retail&food 06 2022

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Pizza Lovers: investimenti e catene pronti a “lievitare”

Tra nuovi formati e antiche ricette, viaggio tra new entry e brand noti Teddy: corre il fast fashion made in Rimini Fiumicino new look: tutto pronto per l’estate Prezzi in autostrada: occhio a non sbandare

Giugno 2022

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EDITORIALE

PARITÀ DI GENERE, IL TRAGUARDO POSSIBILE Mentre si stanno affermando i principi riassunti nella sigla E.S.G. (Environmental, Social, Governance) viviamo un momento di conservazione o forse regressione sociale, in particolar modo per la parità di genere, in ambito aziendale e nel retail soprattutto. Recentemente, e per fortuna, abbiamo avuto occasione di assistere alla spumeggiante ripresa di conferenze e convegni in presenza, di leggere programmi e resoconti di tante altre manifestazioni a cui non c’è stata occasione di partecipare direttamente. In quei contesti, di rappresentanza ma anche di sostanza, le donne non contano quasi un tubo. Non ci sono perché non sono invitate a salire sui palchi, semplicemente. O se ci sono è incidentale e fortuito: 1/4, 1/8. Tranne rare e lodevoli eccezioni. Da una parte ci può essere una mancanza di attenzione in chi organizza: spesso, con qualche sforzo di ricerca in più, si potrebbe dare voce alle donne: al loro punto di vista, alle loro esperienze, alla loro professionalità. Dall’altro c’è il dramma, quello vero: alle colleghe, manager, partner, è ancora, troppo spesso, precluso l’accesso alle posizioni dirigenziali e apicali nelle aziende. Le sguaiate dichiarazioni di Elisabetta Franchi del mese scorso, il silenzio della ministra per le pari opportunità (!) seduta di fronte, l’ignavia degli organizzatori dell’evento che tanto ha fatto discutere a inizio maggio, hanno plasticamente e brutalmente evidenziato che la società è ancora solidamente organizzata attorno e per gli uomini. Lo sanno loro e lo sanno ancor meglio le poche donne imprenditrici o leader aziendali. E non ne fanno mistero, anzi lo accettano o lo subiscono. La maternità e la famiglia sono un freno, un blocco per la carriera. La nostra società non è strutturata per una vera parità di genere. In famiglia e sui luoghi di lavoro. Ma fortunatamente sono sempre più le manager, le dirigenti, le professioniste che stanno acquisendo coscienza di questa ingiustizia e che non sono più disposte ad accettare di partecipare a una gara truccata, la carriera appunto. E di pari passo sono tanti i colleghi uomini che vivono con disagio organizzazioni aziendali di ispirazione maschile e patriarcale. Speriamo arrivi presto il momento in cui la “S” di ESG voglia dire soprattutto questo, uguale accesso alla carriera, alla crescita, all’evoluzione. Professionale, familiare e sociale.

Andrea Aiello

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Anno 17 · numero 6 - giugno 2022

INFORMARSI È UN BENE, NON FARLO MALE: LEGGI RETAIL&food RETAIL&food è l’unica rivista italiana specializzata nel travel retail, un settore in forte crescita e con buone prospettive di sviluppo anche per i prossimi anni. Inoltre R&f è uno dei mezzi più apprezzati e consultati da retailers e operatori attivi in outlet e centri commerciali. Con oltre 10.000 lettori a numero, una presenza qualificata presso tutte le fiere di settore.

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News

SOMMARIO

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News Opening Sostenibilità Cambi di Poltrona

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News Sostenibilità FOOD | Speciale Pizza Lovers, a ognuno la sua catena Fra Diavolo: “Portiamo la rivoluzione in pizzeria” Pizzikotto: “Le nostre pizze? Un grande esperimento” Alice si espande: “Ma diciamo addio al mito della location” Rom’antica raddoppia entro un biennio BRAND | Analysis Teddy va di corsa cento negozi in arrivo

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Gli eventi di maggio Persone, pianeta, profitto: cronache dal Mapic Italy 2022 ESG: per il CNCC è tempo di “pagelle” Tutti i trend del retail con Cocuzza & Associati Pharma retail Lafarmacia. al ritmo di 10 aperture al mese Real Estate Engel&Volkers presenta il suo Market report Retail

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AEROPORTI | Scenari Duty free agli “arrivi” pressing dell’Italia GDO | Fusioni & co Carrefour/Conad. Il “dopo” è sempre in salita News | Servizi e fornitori World Travel Retail News International Vetrina

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MISTERY | Retail In modalità in-store da H&M ANALISI | Bilancio Portobello, con il barter margini sopra il 36% Osservatorio prezzi f&b Autogrill sbanda in autostrada, gli altri rischiano AEROPORTI | Bilanci 2021 Pochi utili, ma reggono gli investimenti SCALI | Novità Fiumicino pronto per l’estate con il nuovo molo imbarchi

RUBRICHE

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Stock options Rubrica legale In buona company Dal tabaccaio Pane, burro e... retail Duty free world New markets outlook

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NEWS

Real estate: Amundi cede portafoglio Carrefour per 180 milioni Il fondo di investimento israeliano MDSR Investments ha acquistato un portafoglio di 9 ipermercati Carrefour, per 180 million di euro. Si tratta della più grande operazione del primo trimestre a livello di immobiliare commerciale. A cedere gli asset è stato un club deal di investitori istituzionali, guidati da Amundi Real Estate. Gli ipermercati si trovano 5 in Spagna e 4 in Italia, principalmente a marchio Carrefour. Quelli italiani sono a Torino, Firenze, Matera e Ancona, gli iberici a Santander, San Sebastián de los Reyes, Alcalá de Henares, Ávila e Malaga in Spagna. L’acquisizione aggiunge 123.000 metri quadrati al portafoglio retail di MDSR Investments, che pochi giorni fa aveva chiuso un’altra operazione in Spagna, acquistando da Barings quattro Carrefour per 27,9 milioni. Amundi Real Estate è stato assistato da BNP Paribas Real Estate e Cushman & Wakefield per la vendita e da DLA Piper per la consulenza legale. Sul fronte legale, l’acquirente è stato assistito da Legance – Avvocati Associati in Italia e Pinsent Masons in Spagna.

STOCK OPTIONS

BUY

NEUTRAL

SELL

BENETTON

FOOT LOCKER

ADIDAS

Il gruppo veneto ha approvato il bilancio 2021 con un fatturato di 847 milioni di euro, in crescita del 20% rispetto all’anno precedente. Secondo una nota dell’azienda, nei negozi a gestione diretta, le vendite sono tornate ai livelli pre-Covid nell’ultimo trimestre di bilancio, con performance positive soprattutto in Italia, Spagna ed extra Ue.

Il marchio di distribuzione di calzature ha pubblicato i dati del primo trimestre, con una sostanziale stabilità rispetto al periodo precedente: ricavi a 2,17 miliardi di dollari, +1%. L’utile però è sceso da 202 a 133 milioni. Nel periodo sono stati aperti 24 nuovi negozi. Costi della logistica e ricorrenza delle promozioni hanno pesato sui margini.

Il colosso sportivo tedesco ha messo a segno una trimestrale magra, con ricavi in calo del 3% a 5,3 miliardi e con una perdita arrivata a 400 milioni di dollari. Anche in questo caso, a pesare è soprattutto la Cina, che ha subito un calo delle vendite del 35%, dovuto alle continue chiusura ancora causate dalla pandemia Covid.

GEOX

GUESS

ABERCROMBIE & FITCH

Prima trimestrale in salute, per Geox, che ha chiuso il periodo con un balzo del 24,3% dei ricavi, pari a 184,4 milioni. La crescita dei ricavi a livello annuale, 2021 su 2020, si era fermata al 13%. Buon andamento in tutti i canali. “Anche il wholesale sta performando bene e abbiamo assistito a un forte aumento degli ordinativi per la collezione autunno/inverno 2022-23, che è tornata ai livelli del 2019” segnala una nota.

Guess Inc. ha riportato i risultati degli utili per il primo trimestre conclusosi il 30 aprile 2022. L’azienda ha registrato un fatturato di 593,47 milioni di dollari, in lieve crescita rispetto ai 520 milioni di dollari di un anno fa. L’utile netto è stato di 7,97 milioni di dollari, in contrazione rispetto ai 12,01 milioni del periodo equivalente 2021. Secondo la società, l’azienda è comunque “on track” per raggiungere l’obiettivo di fine anno di un fatturato pari a 2,8 miliardi.

La prima trimestrale pubblicata da Abercrombie nel 2022 ha letteralmente gelato il mercato, provocando in un giorno un crollo del titolo che ha sfiorato il 30%. Per il marchio di abbigliamento, il periodo si è chiuso con un lieve rialzo del ricavi, appena il 4% a 813 milioni di dollari, e una perdita operativa di 10 milioni rispetto al risultato positivo per 57 milioni dello stesso periodo 2021.

AEFFE

RICHEMONT

UNDER ARMOUR

Ottimo inizio di anno per il gruppo cui fanno capo marchi come Alberta Ferretti e Moschino. La trimestrale segna 101,6 milioni di ricavi, in aumento del 26,5%, con un balzo dell’88% del mercato Stati Uniti. Quasi la metà delle vendite arrivano comunque dall’Italia. Raddoppia l’utile netto, passato a 8,9 milioni rispetto ai 3,7 dello stesso periodo dell’anno precedente.

La Borsa di Zurigo non ha gradito la pubblicazione del bilancio annuale del colosso del lusso, chiuso il 31 marzo scorso. Vendite in aumento del 46% a 19,18 miliardi e profitti a 2,08 miliardi, a più 61%. L’attesa di molti analisti però era per un risultato positivo fino a 2,75 miliardi. E ci sono ancora timori sull’andamento in Cina, alle prese di nuove chiusure causa Covid.

Il marchio sportivo patisce il cattivo andamento della Cina e chiude una prima trimestrale che spaventa i mercati. I ricavi crescono solo del 3%, a 1,3 miliardi, ma il risultato segna un perdita di quasi 60 milioni di dollari, contro un utile di 77 milioni dello stesso periodo del 2021. In calo del 14% le vendite nell’area Asia Pacifico.

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NEWS

IGD SIIQ, risultati in crescita nel primo trimestre 2022

La società IGD SIIQ ha comunicato i risultati finanziari al 31 marzo 2022. Nel Q1 i ricavi da attività locativa netti, pari a 28,7 milioni di euro, hanno registrato un incremento del +9,6%. “Rispetto ai due anni precedenti, nei primi 3 mesi del 2022 finalmente non ci sono stati lockdown o restrizioni significative sull’attività dei centri commerciali, tanto che non sono stati stimati impatti Covid nei conti della trimestrale”, ha commentato l’Amministratore Delegato, Claudio Albertini. Secondo il report, nel primo trimestre 2022 sono diminuiti gli ingressi, in calo del -20,5% rispetto allo stesso periodo del 2019. Il dato risulta comunque migliore rispetto al -21,3% registrato dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (CNCC), e nettamente superiore rispetto sia al primo trimestre 2021 che al primo trimestre 2020. Le vendite degli operatori sono state pari a circa il 92% rispetto al 2019, a dimostrazione che prosegue la tendenza positiva riscontrata già nel corso del 2021, con visite meno frequenti ma più mirate allo shopping: lo scontrino medio di marzo 2022 risulta pari a circa 26,4 euro in crescita di oltre il +20% rispetto allo stesso mese del 2019. Il tasso di occupancy al 31 marzo 2022, pari al 94,8%, si è mantenuto su livelli elevati. “È proseguita in maniera vivace anche l’attività commerciale, con diverse aperture in linea con i nuovi target delineati nel Piano Industriale 2022-2024”, continua Albertini.

Genova risorge: arriva il “food” in corso Sardegna. E si aspetta il Waterfront

In tempo per l’arrivo della bella stagione, si moltiplicano le aperture al Mercato di corso Sardegna di Genova. Nelle ultime settimane, sono stati inaugurati i punti vendita della catena di pizzerie Pizzium, del noto brand di burger&stakehouse Old Wild West, sono arrivati il primo ristorante a Genova di Sushiko, l’esordio di Billy Tacos, Pokeria by Nima. Arriveranno anche KebHouze, Bun, Cioccolati Italiani. Accanto a questi marchi della ristorazione, da poco inaugurate le presenze di Kasanova, della libreria Mondadori (la settima a Genova) e di Nail boutique, mentre era già stato presentato il nuovo MediaWorld. Il Mercato di Corso Sardegna consiste in una profonda opera di riqualificazione dell’ex mercato ortofrutticolo del quartiere San Fruttuoso, per un una superficie totale di 23.000 mq. La gestione e la commercializzazione sono affidate a Savills. A 2 km e mezzo di distanza, verso il mare, sta invece prendendo piede il Waterfront di Levante, un progetto di Renzo Piano (proprietà di Cds costruzioni e Orion capital managers) che prevede una destinazione mista, con circa 28mila mq da adibire a retail, ristorazione, leisure.

Euronics si allea con Glovo e debutta nel quick commerce

Euronics sigla un accordo con Glovo per il delivery di prodotti hi-tech in meno di 35 minuti. La partnership segna l’ingresso del gruppo italiano nel canale “quick commerce” e un ulteriore sviluppo del suo approccio omnicanale. Sono oltre mille le referenze del retail di elettronica disponibili sull’app. Il servizio, per il momento, coinvolge 8 negozi Euronics del socio Nova di Milano e Roma ma è previsto a breve il coinvolgimento di altri punti vendita milanesi e della capitale. “Il cambiamento delle abitudini di vita ha generato una forte crescita dell’interesse dei consumatori verso servizi prima limitati al solo mondo food e ha confermato la centralità della velocità di consegna nelle scelte di acquisto, anche di prodotti di elettronica”, commenta Massimo Dell’Acqua, amministratore delegato di Euronics Italia. “Ci troviamo di fronte un cliente sempre più esigente, quasi impaziente nelle sue abitudini di acquisto”, aggiunge Valentina Caporicci, responsabile marketing di Nova spa. “La disponibilità immediata di un mouse da sostituire o di un videogioco appena lanciato, oggi è un valore aggiunto imprescindibile”.

Hard Rock Milano apre con l’inedita jv Rock Group Italy Com’è noto da qualche mese, a Milano nella centralissima via Dante sta per aprire un Hard Rock Cafè. Senz’altro entro l’estate, ma l’obiettivo sarebbe entro giugno. A occuparsi dell’apertura, però, non sarà la società Hard Rock Cafè Italy, che gestisce i ristoranti di Roma, Venezia e Firenze. Il locale milanese è sviluppato da Rock Group Italy, società partecipata da R-Store (l’azienda napoletana nota per i suoi negozi Apple premium reseller), da Food Group Service (retailer con sede a Catania, specializzato nella ristorazione, che ha già in gestione una trentina di KFC in Italia) e da Giampiero Pelle, imprenditore che già in passato aveva dato vita a startup come tramezzino. it e Foodies. Pelle è anche amministratore delegato. Il locale milanese avrà una superficie di circa 900 mq, con 270 posti a sedere, e punta molto sulla musica live, poiché sarà dotato di due palchi. pag. 5 | retail&food | Giugno 2022


NEWS

Takko Fashion punta al raddoppio in 3 anni e va a caccia di nuove location

Il marchio internazionale di moda Takko Fashion espande la sua rete in Italia di negozi e avvia la ricerca di nuovi spazi commerciali. Fondato nel 1982 e con sede in Germania nella cittadina di Telgte, Takko Fashion possiede e gestisce circa 2.000 negozi in 17 paesi in tutta Europa, di cui 64 in Italia. Ma il piano di sviluppo prevede di raddoppiare i negozi per il prossimo triennio. “Gli ultimi due anni ci hanno chiaramente confermato che il nostro concetto di “smart discounter” può crescere anche in contesti fortemente sfidanti”, spiega Domenico Spano, Country Manager per l’Italia. “Il nostro obiettivo è di aprire nel Centro/Nord. Lo faremo puntando su format per noi consolidati, come centri e parchi commerciali, e valutando anche nuove opportunità su vie commerciali ad alto traffico veicolare”, continua il manager. Cresce anche lo spazio degli store che arriverà a 500/550 mq. “Questa è una novità rispetto al passato: vogliamo offrire ai nostri clienti un ambiente più ampio e confortevole. Quindi abbiamo sviluppato un nuovo layout che lanceremo nelle prossime aperture in autunno”, conclude Spano.

Le Masserie e 13 super: prima operazione in Italia per Indotek Il gruppo ungherese Indotek fa il suo ingresso sul mercato italiano, con l’acquisizione de Le Masserie e di 13 supermercati. Lo shopping center Le Masserie di Ragusa viene ceduto da Stoneweg. Si tratta di 18.000 mq di superficie, vicino al 100% di occupancy secondo il comunicato, dove figurano brand noti tra cui Zara, Unieuro, Coop. A cedere il portafoglio di supermercati è stata invece Reale Immobili (braccio immobiliare di Reale Group). Si tratta di asset stand alone, di media dimensione, per un totale di 40.000 metri quadrati, molti dei quali sono occupati da Carrefour mentre due risultano ancora sfitti. Indotek è già attiva in Ungheria, Romania e Spagna. Questa è la prima operazione del piano di espansione in Italia. Il country head per l’Italia di Indotek è Eleonora Galloni, che proviene dal mondo real estate, con precedentei esperienze in Cushman & Wakefield e Threestones Capital Partners. Per l’operazione, Cbre e Bnp Paribas Real Estate hanno svolto un ruolo di advisory, insieme a SIDE Partners per la parte finanziaria, K&L Gates per gli aspetti legali, RINA Prime Value Services per la due diligience. Hanno contribuito lo studio legale Gatti Pavesi Bianchi Ludovici, Plusiders, Yard REASS. Stoneweg Italy, lo studio legale DGRS, Context Consulting e MFRE hanno assistito le parti dei venditori.

Fast fashion, il rincaro dei prezzi è servito

Stretti fra inflazione e caro energia/materie prime, anche i giganti della moda a prezzo accessibile devono arrendersi e ritoccare all’insù lo scontrino. L’ultimo ad annunciarlo, in ordine di tempo, è stato Primark. O meglio, lo ha fatto il direttore finanziario della controllante Associated British Food, John Bason, durante il commento ai risultati 2021. “Ci sforzeremo di mantenere inalterati i prezzi per i capi della primavera estate. Il ritocco avverrà a partire da agosto, sulla collezione autunnale” ha spiegato il manager alla stampa, senza entrare nel dettaglio. In precedenza, a marzo, il nuovo ceo di Inditex Oscar Garcia Maceiras, commentando i dati di Zara, aveva parlato di un rialzo “single-digit” già sui capi primavera-estate, quindi ipotizzabile in media nel 5%. Lo stesso aveva fatto, a inizio aprile, il ceo di H&M Group Helena Helmersson: “Naturalmente dovremmo procedere a un ritocco dei prezzi” aveva risposto alla domanda di un investitore, senza però specificare l’entità e neppure l’elenco dei Paesi coinvolti. Secondo la società Lectra, specializzata nella fornitura di software e tecnologia, già nel corso del 2021 molti brand mass market (vengono citati Zara, Uniqlo, Primark), hanno praticato un rialzo dei prezzi, con punte del 6%.

