L’ambiente familiare e sicuro della quotidianità
di Marta Valbuzi
Milano - Bovisa
S
tesoro che gelosamente conservo nonostante il passare del tempo e le altre esperienze vissute. Alcuni ricordi sono più tenui e sfocati, ma davvero tanti sono quelli che invece appaiono con contorni chiari e colori vividi: ricordo le lunghe ricreazioni nel cortile e le calorose feste invernali in palestra, i tornei nel campetto da calcio e gli impegnativi (ma strepitosi) spettacoli di fine anno al Teatro Fumagalli; ricordo l’estate a Chiavari e la gita a Roma con suor Lucía, che per tenere tutti sull’attenti contava fino a tre ed ogni volta già al “due” aveva i nostri occhi vispi e affettuosi rivolti a lei; ricordo con malinconia i rimproveri autorevoli e giusti di Suor Fortunata, le lezioni di latino con Suor Giacinta, la scuola estiva con
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ettembre 1999. Con indosso un nuovissimo grembiule color cobalto e portando sulle spalle una cartella forse fin troppo grande per una bambina di sei anni, ero pronta per varcare il cancello dell’Istituto ed iniziare la prima elementare. La naturale esaltazione per la novità e l’ingenua agitazione del primo giorno si accompagnavano per me alla curiosa coincidenza per cui il mio nome, Marta, fosse proprio lo stesso della Santa che dava il nome alla Congregazione delle suore della mia nuova scuola. Ho frequentato al Santa Marta di Vighizzolo tutte le classi delle elementari e delle medie. Quegli otto anni di scuola sono, nella mia memoria e nel mio cuore, un immenso