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Luglio 2021

MARINA CARACCIOLO VERSO LONTANI ORIZZONTI di Fabio Dainotti ’ultima fatica letteraria di Marina Caracciolo, Verso lontani orizzonti. L’itinerario lirico di Imperia Tognacci. Bastogi, Roma, 2020, pagg. 80, euro 10 è in libreria. L’autrice non è nuova a questo genere di lavori. Ha infatti licenziato alle stampe nel corso del tempo numerosi e importanti studi su vari autori. Citiamo soltanto Gianni Rescigno. Dall’essere all’infinito, uscito nel 2001 per i tipi di Genesi Editrice. Bastogi ha poi pubblicato una monografia critica su Ines Betta Montanelli. Gli interessi della Caracciolo sono ampi e spaziano dalla letteratura alla musica. Ha collaborato tra l’altro con la UTET per la realizzazione di Dizionario Enciclopedico Universale della Musica e dei musicisti e di altre vaste pubblicazioni storico-musicali. Per le altre opere dello sterminato catalogo rimandiamo alle biografie e ai siti a ciò deputati. Il titolo Verso lontani orizzonti è già ricco di informazioni, perché spesso in queste illuminanti pagine si parla di viaggio. Nell’Introduzione Marina Caracciolo ci fornisce la chiave per entrare nella sua officina

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metodologica, parlando tra l’altro di parolechiave. Sottolinea poi nel percorso di Imperia Tognacci la volontà di accedere ai segreti dell’Essere. “Passa così - scrive la Caracciolo - sopra gran parte di questi versi, un senso di avventura inquieta e misteriosa, che li sfiora come un volo radente”. L’autrice cita poi Francesco D’Episcopo, che nella sua monografia dedicata alla poetessa parla di una “cifra dominante e inconfondibile”. Sulla Tognacci hanno scritto molti critici. Ne citiamo alcuni, tra gli studiosi non altrove citati: Barberi Squarotti, Domenico Cara, Marco Delpino, Italo e Lorenza Rocco, Tito Cauchi, Domenico Defelice, Gabriella Frenna, Antonia Izzi Rufo, Giuliano Ladolfi, Giuseppe Laterza, Giuseppina Luongo Bartolini, Carmine Manzi, Nicla Morletti, Nazario Pardini, Roberto Pazzi, Luigi Pumpo, Orazio Tanelli, Anna Ventura. Nel primo capitolo l’autrice dà conto del poemetto di Tognacci, attiva anche nel campo narrativo e saggistico, intitolato Traiettoria di uno stelo, che tiene dietro a una silloge giovanile “destinata più che altro a una circolazione privata”. I temi sono già tutti presenti in nuce: paesaggi, memorie, la fede. E “prende avvio il senso itinerante, una sorta di Sehnsucht”. Un viaggio nella memoria alla ricerca di cose perdute, come “le spensierate estati di fanciulla”. “E attraverso questo sguardo amoroso, scrive Marina Caracciolo, si rimette in moto la giostra del tempo; un mondo agreste risorgente nel riverbero del sole, che sotto un cappellino di paglia filtra tra le ciglia”. Un canto dell’esule che “prende figura nella corriera che avanza nello scenario che muta”. Marina Caracciolo nota a tal proposito la dolcezza elegiaca dei versi e cita Francesco Fiumara che nella prefazione parla di “scie luminose nello specchio dell’anima”. Ne La notte di Getsemani, si descrive l’attesa della morte del Cristo, che chiede che l’amaro calice gli sia allontanato, dilazionato, che gli si conceda ancora un po’ di tempo. Al silenzio del Padre celeste fa da contrappunto la partecipe sofferenza di una natura romanticamente animata: gli ulivi, il prato, l’alba, il vento, gli


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