La food court del Jova

Per il Jova Beach Party 2022 nasce #JOVAFOODGOOD, la food court del Jova Beach Party: un’intera parte del villaggio dedicata al “Food & Beverage”. Già nel 2019, Jovanotti ha proposto una nuova forma di offerta gastronomica coinvolgendo alcuni food truck. Da quell’esperienza è nata la nuova iniziativa 2022 curata da Filippo Polidori, consulente e Food Guru del Jova Beach. A ogni tappa saranno inoltre coinvolti Special Food Guest che si prenderanno cura della comunità degli ospiti del backstage tra cui lo Chef Riccardo Monico dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze, Andrea Mattei di Bistrot di Forte dei Marmi, Norbert Niederkofler di St. Hubertus di San Cassiano. pag. 6 | retail&food | Giugno 2022



La Rubrica Legale a cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano di Patrizio Cataldo

Dal green marketing al greenwashing I rischi commerciali e legali di una scorretta promozione delle caratteristiche verdi dei prodotti in vendita Recenti studi dimostrano che almeno un terzo dei consumatori è disposto a pagare un sovraprezzo per acquistare un prodotto “green”. I retailers, ben consapevoli di tale fetta di mercato e delle relative opportunità di crescita, hanno sensibilmente sviluppato le politiche e le strategie di marketing volte ad enfatizzare le caratteristiche “verdi” e/o “ecosostenibili” dei processi di produzione e distribuzione dell’organizzazione aziendale nonché dei beni immessi sul mercato. Le nuove strategie di marketing hanno indotto alcune società a diffondere green claims falsi - in casi rari e limitati ma comunque rilevanti, come il noto caso di una casa automobilistica leader nel mercato che ha diffuso false informazioni relative alle emissioni inquinanti dei propri autoveicoli - o non verificabili, in quanto pubblicizzati in assenza di dati e informazioni oggettive che possano confermare le virtù ambientaliste fatte proprie dall’impresa. Tali condotte danno luogo al “greenwashing” fenomeno che, in estrema sintesi, può essere definito come una pratica commerciale scorretta che si concreta nell’appropriazione di virtù ambientaliste volte alla creazione di un’immagine verde da parte di una società attraverso dichiarazioni pubblicitarie decettive. A livello commerciale, la pratica del greenwashing può generare benefici di durata più o meno breve ma, una volta venuta a conoscenza del mercato, comporta seri effetti detrimentali, dal punto di vista commerciale, a carico delle società colpevoli di tale condotta. Il rischio, infatti, è la lesione del rapporto di fiducia con i consumatori green, i quali veicolano le proprie scelte mediante un’accurata selezione dei prodotti e dei produttori, considerati veri e propri partners con cui collaborare per conseguire virtuosi obiettivi di salvaguardia del pianeta. In aggiunta, la reputazione negativa derivante dalla scoperta dei messaggi ingannevoli comporta una significativa riduzione degli acquisti anche da parte dei consumatori “ordinari”. Le conseguenze, tuttavia, non si limitano ai profili commerciali. Infatti, questa condotta assume rilevanza anche e soprattutto dal punto di vista giuridico. I soggetti lesi sono, in primo luogo, i consumatori, i quali possono avvalersi dei rimedi previsti dal Codice del Consumo previsti in caso di pratiche commerciali ingannevoli, che consistono in azioni (o omissioni) del professionista idonee a indurre in errore il consumatore medio, falsandone il processo decisionale.

pag. 8 | retail&food | Giugno 2022

L’ente preposto all’irrogazione delle sanzioni di tali condotte è l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato, la quale, in caso di accertamento di atti integranti la pratica del greenwashing, provvede non solo a inibire la diffusione delle asserzioni pubblicitarie decettive, ma anche alla condanna della società a sanzioni pecuniarie che possono raggiungere cifre considerevoli. Negli ultimi anni l’AGCM è stata particolarmente attiva nella identificazione e punizione delle imprese che hanno pubblicizzato falsamente prodotti green, mediante decisioni che si caratterizzano per l’accuratezza tecnica e scientifica della motivazione e per l’eterogeneità dei settori interessati. L’azione dell’AGCM è così efficiente che essa viene promossa non solo (e non tanto) dai consumatori e dalle associazioni di categorie ma dai diretti concorrenti delle imprese responsabili degli atti di greenwashing, le quali preferiscono coinvolgere l’Autorità Antitrust rispetto al Tribunale Ordinario. Anche le Corti di merito hanno emesso provvedimenti giurisdizionali, invero di carattere cautelare, volti ad inibire la diffusione di messaggi pubblicitari contenenti asserzioni ambientali decettive. La posizione della giurisprudenza sul punto non è univoca: infatti, in sede di reclamo le decisioni di primo grado sono state riformate. Tuttavia queste presentano profili di sicuro interesse, avendo contribuito all’identificazione del quadro giuridico di riferimento a tutela del greenwashing: in assenza di una normativa ad hoc, il Tribunale ha fatto riferimento ai principi stabiliti dal Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea e al Codice di Autodisciplina Pubblicitaria il quale contiene un’ampia sezione dedicata alla tutela dell’ambiente e alle comunicazioni commerciali che evocano benefici di carattere ecologico o ambientale. Considerato il crescente interesse del tema, è auspicabile un intervento del legislatore che disciplini (e sanzioni) in via diretta le fattispecie integranti il greenwashing, per assicurare una tutela più completa a beneficio dei consumatori, delle imprese e del mercato in generale. Le norme del Codice di Autodisciplina Pubblicitario, nonché le decisioni del Giuri dell’Autodisciplina pubblicitaria, dell’AGCM e delle corti di merito, rappresentano un ottimo punto di inizio per tale regolamentazione: è verosimile ritenere che nei prossimi mesi si aggiungeranno altre decisioni, rendendo più agevole per il Parlamento il compito di colmare tale lacuna.


NEWS

Rituals ci riprova: nuovo debutto italiano al Carosello di Carugate

Il marchio olandese Rituals, specializzato in cosmetica e prodotti per la casa di fascia premium, ha aperto da poche settimane il suo primo store italiano nel centro commerciale Carosello di Carugate di proprietà di Eurocommercial Properties. Lo store lombardo è il secondo tentativo di Rituals di entrare nel mercato italiano. Il marchio, infatti, era già sbarcato nel nostro Paese (con poca fortuna) nel 2011 al centro commerciale Oriocenter di Orio Al Serio (Bergamo) e al Fiumara di Genova. Il nuovo punto vendita accoglie i clienti in uno spazio di 167 mq. “La nostra alleanza con Rituals è iniziata in Svezia, dove l’insegna è attiva in sei dei nostri sette centri commerciali. Nel corso degli anni, visto il successo e l’espansione del marchio, abbiamo strettamente collaborato per offrire punti vendita più grandi, o ingrandire quelli esistenti, attraverso operazioni di rimodulazione degli spazi. Rituals è presente anche a Passage du Havre, il nostro centro commerciale nel centro di Parigi. Il marchio ha aperto, inoltre, il suo primo e, per ora, unico “premium concept store” a Woluwe shopping, centro commerciale nella regione metropolitana di Bruxelles”, ha commentato Valeria Di Nisio, group leasing director di Eurocommercial. Il brand, fondato ad Amsterdam nel 2000 da Raymond Cloosterman, è presente in 36 Paesi con oltre 900 negozi, 3000 temporary shop e cinque Spa. Nel 2021 il marchio ha superato il traguardo del miliardo di euro di fatturato registrando +24% rispetto all’anno precedente. L’utile netto è di 123 milioni di euro, l’EBITDA è stato di 227,5 milioni di euro.

Aedes rinuncia al Caselle Mall. Sullo sfondo c’è la proposta di Hines A due anni e mezzo dalla presentazione alla stampa, Aedes Siiq rinuncia definitivamente al Caselle Open Mall alle porte di Torino. La società lo ha comunicato al mercato. Due le motivazioni dietro la scelta. Dal punto di vista commerciale, si trattava di un progetto di “destination center” da 350 milioni di euro di investimento, con 114.000 mq di Gla e 230 negozi, di cui 50 adibiti a ristorazione, e un bacino di utenza stimato in 12 milioni di visitatori all’anno. Numeri importanti, che si scontrano però con il nuovo contesto creato dal Covid. E anche con l’abbondanza di offerta che caratterizza tutta l’area a Nord di Torino. Ma soprattutto, il progetto finisce nel cassetto in attesa di vedere la sorte della proprietà. Proprio ieri scadeva il periodo di esclusiva riservata ad Hines, che ha promosso un’offerta non vincolante per rilevare l’intera quota di Aedes Siiq in mano all’azionista Augusto Spa. Augusto Spa, controllata da Sator (Matteo Arpe), è attualmente in liquidazione e detiene il 51,2% del capitale di Aedes. Il cambio di proprietà farebbe modificare il business, dal momento che Hines è poco propensa a sviluppare il retail, ma ultimamente ha investito fortemente sulla logistica. Ecco perché, anche per l’area di Caselle, si parla di una possibile revisione del progetto in questa chiave.

La tedesca Hive scommette sull’Italia

Arriva in Italia Hive, scaleup tedesca di logistica per brand D2C. L’azienda tedesca, che ha già ricevuto 50 milioni di euro in soli due anni dalla sua fondazione, è operativa da maggio e coprirà l’intero Paese con l’obiettivo di gestire 20mila ordini al giorno e prevederà un importante piano assunzioni di più di 200 persone in 3 anni. Fondata a Berlino nel 2020 dai Oskar Ziegler (28 anni), Franz Purucker (25 anni) e Leonard von Kleist (24 anni) ha assunto più di 120 persone con un’età media di 28 anni, venendo identificata tra i prossimi potenziali unicorni europei da Business Insider DE. “Abbiamo scelto l’Italia come una delle nuove sedi internazionali perché si tratta di un paese che presenta un grandissimo potenziale per i settori in cui siamo specializzati come beauty, fine food, moda e accessori per la casa”, commenta Sara Galvagna, General Manager di Hive. “Gli obiettivi che ci poniamo in Italia sono molto ambiziosi, per questo metteremo in atto un importante piano di assunzioni nei prossimi 3 anni”. Il centro logistico italiano, operativo da questo mese, ha infatti un’estensione di 17.000 mq e garantirà la fruizione del servizio ad aziende dell’intero territorio nazionale

Fresco Senso apre due temporary in stazione

Il brand del Gruppo Agribologna arriva a Milano Centrale e Roma Termini. Nelle due stazioni il marchio ha inaugurato 2 temporary store che, fino a fine settembre, metteranno a disposizione di passeggeri e visitatori una selezione di 32 referenze della gamma Fresco Senso, fra cui alcune “limited edition”. I Temporary sono entrambi nell’area di massimo passaggio delle due stazioni, al piano treni. “Ogni innovazione, ogni nuova pista aperta, significano per noi un impegno costante e rinnovato in ricerca, sviluppo e nuove partnership, sempre a livelli di eccellenza nel settore e con la più grande attenzione alla sostenibilità”, ha commentato Massimiliano Moretti, direttore commerciale Gruppo Agribologna. Nel 2021 il marchio ha registrato un fatturato, a livelli pre-Covid, pari a circa 12.000.000 di euro e una crescita del + 24% circa a fine aprile 2022, su pari periodo 2021. pag. 9 | retail&food | Giugno 2022


NEWS

Conbipel trova un acquirente. Salvi, per ora, i 185 negozi in Italia Conbipel, in amministrazione straordinaria dal 28 gennaio 2021, passerà a Grow Capital Global Holdings PTE, operatore di private equity di Singapore. La catena italiana di abbigliamento è attualmente controllata dal fondo americano Oaktree Capital Management, ma a dicembre scorso si era arrivati all’asta in Tribunale per gli attivi della società. L’offerta del private equity di Singapore, fondato nel 2019 dai fratelli Ajay and Arvind Vij, ha ricevuto l’ok del Mise e il Commissario Straordinario Luca Jeantet ha potuto comunicarlo ai sindacati. In una nota, si spiega che l’operazione sarà condotta attraverso il veicolo britannico Eapparels Ltd e che la proposta di acquisizione riguarda l’intero complesso aziendale. Sarebbero garantite la continuità aziendale e l’assorbimento del 90% della forza lavoro: al 31 dicembre 2021, i dipendenti erano 1.569, tra i 185 negozi in Italia e la sede centrale che ne occupa 220. Nei prossimi giorni verrà avviata la procedura di cessione. “Con l’acquisizione di Conbipel viene lanciata la seconda fase della strategia. L’obiettivo è utilizzare la sede centrale e il magazzino di Cocconato come piattaforma per ulteriori acquisizioni nel mercato del commercio al dettaglio”, ha dichiarato il commissario Jeantet.

Quotidiana, obiettivo 40 chioschi e business “scalabile” La rete di edicole Quotidiana sbarca anche nel crowdfunding con l’obiettivo di crescere. Fino ad oggi Quotidiana ha investito oltre 2 milioni di euro acquisendo 22 edicole a Milano e una a Torino. Ora il management ha deciso di ampliare il piano, puntando ad acquisire e rigenerare 40 edicole, fra Milano e hinterland, nel triennio 2022-2024. Per poi scalare il modello in altre città italiane e all’estero. Per raccogliere risorse, Quotidiana si è affidata anche all’equity crowdfunding e ha iniziato una raccolta su Mamacrowd, con obiettivo 1 milione di euro. Le risorse serviranno, tra l’altro, anche ad avviare un progetto di punti di ricarica elettrica nelle edicole. “Stiamo salvando un asset strategico del Paese come le edicole” ha affermato Edoardo Filippo Scarpellini, amministratore delegato di Quotidiana. “Abbiamo ritenuto che l’apertura del capitale al pubblico fosse coerente con questa visione”.Sul fronte commerciale, Quotidiana ha già in corso un accordo con UNES (marchio il Viaggiator Goloso), con cui è possibile fare la spesa nei chioschi della rete. Sul fronte finanziario, nel capitale è entrato la Sgr Sefea Impact, lo scorso febbraio, insieme a diversi soci privati.

PRG (Prénatal) da record: oltre 1 miliardo di vendite nel 2021

PRG Retail Group pubblica i numeri del 2021, con un balzo di quasi il 20% rispetto all’anno precedente. In questo modo, il colosso specializzato nel segmento “bimbo” supera l’asticella del miliardo di euro di vendite (1.055 milioni), con margine operativo lordo del 6,6%, e si conferma primo retailer italiano multi insegna del suo segmento. “Abbiamo superato il traguardo di 1 miliardo di euro nel biennio più terribile” commenta Amedeo Giustini, amministratore delegato di PRG Retail Group. “E abbiamo sempre sostenuto la crescita, realizzando anche operazioni straordinarie come l’acquisizione di Maxi Toys in Francia e Belgio e la partnership strategica con la californiana Three Sixty Group sul brand FAO Schwarz”. Oggi PRG Retail Group racchiude sotto lo stesso ombrello Prénatal, Bimbostore, Toys Center, King Jouet, Maxi Toys e il brand in licenza FAO Schwarz. Il gruppo è presente in 9 Paesi: Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Grecia, Olanda, Belgio, Lussemburgo e Svizzera. A fine 2021, la rete contava 912 negozi e aveva emesso 27 milioni di scontri.

CinecittàDue cambia look e rinnova l’offerta commerciale, restyling da 10 milioni

Il centro commerciale CinecittàDue di Roma avvia un importante restyling architettonico e rinnova l’offerta commerciale. Investimento complessivo previsto: 10 milioni di euro. Il concept del restyling porta la firma di Chapman Taylor, mentre Cushman & Wakefield, la società incaricata della gestione di CinecittàDue dal 2018, lavorerà al fianco della proprietà per garantire la piena operatività della galleria durante tutte le fasi di lavorazione. Per quanto riguarda la nuova offerta commerciale, i punti vendita di piccole dimensioni e quelli di servizio continueranno a caratterizzare il piano terra, mentre il primo piano, oltre ai negozi storici con una clientela fortemente fidelizzata, ospiterà attività commerciali “di destinazione” e nuove medie superfici ottenute dall’accorpamento di più unità. Le attività di ristorazione, pur non essendo concentrate in una food court, saranno aumentate attraverso l’inserimento di operatori di street e fast food e l’apertura di nuovi ristoranti con servizio al tavolo e dehors. I lavori per il restyling sono già avviati e procederanno per step successivi, sia all’interno sia all’esterno del centro commerciale. La conclusione degli interventi è prevista per la fine del 2023. pag. 10 | retail&food | Giugno 2022


Montano porta il Mercato Centrale in Australia Mercato Centrale, il progetto di Umberto Montano in collaborazione con il gruppo Human Company, vola in Australia. Come primo sbocco internazionale del brand, il management ha scelto Melbourne, capoluogo dello stato di Victoria. “È stupefacente, per me, prendere atto che a Melbourne vi sia un solido giacimento della cultura del cibo artigianale italiano” ha commentato Montano. Il mercato aprirà nel suggestivo McPherson’s Building, nel pieno del Central business district della città. L’operazione avviene in joint venture con l’imprenditore australiano Eddie Muto (in foto con Montano), proprietario del gruppo Barman&Larder, specializzato nel management di ristoranti, luoghi per eventi e hospitality. Viene creata la società Mercato Centrale Australia pty ltd, il cui piano di sviluppo prevede già altre location nel Paese e opzioni in Nuova Zelanda e Singapore. Mercato Centrale Melbourne occuperà il McPherson’s building quasi per intero, per una superficie totale di oltre 3000 mq e ospiterà circa 20 botteghe, distribuite su tre piani. L’inaugurazione è prevista entro la fine del 2022. Ora è in corso la progettazione architettonica a cura di Alberto Torsello (già direttore artistico del progetto di Milano).

In Buona Company

di Beatrice Ramazzotti

Lo store manager Genere prevalente: Maschio

Età media: 52 anni

Cosa sognava di fare: Tirare su la saracinesca alle prime luci dell’alba. Accendere i neon in sequenza, come nella pubblicità del Conad. Gustarsi quel momento unico di silenzio e solitudine, godersi la perfezione e la pulizia dei locali, sentir arrivare il primo camion allo scarico merci, accendere il pc con un caffè in mano. Entrare pian piano nel flusso di rumori, persone, attività. Dire la cosa giusta a ogni dipendente, informarsi sulle rispettive famiglie, commentare un nuovo taglio di capelli, il meteo, la cena, la giornata di ferie. Stilare il calendario dei turni, dare una mano a tutti, in ogni reparto, guidare i clienti nella spesa, accettandone critiche e commenti, fare i conti finali con serietà e concentrazione. Spegnere le luci e tirare giù il bandone, stanco ma felice, mentre la signora delle pulizie strizza il mocio e l’unico suono è quello dell’acqua che sgocciola nel secchio.

Cosa fa in realtà:

Nasce AMORE, nuovo concept di ristorazione on the road di Autogrill Autogrill lancia AMORE “Do Eat Better”, il nuovo concept di cucina fast casual all’italiana e il primo format con servizio al tavolo in autostrada con un brand di Autogrill, una novità nel panorama della ristorazione on the road. Inaugurato nei locali del punto vendita di Montepulciano Est, sulla A1, AMORE aprirà presto anche nel punto vendita di Badia Al Pino (AR). Ogni elemento del concept - dagli arredi alle stoviglie – richiama i luoghi, la cultura, le tradizioni e il sapere gastronomico della Penisola. Anche il layout dei locali rappresenta tre ambientazioni che raccontano la varietà del nostro Paese: la sala “Nord”, ispirata alla città di Milano, è infatti caratterizzata da elementi che richiamano la moda e il design, la sala tavoli “Centro” richiama invece la storia, l’arte e la tradizione delle trattorie toscane e romane, mentre nella sala “Sud” dominano l’allegria e i colori delle regioni meridionali.

