DIDATTICA & CULTURA
Origini e genetica del Canarino Mosaico di SERGIO LUCARINI, foto B. ZAMAGNI ED E. DEL POZZO
C
ome ho già ricordato (“I.O.” n° 12/19), il mio primo scritto sul “Mosaico” risale al 1988 (“I. O.” n° 10/88). Rispetto alla disputa che in quegli anni era in essere tra gli esperti del settore sulla possibilità o meno che il Cardinalino avesse trasmesso al Canarino il proprio dimorfismo, nella nota proposi una ipotesi diversa: in concomitanza degli innumerevoli accoppiamenti messi in atto per trasferire la capacità di metabolizzare il colore rosso, il Cardinalino non ha trasmesso anche il proprio dimorfismo e la propria disposizione cromatica ma, per sostituzione, inserendo la giusta chiave genetica, ha solo fatto affiorare nel Serino una forma caratterizzata da un dimorfismo più evidente. A distanza di oltre trent’anni sono tornato sull’argomento perché, imbeccato dal mio amico Gianmaria Bertarini, nel
Il Cardinalino non ha trasmesso anche il proprio dimorfismo e la propria disposizione cromatica Foto 1 - Maschio di Verdone Citrino, foto: B. Zamagni
web sono inciampato in un interessante lavoro dove la Dott.ssa Malgorzata Anna Gazda relaziona su una sua ricerca incentrata sul dicromatismo a livello sessuale nei Fringillidi. In estrema sintesi, possiamo dire che la ricercatrice, dopo aver confrontato il DNA di diverse
specie in possesso di un più o meno spiccato dimorfismo sessuale, giunga, tra l’altro, alla conclusione secondo cui la forma “mosaico” presente nel Canarino di colore derivi dalla introgressione di un tratto genico lasciato in eredità dalle reiterate ibridazioni con il Cardi-
nalino del Venezuela. In pratica, conferma la mia ipotesi del 1988! Giovanni Canali, ritenendo che sia la mia ipotesi sia la conclusione della Dott.ssa Gazda non collimino con i riscontri che possiamo estrapolare dalle esperienze pratiche di allevamento, ha
NUMERO 4 - 2021
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