questo vino sia “il vino del cuore”, che appartiene a chi lo sceglie.
IN PRIMO PIANO Erede di Alessandro Bianchi, uomo visionario che ha prodotto la prima bottiglia di Franciacorta nel ’78 e uno dei fondatori dell’omonimo Consorzio, Roberta Bianchi rappresenta il cuore e lo spirito della cantina Villa. Insieme con il marito Paolo Pizziol coltiva la filosofia aziendale e i valori a essa legati, arricchendoli con una visione personale distintiva, che ha portato la maison alla certificazione biologica e alla ricerca dei lieviti autoctoni fortemente identificativi del prodotto stesso.
IL PUNTO FORTE Storica custode di un territorio unico, la famiglia Bianchi ha dato vita a una realtà dai tratti distintivi. Come lo sono l’utilizzo di sole uve proprie per un completo controllo della filiera (nel 2017 una grandinata distrusse l’80% delle uve e l’azienda decise di produrre 30mila bottiglie contro le solite 250mila). Una produzione solo di millesimati con una presenza su lieviti autoctoni da 36 mesi fino ai 12 anni, la certificazione biologica e ambientale Iso 14001 a garanzia della salubrità del prodotto e la rotazione manuale delle bottiglie secondo l’antica tradizione del remuage.
CONTATTI Località Villa, 12 - Monticelli Brusati (Bs) Telefono: 030 652329 email: info@villafranciacorta.it villafranciacorta.it
125
WINE
Villa Sandi V
illa Sandi è un nome di riferimento nel mondo Prosecco, guidata da una famiglia fortemente radicata nel territorio delle colline trevigiane. Nel dolce paesaggio delle colline dell’area del Prosecco, Villa Sandi rappresenta il legame con la storia e la tradizione del luogo. Un’area in cui la coltivazione della vite e la produzione delle fresche e fragranti bollicine è una tradizione lunga secoli e di cui la famiglia Moretti Polegato fa parte da generazioni. Grazie alle sue Tenute che spaziano in tutte le denominazioni, dalle più pianeggianti zone del Prosecco Doc ai morbidi colli Asolani ai più erti e ripidi pendii delle colline di Valdobbiadene fino allo speciale cru del Cartizze, Villa Sandi è in grado di interpretare le diverse sfumature e peculiarità di ciascuna area. Dal vigneto alla bottiglia, in un percorso che unisce tradizione, patrimonio culturale di un territorio e spinta innovativa
IN PRIMO PIANO Radici nel territorio e sguardo rivolto ad ampi orizzonti. Giancarlo Moretti Polegato, presidente di Villa Sandi, ha raccolto l’eredità familiare e con dinamismo, lungimiranza e visione l’ha proiettata in una dimensione internazionale portando i vini dell’azienda in oltre 120 Paesi nel mondo. Consapevole che il futuro dipende dalle scelte di oggi, dedica particolare attenzione alla tutela del territorio e alla biodiversità. Restituire al territorio cura e rispetto per quanto offre da sempre fa parte di un più ampio programma che comprende istanze ambientali e impegno sociale.
IL PUNTO FORTE Prodotto dalle uve glera coltivate sulle colline del Cartizze, dove da secoli la vita degli abitanti si intreccia a quella dei filari fondendosi in un’unica storia, conserva tutte le peculiarità dell’uva: straordinaria armonia fra carezzevole cremosità e spiccata freschezza. Caratteristiche che sono valse al Cartizze “La Rivetta” l’incoronazione a Bollicine dell’Anno 2022 del Gambero Rosso e la selezione come Grande Cru d’Italia. La storia e lo spirito di un territorio straordinario, amato e rispettato, sono racchiusi nelle suadenti bollicine del vino icona di Villa Sandi.