Arriva al negozio che è ancora notte e non ci può credere: ci sono già due persone in attesa all’ingresso. Hanno entrambi un cerotto sul braccio, tipico segno di chi ha fatto le analisi del sangue e poi pretende di fare la spesa alle 6. Con rapidità di gesti accende tutto, senza neanche il tempo di farsi un caffè alla macchinetta. Nota dei cartoni per terra e una banana schiacciata sul pavimento, fa un salto di paura appena il primo fornitore strombazza col camion. Scambia giusto un cenno di saluto coi collaboratori che arrivano insonnoliti e con le cuffiette nelle orecchie, cerca di evitare gli stessi turni agli ex coniugi, viene redarguito dalla cliente più anziana che non trova più il sapone di Marsiglia. Chiude casse, porte e celle nello stesso momento, invidiando la pace interiore che gli trasmette la signora col mocio.

Il suo ufficio: Una via di mezzo tra un accampamento militare e la tenda dei boyscout. Vecchie foto di cene di Natale, piantine preistoriche e cimeli di una vita fa, giacciono tra carte, cartelline, telefoni, radioline, dispositivi vari, stampanti, pc, cestini, un carrello rotto. Sulla parete, una collezione di chiavi misteriose: sono lì dalla notte dei tempi, e un fax, che nessuno ha mai avuto il coraggio di buttare via.

Pensiero latente: Ma com’è che dopo una certa età tutti gli uomini si fanno i tatuaggi sulle mani e le donne i capelli rosa?

pag. 11 | retail&food | Giugno 2022


NEWS

Dal Tabaccaio 2030 Milano centro

Vivere Glovo lancia la multi kitchen: primi “food corner” a Torino, Roma e Milano Glovo avvia, anche in Italia, l’esperienza dei “food corner” aperti al pubblico e in modalità “multi kitchen”. Il primo punto vendita del genere arriva a Torino, nel quartiere (non centrale) di Pozzo Strada. Lo spazio ospiterà 15 postazioni di cucina professionale, su una superficie di 870 mq. Al suo interno, ci sarà una saletta riservata ai rider, dove potranno ricaricare i dispositivi mobili e fare una pausa tra un ordine e l’altro. Allo stesso tempo, i consumatori possono ordinare il cibo tramite l’app e scegliere se ritirarli al food corner o aspettarli a casa. Sarà possibile ordinare, allo stesso tempo, diverse specialità. I primi 5 brand ad aderire, presenti nella cucina torinese, sono Pinseria SB, Whimsy Kitchen, Amici Miei, Bun Burger e I Love Poke. “Il Food Corner rappresenta uno degli asset centrali su cui Glovo vuole fondare la propria strategia di crescita. Viste le potenzialità di questo progetto, dopo Torino prevediamo di aprire in tutta Italia, cominciando da Roma e Milano” ha detto Elisa Pagliarani, General Manager di Glovo Italia.

Qualche lama di luce illumina il buio post Day After. La gente ricomincia a popolare la storia dopo essersi difesa ad oltranza. Qualche sorriso a mezza bocca appare sulla faccia del commercio. La cartina di tornasole nel mio angolo di mondo è rappresentata dalle marche da apporre sul passaporto. Ho ripreso a venderle dopo un paio di anni. Sorridenti come Mork di Mork & Mindy ricominciate a viaggiare, a scoprire, partecipate a concerti ed eventi sportivi. In un fine settimana di metà maggio ho dormito alla stazione di Pisa. Non ho trovato una camera libera, dal 5 stelle al posto letto in ostello stessa cantilena “niente da fare signore, siamo pieni”. Se non è questo un segnale. Mentre il giornale va in stampa, metà della città sboccia e spende per festeggiare. Tutto sembra tornato alla normalità. Alla mancanza delle materie prime penseremo più avanti, direttore. Non faccia lei il pessimista questa volta. A fine maggio a Milano si è tenuto il primo concertone transgenerazionale postatomico: “Vivere o sopravvivere Senza perdersi d’animo mai E combattere e lottare contro tutto contro” Rossi Vasco

Ecommerce a 45 miliardi nel 2022. Ma la corsa rallenta Nel 2022 gli acquisti online degli italiani arriveranno a toccare i 45,9 miliardi di euro, in crescita del 14% sul 2021. Emerge dall’ultima indagine dell’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano, presentata durante la diciassettesima edizione di Netcomm Forum. I “prodotti” segnano un +10% rispetto al 2021 e arrivano a 34 miliardi, mentre i servizi valgono 11,9 miliardi (+28% rispetto al 2021). Il trend di crescita segna comunque un rallentamento rispetto alla “sbornia” da pandemia. Infatti, nel 2021, rispetto al 2020, il totale degli acquisti era a +21% (39,4 miliardi), i prodotti +18% e i servizi +36%. Nei prodotti, le diverse categorie presentano andamenti diversi: rallentano Abbigliamento (+10%), ed Informatica & Elettronica di consumo (+7%), mentre il Food&Grocery si conferma il comparto più dinamico: +17%. La penetrazione dell’online sul totale acquisti Retail è pari all’11% come nel 2021. Sono 33,3 milioni gli italiani che hanno comprato online un bene o servizio negli ultimi tre mesi, ma di questi solo 17 milioni si possono considerare acquirenti on line abituali. Lo smartphone si conferma come il device preferito per fare acquisti online: nel 2022 il 55% (in linea con l’anno passato) del valore eCommerce passa attraverso questo canale. pag. 12 | retail&food | Giugno 2022


NEWS | Opening

OVS, a napoli il negozio numero mille

OVS apre a Napoli lo store numero 1000, portando lungo la centralissima via Scarlatti il suo concept omnicanale. “Questo store rappresenta un importante passaggio della nostra storia” ha affermato Carmine di Virgilio, direttore Retail di OVS. La Campania è già oggi la regione con il maggior numero di negozi in Italia dell’azienda. Lo store, che si estende su 2000 metri quadrati e si sviluppa su 2 piani, presenta tutta la collezione dei brand del marchio e dei marchi internazionali con cui sono in vigore accordi di distribuzione: Piombo, Baaby Angel, Everlast, GAP, Nina Kendosa, Nobody’s Child, New Balance e Converse per il bambino, ClioMakeUp per il beauty. Il negozio permette di ordinare in tempo reale con un click, ricevendo la merce a casa, ed è uno tra i primissimi ad essere abilitato come hub per la distribuzione degli ordini e-commerce sul territorio italiano. Lo spazio è anche orientato all’ecosostenibilità grazie all’uso di materiali plastic-free, legni certificati FSC, piante, illuminazione a basso consumo energetico.

Firenze accoglie il suo Lego Certified Store Il Gruppo Lego e Percassi portano avanti la loro collaborazione, mettendo a segno l’apertura del nuovo LEGO® Certified Store di Firenze, situato nella centralissima via Dei Calzaiuoli, a due passi dal Museo degli Uffizi. Si tratta del 22esimo punto vendita in Italia. Presente per la prima volta nel nostro Paese, il Mosaic Maker che consente di creare ritratti personalizzati interamente composti da elementi LEGO. All’interno dello store è presente anche un tavolo interattivo dedicato agli adulti. “Dopo Rimini, Milano, Catania, portiamo anche a Firenze il nuovo concept retail, arricchito sia da elementi digitali sia dalle esperienze più divertenti del mondo Lego” ha detto Rossana Mastrosimini, channel director LEGO Certified Stores West Europe. “Nonostante siano ormai numerose le aperture nate dalla collaborazione tra LEGO e Percassi, siamo emozionati ogni volta, perché ogni store è unico e ricco di novità” secondo Matteo Morandi, amministratore delegato di Percassi Retail.

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Norimberga, Germany

dal 26 al 29 luglio 2022

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BIOFACH Cibo per i sensi Finalmente di nuovo incontri reali! Finalmente di nuovo un‘immersione totale nella grande comunità del bio: realmente, di persona, vicini. Vedere, toccare, annusare e assaggiare una gamma di prodotti variopinta e diversificata. Una festa per i sensi, proprio quello che ci è mancato per così

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pag. 13 | retail&food | Giugno 2022 11.04.22 16:18


NEWS | Opening

Tata Italia sbarca con un negozio a Budapest Tata Italia, marchio italiano noto sopratutto per le calzature, ha aperto un nuovo negozio all’estero a Budapest, capitale dell’Ungheria. Lo store si trova in uno dei più grandi centri commerciali del Paese, il Duna Plàza. Il negozio offre soprattutto la collezione donna, su una superficie di vendita di circa 70 metri quadrati e due vetrine. Il marchio Tata è diffuso con circa 80 negozi in Italia e all’estero (tra cui Malta, Bielorussia, Bulgaria), sia in gestione diretta sia in affiliazione. Il progetto della rete retail è nato nel 2000 e prevede tre brand per i negozi: Tata Italia (i più piccoli, non oltre i 600 mq), Tata Italia Concept store (fino a 1.500 mq) e i Tata Mega Fashion Store (oltre 1.500 mq). Il gruppo ha sede a Bitonto, in provincia di Bari.

a cura di Lombardini22 Retail

Arricchire le tipologie Se esistono già esempi di outdoor con ristoranti che si affacciano all’esterno di un centro commerciale e propagano vita notturna al di fuori, ora altre funzioni stanno emergendo: uffici di polizia locale, Asl, centri medici diagnostici… una contaminazione nello spazio orizzontale, ma anche una possibile stratificazione verticale. Poiché è sempre più difficile separare i diversi mondi – retail, residenza, workplace – la città storica, con i suoi strati verticali, è di nuovo il modello da considerare per l’evoluzione dei format commerciali: trasformare alcuni strati in appartamenti, scuole, spazi di lavoro. Esiste certo un problema normativo che non aiuta tale transizione, ma sta crescendo il bisogno di rimescolare le cose, e di capire come farlo. La cosa interessante è l’arricchimento delle tipologie: poi è diverso agire per necessità, come risposta “emergenziale” a una crisi delle strutture che devono rendersi permeabili a funzioni diverse con servizi non commerciali, o seguire invece un programma di arricchimento dei format secondo strategie progettuali definite a monte. Definire tali strategie implica, in primo luogo, un nuovo ascolto del contesto, e oggi interrogare il contesto significa raccogliere e interpretare i dati.

Temakinho sceglie Linate per l’ingresso nel travel Temakinho, marchio di proprietà di Cigierre, ha messo a segno la sua prima apertura nel canale travel scegliendo l’aeroporto milanese di Linate, un’operazione condotta con il partner Autogrill. Dopo i lavori di rifacimento dello scalo cittadino, in questo modo Autogrill completa la sua offerta che comprende anche Puro Gusto, Motta e Saporè. Per il brand di cucina nippo-brasiliano, invece, si tratta del 17esimo locale, di cui due all’estero (Lione e Montecarlo) e con una forte presenza a Milano (6) e Roma (4) oltre a Bologna, Brescia, Firenze, Torino e Verona.

Prima della pandemia il retail era già un mondo in crisi lenta, dovuta a diversi fattori. Oggi dobbiamo ancora comprenderne il vero impatto, siamo in un momento di necessaria ‘introspezione’: i dati ci vengono in aiuto, ma dobbiamo saperli analizzare e interrogare al meglio, e tradurli in operatività. Dobbiamo imparare a progettare con i dati. Analizzare, interpretare, progettare con i dati – se letti e tradotti correttamente – può avere oggi un vantaggio ulteriore: vuol dire avvicinarsi alle persone e metterle al centro di un’offerta a grana fine, su misura delle suggestioni date di volta in volta da contesti diversi letti in modo altrettanto granulare. Progettare con i dati a servizio della persona può portare a nuove composizioni del retail come sistema allargato, ricco e complesso, molteplice e abitabile, a servizio della comunità.

Le patate ripiene per l’Euroma2 Dopo il primo esperimento all’interno di un centro commerciale, il Centro di Arese, ora il brand delle jacket potatoes Ripiene punta alla capitale e apre all’Euroma2. Ripiene, marchio nato nell’agosto 2021, combina la classica patata all’americana con topping e farciture proveniente da ingredienti di qualità della tradizione italiana. È un’iniziativa ideata da Giovanni Lo Re, che prima di questo progetto ha lavorato diversi anni come manager in Accenture, e Federica Poggiali, anche lei proveniente da Accenture, con una preparazione specifica sulla trasformazione digitale. Ripiene è anche presente sui principali circuiti di delivery. pag. 14 | retail&food | Giugno 2022


NEWS | Opening

12Oz a Milano arriva anche in Ticinese

Per il caffè di 12 Oz è arrivato il momento di “diventare grande”. Inaugurato a fine aprile a Milano, nel cuore della zona Ticinese, la più “giovane” della città, un nuovo punto vendita della catena di caffetterie 12 Oz. Il locale rappresenta lo stato più avanzato sia dell’offerta che dell’immagine del brand. Che oggi, sempre sotto la guida del founder David Nathaniel, ha superato la soglia dei 20 punti vendita (16 a gestione diretta) ma, soprattutto, ambisce al risultato di superare oltre 700 location nei prossimi cinque anni. La catena ha messo a segno diverse altre aperture, tra cui Torino dove ha esordito il nuovo brand, e va segnalata anche la presenza nel canale travel. Attraverso la partnership con MyChef-Areas 12oz è già presente a Bergamo Orio al Serio, a Roma Fiumicino e alla stazione di Santa Maria Novella a Firenze. A supportare questo percorso, il vantaggio di avere tra i soci una joint venture tra NDD, Natex Dispenser Division, azienda specializzata nella fornitura di caffè “americano” presso le catene di hotel, fondata e gestita da Nathaniel, con la Jacobs Douwe Egberts, company olandese leader mondiale nella produzione e nella distribuzione del caffè.

A Firenze la prima caffetteria Fluid

A fine maggio è avvenuta l’inaugurazione di FLUID - Specialty Coffee & Sharing, un nuovo marchio di caffetteria ideato e creata da Le Piantagioni del Caffè, nota torrefazione livornese dedita ai caffè specialty e di alta qualità, e IDEA Food & Beverage, società di consulenza strategica e marketing di Milano. I caffè specialty di Le Piantagioni del Caffè sono caffè tracciabili fino alla piantagione di origine. Da FLUID si trovano menù dolci e salati, disponibili tutto il giorno, e l’utilizzo delle macchine da caffè Modbar by La Marzocco (integrate all’interno del banco di oltre 7 metri, che arriva fino alla strada, senza creare una barriera visiva) consente di vivere il banco come quello di un pub. Il personale è stato assunto dopo un corso di formazione di due mesi e il marchio Fluid si propone di diffondere la conoscenza specifica dei caffè di alta qualità. Il barista promette di poter descrivere al cliente i diversi caffè serviti, i sentori, i metodi di produzione e i diversi metodi di estrazione.

Occhiali da sole Foster Grant: stile autentico e glamour We love your vision La collezione eyewear Foster Grant è distribuita da Polinelli S.r.l. una divisione di FGX International

pag. 15 | retail&food | Giugno 2022


NEWS | Opening

Nuovo Erbolario al Gran Reno di Bologna

Con l’apertura del nuovo negozio all’interno del centro commerciale Shopville Gran Reno a Casalecchio di Reno, arrivano a 165 gli store in franchising L’Erbolario in Italia. Il nuovo punto vendita, aperto a inizio maggio in occasione della festa della mamma, è un luogo inedito dove sperimentare e conoscere il mondo della cosmesi naturale del marchio: 48 mq dedicati alle varie linee di prodotti L’Erbolario, dalla skincare all’haircare, passando per il benessere con i fitocosmetici di Erbamea, fino ai profumatori per i tessuti e per la casa. In tempi di lockdown i negozi L’Erbolario si sono trasformati anche in spazi phygital pronti a intercettare le esigenze dei clienti e supportarli. Dal 2021 è attivo il servizio Clicca & Prenota, che offre l’opportunità di prenotare online i prodotti del marchio lodigiano e acquistare l’ordine in punto vendita. Il servizio si è rapidamente rivelato un successo, tanto da essere attivato in tutti i negozi monomarca e franchising L’Erbolario.

Prénatal ritorna a Parma

Prénatal, il retail leader nel settore dell’infanzia, arriva a Parma con un punto vendita di 220 mq all’interno del nuovo centro polifunzionale Blok30, un progetto recente di valorizzazione urbana. Il negozio, seguendo il più recente format del marchio, presenta numerosi tocchi green: il legno della struttura interna è certificato FSC, i pavimenti sono realizzati con una ceramica da produzione a ciclo chiuso che permette di limitare il consumo delle risorse naturali, mentre l’illuminazione è realizzata con un impianto a risparmio energetico. Tra i servizi, lista nascita, per selezionare insieme allo staff dedicato, tutto il necessario per accogliere il nuovo nato e condividerlo con parenti ed amici. All’interno, oltre all’info point, c’è lo speciale digital point che aiuta a trovare tutto quello di cui si ha bisogno. “Prénatal arriva a Parma con un punto di vendita innovativo e progettato per rendere l’esperienza d’acquisto dei nostri clienti unica, utile, ma anche emozionale” dichiara Massimo Arioli, Managing Director Prénatal.

Cody (quick food) primo negozio a Milano Cody, catena italiana di quick food specializzata in sushi e pokè, apre il suo primo flagship store a Milano. Cody, fondata nel 2016 da Davide Cappelletti, conta, con la nuova apertura, 14 punti vendita in Italia, di cui 5 avviati nello scorso anno. Alla nuova operazione milanese contribuisce un finanziamento di Banca Progetto, finalizzato alla crescita, con Capital Link che figura quale advisor finanziario e Chiomenti come advisor legale. “Siamo pronti ad avviare una fase di nuovo sviluppo che concentrerà le nuove aperture in tutto il centro Nord e all’estero” ha dichiarato in una nota Cappelletti, fondatore e amministratore delegato. Cody si sviluppa grazie al franchising e sul proprio sito dichiara una suddivisione dei ricavi per il 40% da consumo nel locale, 30% da asporto e 30% delivery.

