ASSEMBLEA REGIONALE 2022
Dialogo costruttivo con la Regione, ma poche le risposte e i fatti concreti di / Michela Rossato /
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Sopra: Vanda Pradal; In basso: un momento della partecipata assemblea regionale 2022 svoltasi a Camposampiero (PD) il 23 aprile scorso; A lato: in alto l’assessora alla Sanità Regione Veneto, Manuela Lanzarin; sotto: il Presidente della Simti (Società scientifica Immunoematologi trasfusionisti), Francesco Fiorin, intervenuto in assemblea per i professionisti del settore
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ritta al punto, senza giri di parole: “Non è concepibile che ci si trovi con donatori idonei pronti a donare, ma che non possono essere prelevati per carenza di medici e per problemi organizzativi e gestionali. Abbiamo cercato più volte di avere un dialogo costruttivo con le strutture regionali e con i politici regionali. Siamo stati ascoltati, abbiamo portato proposte, ma purtroppo di fatti nel 2021 ne abbiamo visti pochi”. È entrata subito nel vivo dei problemi la presidente di Avis Veneto, Vanda Pradal, aprendo al Teatro Ferrari di Camposampiero (Pd) la 51ª assemblea dell’Avis regionale. La prima in presenza, ben organizzata dall’Avis locale in collaborazione con la Provinciale di Padova, dopo due anni segnati dalla pandemia. “Negli ultimi, difficili tempi, donatori e dirigenti non si sono risparmiati e hanno dato il massimo nonostante timori, restrizioni, distanziamenti e quant’altro per assicurare che mai mancasse il sangue agli ammalati - ha continuato la Pradal - Abbiamo chiesto flessibilità negli orari di apertura, rivalutazione dei trasporti e uniformità di trattamento per i donatori del territorio veneto, ma poco si è fatto”. Da dieci anni, inoltre, si attende la realizzazione di un database unico che possa essere consultato da qualsiasi presidio ospedaliero e territoriale del Veneto e che possa consentire la donazione in qualsiasi area della regione.
DONO&VITA
“Riteniamo che creare condizioni che incoraggino e rendano più agevoli le donazioni debba essere obbiettivo di cui non solo l’associazione, ma l’intero sistema sanitario debba farsi carico. In Avis siamo concreti, lavoriamo, abbiamo idee per migliorare la situazione, siamo a contatto con i donatori e cogliamo le esigenze, vorremmo più ascolto e compartecipazione - ha quindi precisato rivolgendosi ai rappresentanti della Regione presenti in sala - ci sembra ormai maturo il tempo perché il prezioso dialogo con la sanità veneta possa condurci a risposte, in primis sul reperimento del personale sanitario. Avis ha un ruolo importante e non può essere considerata solo un fornitore, ma inclusa nei processi decisionali e di programmazione del nostro sistema sanitario”. Ha risposto l’assessora regionale alla sanità, Manuela Lanzarin, intervenuta dopo aver ascoltato anche gli interventi di alcuni presidenti provinciali che hanno ribadito la difficoltà a mantenere il trend delle donazioni. Dalla provincia di Rovigo, per esempio, come ha denunciato la presidente della Provinciale Rovigo Barbara Garbellini: “molti donatori residenti lungo il Po per donare vanno a Ferrara, dove si trovano meglio e senza dover attendere”. Ma sono donazioni perse per l’autosufficienza del Veneto... La Lanzarin: “Il problema della carenza dei medici investe tutti i settori, già da prima del Covid. Come Regione stiamo ragionando con le Università per l’inserimento degli specializzandi nel settore trasfusionale. Intanto abbiamo portato da 6mila a 17mila le borse di specializzazione ed è in partenza in alcune