CONTATTI Via Erizzo, 113/A - Crocetta del Montello (Tv) Telefono: 0423 8607 email: info@villasandi.it villasandi.it
126
WINE
Zai Urban Winery P
rodurre buoni vini in maniera sostenibile, in lattina anziché bottiglia. Questo l’obiettivo della cantina veronese Zai Urban Winery, arrivata sul mercato a inizio 2021 con una linea di sei canned wine. I prodotti - Dr. Corvinus, Gamea, Mr. Bubble, Lady Blendy, PJ White e Cork Borg - hanno un profondo legame con il territorio e sono frutto di un lungo studio enologico. Ciò che li contraddistingue è il basso contenuto calorico e una ridotta gradazione alcolica. Le sei declinazioni del vino raccontano una storia, ambientata nel 2150, anno che vede l’estinzione del 99% delle specie animali e vegetali, uva compresa, a causa del cambiamento climatico. Anche nel packaging, rimandano ad altrettanti personaggi, protagonisti del racconto che non mancherà di colpi di scena, proprio come nei fumetti. Ogni lattina è provvista di un QR Code che rimanda al sito della cantina, da cui è possibile accedere a tutte le informazioni. Zai ha scelto di comunicare il vino attraverso sei prodotti giovani e innovativi, con grande attenzione all’ambiente.
IN PRIMO PIANO “Crediamo fermamente che si debba guardare oltre cercando di preservare il mondo che ci ospita”, ha spiegato così gli obiettivi dell’impresa del vino Benoit Frécon, uno dei soci. Una sfida più che mai ambiziosa: la lattina non altera il vino e il contenuto equivale a due bicchieri, per cui soddisfa il desiderio di un calice senza essere costretti ad aprire una bottiglia.
IL PUNTO FORTE Proiettata in un futuro vegano e biologico, la cantina ha elaborato un nuovo modo di offrire vino puntando su sicurezza, benessere, efficienza, gestione delle risorse e innovazione. L’alluminio è riciclabile all’infinito, a conferma dell’anima ecologica e sostenibile di Zai Urban Winery.
CONTATTI zai.wine
127
in collaborazione con The Winesider
La prima cantina digitale The Winesider è una startup fondata nel 2016 da Giovanni e Giacomo Miscioscia. Padre e figlio hanno creato una piattaforma che permette ai ristoratori di automatizzare la gestione dei vini in magazzino. Hanno oltre 200 clienti attivi e ora puntano a esportare il modello all’estero
U
padre era rimasto affascinato fin da ragazzo dal concetto innovativo della vendita del caffè all’interno dei ristoranti. In pratica, al ristoratore veniva messa a disposizione gratuitamente la macchina del caffè in cambio dell’approvvigionamento esclusivo della torrefazione. Così, nel 2001, commissionò una ricerca di mercato per capire se questo modello potesse essere replicato nel mondo del vino e dei ristoranti, ma forse allora il mercato non era ancora pronto”.
na cantina di qualità e sempre ben fornita è un punto di forza per un ristorante. Tuttavia, gestirla come si deve non è una cosa semplice e avere uno stock di bottiglie sempre a disposizione, pagandole prima che queste vengano stappate, può essere un’immobilizzazione di risorse notevole per un ristoratore. La startup The Winesider intende venire incontro ai titolari offrendo loro un doppio servizio: un software per gestire in automatico le ordinazioni e un conto deposito delle bottiglie, che il ristorante paga solo nel momento in cui queste vengono consumate dal cliente. L’idea porta la firma di Giovanni Miscioscia, imprenditore con un passato nel mondo della radiofonia che ha cullato questo progetto fin dal 2001. “Si ama definire un silver startupper, perché ha i capelli bianchi”, racconta il figlio Giacomo Miscioscia, cofondatore e ceo di The Winesider. “Il nonno aveva un ristorante e mio
L’inizio dell’avventura Le condizioni per la nascita di The Winesider, però, maturano nel decennio successivo con il mondo della ristorazione che ha cominciato a dare un valore diverso all’efficienza di magazzino. “Nel 2016 abbiamo investito in un e-commerce B2C dove eravamo soci di minoranza”, prosegue Giacomo, “però venivamo dopo l’avvento di Tannico e Callmewine. Decidemmo
128