Almaki (nippo peruviano) debutta al Fiordaliso di Rozzano F&B Investment lancia sul mercato italiano il brand Almaki. Il primo punto vendita viene inaugurato presso il centro commerciale Fiordaliso di Rozzano (MI), all’interno della nuova food court. Nato dal successo di I Love Poke, Almaki è un format di ristorazione fast casual che si inserisce nella tradizione culinaria “nikkei”, mixata con la cucina peruviana. Almaki è l’unione di tre termini: “Alma”, in spagnolo anima, “Ki”, nome giapponese utilizzato per indicare l’energia del corpo, e “Maki”, l’elemento principale del menu. Dietro al format ci sono Michael Nazir Lewis e Rana Edwards, già proprietari di I Love Poke. Il format del ristorante si articola su metrature comprese tra i 40 e i 70 mq, senza canna fumaria. “Dopo il successo di I Love Poke, abbiamo deciso di sviluppare il brand Almaki, con un piano di crescita che vedrà nuove opening all’interno dei principali centri commerciali italiani. Proprio il cluster degli shopping mall rappresenta per noi un canale privilegiato, almeno inizialmente” ha affermato Michael Nazir Lewis, co-founder di F&B Investment holding. pag. 16 | retail&food | Giugno 2022


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CAMBI DI POLTRONA

ANDREA ABURRÀ Head of Leasing Neinver NEINVER, player leader nel settore degli outlet in Europa, presente in Italia con Castel Guelfo e Vicolungo The Style Outlets, ha nominato Andrea Aburrà nuovo Head of Leasing in Italia, a riporto di Joan Rouras, Retail & Leasing Director della società e di Eduardo Ceballos, Country Head per l’Italia. Il manager coordinerà le attività di leasing per entrambi i centri italiani, oltre a contribuire alla definizione della strategia di sviluppo commerciale di più lungo periodo. “Vicolungo e Castel Guelfo The Style Outlets sono due degli outlet di riferimento per il mercato italiano, amati dai consumatori e scelti dai più importanti marchi del momento. Poter lavorare con NEINVER e portare il mio contributo per consolidarne la posizione quale partner d’eccellenza per brand italiani e internazionali tra i più promettenti rappresenta per me una grande opportunità”. Architetto, con più di 15 anni di esperienza nel retail, Aburrà ha lavorato per alcuni marchi prestigiosi del fashion e del lusso tra cui il Gruppo Miroglio, Desigual, Natuzzi, LVHM e Trussardi, occupandosi di business development e coordinamento delle reti degli store.

MARCO BERNARDINI Amministratore delegato di Slowear Marco Bernardini, già direttore finanziario dal 2015, è il nuovo amministratore delegato di Slowear. Succede a Roberto Compagno, scomparso lo scorso anno. Prima di approdare in Slowear, Bernardini aveva accumulato una lunga esperienza in Pal Zileri e prima in Deloitte. Insieme alla nomina del ceo, è stato anche rinnovato il consiglio d’amministrazione, che adesso comprende Nella Loero, Elisabetta Compagno (con delega Environmental, Social and Governance), Tommaso Paoli, Stefano Sassi (in quota Nuo Capital), Giorgio Delpiano (CEO Third Party Brands Zegna Group). Presidente del CdA è Paolo Ferrin.

pag. 18 | retail&food | Giugno 2022

GIOVANNA CANDURA Presidente SAC Durante l’ultimo consiglio di amministrazione di Sac, società di gestione dell’aeroporto di Catania, la vice presidente Giovanna Candura è stata nominata presidente. Prende il posto di Sandro Gambuzza. Originaria di Caltanissetta, professoressa, in passato ha avuto diverse esperienze politiche, prima come consigliere provinciale e poi come assessore regionale all’industria. Il 22 luglio 2019 è stata anche nominata Commissario Straordinario della Camera di Commercio di Caltanissetta. Nella stessa seduta, Nico Torrisi è stato confermato amministratore delegato e sono stati nominati anche i consiglieri Marco Romano, Maria Elena Scuderi e Carola Parano.

ANDREA ANDORNO Amministratore delegato Sagat L’assemblea dei soci di Sagat, società di gestione dell’aeroporto di Torino, ha recentemente confermato le principali cariche nel cda. Andrea Andorno è amministratore delegato, Elisabetta Oliveri presidente. Il nuovo consiglio è composto anche da Greta Chilelli, Laura Pascotto, Lorenzo Di Gioacchino, tutti e tre new entry, mentre Jean Jacques Dayries e Antonio Lubrano Lavadera sono stati confermati. “Nonostante negli ultimi due anni il settore sia stato messo a dura prova, nel 2020 l’aeroporto di Torino ha ottenuto il riconoscimento ‘Best Airport Award’ rilasciato da ACI Europe e da novembre 2021 è stata aumentata la connettività del territorio grazie all’apertura della base Ryanair” ha commentato Andorno, ringraziando gli azionisti. Il manager, prima di arrivare a Torino nel 2019, era stato direttore commerciale di Air Italy.

ALESSIO CRIVELLI Direttore Global Travel Retail EssilorLuxottica Alessio Crivelli è stato nominato direttore del Global Travel Retail del gruppo EssilorLuxottica. Succede a Enrico Destro, andato a ricoprire il ruolo di Chief Commercial Officer in Alessi. Crivelli lavora in Luxottica da anni, dove ha ricoperto ruoli di crescente importanza come direttore Trade Marketing Director Italia e poi Global Wholesale Trade Marketing Director, fino a Global In Store Communication Director for Wholesale and Retail. Secondo la nota del gruppo, fra gli obiettivi raggiunti da Crivelli c’è quello di aver guidato la creazione della rete di schermi digitali nei negozi e sviluppato un kit completo di strumenti in-store per supportare il lancio di Ray-Ban Stories, la prima generazione di occhiali intelligenti lanciata in collaborazione con Meta. “Sono molto entusiasta di guidare EssilorLuxottica in questo canale dinamico, in un periodo così cruciale in cui stiamo portando avanti molte innovazioni nell’occhialeria, da nuove sottocategorie a tecnologie digitali all’avanguardia per elevare l’esperienza del consumatore” ha commentato Crivelli.

SERGIO AZZOLARI Amministratore delegato Dsquared2 Sergio Azzolari è stato nominato nuovo amministratore delegato di Dsquared2 dai due fondatori, Dean e Dan Caten. Azzolari aveva iniziato la sua carriera in Benetton, per poi accumulare esperienze presso Chicco, Missoni, Luxottica, Deckers e ultimamente in Tod’s, come general manager di Fay e Hogan. “Entrare a far parte di Dsquared2 per dare il via a un nuovo capitolo è un’occasione entusiasmante per potenziare lo stile e l’unicità del brand, non vedo l’ora di vederlo innalzarsi al suo pieno potenziale” dichiara in una nota Azzolari. Nello stesso comunicato, l’azienda informa di aver chiuso il 2021 con un fatturato di 275 milioni.


NEWS | Opening

Ideabellezza cresce e punta al Sud

Ideabellezza, la catena di profumerie del gruppo Gargiulo & Maiello (impresa socia di Gruppo VéGé) ha inaugurato di recente un nuovo negozio a Matera, più altri due a Bari, tra cui lo store all’interno del centro commerciale Mongolfiera di Santa Caterina. L’insegna, che commercializza oltre 25.000 articoli di profumeria e ha circa 80 negozi sparsi in tutta Italia, soprattutto al Centro e al Sud, punta nei prossimi cinque anni a un totale di 150 punti vendita per realizzare una copertura sempre più capillare del territorio. Il piano di espansione della catena, oltre a prevedere nuove aperture, si declina anche attraverso alcune partnership strategiche. Dopo la collaborazione con il marchio di borse e accessori Carpisa – con il quale Ideabellezza ha aperto a Napoli un concept store di 320 mq su due livelli che unisce al suo interno i due brand – l’insegna di profumerie ha siglato da pochi mesi anche una collaborazione con il gruppo di delivery Alfonsino, che prevede la consegna in 30 minuti di prodotti tra cosmetici e make-up. Un servizio per ora sperimentale in quattro centri italiani.

KFC e Miniso al Metropolis per il debutto in Calabria

Il centro commerciale Metropolis di Rende (Cs) è sede del debutto nella regione di alcuni noti brand. Primo fra tutti KFC, che finora mancava in Calabria. L’apertura del fast food rientra nel piano strategico presentato a inizio anno dal brand, arrivato a circa 60 ristoranti in Italia. Nel corso del 2022 sono previsti 20 milioni di euro di investimenti per un totale di 25 nuove aperture entro fine anno. Al debutto regionale anche Miniso, specializzato in beni di lifestyle di ispirazione giapponese, arrivato intanto anche a Napoli stazione. E nelle prossime settimane arriverà anche Mi Store, il negozio dei prodotti tecnologici a marchio Xiaomi. “Il centro commerciale costituisce una location strategica per insegne, soprattutto internazionali, interessate a presidiare la Calabria e il Sud Italia in generale” ha commentato Paolo Galbusera, Partner e Retail Leasing manager di Cushman & Wakefield, incaricata della commercializzazione del centro. La gestione è di Nuveen real estate.

Mediaworld arriva anche al Parco Pontino di Pomezia

MediaWorld, a fine maggio, ha annunciato a Pomezia la terza apertura dell’anno, all’interno del centro commerciale Parco Pontino. Il marchio tra i leader nell’elettronica è così presente con otto negozi nel Lazio e questa nuova location è strategica, per la sua collocazione geografica. Come ormai in tutti i nuovi negozi del marchio, ci saranno tutti i principali servizi come touch point digitali, servizi di pick-up e pic&pay, la consegna “express” a casa per gli acquisti effettuati entro le 15 e c’è anche un nuovo servizio di videochiamata preliminare per l’installazione dei condizionatori. Il punto vendita, con una superficie di circa 2000 mq, è ispirato alla sostenibilità energetica, con illuminazione 100% a LED ed energia consumata proveniente da fonti rinnovabili. “L’apertura di Pomezia ci permette di ampliare la nostra presenza in una regione strategica come il Lazio e consolida, pertanto, la capillarità sul territorio nazionale della nostra insegna” afferma Luca Bradaschia, amministratore delegato di MediaWorld. La rete di negozi raggiunge con questa apertura 122 punti vendita.

Decathlon riorganizza Napoli e apre in Sicilia Decathlon, tra i più famosi marchi per la distribuzione di attrezzatura sportiva, inaugura il 9 giugno un nuovo negozio in Campania, all’interno del centro commerciale Azzurro di Fuorigrotta. Il negozio, di quasi mille metri quadrati di superficie, va a occupare i locali che in precedenza erano di Pittarosso. Al contempo, Decatlhon ha annunciato la chiusura del negozio cittadina di via Arenaccia e il potenziamento di quello di Casoria. Dopo questa operazione, restano sette i negozi in Campania, insieme a quelli di Avellino, Benevento, Caserta, Giugliano (parco commerciale Auchan). Il brand sta investendo sui punti vendita al Sud Italia ed è prevista anche un’apertura a Carini, in Sicilia, il settimo store dell’isola. Mentre questo mese è in arrivo il nuovo formato cittadino, a Milano. pag. 19 | retail&food | Giugno 2022


NEWS | Sostenibilità

PRIMARK: OBIETTIVO 100% COTONE SOSTENIBILE ENTRO IL 2027

Primark ha aggiunto un nuovo tassello al suo Programma per il Cotone Sostenibile scegliendo di formare, entro la fine del 2023, altri 125.000 piccoli coltivatori di cotone in India, Pakistan e Bangladesh all’utilizzo di metodi più green. L’obiettivo del marchio è di arrivare ad avere entro il 2027 ad avere solo cotone biologico o riciclato. Attualmente, quasi il 40% degli abiti Primark è realizzato con fibre riciclate o materiali provenienti da fonti sostenibili. “Abbiamo ideato il Programma con il supporto dei nostri partner quasi dieci anni fa. Abbiamo impiegato anni per implementare un programma di questa portata. Il forte impatto positivo che sta avendo nella vita di migliaia di agricoltori ci ha convinti ad ampliarlo, a beneficio di nuovi agricoltori”, ha dichiarato Lynne Walker, Direttore del progetto e dell’etichetta Primark Cares.

I CENTRI COMMERCIALI DI CBRE LANCIANO PLASTICNET CBRE, in partnership con National Geographic e Plastic Free, ha lanciato il progetto PlasticNet. Dal 20 maggio all’11 ottobre, nelle gallerie di 7 shopping centre su tutto il territorio italiano sarà allestita la mostra “Planet or Plastic?”, che fa parte dell’omonima campagna internazionale lanciata da National Geographic per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’emergenza ambientale causata dal crescente impiego delle plastiche monouso. All’interno della mostra, ospitata nelle gallerie dei centri, si potranno ammirare gli scatti dei grandi fotografi di National Geographic. Per tutta la durata dell’iniziativa sarà possibile anche partecipare al concorso “Green & Win con PlasticNet”, un quiz a tema ambientale con premi brandizzati Plastic Free. I centri commerciali coinvolti nel progetto sono La Cittadella” di Casale Monferrato (Al), Gran Shopping Mongolfiera di Molfetta (Ba), Mongolfiera Lecce di Surbo (Le), Metropoli di Novate Milanese (Mi), Le Befane di Rimini, Le Rondinelle di Roncadelle (Bs) e I Petali di Reggio Emilia.

OBIETTIVO ZERO CO2 PER PORTOBELLO, FOREVER Il marchio Portobello ha avviato il progetto di sostenibilità ambientale Forever Zero CO2, un programma di compensazione carbonica di Forever Bambù, azienda specializzata nella piantumazione di bambù gigante con agricoltura biodinamica e simbiotica, a fini industriali, alimentari ed energetici. Grazie a questo ambizioso progetto, che rientra nel quadro della strategia di sostenibilità perseguita dalla Società, Portobello azzera le emissioni inquinanti prodotte da tutti i negozi aperti fino a dicembre 2021, attraverso l’assorbimento di circa 600 tonnellate di CO2 all’anno, per complessive 12.000 tonnellate entro il 2042, con la piantumazione di 23.000 mq di foresta di bambù a Civitella Paganico in Toscana. “Il nostro obiettivo continuerà in futuro con la compensazione di tutti i negozi che ogni anno apriremo al fine di diventare una catena italiana a impatto zero”, ha dichiarato Pietro Peligra, Presidente di Portobello.

GLI AEROPORTI MILANESI SI COLORANO DI BLU SEA, Aeroporti di Milano lancia “The Sky is Green”, nuovo format dedicato ai progetti legati al tema della sostenibilità che prevede più mezzi elettrici, lo sviluppo di infrastrutture per la produzione e l’utilizzo dell’idrogeno, la creazione del primo “vertiporto” (un tipo di aeroporto per aeromobili che atterrano e decollano verticalmente) a zero impatto ambientale. Obiettivo: zero emissioni entro il 2030. Per la diffusione del progetto, gli scali milanesi hanno puntato sul colore blu. La nuova comunicazione è presente all’interno degli aeroporti di Milano Linate e Milano Malpensa ed è veicolata attraverso poster, video display, le vetrate degli aeroporti e una delle scalinate centrali di Linate. Al lancio del nuovo format seguiranno, nei prossimi mesi, altre iniziative pensate per raccontare, più nel dettaglio, il progetto. pag. 20 | retail&food | Giugno 2022


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FOOD | Speciale

PIZZA LOVERS,

A OGNUNO LA SUA CATENA

Il piatto tipico italiano si declina in tante varianti e brand, che “lievitano” e si espandono velocemente, anche all’estero. Con un fatturato, solo in Italia, stimato in 15 miliardi di euro di Paola

Oriunno

Il lockdown ci ha trasformati in pizzaioli professionisti, o quasi. Oggi (per fortuna) siamo tornati a mangiare fuori e a ordinare “cartoni” sulle app, ma con qualche novità: più scelta, impasti alternativi, nuovi format. Alta, bassa, in teglia, napoletana, contemporanea, americana, romana, “a portafoglio”. Il cibo italiano più amato al mondo oggi si declina in tante varianti quante sono le regioni, i gusti, le farciture e i momenti della giornata. Sì, perché una cosa è certa: la tonda del pranzo non può essere la stessa della cena. Così, lievitano pizze a tutte le ore e nascono mille rivisitazioni di un piatto che, è proprio vero, non stanca mai. Ne sono convinti anche i ristoratori e gli imprenditori del food che continuano a crederci, ad aprire locali in Italia e all’estero e a investire nel settore con start up innovative e format originali. Il settore non conosce crisi e i dati più recenti parlano di 8 milioni di pizze al giorno sfornate in tutta la Penisola, per un totale di quasi 3 miliardi in un anno, e di un giro d’affari di 15 miliardi di euro (fonte: CNA Agroalimentare) .

fondatore di Pizzium insieme a Nanni Arbellini, maestro pizzaiolo. Oggi la catena conta 27 ristoranti, di cui 7 a Milano, e un piano di sviluppo che coinvolge tutto il Paese. Le aperture più recenti sono a Salerno (il primo Pizzium al Sud) e a Genova nell’ex Mercato di Corso Sardegna dove, insieme al ristorante, sarà disponibile anche l’offerta O’Shop, un piccolo alimentari di quartiere con una selezione di prodotti regionali Igp e Dop al dettaglio, acquistabili anche online. Lievitano i locali di Pizzium e cresce anche il capitale: il marchio ha comunicato di aver chiuso il 2021 con un giro d’affari in crescita del 25% sul 2020 e un margine operativo lordo del 20%. Inoltre, lo scorso settembre la società di private equity Equinox è entrata nella compagine investendo su una quota del 40%, con un’operazione che ha visto un mix di aumento di capitale inscindibile pari a 6 milioni di euro e acquisto di azioni dai precedenti azionisti.

In Italia vince la tonda La preferita? È sempre lei, la tonda tradizionale e cotta a legna, che continua a essere la più ricercata e apprezzata, con un occhio anche all’innovazione. Secondo la ricerca “Abitudini di consumo della pizza” realizzata da Doxa per Eataly è la versione preferita dagli italiani. Ma all’ora di cena più di un terzo decide al momento e sperimenta gusti diversi e proposte nuove, soprattutto nella fascia di età 18-44 anni. E l’offerta si adegua, o meglio, ci prova. Dalle grandi città ai centri urbani medi, fino ai centri commerciali, è un fiorire di teglie, di forni e di locali diversi. Chi ha voglia di pizza, insomma, cerca sempre qualcosa di più: di più buono, di più digeribile, originale, veloce (nella consegna), modaiolo, tradizionale. E la sfida tra le catene è aperta.

La napoletana di Pizzium e il progetto O’Shop “Abbiamo in programma di aprire 20 nuove pizzerie, di rafforzare la presenza nelle aree in cui abbiamo già dei punti vendita e portare il marchio anche in nuove città” dice Stefano Saturnino, amministratore delegato e pag. 22 | retail&food | Giugno 2022

Lievità, la gourmet che si finanzia con il crowdfunding Raffinata e gourmet è la versione che i più esigenti apprezzano la sera, magari abbinata a un calice di bollicine. È la pizza della tradizione napoletana con farciture d’autore e ingredienti selezionati proposta dall’insegna Lievità, fondata nel 2015 da cinque soci - i fratelli Andrea e Gianmaria D’Angelo, Giorgio Caruso, Giovanni Grossi e Lorenzo Santin. Il marchio ha da pochi mesi concluso con successo la campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd. L’obiettivo di 500mila euro è stato raggiunto all’inizio di ottobre in sole 48 ore e nel giro di due mesi l’operazione ha raggiunto il tetto massimo di un milione di euro. Lievità investirà le risorse in un piano di crescita previsto nei prossimi tre anni: consolidare la presenza su Milano, dove


conta già quattro ristoranti, ed espandersi nel Nord Italia, aprire un’Academy di formazione e diventare la prima catena sostenibile di pizzerie in Italia. Il business plan prevede di superare i 10 milioni di euro di ricavi nel 2024 e di aprire 10 nuovi locali, con l’obiettivo di consolidare la presenza su Milano, in zone residenziali ad elevato traffico pedonale, e di avviare l’espansione in altri capoluoghi di provincia del Nord Italia adatti a ospitare un format pizza di fascia premium.

