Editoriale
Il diritto di allevare di G ENNARO IANNUCCILLI, foto F.O.I.
P
eriodicamente tornano alla ribalta le problematiche relative alle presunte normative che dovrebbero regolare, consentire o limitare l’allevamento di determinate specie ornitiche. Di recente, si è fatto un gran parlare di una proposta di legge che, prendendo spunto da una direttiva europea, ha generato confusione e scompiglio tra gli allevatori perché, forse artatamente, è nuovamente emerso il tentativo di contenere in qualche modo – se non contrastare direttamente – l’allevamento degli uccelli, nonostante il rispetto delle regole e degli adempimenti nei confronti delle specie protette e/o inserite nei regolamenti CITES. Non voglio in questa sede elencare leggi, norme, decreti e direttive. Vorrei solo esprimere una riflessione sorta in
merito alle reiterate azioni di alcune associazioni cosiddette “animaliste” che, con il supporto di taluni esponenti della politica forse in cerca di facili consensi, cercano in tutti i modi e in tutte le occasioni di ostacolare quella che noi, invece, definiamo e interpretiamo come una passione nobile, sincera, legittima e finanche terapeutica. Mi sono trovato spesso a discutere su varie opinioni espresse riguardo l’allevamento degli uccelli a scopo ornamentale e sportivo e ho potuto constatare che, se si parte da una posizione ideologica contraria e conflittuale, non c’è modo di far comprendere le motivazioni che regolano e alimentano la nostra fervida passione. Direi che, in questi casi, sarebbe perfino meglio lasciare cadere la
NUMERO 5 - 2021
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