quindi di rilevare la società completamente e sviluppare il progetto The Winesider con focus B2B, viste le potenzialità del mercato della ristorazione legato all’approvigionamento del vino che vale 5 miliardi in Italia e UK. Giacomo, quindi, dopo aver studiato all’estero economia tra Londra e Madrid e accumulato esperienza a Milano nella società di consulenza Kpmg, si è lanciato nell’avventura di The Winesider insieme al padre. “Siamo partiti con l’idea di fornire un servizio tecnologico per la gestione della cantina”, ricorda, “il primo contratto lo abbiamo firmato con un ristorante di Milano, in via Montenapoleone. Abbiamo poi allargato il test su una ventina di clienti. E, nel 2019, siamo arrivati a fatturare 1,5 milioni di euro”. All’inizio del 2020 è arrivato il primo round di finanziamento da 2,1 milioni sottoscritto da investitori istituzionali e family office italiani ed esteri. Poi, come molte realtà nel mondo della ristorazione, l’azienda ha subito una battuta d’arresto a causa del covid. “La pandemia è stata un ostacolo molto difficile, ma abbiamo usato questo tempo per affinare la tecnologia e il modello di business. Avevamo appena fatto investimenti importanti, portando nel nostro staff un nuovo responsabile per lo sviluppo dei mercati internazionali da Lvmh e un responsabile commerciale da Vodafone. Non è stato facile, ma nel 2021 il mondo è ripartito e così anche noi siamo tornati a fatturare 1,7 milioni pur lavorando per soli 8 mesi dell’anno. Oggi abbiamo nel nostro portafoglio circa 200 clienti attivi e un organico di 15 dipendenti”. Oggi il modello di servizio di The Winesider, fa leva su un software proprietario sviluppato da programmatori dell’azienda per la gestione efficiente della cantina e sul servizio di conto deposito delle bottiglie di vino. “Noi lo chiamiamo modello e-commerce as a service, in pratica noi mettiamo a disposizione il software gratuitamente al ristoratore, in cambio però lui si rifornisce di bottiglie solo da noi pagando un piccolo sovrapprezzo. Il vantaggio è che lui ce le paga solo quando queste sono effettivamente consumate dal cliente. Inoltre, noi mettiamo a disposizione una consulenza con i sommelier della nostra azienda per la gestione della carta dei vini”. Il software è stato migliorato nel tempo e oggi offre al ristoratore la possibilità di stampare in tempo reale la propria carta dei vini allineata alle giacenze in magazzino. Un algoritmo di intelligenza artificiale esegue un controllo settimanale sulla cantina e programma gli riordini, sollevando il ristoratore da ogni incombenza. The Winesider, poi, ha inaugurato una serie di altre iniziative con protagonisti i ristoratori. Una di
Nella pagina precedente Giovanni Miscioscia. Sopra, Giacomo Miscioscia. Sotto, padre e figlio insieme
queste è l’e-commerce per i ristoratori, che possono così vendere le bottiglie ai loro clienti per conto dell’azienda e ottenere così una ricompensa: “Ci occupiamo noi di spedire le bottiglie, in cambio riconosciamo un 5% di sconto al cliente finale e un 5% di storno sulle fatture al ristoratore per averci portato una vendita”. È partita inoltre l’Academy di The Winesider, corsi di formazione di 72 video, volti a ottimizzare le conoscenze dei camerieri per vendere con più efficacia il vino a tavola. Nell’ambito del progetto green for people&planet, infine, l’azienda permette al ristoratore - ogni dieci bottiglie vendute - di scegliere se finanziare un’iniziativa a impatto sociale e ambientale come la raccolta di plastica, la piantumazione di alberi o la donazione di pasti. Obiettivo espansione all’estero Nel 2021 The Winesider ha chiuso un nuovo round di finanziamento da 6 milioni a debiti ed equity. L’obiettivo, per gli anni a venire, è esportare il proprio modello all’estero con un particolare focus verso l’America e di svilupparlo ulteriormente in Paesi come Francia, Germania e Regno Unito, dove la startup conta già una decina di clienti attivi. “La nostra intenzione è di continuare a crescere anche in un’altra direzione: vorremmo infatti proporre, soprattutto in ottica estero, il pagamento di un abbonamento per il solo servizio di gestione della cantina, svincolandolo quindi dal conto deposito”. Il programma prevede diverse tappe da raggiungere nei prossimi 2-3 anni. “Vorremmo arrivare ad avere una dimensione sufficiente per poi procedere o a ulteriori round di finanziamento con società di venture capital strutturate oppure quotandoci in Borsa, su mercati come Euronext Growth Milan, che sono indicati per società dinamiche come la nostra. Il nostro sogno è arrivare a gestire, con la nostra modalità e-commerce as a service, 30mila ristoranti nel mondo”.