Domino’s incentiva il take away Paese che vai, pizza che trovi. E anche in Italia, come negli Stati Uniti, la “Pepperoni Passion” di Domino’s (guai a confonderli con i peperoni, è salame piccante…) ha i suoi numerosi estimatori. Domino’s Pizza, il marchio nato negli anni 60 nel Michigan che nel mondo conta oltre 18.000 pizzerie distribuite in più di 90 Paesi e con un fatturato annuo globale di 14,3 miliardi di dollari (nel 2019), è sbarcato in Italia nel 2015 e da allora ha aperto 34 punti vendita. La catena è gestita attraverso un contratto di master franchising da EPizza. Nonostante il Covid, il marchio ha portato avanti i suoi piani di sviluppo nel nostro Paese aprendo nuovi punti vendita nel Nord e Centro Italia. Ma fuori dai confini italiani, a dire il vero, le cose per Domino’s non vanno a gonfie vele: nell’ottobre del 2019 la società ha annunciato la chiusura di oltre 100 locali in Svizzera, Islanda, Svezia e Norvegia perché non producevano profitti sufficienti. E anche il sistema di consegna proprietario inizia a scricchiolare: negli Usa, infatti, non si trovano rider intenzionati a lavorare nel delivery, e così Domino’s decide di pagare i clienti disposti a ritirare autonomamente i propri ordini. In realtà, non si tratta di un vero e proprio compenso, ma di un credito di 3 dollari applicabile agli ordini futuri. Una temporanea soluzione alla carenza di personale.

Lievita anche il prezzo DELIVERY: DIFFERENZE DEL 40% Il costo medio di una pizza a domicilio nelle varie città

Fonte: Food Trend Report 2021 di JustEat

Il trancio di Spontini vola in Qatar (e non solo)

Il pizzaiolo robot di Pizza Hut Una volta in pizzeria c’era un forno caldo e un pizzaiolo con le mani in pasta pronto ad accogliere i clienti. Oggi c’è un robot. In collaborazione con Hyoer-Robotics, la catena americana Pizza Hut ha realizzato in Israele un punto vendita completamente robotizzato nel parcheggio del centro commerciale Drorim Mall, nella città di Bnei Dror. Il locale permette ai clienti di ordinare direttamente da un touchscreen o dall’app. Una volta che la pizza è pronta e inscatolata, un dipendente (umano) la prende da un vassoio e la consegna direttamente al cliente. La catena non è nuova a questo genere di esperimenti: già nel 2021, sempre in Israele, il colosso americano aveva testato le consegne di pizza con i droni. Adesso tenta la strada del ristorante automatizzato.

Anche Milano ha la sua pizza “tradizionale”. Prima di storcere il naso, è meglio dare un’occhiata ai numeri di Spontini. Grazie all’accordo di franchising siglato con Hospitality Development Company (HDC), società titolare di vari marchi di ristorazione con base nella Penisola arabica, la celebre insegna milanese di pizza al trancio è volata persino in Qatar. L’accordo prevede l’apertura di vari locali in più step: il primo consiste nell’opening di tre pizzerie entro l’inizio dei Mondiali FIFA di calcio che si terranno dal 22 novembre al 18 dicembre 2022. Il Qatar andrà a unirsi agli altri Paesi in cui il brand della “pizza alla milanese” è presente, Giappone e Corea del Sud, dove, intanto, è in cantiere la settima apertura in appena 18 mesi.

C’è anche quella “inclusiva”. E fa il bis Attorno alla pizza (per fortuna) si sviluppano anche attività che stanno a metà tra il business e la solidarietà. Dopo il locale a Cassina de’ Pecchi gestito da 10 ragazzi, PizzAut raddoppia in Brianza e potrebbe diventare il primo franchise al mondo gestito da persone autistiche. “Faremo un sopralluogo – dice Nico Acampora, fondatore e presidente dell’omonima onlus che gestisce il ristorante ed è a sua volta padre di un ragazzo autistico, “abbiamo già firmato il contratto d’affitto per la location. Grazie all’imprenditore Gianmaria Bellazzi saremo inseriti in un progetto di riqualificazione della ex sede Philips: ricaveranno per noi un’area di 1.100 metri quadri”. A marzo la firma del contratto per la sede, ora la ricerca dei fondi per realizzare il sogno del nuovo locale che darebbe lavoro ad altre persone con autismo. Serve tutto: arredi, finiture, costo stimato mezzo milione. “Bastano 100 imprenditori per 5mila euro a testa”, fa sapere il fondatore. Chi ci sta? pag. 23 | retail&food | Giugno 2022


Rossopomodoro: nuovo AD e avanti con Grandi Stazioni e Eataly Con circa 60 ristoranti in Italia e alcuni all’estero (fra Regno Unito, Danimarca, Malta, Islanda e alcuni negli Stati Uniti, posti all’interno di Eataly) Rossopomodoro è una delle catene di ristorazione più diffuse che fanno della pizza, e in generale della cucina italiana e napoletana, il suo fiore all’occhiello. Il brand appartiene al gruppo Sebeto, che sviluppa anche i marchi Rossosapore e Anema&Cozze, a sua volta controllato dal 2018 dal fondo di private equity OpCapita, con sede nel Regno Unito. Dopo l’acquisizione, per quattro anni il timone dell’azienda è stato in mano a Roberto Colombo, che ricopriva la carica di amministratore delegato e proveniva da una lunga esperienza in Autogrill. Poi a febbraio, l’azionista ha deciso un cambio di rotta. Dal primo febbraio di quest’anno, il nuovo ceo è Nicola Saraceno, che fino a quel momento ricopriva l’incarico di ad di Stroili Group e in precedenza aveva lavorato per varie multinazionali tra cui Luxottica e Sky. Rossopomodoro presidia tutti i canali di vendita: strade, centri commerciali e travel. Già dalla precedente gestione, erano stati sottoscritti alcuni accordi importanti. Uno riguarda la partnership con Grandi Stazioni Retail, che prosegue da undici anni ma di recente è stata rafforzata. L’insegna ha preso posto nella rinnovata galleria “food” di Torino Porta Nuova. Poi, c’è stato il rinnovamento del locale all’interno della Stazione Centrale di Milano, dove adesso Rossopomodoro gode di un ristorante con balconata trasparente che dà direttamente sulla Galleria dei Mosaici. Il brand è presente anche a Venezia Santa Lucia, a Bologna e arriverà anche Roma Termini. Negli Stati Uniti, la crescita del brand è legata all’accordo con Eataly. Lo scorso anno lo stesso Oscar Farinetti aveva annunciato l’estensione della partnership per altri 9 anni. È attesa l’apertura di un ristorante a San Josè, in California. L’accordo risale al 2010, quando Farinetti e Franco Manna (fondatore di Rossopomodoro) diedero l’avvio.

Matteo e Salvatore Aloe, fondatori di Berberè

pag. 24 | retail&food | Giugno 2022

Nicola Saraceno AD di Rossopomodoro

Berberè & Miscusi, sinergie food Nonostante sia un grande classico della ristorazione mondiale, la pizza rimane ancora una buona idea di business, anche per la possibilità di creare sinergie. Lo ha capito anche Miscusi, la catena controllata da Mip (Milano Investment Partners) che ha deciso di investire nel capitale della catena Berberè. Per ora l’insegna ha acquisito il 23,5% del capitale. La gestione e la maggioranza di Berberè restano in mano ai due fondatori, Matteo e Salvatore Aloe, con l’amministratore delegato di Miscusi, Alberto Cartasegna, che entra nel cda. Attualmente, i due brand contano su circa 30 punti vendita, equamente divisi, concentrati per lo più nel nord Italia, con Milano in prevalenza. A fine anno, il fatturato aggregato dovrebbe toccare i 40 milioni di euro, ma


dopo quest’operazione inizierà un’attività di fundraising sul mercato per crescere ancora. Miscusi a giugno aprirà il secondo ristorante a Londra e il terzo a Torino. “Abbiamo investito in Berberè per far nascere un gruppo che mette a sistema prima di tutto tecnologia e filiera, i due asset che reputiamo più importanti” spiega Alberto Cartasegna. Entrambi i marchi sono impegnati sul tema della sostenibilità ambientale. Miscusi è già certificata BCrop e Berberè lo diventerà prossimamente.

La pinsa che piace al travel Non chiamatela “pizza”, qualcuno a Roma potrebbe offendersi. La pinsa è un lievitato ispirato a un’antica ricetta del Centro Italia che sta velocemente conquistando la penisola grazie anche a Caio, insegna del gruppo Chef Express (Gruppo Cremonini) specializzata nell’antica specialità romana. Dopo diverse aperture in città e nei centri commerciali (tra cui Verona, Milano Rogoredo, Oriocenter) da pochi mesi il brand sta puntando con forza sul canale travel. Tra i nuovi punti vendita ci sono le stazioni ferroviarie di Pisa e Mestre, lo scalo di Fiumicino, le aree di sosta autostradali di Arno Ovest, La Pioppa Est, Lucignano Est, San Giacomo Sud e Nord. Caio è entrata a far parte dell’orbita di Chef Express nel novembre 2019, in seguito all’accordo concluso con Percassi, con cui Chef Express aveva rilevato il 60% della Percassi Food&Beverage, poi rinominata C&P Srl, soggetto che al momento includeva alcuni punti ristorazione con i marchi Casa Maioli, Caio Antica Pizza Romana, Wagamama, mentre restava fuori dall’accordo Starbucks, che Percassi sviluppa da solo.

Johnny Take Ue’, dall’Apecar ai ristoranti Giovanni Khan Della Corte, napoletano doc, è noto nel mondo della ristorazione per aver ideato e brevettato il forno a legna su Apecar, a bordo del quale ha cotto e servito fino a 1.200 pizze in pala e “a portafoglio” al giorno. Oggi il fondatore, insieme

all’amministratore Francesco Esposito, si è spostato dallo street food a una tipologia di ristoranti più stanziali avviando oltre 10 locali a marchio Johnny Take a Uè e una catena in franchising in tutta Italia che ha già ricevuto diverse affiliazioni. Tra le ultime aperture si segnalano i ristoranti a Padova, al centro commerciale Il Noce a Benevento e al Cospea Village di Terni. Il viaggio della pizza a “a portafoglio” continua.

Intanto nella GDO tedesca… Nata da una provocazione sui social e diventata virale, in Germania è in vendita dal primo aprile nei supermercati una nuova pizza da “brivido”, non solo per il fatto che è surgelata, ma perché è farcita con bastoncini di pesce fritti, una novità che ha fatto discutere i pizza lovers nostrani e che ha suscitato non poche polemiche. La nuova tonda è prodotta dalla Dr.Oetker (Cameo) in collaborazione con Capitan Iglo (Findus), è inserita nella popolare linea di pizze surgelate Ristorante e presenterà sulla confezione la specifica “pizza bastoncini di pesce” ed “edizione limitata” in italiano.

pag. 25 | retail&food | Giugno 2022


La “pazza” di Briatore arriva a Milano e Roma Crazy Pizza, l’ultima nata tra le insegne dell’imprenditore dell’intrattenimento internazionale Flavio Briatore sbarca a Roma e a Milano. All’interno di location esclusive con design di alto livello, la pizza di Briatore si potrà assaporare anche nelle due grandi città. Lanciato nel 2019 nel cuore di Marylebone a Londra, oggi Crazy Pizza annovera tra i suoi indirizzi anche Montecarlo e un secondo locale londinese a Knightsbridge, davanti a Harrods. La prima apertura in Italia è avvenuta nel luglio del 2021, a Porto Cervo, in Costa Smeralda. Per il nuovo locale di Roma, l’imprenditore ha scelto la centralissima Via Veneto, mentre per Milano i palazzi storici di Brera, a due passi da piazza Gae Aulenti. Crazy Pizza fa parte del gruppo di ristorazione di lusso e intrattenimento Majestas.

“London calling” per Vasinikò Il network di pizzerie Vasinikò, nato nel 2013, inaugurerà a breve un nuovo locale a Modena. Ma soprattutto, darà il via alla sua prima esperienza fuori Italia, nel noto quartiere londinese di Covent Garden, in Burleigh Street. Accanto alle nuove aperture, la società ha messo in campo un rebranding che riguarda sia il logo, sia il format e l’arredamento dei ristoranti (operazione curata dall’agenzia napoletana Wstaff Dabliu). Il brand, ora, si chiama Vasinikò Accento Napoletano, un’aggiunta decisa per sottolineare la provenienza e l’anima dell’impresa, che nasce con l’obiettivo di esportare la vera pizza napoletana, con ingredienti che arrivano dalla Campania, a un giusto prezzo. La novità del nuovo brand andrà a modificare tutti gli aspetti quali insegne, packaging, divise. Il format interno dei ristoranti, invece, punta a coniugare la provenienza mediterranea con le linee e le ambientazioni più in voga oggi, quasi in stile Ikea. Dunque, ampio uso del legno, del verde e di un design minimal ma dall’aria sostenibile. La catena della famiglia Guido è già presente a presente a Milano, Bergamo, Lodi, Bologna e Cremona. pag. 26 | retail&food | Giugno 2022


di ridurre la manualità dell’80%. Nelle nostre pizzerie non abbiamo neanche il tipico forno a vista che si vede di solito nei locali tradizionali. Abbiamo semplificato i processi con studi fatti da ingegneri e tecnologi alimentari e con macchinari modificati per noi. Così, oggi riusciamo ad avere un’altissima capacità produttiva con un basso impatto umano. Naturalmente le persone ci sono, ma lavorano meglio e con meno stress. Applicare questo processo, per noi significa aprire più locali e assumere più risorse.

Ad oggi, quanti locali avete?

FRA DIAVOLO: “PORTIAMO LA RIVOLUZIONE IN PIZZERIA”

Niente forno a vista, meno manualità in cucina. Ma tanta attenzione alle location e all’identità dei locali. La catena, nata nel 2018, prova a innovare il “vecchio” modello della “napoletana” di Paola Oriunno

Tutto nasce nel 2018, quando il brand Fra Diavolo viene rilevato da Mauro D’Errico e Gianluca Lotta. In meno di 3 anni l’insegna si impone fra le migliori nel settore della pizza artigianale. E ora, nel giro di un biennio, punta a raggiungere una quarantina di locali in tutta Italia. Obiettivo: rivoluzionare, ma senza perdere in fedeltà e gusto, la pizza napoletana.

bili, più curate, senza mai allontanarsi dal disciplinare che prevede un certo tipo di mozzarella, di farina e di cottura. Queste caratteristiche di base non si possono modificare, ma il prodotto può sicuramente essere rinnovato. Per esempio, Fra Diavolo ha tre tipologie di impasti: multicereale, nero (al carbone) e classico. Ma abbiamo introdotto da poco una novità, un impasto multicereale low-carb, a basso contenuto di carboidrati, per andare incontro a un nuovo trend di cucina sana e dietetica.

Definite la vostra pizza “contemporanea”. Che cosa significa? Gianluca Lotta: È una tonda tradizionale con ingredienti di altissima qualità. Per raggiungere questo obiettivo cerchiamo solo aziende innovative che sposino la nostra filosofia. Poi siamo degli esteti, attenti ai dettagli dei locali e agli arredi, e tutto questo vogliamo rispecchiarlo anche nella nostra pizza che deve essere come un quadro, perfetta anche nella scelta e nella disposizione degli ingredienti.

Mauro D’Errico e Gianluca Leotta, fondatori delle pizzerie Fra Diavolo

La “napoletana” ha più di cento anni di storia. Come si fa a innovarla? Mauro D’Errico: Dal 1899, quando la classica napoletana è nata, sono cambiate molte cose: gli impasti, le conoscenze chimiche, le tecniche. In questo senso si può fare molto di più e meglio, preparare pizze più digeri-

Siete “contemporanei” anche nei processi produttivi?

M. D’E.: Non vorrei sembrare presuntuoso, ma abbiamo completamente rivoluzionato il modello produttivo. In Italia è il solito da 50 anni. Si guarda alla tradizione in maniera nostalgica, non critica. Non so perché, ma in pizzeria l’innovazione non è mai entrata, e questo è anche il motivo per cui l’Italia ha inventato la pizza ma gli altri la portano in giro per il mondo. Noi non abbiamo un background nella ristorazione e abbiamo scelto

G.L.: Al momento abbiamo 16 locali, tutti a gestione diretta, e 400 dipendenti. Per il 2022 pensiamo di arrivare a 24 ristoranti ed entro il 2023 ci piacerebbe salire a 40. Apriamo in città con più di 100 mila abitanti, siamo presenti anche nei centri commerciali di Brescia (Elnos) e a breve saremo anche a CityLife e al Bicocca Village a Milano. Facciamo questo esperimento, poi vediamo come va. I nostri locali hanno una metratura media di 200 mq, hanno bisogno di determinati spazi e della possibilità di personalizzazione. M.D’E: Fra Diavolo è data-driven. Sperimentiamo, vediamo i dati cosa ci dicono…

Il settore pizza è in continua crescita. Come si batte la concorrenza? M.D’E.: La pizza è considerata un prodotto “povero”. Si dice “Vado a mangiare la pizza” e non “Vado in pizzeria”. Si va a consumare il prodotto. Noi vogliamo rivoluzionare questo concetto e creare un ambiente accogliente e di socializzazione, una location con una sua identità. Questo è, secondo noi, un elemento di successo. Poi, certo, il prodotto deve essere estremamente buono perché l’offerta è variegata. Ma il prodotto non basta più, ci vuole anche la location e la comunicazione. Saper raccontare ciò che fai è fondamentale.

Fra Diavolo è partecipata dai fondi Gesa e Mir. Quest’ultimo ha dentro anche denaro russo… vi preoccupa? M.D’E.: La società è formata da tre soggetti: Fra Diavolo, che ha la maggioranza relativa, Gesa e Mir. Quest’ultimo è un fondo da 300 milioni di euro di capitalizzazione. È solido, non ci vedo un collegamento diretto alla guerra Russia-Ucraina. No, non ci preoccupa. pag. 27 | retail&food | Giugno 2022


PIZZIKOTTO: “LE NOSTRE PIZZE? UN GRANDE ESPERIMENTO” Nato in sordina, il brand del gruppo Cigierre oggi supera i 30 ristoranti e si appoggia sul mega laboratorio “Kuore”, a Reggio Emilia. E arriva la certificazione “bio”

Con il cornicione, bassa e fragrante, una via di mezzo. Quanto è difficile accontentare tutti in pizzeria? Una catena che mette d’accordo tutti c’è, si chiama Pizzikotto e nasce in Emilia da un’idea di Franco e Matteo Montanari che l’hanno fondata nel 2005. La timeline del progetto dei due fratelli parte da Reggio Emilia dove nel 2013 viene aperto il primo ristorante del format. Nel 2016, avviene l’ingresso in Cigierre, azienda di Udine guidata da Marco Di Giusto specializzata nello sviluppo e nella gestione di ristoranti tematici e casual dining e proprietaria di marchi come Shi’s, Temakinho, Old Wild West. Lo stesso anno inizia lo sviluppo del format su scala nazionale con l’apertura di 11 nuovi ristoranti. Nel 2018 Pizzikotto ottiene la certificazione dell’impasto biologico per la pizza. Ad oggi, il brand conta 33 ristoranti (32 gestiti direttamente, uno in franchising) circa 600 addetti. Ma l’intenzione è di arrivare a 36 entro la fine del 2022. Il viaggio di Pizzikotto continua e, sempre nel 2018, il format amplia Kuore, il suo laboratorio di produzione, che viene trasferito a Sabbione, in provincia di Reggio Emilia, in uno spazio di circa 3.000 mq. Qui viene realizzato un prodotto standardizzato, gli impasti e i dolci.

