Trentino Industriale agosto-settembre 2020

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Energia, crisi ed opportunità Assoenergia ha subito intrapreso le misure necessarie per far fronte alle ripercussioni che la pandemia ha provocato nel settore energetico. Grazie a questi provvedimenti si aprono ora nuove opportunità. di FEDERICO DE COL, Assoenergia Confindustria Trento

L'INTERO

2019 ha visto un andamento laterale dei mercati “future” con tendenza al ribasso se non nell’ultimissimo periodo, assieme ad un aumento dei prezzi variabili Pun. Il 2020 si preannunciava quindi come un anno all’insegna dell’aumento dei prezzi finali della commodity energia elettrica in particolare, trainata dal prezzo della CO2 ormai attestato tra i 30 e 26 euro a tonnellata. Come purtroppo noto a tutti con la fine di febbraio lo scenario è cambiato radicalmente mandando in fumo qualsiasi tipo di analisi di mercato elaborata fino a quel momento. Gli stravolgimenti a cui è stato soggetto tutto il comparto industriale nel secondo e terzo semestre del 2020, hanno avuto forti ripercussioni anche sul mondo dell’energia. Il drastico calo dell’attività produttiva in generale ha portato ad una diminuzione dei consumi di energia elettrica del 40% a livello nazionale nei mesi di marzo-aprile, 25% a maggio dove si iniziava a vedere qualche tenue segno di ripresa. Per il Trentino i numeri sono stati leggermente migliori, con un calo negli stessi mesi rispettivamente del 32% e 20%. Contemporaneamente, grazie alle favorevoli condizioni meteo, il parco pro-

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duttivo di energia da fonte rinnovabile immetteva in rete una quantità di energia ampiamente oltre le necessità del sistema. Attore principale di questa produzione sicuramente il fotovoltaico grazie ad un mese di aprile mite e soleggiato, con buona partecipazione anche dell’idroelettrico grazie alle riserve idriche nei bacini derivanti dalle copiose nevicate dei primi dieci giorni di marzo sull’arco alpino. Questi due fattori, carenza di domanda e surplus di offerta, hanno portato sia un abbassamento immediato e repentino del prezzo unico nazionale (Pun) su base giornaliera che assieme ad un enorme scompenso del sistema di bilanciamento della rete elettrica. Lo sbilanciamento ha reso necessario un forte e frequente intervento da parte delle centrali a ciclo combinato per consentire il mantenimento dell’equilibrio della rete elettrica nazionale. Da un lato quindi un prezzo giornaliero molto basso, dall’altro l’elevato numero di interventi dell’operatore per la stabilità della rete ha dato avvio ad un aumento dei costi di dispacciamento che si sarebbero scaricati sugli utenti finali a partire dal trimestre successivo. Anche i prezzi del mercato “future” di energia elettrica e gas naturale per il 2021 hanno registrato un fortissimo calo a partire dal 15 marzo. La discesa è perdurata per circa 10 giorni quando i valori di baseline dell’energia elettrica si sono fermati a 44 euro/MWh, valore che non si riscontrava dal 2015. Il gas naturale ha fatto registrare valori di 12 euro/MWh contro i 16 del mese di gennaio. Il calo ha coinvolto anche il prezzo delle quote di anidride carbonica (da 26 a 15 euro/tonnellata) dovuto alle minori emissioni globali e del petrolio (da 60 a 25 dollari/barile), anche se il peso di quest’ultimo non risulta così incisivo per il prezzo finale del power. Nei mesi di marzo e aprile l’industria stava quindi entrando in un periodo di crisi dovuto allo stop di buona parte dei meccanismi produttivi mondiali causato dalla quarantena. La direzione del Consorzio Assoenergia, continuando a monitorare la situazione dei mercati, preso atto dell’incertezza della durata di questa situazione ha subito intrapreso le strategie e le azioni necessarie per cercare di rendere la ripartenza quanto


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