129
ECCELLENZE Supplemento al volume 40, febbraio 2021, di FORBES ITALIA registrazione presso il Tribunale di Milano al n°260 del 7 settembre 2017 Copia non vendibile separatamente CASA EDITRICE Blue Financial Communication Spa Via Melchiorre Gioia, 55 - 20124 Milano Tel. (+39) 02.30.32.11.1 - Fax (+39) 02.30.32.11.80 info@bfcmedia.com - redazione@bfcmedia.com DENIS MASETTI editore ALESSANDRO ROSSI direttore responsabile Managing editor Marcello Astorri, Susanna Tanzi Executive editor Stefano Cocco (So Wine So Food) Contributor Fabiola Fiorentino, Giacomo Spotti, Marco Gemelli, Valentina Magri Grafica e impaginazione Cesare Lopopolo Sales director Michele Gamba gamba@bfcmedia.com Sales manager Marco Bartolini bartolini@bfcmedia.com Special projects Francesco Meloni meloni@bfcmedia.com Project manager Michele Belingheri belingheri@bfcmedia.com Marketing Director Andrea Agostini agostini@bfcmedia.com Stampa Elcograf Spa - via Mondadori, 15 - 37131 Verona Distribuzione Italia e estero Press - Di Distribuzione stampa e multimedia srl via Bianca di Savoia, 12 - 20122 Milano Gestione abbonamenti Direct Channel Spa - via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (Milano) Tel. 02 7542 9001 abbonamenti.bfc@pressdi.it Il costo di ciascun arretrato è di 8,00 euro Servizio Arretrati a cura di Press-di Distribuzione Stampa e Multimedia S.r.l. – 200090 Segrate (MI). Per le Edicole richieste tramite sito: https://servizioarretrati.mondadori.it – Per Privati collezionisti richieste tramite email: collez@mondadori.it oppure tel.: 045.888.44.00 nei seguenti orari: lunedì-giovedì 9.00-12.15/13.4517.00 venerdì 9.00-12.15/13.45-16.00 costo chiamata in base al proprio operatore, oppure fax a numero: 045.888.43.78 FORBES USA Steve Forbes chairman and editor-in-chief Michael Federle president & ceo Randall Lane chief content officer Alicia Hallett-Chan design director Katya Soldak editorial director, international editions Peter Hung executive director, Forbes IP (HK) limited global branded ventures Matthew Muszala vice president, global media ventures MariaRosa Cartolano general counsel
BFC
GHI BFC AL 3/9/2019
M
E
D
I
A
BFC
M
E
D
I
A
S
P
A
C
S
P
A
C
E
E
M
E
D
I
A
S
P
A
C
BFC
E
BFC BFC
M
E
D
I
A
M
SE
FORBES ITALIA is published by Blue Financial Communication S.p.A. under a license agreement with Forbes Media LLC, 499 Washington Blvd. Jersey City, NJ 07310. “FORBES” is a tradermark used under license from FORBES LLC”.
PD
AI
CA
E
S
I N F I N I T Y P A C E
V
O
I
C
E
FORBES ITALIA (ISSN 2532-9588) è pubblicato da Blue Financial Communication S.p.A. con accordo di licenza di Forbes Media LLC, 499 Washington Blvd. Jersey City, NJ 07310. “FORBES” è un marchio su licenza di FORBES LLC”. B.C. Forbes, Editor-in-Chief (1917-54) Malcolm S. Forbes, Editor-in-Chief (1954-90) James W. Michaels, Editor (1961-99) William Baldwin, Editor (1999-2010) “Copyright © 2017 Forbes LLC. All rights reserved. Title is protected through a trademark registered with the U.S. Patent & Trademark Office.
130
Non è sufficiente avere un’idea geniale... è necessario saperla sviluppare
CORSO DI ALTA FORMAZIONE
START UP DI AZIENDE INNOVATIVE
ISCRIVITI SUBITO
Durata 100 ore www.forbesacademy.it PARTNER
CFU 4
Supplemento al volume 52, febbraio 2022, di FORBES ITALIA registrazione presso il Tribunale di Milano al n°260 del 7 settembre 2017. Copia non vendibile separatamente
100 ECCELLENZE ITALIANE / FORBES SUPPLIED 2022 MARTINO DE ROSA
100 ECCELLENZE ITALIANE 2022