Si fa presto a dire pizza… Fiore all’occhiello del format è la pizza. Anzi: le pizze, al plurale. Pizzikotto, infatti, ne prevede tre tipologie (alta, media e bassa) utilizzando farine di tipo 0 o semi-integrali e ponendo una grande attenzione alla scelta della materia prima e dei fornitori. E come in un garage della Silicon Valley dove si sperimenta e si innova, è nel laboratorio di pag. 28 | retail&food | Giugno 2022

Ricerca & Sviluppo di Sabbione che nascono le idee in forma di pizze, lievitate 72 ore. “All’interno di Kuore vengono create le nuove ricette, dall’idea iniziale fino alla scelta e al dosaggio degli ingredienti, e verificati l’adattamento alla linea di produzione, la stabilità del prodotto, il risultato in termini di gusto e di consistenza e i costi di produzione”, racconta a retail&food Riccardo Batesta, responsabile Ricerca & Sviluppo di Cigierre, in azienda da 14 anni. “oltre a testare nuove ricette per le pizzerie, il laboratorio sviluppa progetti per altri format del gruppo, alcuni già in produzione e altri Il nuovo ristorante Pizzikotto da poco inaugurato all’interno dello Spark Food District nel quartiere Santa Giulia a Milano

di Paola Oriunno

in fase pilota, e per altri canali. Attualmente, sono in fase di test alcuni prodotti pensati per la GDO e per il mercato estero”, continua Batesta. “Nel laboratorio teniamo sempre in conto il comportamento dei consumatori. I test che facciamo ogni giorno non sono frutto di un parere nostro, soggettivo, ma ascoltiamo sempre il gusto dei clienti, entriamo in simbiosi con la loro esperienza. Abbiamo anche sviluppato strumenti che ci permettono di preparare il prodotto più adatto da offrire in specifiche fasce orarie e giorni della settimana”, sottolinea il responsabile del Lab.


Alcune fasi di lavorazione all’interno del laboratorio Kuore, uno spazio di circa 3mila metri quadri a Sabbione, in provincia di Reggio Emilia, dove vengono prodotti gli impasti per i vari ristoranti del brand

Il test della Scrocchia Ed è proprio qui, infatti, che è nata la “Scrocchia”, un lievitato creato esclusivamente per il nuovo Pizzikotto da poco inaugurato all’interno dello Spark Food District, nel quartiere di Santa Giulia a Milano. “A differenza degli altri ristoranti, il nuovo locale prevede un’offerta anche per l’ora dell’aperitivo. La creazione della Scrocchia vuole essere un plus per quella fascia oraria”, dice Paola Macrì, Business Unit Manager di Pizzikotto. Per Cigierre il nuovo centro urbano di Santa Giulia “corrisponde pienamente ai progetti ai quali il Gruppo desidera aderire con creatività, innovazione e sperimentazione”, dice Marco Di Giusto, fondatore e amministratore delegato di Cigierre. “La nostra capacità di offrire esperienze diverse grazie ai nostri format di ristorazione permette di rispondere alle esigenze di residenti e lavoratori del quartiere, in linea con le continue evoluzioni del mercato”.

Il prodotto ideato per il delivery

Marco Di Giusto, Amministratore delegato di Cigierre

Ma le sperimentazioni di Pizzikotto e Cigierre nel laboratorio di Kuore non si fermano qui. “Attraverso le ghost kitchen delle pizzerie e la cloud kitchen di Milano, stiamo sperimentando il brand Il Padellino, una pizza in teglia ideata solo per il delivery”, spiega Paola Macrì. “In questo momento abbiamo 12 ghost kitchen che preparano la pizza in teglia, ma a breve ne arriveranno altre 6. L’obiettivo è aprirne circa una a settimana. Il marchio si trova solo sulle piattaforme di delivery. Per realizzare questo prodotto ci sono voluti due anni di studio. Il risultato è una pizza tonda, più piccola delle normali pizze, che rimane fragrante nel tempo della consegna a casa”, conclude la manager. Come la Scrocchia, anche Il Padellino nasce come esperimento. “Teniamo in grande considerazione le opinioni dei consumatori. Grazie ai loro commenti stiamo lavorando per cambiare le misure del prodotto, aumentando il diametro di un centimetro. Continuiamo a sperimentare e lo facciamo insieme ai clienti”, conclude Batesta.

Le pizze di Cigierre vanno in cloud Per il 2022-2023 Cigierre prevede di aprire almeno cinquanta locali in gestione diretta e in franchising con investimenti pari a 50 milioni per il rinnovo dei ristoranti attuali. Inoltre, guarda oltre il proprio perimetro d’azione ed è per questo che ha da poco lanciato una cloud kitchen a Milano con l’obiettivo di testare non solo la capacità di unire più brand e prodotti all’interno della stessa cucina ma anche di studiare le migliori soluzioni in termini di ergonomia e di operatività dei dipendenti. Il concept, che impiega circa dieci persone, garantisce un’esperienza totalmente digitale, dai pagamenti alla consegna. Con prodotti, offerta e packaging studiati specificatamente per l’asporto. Il progetto, per ora attivo a Milano, vede coinvolti, due dei brand della famiglia Cigierre, Old Wild West Express e Il Padellino, dei quali i clienti possono ordinare i prodotti attraverso i principali partner di delivery presenti in città.

pag. 29 | retail&food | Giugno 2022


TRAVEL RETAIL | Estate 2021

cio manageriale, che molte delle recenti aperture di Alice Pizza si sono concentrate in città, più che nei centri commerciali. Se pensiamo a Milano, da Dergano a via Solari, da via Venini ad Affori, il brand si è posizionato in quartieri addirittura periferici, ma popolosi, ricchi di passaggio di persone, caratterizzate da un mix di residenti, lavoratori, studenti, tutti accomunati da un profilo idoneo al consumo della pizza al trancio: quello di chi cerca un pasto veloce, economico, ma non anonimo. E in qualche modo Alice Pizza ha contribuito a quel fenomeno di rivitalizzazione e riqualificazione dei quartieri, di cui il food retail è in buona parte responsabile.

ALICE SI ESPANDE.“MA DICIAMO ADDIO AL MITO DELLA LOCATION”

La rete si espande e punta ormai ai 200 punti vendita. Ma ora c’è l’analisi dei dati alla base delle scelte strategiche Alice Pizza, leader italiano della pizza al trancio come numero di punti vendita, è un marchio storico che risale agli anni ‘90. Specialità, la pizza romana. Grazie ai fondatori, la famiglia Giovannini, già all’inizio del 2019 contava quasi 160 punti di vendita, concentrati nel Lazio (almeno la metà) e al Nord Italia. Poi, proprio all’inizio della pandemia, De Agostini (tramite IdeA Taste Of Italy) ha assunto il controllo del brand e fornito un’ulteriore iniezione di benzina allo sviluppo del brand. “Abbiamo riconosciuto in Alice Pizza tutti gli elementi tipici di una catena di ristorazione fast casual, con elevato potenziale di crescita: prodotto di notevole qualità, format semplice e trasversale, scalabilità elevata anche in aree e canali oggi non presidiati” era stato il commento di Pierluca Antolini, Managing Director di IDeA Taste of Italy, al momento del deal. E oggi in effetti Alice Pizza si presenta con queste caratteristiche: formato semplice ma vivace e riconoscibile, diffuso tanto nei centri commerciali quanto in città, presenza sul delivery e app proprietaria per consegna, ritiro nel locale, consultazione del menù e alcune informazioni su novità e promozioni.

La spinta sui quartieri Da maggio 2019, al timone di Alice come amministratore delegato c’è Claudio Baitelli, che arrivava da una lunga esperienza spesa in McDonald’s, Autogrill, Fc Retail (ex joint venture tra Cir Food e Feltrinelli) e la stessa Feltrinelli. Un manager che, su digitale e delivery, ha le idee chiare. “Sul digitale, il food non è molto avanzato. Sembra un paradosso, ma le librerie sono più avanti. E c’è pag. 30 | retail&food | Giugno 2022

A.L.

Dea Capital compra la pizza spagnola DeA Capital Alternative Funds SGR, che controlla Alice Pizza e altri marchi, ha acquisito una partecipazione di maggioranza, pari al 60%, nel capitale della catena di ristoranti spagnola Pizzerias Carlos. Operazione effettuata tramite il fondo Taste of Italy 2. La catena, nata nel 2009, ha oggi 73 ristoranti in tutta la Spagna, 39 dei quali in franchising, e un fatturato 2021 di 40 milioni di euro. Obiettivo del nuovo azionista e proseguire nella crescita e puntare a un fatturato di 50 milioni entro il 2023.

Scenario variabile

Claudio Baitelli, amministratore delegato di Alice Pizza

molta confusione” ha osservato Baitelli durante il recente convegno Cibus. “Per molti, digitale significa solo vendere on line tramite parti terze, ma il delivery finora è composto da piattaforme che a fine anno chiudono in perdita, che faticano a usare a dovere i dati, mentre il ristoratore accetta di far parte del circuito quasi obtorto collo. Noi stiamo cercando di usare davvero la tecnologia. Abbiamo implementato il Crm, cerchiamo un approccio di loyalty tramite la app, sfruttiamo i software per capire dove si posiziona il cliente e dove è opportuno aprire nuovi negozi. Il mito della location non basta più”. Sarà anche in virtù di questo nuovo approc-

Il 2021 si era chiuso con 27 aperture. E si procede con lo stesso ritmo anche nel 2022, con sullo sfondo il traguardo dei 200 punti vendita. A fine anno, Alice prevede di aver creato lavoro per altri 300 collaboratori. Anche se il management non si nasconde: il contesto non è roseo come si sperava una decina di mesi fa. Prima dell’Ucraina. Prima dell’inflazione. “La ristorazione ha dimostrato di essere un mercato resiliente. E il cosiddetto out of home tiene” ragiona Baitelli. “Eppure ci sono tante variabili, dagli alti e bassi dell’epidemia Covid, all’inflazione che impatta sui fornitori e di riflesso su di noi, fino alla propensione al consumo, che senz’altro è scesa. In questo contesto non è semplice gestire il business. E specialmente sul punto specifico dell’inflazione, occorre ammettere che la struttura manageriale del nostro settore non è professionalmente preparata a gestirlo. Troppo spesso si agisce di pancia”.


ROM’ANTICA RADDOPPIA ENTRO UN BIENNIO

Il marchio di Vera Ristorazione punta sulla qualità e su aperture ragionate. Presidia città e centri commerciali, per ora al Centro Nord

La qualità viene prima di tutto, senz’altro prima della rincorsa affannosa alla moltiplicazione dei punti vendita. Questa è la filosofia di fondo che sta dietro al progetto Rom’antica, il marchio di Vera Ristorazione (gruppo Finiper Canova) dedicato alla pizza romana. Un brand che ha esordito a fine 2020 a Milano, al centro commerciale Fiordaliso di Rozzano, nel pieno quindi della pandemia. Una sfida a tutti gli effetti. Sia per la congiuntura, sia perché il prodotto non era certo una novità sul mercato. Tutti conoscevamo il trancio di pizza. Eppure, di pizze ce ne sono tante. Rom’antica ha deciso di concentrarsi sulla ricetta tipica del Centro Italia e proporre la caratteristica pizza quadrata, bassa e croccante, con l’impasto leggero. Sormontata da ingredienti di prima scelta. Con l’obiettivo di farsi riconoscere dal pubblico non come un generico punto vendita, ma come un vero laboratorio artigianale che ogni giorno produce il suo impasto. Oggi il marchio conta su circa 40 punti vendita sparsi tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. L’obiettivo è di arrivare a 90 nel prossimo biennio. Stando ai numeri dello scorso anno, il segmento “pizza” è importante per Vera ristorazione, responsabile di quasi un terzo dei ricavi, dopo i cosiddetti ristoranti free flow.

A.L.

ta ha sempre privilegiato città di una certa grandezza, in cui Rom’antica è andata a posizionare una bandierina in quartieri strategici o in strade in cui mancava un’offerta del genere. Ma tutti i canali sono sempre stati presidiati. “Parallelamente alle aperture nei centri cittadini, che danno la possibilità di unire il take away, il delivery e il consumo in loco, proseguiremo anche con l’espansione del nostro brand nei principali centri commerciali del Paese”. In una location di rilievo, come il Centro di Arese, Rom’antica conta addirittura su due corner di vendita, entrambi al piano terra. La ciliegina sulla torta sarebbe portare la pizza romana proprio nella Capitale. Ma è un passo che verrà compiuto a tempo debito.

Vera assume Dunque il marchio cresce e va a completare il portafoglio di Vera, che comprende i ristoranti Ristò, le gelaterie CremAmore e i caffè Portello. La società, peraltro, ha di recente organizzato un Recruiting Day per reclutare nuovi profili a servizio dei suo marchi. Un segnale che testimonia la volontà di assumere anche in un contesto difficile. E in un mercato in cui, ormai, stanno diventando cronici il problema e il dibattito relativi alla forza lavoro nella ristorazione, alla mancanza di trovare personale, ma anche di retribuirlo a dovere e di proporre un percorso di carriera.

Mauro Ornelli, direttore generale di Vera Ristorazione

Settima apertura a Milano Ad aprile Room’antica ha inaugurato il suo settimo punto vendita a Milano, nel caratteristico quartiere di Brera. “In questi mesi abbiamo consolidato la nostra presenza in alcuni dei principali centri cittadini, ma la volontà è quella di continuare ad espanderci ancora” ha dichiarato in occasione dell’apertura aveva Mauro Ornelli, direttore generale di Vera. In effetti, il piano di crescipag. 31 | retail&food | Giugno 2022


BRAND | Analysis

TEDDY VA DI CORSA CENTO NEGOZI IN ARRIVO

I ricavi tornano sopra il mezzo miliardo e le opening 2021 superano del 30% le previsioni. “Il segreto? Siamo sulla stessa barca dell’affiliato” dice Pierluigi Marinelli

Superare il mezzo miliardo di ricavi e aprire più negozi del previsto è un risultato che pochi gruppo possono vantare. L’ampia diffusione geografica e la peculiare rete di affiliazione hanno permesso a Teddy di centrare questo obiettivo. E di portare in giro per il mondo i suoi marchi, talvolta rientrando in dei mercati da cui era stato costretto a uscire. Insomma, il fast fashion “made in Rimini” corre. “Anche se, almeno per noi, è una definizione superata. Siamo semplicemente un’azienda moda e abbigliamento, che cerca di offrire al cliente il migliore prodotto nel rapporto qualità prezzo e un’esperienza online e offline in linea con i suoi desideri” racconta in questo colloquio con retail&food Pierluigi Marinelli, direttore sviluppo del gruppo.

DALLA RIMINI DEL FONDATORE TADEI, FINO AL KAZAKISTAN E ALLE FILIPPINE

Parliamo di numeri. Come si è chiuso il 2021?

L’anno scorso, il fatturato è tornato in crescita, sopra il mezzo miliardo di euro, anche se non ancora a livelli pre Covid. Abbiamo aperto 120 negozi, ben più dei 94 previsti inizialmente, in 21 nazioni. Abbiamo recuperato redditività per continuare gli investimenti e rafforzato il legame con gli stakeholder, in primis i locatori e i franchisee.

E le prospettive 2022?

Si cresce ancora. Sono già arrivate 20 aperture e chiuderemo l’anno con un centinaio di opening, di cui circa il 60% in Italia, il resto all’estero dove andiamo consolidarci nei Paesi in cui siamo già presenti, ma anche con un occhio a cogliere qualche opportunità. Rispetto alle location, agiremo a tutto pag. 32 | retail&food | Giugno 2022

di Adriano Lovera

Pierluigi Marinelli, direttore sviluppo del Gruppo Teddy

campo, a seconda delle caratteristiche dei brand e delle aree dove intendiamo svilupparci.

Qual è la ripartizione tra franchising e monomarca diretto, nella vostra rete vendita?

La storia di Teddy è una storia di franchising e attualmente operiamo in affiliazione per il 60/70%. Però la rete diretta è aumentata negli anni, anche per poter testare le innovazioni da portare su scala più ampia.

Il Gruppo Teddy è nato nel 1961 a Rimini, fondato da Vittorio Tadei, scomparso nel 2016 a 82 anni. Nel 2019 registrava un fatturato consolidato di 621 milioni di euro, oggi i ricavi sono sopra il mezzo miliardo. A seconda degli anni, le entrate sono bilanciate al 45%/55% tra Italia ed estero. I brand di punta sono Terranova e Calliope, accanto a cui sono commercializzati anche Rinascimento (che ha raggiunto i 100 negozi grazie alle formula in franchising in conto vendita e a una formula basata sulla possibilità di aprire negozi di piccole dimensioni), Kitana e QB 24. Il gruppo è presente tramite le attività retail (negozi monomarca) e wholesale (ingrossi) in oltre 90 Paesi. Nel 2021 sono state operate 120 aperture, in Italia, e in Paesi quali Austria, Grecia, Bulgaria, Polonia, Repubblica Ceca, Marocco, Arabia Saudita e Kuwait, Russia, Mongolia, Filippine. In più, i marchi sono tornati in aree quali Egitto, Giordania, Armenia e Kazakistan, dai quali inflazioni e guerre avevano costretto all’uscita.


Il franchising in conto vendita, con ritiro dell’invenduto, è una vostra caratteristica. Si riesce davvero a garantirlo a tutti? Non ci sono soglie minime? Questa formula, poi perfezionata e sviluppata, nasce da un’intuizione del nostro fondatore, Vittorio Tadei, nel 1989. La promessa è di garantirlo a tutti senza soglie. Grazie a oltre 30 anni di esperienza sul mercato retail non ci sono timori di invenduto, è uno stimolo a stare attenti a quello che mettiamo sul mercato. In questo modo diamo anche un messaggio al nostro franchisee e cioè che siamo tutti e due nella stessa barca, se sbagliamo la collezione, siamo i primi a rimetterci.

Come avviene la selezione dei potenziali affiliati? Prediligete partner grandi, che gestiscano più punti vendita, o anche singoli imprenditori per negozio?

Nel nostro caso funziona molto il passaparola. Cerchiamo di partire con singoli imprenditori con cui crescere insieme a magari arrivare a più negozi. Ci sono poi rapporti con partner grandi con i quali avviare piani di sviluppo importanti. Ovviamente la scelta dipende anche dal mercato tenendo conto che operiamo in oltre 40 Paesi.

Negli ultimi due anni si è parlato di concetti quali “acquisto esperienziale” e “omnicanalità”. In termini pratici, quanto contano questi aspetti nel vostro business?

Omnicanalità, per noi, è sinonimo di cambiamento di mentalità, passare da ragionare per canale – per noi soprattutto il re-

tail monomarca - a ragionare per cliente. La gestione di questo cambiamento parte dai dati sui clienti e dai servizi in negozio. In questi anni sul mercato italiano, e mano a mano all’estero, abbiamo lanciato diversi servizi: click e ritira, reso in negozio, verifica dall’app della disponibilità in negozio dei prodotti, possibilità di ordinare dal negozio prodotti disponibili nel magazzino centrale dell’ecommerce. Per favorire lo sviluppo nel digital abbiamo costituito una nuova funzione aziendale che ha l’obiettivo di guidare il cambiamento culturale. Questo passaggio comprende formazione su tutti gli staff dei negozi facendo reskilling delle competenze, una delle grandi sfide di fronte a cui ogni retailer sarà nei prossimi anni.

Qual è la presenza dei brand del gruppo a livello di eCommerce?

Tutti i nostri brand sono presenti a livello ecommerce in Italia e in vari stati. Tutti i servizi collegati al digitale sono disponibili in vari Paesi a seconda del livello di sviluppo degli stessi.

Altro tema di attualità: la sostenibilitá. Che cosa fa Teddy su questo terreno? Abbiamo approvato nel 2021 un piano strategico quinquennale per identificare i risultati raggiunti, come performance ambientali e sociali, e delineare le azioni che saranno attuate per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Primo grande esempio, è il nuovo centro di distribuzione di Gatteo che, ottimizzando la distribuzione e il servizio ai negozi, ci permette di produrre quello che è davvero necessario andando ad eliminare quanto più possibile sprechi ed inefficienze.

Rispetto allo scenario contingente, quanto pesa la Russia sui ricavi? La situazione sta creando problemi? Naturalmente la situazione è complicata. In Ucraina i nostri 10 negozi (al momento di andare in stampa, ndr) sono tutti chiusi. In Russia, avendo dei partner, non abbiamo margine di azione se non quello di lavorare per salvaguardare gli investimenti fatti insieme. Lo sviluppo nel Paese è per forza rallentato. Questa contingenza ci ha però reso ancora più consapevoli della nostra solidità: siamo in tanti mercati da tanto tempo e quindi in grado di adattarci e trovare soluzioni innovative e contromisure avendo tutte le competenze che servono per affrontare situazioni complesse. Avere un tavolo con più gambe è stata una delle massime del nostro fondatore, che non tradisce mai. Eravamo e siamo presente in tante aree di crisi, dall’ex Jugoslavia alla Libia, dal Nord Africa alla Siria. Non appena ne siamo venuti fuori, ci siamo evoluti e ci siamo rinforzati. Sarà così anche in questa occasione. pag. 33 | retail&food | Giugno 2022


Gli eventi di Maggio

PERSONE, PIANETA, PROFITTO:

CRONACHE DAL MAPIC ITALY 2022

Si è chiusa la sesta edizione della fiera dedicata al mercato immobiliare commerciale. Tra pienone e numeri incoraggianti, la kermesse ritrova un clima di normalità e si interroga sulle tre “P”, rilanciando la discussione a Cannes

L’aria che si respirava tra gli stand del Mapic 2022 sapeva di nuovo e di cambiamento. Anche di incertezza, certo, visto e considerato che una guerra, una crisi energetica globale e un’impennata dell’inflazione non erano proprio in agenda. Tra sorrisi liberi dalle mascherine e poltrone meno distanziate, l’edizione di quest’anno con il claim People, Planet, Profit: Navigating retail towards a more “human” world (che sarà anche il topic del Mapic di Cannes a novembre) ha segnato il ritorno definitivo a un clima pre-pandemia caratterizzato da nuovi progetti in fase di sviluppo, da refurbishment e dalla rinnovata intenzione dei retailer di aprire nuovi punti vendita. Il tutto condito da un’attenzione in più alle nuove esigenze dei consumatori e da una maggiore sensibilità al tema della sostenibilità sociale e ambientale. Per costruire un retail sempre più a misura d’uomo.

ste esigenze”. Centrato e ben sviluppato il tema della sesta edizione: “I nuovi progetti arrivati sul mercato sono ad uso misto, in location principalmente urbane, costruiti intorno ai bisogni quotidiani dell’individuo”, continua Francesco Pupillo. “Progetti che mirano a creare luoghi di socializzazione e aggregazione per le comunità locali. E in questo scenario, l’innovazione tecnologica gioca un ruolo fondamentale perché permette di interpretare al meglio i desiderata del consumatore e offrire una customer experience molto più fluida. Il file rouge è la sostenibilità, che oggi non è più un’opzione”.

Riqualificare spazi e parole Quanti modi conosci per dire “centro commerciale”? Proviamo a buttare giù un elenco facendo un giro tra gli stand: si va dallo “Shopping Resort” al “Lifestyle Park”, dal “New Urban District” alla “Community”. Nel nuovo dizionario del real estate commerciale cambiano i termini ma il concetto di fondo resta (quasi) lo stesso. “In Nhood diciamo, sorridendo, che Merlata Bloom Milano, in arrivo nel 2023, è un “non-centro commerciale”. Ma non bisogna avere

di Paola Oriunno

Francesco Pupillo, show director di Mapic Italy

La sostenibilità non è più un’opzione

La più importante fiera nazionale dedicata al comparto del retail real estate ha spinto il piede sull’acceleratore ed è tornata ai numeri pre Covid accogliendo oltre 1.700 delegati (+30% rispetto al 2021), e circa 550 retailer, catene di ristorazione e operatori leisure. “Il business e i consumi devono avere un ruolo e un impatto positivo sulla società e sull’ambiente”, ha dichiarato Francesco Pupillo, show director di Mapic Italy, nel discorso di apertura, aggiungendo anche che “un mondo di nuove opportunità di business si apre per chi sarà in grado di adattarsi a quepag. 34 | retail&food | Giugno 2022

paura di chiamarlo con il suo nome. Certo, bisogna riqualificare anche le parole ma sarebbe bello che, una volta lanciato questo progetto, le persone continuassero a chiamarlo ancora “centro commerciale” sapendo, però, di essere in un posto diverso dove la sostenibilità ambientale e l’impatto sulle persone, sulla società e questo luogo di connessione può restituire alle persone”, dice Simona Portigliotti, marketing, communication, Csr & innovation director di Nhood services Italy. Anche Loreto Open Community, l’altro grande progetto milanese del gruppo, pronto nel 2026, racchiude nel nome “community” una dichiarazione di intenti. “Rappresenta una sfida sulla E di ESG che è quella più visibile, ma quello che a me piace evidenziare è la “S”, l’impatto sociale”, continua Simona Portigliotti, che aggiunge: “noi di Nhood siamo quelli che erano dei centri commerciali e quelli che saranno della rigenerazione urbana”.


il giusto, fermarsi il tempo necessario per proseguire poi nella shopping experience” sottolinea Maffioli. Con un portfolio che conta 160mila mq di GLA e oltre 800 store under management, il Gruppo annuncia un piano di sviluppo che in 3 anni coinvolgerà 4 strutture per un totale di 50.000mq. La ristorazione è protagonista anche al Fiordaliso (Eurocommercial) che inaugura il suo FiordaFood il 30 giugno e i primi giorni di settembre inaugura il restyling della zona ristorativa di Corte del Gusto del Carosello, con nuovi arredi e spazi dehors.

Il progetto di Merlata Bloom Milano, uno dei più importanti progetti immobiliari in Europa

Turismo, eventi e sport nuove leve di attrazione Tra community, nuovi quartieri “mixed-use”, nuove forme di aggregazione e di divertimento e tanta attenzione al green, c’è un punto che in questo Mapic ha messo tutti d’accordo: in questi grandi “hub” lo shopping sarà sempre più marginale. Adesso al centro commerciale, si va anche per divertirsi, fare sport, curarsi, vaccinarsi, mangiare, partecipare a eventi. E sull’argomento, ovvero su come incuriosire e trarre sempre più persone, la kermesse milanese del Mapic ha offerto spunti decisamente originali. “L’emergenza è finita il 31 marzo, dobbiamo riabituarci a vivere normalmente. I centri commerciali e tutto il retail hanno vissuto una trasformazione con l’accelerazione di un trend in particolare, che è quello delle vendite online. Trend che ha sottoposto a un enorme stress-test tutti i retailer”, ha detto Alessandro Mazzanti, CEO Italy di CBRE. “Chi ha venduto solo online è cresciuto mediamente del 9%. Chi ha venduto sia online che in-store è cresciuto del 36%. Questo vuol dire che abbinare i due fattori funziona. Ora è necessario capire come coniugare fisico e digitale”. E le idee per attrarre visitatori non mancano. Come dimostrano i 170 milioni investiti dal Gruppo IrgenRe per lo Shopping Resort Maximall Pompeii, l’hub turistico e commerciale nell’area degli scavi di Pompei o gli oltre 200 milioni per l’open mall “To Dream” (Gruppo Realia), il progetto di riqualificazione dei 270mila metri quadrati dell’ex area Michelin a Torino, che avrà una superficie lorda affittabile di 85mila mq tra negozi, servizi e leisure. “La commercializzazione procede speditamente, con tutte le principali ancore già assegnate, per una percentuale che nel complesso si attesta all’80% in termini di GLA allocata. In particolare, la prima fase dell’Open Mall è arrivata a circa il 80%, la seconda fase dell’Open Mall al 90% e l’Area Leisure ed il Retail Park all’85% – dichiara Edoardo Favro, Ceo di Realia. Il taglio del nastro è previsto tra un anno. E ancora: Sonae Sierra ha presentato il progetto del Motor Arena, una delle attrazioni principali del Faenza Shopping Park, il retail park in costruzione a Faenza di proprietà

della società Fidera Vecta Ltd (ex York Capital Management) che ospiterà esposizioni di moto, esibizioni di e-sport, simulatori di gara, collegamenti e interazioni durante le dirette delle gare di Formula 1 e MotoGp. E lo shopping che ruolo avrà? “Sarà anche questo a tema “moto” per attrarre appassionati e bikers”, ha sottolineato José Maria Robles, General Manager per il Property Management di Sonae Sierra in Italia.

La ristorazione sempre più centrale Mangia, divertiti, compra. Nei nuovi spazi commerciali in arrivo anche la ristorazione farà la sua parte. Che non sarà affatto secondaria. Il triennio 2022/2024 vedrà Promos (settore outlet) impegnato nello sviluppo di numerosi progetti per un totale di 50mila mq su 4 strutture, che consistono nella realizzazione di 3 food court, 3 extension e la creazione di una Premium Plaza. “Nel giro di 4-5 anni puntiamo ad avere 6070 ristoranti nei nostri centri. Laddove il modello dell’outlet a livello globale è incentrato solo sul fashion, noi puntiamo anche alla ristorazione che avrà una funzione non marginale. L’obiettivo è creare occasioni per invogliare i clienti a stare nei nostri outlet più tempo possibile”, ha spiegato a retail&food Filippo Maffioli, CEO di Promos. Restando, però, in una fascia di prezzo media visto l’aumento dei prezzi e la minore capacità di spesa. “Secondo noi oggi nel food vince il target price 9-12 euro che permette alle famiglie di stare bene, spendere

QUICK COMMERCE, IDENTIKIT DEL CONSUMATORE TIPO

Giovane, smart, vive in città, è tecnologico, ha bisogno di pochi prodotti ma consegnati in tempi rapidi. È questo l’identikit del consumatore tipico tracciato da Gorillas, la start up tedesca di delivery veloce, un servizio sempre più diffuso nelle grandi città grazie ai nuovi dark store di prossimità. Di questo trend si è parlato al Mapic 2022 durante la conferenza “Il fenomeno quick commerce e le nuove esigenze del consumatore”, moderata da Andrea Aiello, direttore di retail&food. “Siamo presenti in 5 città con 24 dark store”, ha detto Giovanni Panzeri, Chief Commercial Officer di Gorillas Italia. “Abbiamo magazzini di circa 300 mq con 2.300 referenze. Copriamo tutte le categorie principali che si trovano al supermercato e permettono di fare una spesa completa di prossimità”. Oltre ai magazzini “scuri”, anche le insegne di GDO hanno avviato attività di instant commerce. Tra queste c’è anche Iper La Grande I che ha attivato il servizio di consegna a domicilio entro 35 minuti dall’ordine, in collaborazione con Glovo. E l’identikit cambia. “Il nostro consumatore è lo stesso che si può trovare nei nostri punti vendita fisici, in termini di esigenze e di composizione della spesa. Riceviamo sia ordini con le classiche spese settimanali, con 80-90 referenze, che ordini di due prodotti. Con Glovo siamo riusciti a intercettare i clienti che non avevano possibilità di prendere l’auto e raggiungerci nei ipermercati”, ha detto nel corso del convegno Sara Colombo, Head of e-commerce Iper La Grande I.

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Vecchi e nuovi lavori in corso Per la serie: “Dove eravamo rimasti?”, proseguono i grandi lavori dell’avveniristico Shopping Resort Maximall Pompeii promosso da IrgenRe. Confermata l’apertura al pubblico per l’ultimo trimestre 2023. Più di 170 milioni di euro di investimento e un progetto ambizioso: creare un hub turistico e commerciale in grado di rilanciare l’ampio processo di riqualificazione urbana di un’area che si presenta già ricca di bellezze naturali e paesaggistiche e generare 1.500 posti di lavoro. Il complesso si estende su un’area di circa 200.000 mq che ospiterà circa 200 brand, distribuiti su due livelli. Work in progress anche per il centro commerciale CinecittàDue (Silvano Toti Holding), che ha annunciato l’avvio di un importante restyling architettonico e ha rinnovato l’offerta commerciale e di servizi con un investimento complessivo di circa 10 milioni di euro. Accanto alla proprietà lavorerà la società Cushman & Wakefield, responsabile anche del riposizionamento commerciale del Centro.

Il futuro Maximall Pompeii, a Torre Annunziata, sorgerà in prossimità del sito archeologico di Pompei.

“Il prossimo appuntamento per la comunità del Retail Real Estate è al Mapic di Cannes il 29-30 novembre e 1 dicembre, per un’edizione ricca di nuove opportunità di business” Francesco Pupillo, show director di Mapic Italy Il centro commerciale di domani descritto da BVA Doxa.

La parola ai consumatori Quello del Mapic 2022 non è stato un parlarsi addosso. La voce dei consumatori, con le loro esigenze e le nuove abitudini di vita si è percepita chiara e forte. “I piani di sviluppo nel settore Real Estate sono stati impattati da queste trasformazioni”, ha detto Francesco Pupillo, show director di Mapic Italy. “I nuovi progetti arrivati sul mercato sono ad uso misto, in location principalmente urbane, costruiti intorno ai bisogni quotidiani dell’individuo. Progetti che mirano a creare luoghi di socializzazione e aggregazione per le comunità locali. In questo scenario, l’innovazione tecnologica gioca un ruolo fondamentale perché permette di interpretare al meglio i desiderata del consumatore e offrire una customer experience molto più fluida”. Esigenze supportate anche dai numeri della ricerca presentata da Paola Caniglia, a capo della divisione retail di BVA Doxa. In sintesi: la tendenza per il futuro è quella di una minore frequentazione dei centri commerciali da parte della generazione Z e dei Millennials, le risposte negative emerse dall’indagine riguardano soprattutto l’attenzione agli impatti ambientali e alla riduzione degli sprechi e al territorio, il centro commerciale di domani descritto nei termini presenpag. 36 | retail&food | Giugno 2022

tati da BVA Doxa (vedi foto) piacerebbe molto al 71% degli intervistati, al 50% degli intervistati piace poco o per niente andare a pranzo o a cena nei centri commerciali. Si apre, con questi numeri, una bella sfida per il settore che è quella di immaginare un luogo e una bellissima esperienza con lo shopping intorno (come nel claim della famosa caramella) capace di attrarre a tutte le ore consumatori, clienti, anzi no… ospiti. “Il futuro per gli operatori del leisure è locale, radicato nella tradizione del luogo. Bisogna trasformare i mall e dare loro un significato affinché le persone possano evolversi da consumatori a veri e propri ospiti del centro commerciale”, ha affermato David Nouaille, Chief of International Development Officer del brand francese di parchi a tema, Puy Du Fou, alla ricerca di opportunità di sviluppo in Italia. Ovvero: navigating retail towards a more “human” world. Ne riparliamo a Cannes.

FOOD FORUM: PROSPETTIVE OK, MA RESTA IL NODO “FORZA LAVORO”

La ristorazione di catena ha un margine enorme per crescere. Ci sono i format e ci sono gli spazi. Serve, però, un diverso approccio con le risorse umane. Altrimenti nessuno vorrà più lavorarci nei ristoranti. Questo, in sintesi, il messaggio emerso dell’ultimo “Food Forum” di Mapic 2022. “La ristorazione ha perso il 38% nel 2020 e il 25% nel 2021. Ora si riparte, per quanto nei prossimi mesi sia prevedibile una recessione” ha commentato Cristian Biasoni, presidente di Aigrim, incalzato da Andrea Aiello, direttore di retail&food, e da Vincent Mourre di WhiteSpace partners. “Le catene coprono pochi punti percentuali del mercato, quindi hanno spazio per allargarsi. Ma ci vuole un salto di mentalità. Non parliamo più di teste, ma di capitale umano. Sarà fondamentale il rinnovo del contratto di categoria. La forza lavoro va riconquistata” ha aggiunto Biasoni. Alcuni dei brand presenti hanno annunciato delle novità. Lowengrube, che finora ha all’attivo 30 negozi a tema birra e cucina bavarese, sta per lanciare il nuovo brand Tosca, ispirato al cibo italiano. Mario Esposito di F Retail e Renato Bosco hanno presentato un progetto basato su tre format disponibili (pizza crunch, bakery, pizza), tutti a marchio Renato Bosco, da sviluppare su strada, centri commerciali e travel. Signorvino (gruppo Calzedonia) sta entrando nei centri commerciali e punta al 2023 per la sua espansione anche all’estero. E continuano a crescere i tre marchi di Cuore di Parma, ossia Quore Italiano, Al Mercato e Al Mercato Stakes&Burger. A.L.


Tecnologia, a che punto siamo?

Gli eventi di Maggio

ESG: PER IL CNCC È TEMPO DI “PAGELLE”

Nel corso del panel moderato da Andrea Aiello, direttore di retail&food, sono stati presentati i dati di una survey interna realizzata dalla Commissione Architettura CNCC. “Abbiamo selezionato 5 degli 8 SDGs più legati a dinamiche tecniche e abbiamo realizzato una piccola survey interna su circa 50 centri commerciali”, ha spiegato Ermanno Albani, Business Development Manager di Elmet e membro della Commissione. “I dati sono molto interessanti: per quanto riguarda il risparmio dell’acqua, sono stati eseguiti il 40% degli interventi programmati già dal 2011, ma non risultano altri lavori pianificati. Per quanto riguarda, invece, la mobilità sostenibile, dal 2015 a oggi è stato realizzato il 55% dei lavori per la mobilità sostenibile e il 25% è stato programmato per i prossimi anni. La produzione di energia fotovoltaica mostra qualche criticità: solo il 30% è stato realizzato dal 2010 e il 10% è stato solo pianificato, ma pensiamo che con il meccanismo delle “comunità energetiche” potrà avere maggiore impulso”.

Presentati a Milano i risultati (incoraggianti) delle attività promosse dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali in materia ESG. Tanti i punti di forza, ma non mancano le criticità di Paola Oriunno

A un anno dal lancio del Manifesto per la Sostenibilità, a cui hanno aderito le principali properties associate oltre a diverse società di servizi e consulenza associate, per il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali arrivano i primi risultati. Scopo del Manifesto è di raggiungere 8 dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dalle Nazioni Unite nell’ambito dell’Agenda 2030. Il resoconto, presentato il 12 maggio al convegno “L’Industria dei Centri Commerciali e le trasformazioni in atto alla luce dei tre fattori che contribuiscono ai benefici ambientali e sociali “Environmental, Social and Governance”, ha mostrato un quadro incoraggiante del percorso di consapevolezza intrapreso dagli associati sulle tematiche ESG, evidenziando non solo i punti di forza ma anche gli aspetti su cui occorre lavorare ancora.

La ricerca di Altis

L’analisi dei risultati, realizzata da Altis (Alta Scuola Impresa e Società) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, è stata svolta in collaborazione con 24 società aderenti all’iniziativa, che insieme contano 790 milioni di euro circa di fatturato annuo e oltre 2.300 dipendenti. La ricerca ha analizzato le attività svolte sia a livello corporate che organizzate nei centri commerciali, le strategie e i KPI per ciascuno degli 8 Sustainable Development Goals (SDGs) identificati dal CNCC all’interno del Manifesto nei tre ambiti ESG: ambientale, sociale e di governance. “Le aziende che hanno aderito al progetto riceveranno una pagella”, ha sottolineato Stella Gubelli, docente incaricata di economia aziendale e responsabile area consulenza Altis, “che evidenzierà le aree critiche e darà indicazioni in ottica di miglioramento”.

I risultati della ricerca Dai numeri emerge una diffusione delle buone pratiche di sviluppo sostenibile per il 47% degli associati rispondenti, un valore in costante aumento rispetto agli scorsi anni grazie all’incremento delle strategie in termini di riduzione delle emissioni di CO2. In materia di efficientamento energetico, l’industria si sta impegnando nella realizzazione di impianti per autoproduzione di energia da fonti rinnovabili (che conta per il 46% del totale dell’energia impiegata nei centri commerciali) e in un migliore sistema di gestione e monitoraggio dei consumi energetici. Inoltre, il 70% circa delle 24 società organizza campagne di sensibilizzazione e lotta agli sprechi, impiega materie prime provenienti da riciclo e riuso, e attua politiche di gestione per la riduzione dei rifiuti prodotti. Per quanto riguarda l’ambito degli SDG dalla valenza sociale, il 75% delle società coinvolte ha dichiarato di attuare strategie e iniziative rivolte ai dipendenti, clienti e visitatori in materia di salute e sicurezza, mentre il 70% assicura ai propri dipendenti buone condizioni di lavoro. La metà delle aderenti al progetto promuove politiche per

Roberto Zoia, Presidente CNCC Consiglio Nazionale Centri Commerciali

l’uguaglianza di genere.“È un buon punto di partenza”, ha commentato Francesco Soldi, Presidente commissione Esg del Cncc, e responsabile servizio marketing e Csr di Igd Siiq. “Da questi dati si intravedono grandi elementi di miglioramento che portano all’eccellenza”.

Un cambiamento che genera valore

“L’analisi di Altis è la riprova della trasparenza della nostra Industria, che attraverso l’individuazione dei suoi punti deboli mira a migliorarsi e a sfidarsi costantemente su tematiche di fondamentale importanza”, ha dichiarato Roberto Zoia, Presidente del CNCC, commentando i risultati. “L’obiettivo è quello di poter coinvolgere sempre più società in quest’iniziativa, per poter realizzare un vero cambiamento del settore retail”. Un cambiamento che genera valore, ma solo se diventa “progetto”. A sottolineare questo aspetto durante il convegno è stato Adolfo Suarez, architetto e socio fondatore di Lombardini22, presidente della Commissione Architettura CNCC. “L’ESG diventa efficace se diventa progettualità, se si trasforma in un disegno virtuoso che porta a sperimentare, verificare ed eventualmente a cambiare”, ha aggiunto Suarez. “Può dare risultati importanti se si interpreta come progetto, non come una tabellina da compilare o come una normativa a cui attenersi. È questo l’approccio giusto che può aggiungere valore al settore e far muovere le persone. Il retail, infatti, non è un’isola ma si definisce proprio nel rapporto con il suo territorio, in termini di comunità”. pag. 37 | retail&food | Giugno 2022


Gli eventi di Maggio

TUTTI I TREND DEL RETAIL CON COCUZZA & ASSOCIATI Il consueto appuntamento milanese centra l’obiettivo sui nuovi trend, tra sostenibilità, ormai irrinunciabile, e inflazione

Stretti fra inflazione e stravolgimento dei consumi, i grandi player retail tentano la ripartenza in un 2022 che, ormai lo si può dire, ci si aspettava meno complesso e problematico di quanto si sia rilevato. E se la ristorazione sembra meglio intonata, c’è un comparto, quello dell’abbigliamento-accessori, che ad aprile mostrava ancora un -20% rispetto ai livelli pre pandemia. Questo è stato uno dei temi dominanti del recente Retail Trends 2022, l’appuntamento organizzato da Cocuzza & Associati che fa il punto sulle principali dinamiche del settore retail, dal punto di vista commerciale, immobiliare e legale. Dopo i saluti del Senior Partner Claudio Cocuzza, ha tenuto banco l’approfondimento fornito da Emanuele Pedrotti, responsabile “Apparel, Fashion & Luxury” di McKinsey & Company (Milano). Che ha messo in luce alcune novità dello scenario di oggi, che i vari brand devono saper sfruttare, e in qualche modo gestire.

Claudio Cocuzza, Senior Partner di Cocuzza & Associati

Nike, che ha un retail leggero e ormai cavalca anche il direct-to-consumer, o come TjX e Ross che in fondo sono stockisti” ha detto Pedrotti. Ora c’è l’inflazione, ma in una versione, per così dire, nuova. “Prima, anche sei prezzi salivano, la merce arrivava in negozio. Punto” ammette l’esperto. Oggi, invece, si è sperimentato non solo il caro energia e il caro trasporto, ma anche il rischio di scarsità dei prodotti. Che si stia avviando un ritorno della produzione in Europa e in Occidente? Nei vari interventi, il tema dell’energia si è ovviamente mescolato con quello della sostenibilità. Il mantra di oggi. “Essere sostenibili costa. Ma lo chiedono i clienti” secondo Amedeo Giustini, amministratore delegato di Prénatal. “E oggi la centralità del cliente è tutto” secondo Monica Cannalire, fondatrice di Younicorn. “Ammetto che il tema era sul tavolo, ma non mi aspettavo cosi tanti investimenti in Esg come quelli attivati nell’ultimo anno”. E poi, nel panel che metteva insieme i principali operatori in ambito real estate commerciale, si è ragionato sulle nuove formule retail, in modo particolare sui progetti che riescono a incidere nel tessuto urbano e migliorare l’aspetto delle città, al di dell’offrire nuove esperienze di acquisto. Tra gli esempi citati, il piano per riconvertire il noto cinema Odeon, a due passi dal Duomo a Milano. Un restyling ideato da Progetto CMR per il Fondo Aedison, gestito da DEA Capital Real Estate SGR, cui collaborano l’advisor Realty Partners e i broker internazionali Italy Sotheby’s International Realty e Colliers International Italia. PREZZI: LE PREVISIONI DEI CEO PER IL 2022 Fonte: The State of fashion 2022 – McKinsey&Company

La produzione torna a est? Il digitale è ormai una certezza: non si può non investire su questo canale. Ma la vera sfida sembra trovare il corretto equilibrio tra costo di produzione, logistica, rete retail. “Non a caso, nella classifica di McKinsey The State of Fashion, tra i grandi brand che riescono a fare utili, si notano realtà come

La tecnologia a supporto del “fuori casa”, a Cibus un focus sul settore Con 3.000 espositori, migliaia di nuovi prodotti, 60mila operatori professionali di cui tremila top buyer esteri l’edizione 2022 di Cibus, organizzata da Fiere di Parma e Federalimentare, supera le attese e torna ai numeri pre-pandemia confermando la vitalità del made in Italy agroalimentare e della manifestazione fieristica che lo rappresenta da oltre quarant’anni. Fitto e vivace il programma degli eventi che hanno caratterizzato le quattro giornate. Un ampio spazio è stato dedicato anche al mercato del “fuori casa” con il convegno “I vantaggi dell’innovazione digitale nell’out of home: personalizzazione e attenzione al food cost”, moderato da Andrea Aiello, direttore responsabile di retail&food e organizzato in collaborazione con Jakala, compagnia specializzata nell’analisi del mercato attraverso un sistema di mappatura geografica disponibile a livello globale definito “Geo Intelligence”. Nell’era pre Covid, l’out of home valeva 85 miliardi, poi ha subito una forte caduta e nel 2021 è arrivato a 60 miliardi. Oggi si stima una chiusura del 2022 a 75 miliardi, circa il 90% del valore pre pandemico. Nel corso della tavola rotonda, hanno portato le loro esperienze Marco Scarzello di Jakala, Claudio Baitelli, CEO di Alice Pizza, Alan Laughlin CEO Vapiano, Andrea Macchia, Senior Purchaser Food & DrinkPizza Express, Luca Pizzighella Brand Manager di Signorvino, Stefano Raffaglio, Direttore Generale Dolcitalia. Tutti hanno evidenziato il forte impatto che il cambiamento della mobilità dei consumatori e lo smart working hanno avuto sulle loro attività, favorendo e accelerando il ricorso alla tecnologia, non più minaccia ma sostegno al business, oltre che il ruolo strategico del fuori casa nell’export dell’agroalimentare italiano. “È fondamentale per i brand conoscere a fondo i propri consumatori, attuali e potenziali, utilizzando i dati micro-territoriali a loro disposizione”, ha spiegato Raffaele Cerchiaro, Senior Partner Jakala.


Pharma retail

Nelle università a caccia di nuovi farmacisti

LAFARMACIA. AL RITMO DI 10 APERTURE AL MESE

Il marchio controllato da Hippocrates è a caccia di acquisizioni e investe sulle ristrutturazioni. E arriva capitale fresco dalle banche di Paola Oriunno

“Cedi la tua farmacia”. Si presenta così il sito di Hippocrates Holding - il gruppo italiano fondato da Davide Tavaniello e Rodolfo Guarino - con questa frase e un pulsante ben in evidenza (una “call to action”, direbbero i marketers) da cliccare. Con un background nel mondo della finanza, i due imprenditori ideatori del flagship Lafarmacia. hanno iniziato a costruire il network italiano del pharma nel 2018. “In 4 anni siamo arrivati a oltre 300 farmacie di proprietà. L’obiettivo iniziale era di raggiungere velocemente la leadership di settore. Ci siamo arrivati nell’arco di 3 anni e oggi è partito anche il progetto industriale con la promozione del brand e dei prodotti della nostra private label”, racconta Davide Tavaniello, CEO e Co-Founder di Hippocrates Holding. Per il gruppo la crescita sembra inarrestabile. “Attualmente apriamo circa 10 farmacie al mese”, sottolinea Rodolfo Guarino, che aggiunge: “Siamo presenti soprattutto al Centro e Nord e abbiamo fatto i primi investimenti nel Lazio, nelle Marche e in Abruzzo. Ma non ci interessa mettere semplici bandierine. Ci occupiamo anche di contenuti e di investimenti in tecnologie e formazione, in un’ottica di omnicanalità, anzi… “opticanalità”, da “optimum”, perché cerchiamo di ottimizzare tutti i touchpoint dell’interazione con i nostri pazienti, compreso il digitale e l’ecommerce”. È proprio questo l’obiettivo principale del brand: una rete di farmacie che possa essere un punto di riferimento per la gestione della salute quotidiana, un punto di incontro in cui essere sempre certi di trovare uno specialista a disposizione. “Vogliamo che le nostre farmacie diventino una meta, non la prima farmacia vicina a casa”, continua Tavaniello. Ma sempre preservando, come sottolineano i due co-founders, le caratteristiche della farmacia italiana come servizio pubblico per la comunità in cui è inserita.

La corsa all’acquisizione di nuove farmacie da parte di Hippocrates Holding ha avuto di recente una grande accelerata in seguito a un nuovo aumento di capitale da 250 milioni di euro, al quale si aggiunge una linea di finanziamento del valore di 165 milioni concessa da Intesa Sanpaolo, BancoBpm e Natixis. Le due sostanziose operazioni assicurano al gruppo risorse per più di 400 milioni di euro, che serviranno ad allargare ulteriormente la rete, spingere sulla promozione del brand e della private label di integratori e cosmetici e arrivare alla fine di quest’anno a ricavi per 500 milioni di euro. Il socio di maggioranza sarebbe il fondo di private equity francese Antin Infrastructure Partners che detiene una quota del 75%. “Le acquisizioni di nuove farmacie crescono velocemente ma non nascondo che anche per noi si pone il problema della ricerca del personale”, aggiunge Rodolfo. “Ogni giorno incontro 3-4 titolari di farmacie disposti a cedere l’attività e la metà di loro dice di voler lasciare perché non ce la fa più a star dietro al problema del personale. Si fa fatica sempre più fatica a trovare farmacisti, soprattutto nelle città di provincia. È un problema che, secondo noi, peggiorerà ancora”. Ritmi estenuanti e poche possibilità di crescita, è così che i giovani vedono la professione. Hippocrates prova a cambiare le cose. “Andiamo nelle università a parlare con i ragazzi e gli prospettiamo un modo nuovo di stare in farmacia. Molti dei nostri collaboratori hanno iniziato da semplici consulenti, oggi sono area manager. E quando incontriamo i giovani titolari, 3-4 di loro scelgono di restare a lavorare con noi. Due anni fa abbiamo avviato anche un’academy interna. Ci stiamo lavorando, un passo alla volta. Abbiamo ancora moltissimo da fare” conclude Rodolfo.

Davide Tavaniello e Rodolfo Guarino, co-founders di Hippocrates Holding

Lo spazio si rinnova Per il 2022 il gruppo prevede un’intensa attività di nuove acquisizioni e di refurbishment, con 25 farmacie ristrutturate seguendo il format del punto vendita in Via Broletto a Milano. “L’idea è di procedere così con tutte le farmacie acquisite per renderci più riconoscibili al pubblico”, dice il co-founder Rodolfo Guarino. L’ambiente dello store (450mq a due passi dal Duomo) è moderno, spazioso e accogliente. Non si percepisce nessuna distanza con il farmacista perché il banco è aperto ai lati e permette ai consulenti di avvicinarsi ai pazienti. “La farmacia deve essere un posto piacevole, con un clima accogliente, vogliamo creare un’esperienza avvolgente che passi anche da un percorso sensoriale con una componente visiva, olfattiva – grazie alla nostra essenza – e uditiva attraverso una playlist dedicata”, spiega Davide. pag. 39 | retail&food | Giugno 2022


Engel & Völkers Commercial Milano presenta il 2° Market Report Retail Food & Beverage Engel & Völkers Commercial Milano passa ai raggi X il settore “food & beverage” di Milano. Dopo la consacrazione del 2015 con EXPO, il capoluogo lombardo si è imposto come la piazza italiana più interessante per il mercato del Food & Beverage, passaggio obbligatorio per ogni format che ambisca a uscire dai confini nazionali. Engel & Volkers è presente da molti anni nel real estate milanese e ha sempre dedicato una particolare attenzione non solo al presente, ma anche alle prospettive future che le singole e variegate branche del settore immobiliare possono presentare. Ecco perché, anche quest’anno, ha deciso di riproporre questa analisi, realizzando la seconda edizione del Retail Market Report F&B. “Food & The City vuole cogliere l’evoluzione del settore Food & Beverage nella città di Milano, con tutte le sue sfumature e la sua innovazione” commenta Gianluca Sinisi, Licence, Partner di Engel & Völkers Commercial Milano e Lombardia.

glio le dinamiche di un tessuto urbano a maglie molto strette come è quello milanese.

Indice di visibilità su 1.700 marchi

Ristorazione “resiliente” durante la crisi

Gianluca Sinisi, Licence Partner di Engel & Völkers Corrado Di Paolo, Commercial MilanoChairman&General e Lombardia Manager di Svicom Agency

pag. 40 | retail&food | Giugno 2022

L’analisi passa in rassegna 25 Distretti e 196 vie dello Shopping

Il settore ha saputo resistere a questi anni difficili e ha risposto bene al post pandemia. In più, ha il merito di avere rivitalizzato zone della città da tempo trascurate. Alcune aree periferiche hanno preso nuova vita, mentre le vie del centro, storicamente appannaggio del fashion e del beauty, hanno cambiato pelle e sono sempre più improntate al versante food. Basti pensare alla centralissima via Dante, che dalla fine del 2021 ha aperto le porte al food retail, con l’arrivo di numerosi brand. Engel & Volkers, quindi, ha ritenuto doveroso approfondire la tematica anche dal punto di vista immobiliare, approcciando un’analisi dettagliata e puntuale dei distretti Food meneghini. La ripartenza globale e la forte espansione del settore F&B hanno reso necessario allargare il campo visivo: rispetto all’edizione precedente, si è ampliato il numero di distretti monitorati, passato da 15 a 25, per comprendere al me-

Engel & Völkers ha mappato i brand food di ognuna delle 196 vie che compongono i distretti del nuovo Market Report. Un totale di oltre 1.700 brand, poi riclassificati secondo criteri legati al tipo di prodotto offerto, al tipo di servizio e allo sviluppo dell’insegna. Accanto a questo, si associano dati di mercato come canoni e rendimenti per ciascun distretto e dati legati all’immobile, come la presenza di dehor e il numero di vetrine, cosi da creare un nuovo “indice di visibilità”. Questo indice consente di quantificare in modo oggettivo la percezione della caratterizzazione merceologica di una determinata via e/o distretto. Queste rilevazioni permettono a Engel & Völkers di fornire ai clienti una consulenza professionale arricchita da conoscenze statistico-matematiche, che garantiscono il massimo degli standard. Anche quest’anno lo studio è stato condotto con la collaborazione di UBRI, andando ad analizzare come la verticalizzazione dell’offerta o la ridefinizione dello spazio del punto vendita siano prima di tutto fenomeni sociali prima che economici. I consumatori, infatti, stanno mutando il loro comportamento. È diffusa la richiesta di cibo più sano ed eco-sostenibile. Vivere il quartiere è diventata una consuetudine. E il food & beverage si sta ponendo come vero e proprio collante delle relazioni sociali. Tutti aspetti che portano conseguenze per il mercato immobiliare. Ecco perché Engel & Völkers ha voluto mettere la propria competenza al servizio degli operatori del Food Retail, per fornire una conoscenza approfondita del mercato immobiliare in questo settore che ha fame e sete di ripartenza, e che vuole sfruttare al meglio il desiderio di evasione dalle mura domestiche che ognuno di noi ha maturato in questi due lunghi anni.


MISTERY | Retail

Phygital a metà

IN MODALITÀ IN-STORE, DA H&M

Abbiamo testato la nuova funzione digitale del colosso del fast fashion svedese, una nuova esperienza di shopping ibrido che ci ha convinti solo a metà. Ecco com’è andata di Paola Oriunno

Nei due anni della pandemia il gruppo H&M ha chiuso in Italia 7 negozi, 100 a livello globale. E anche se i risultati del 2021 non sono ancora tornati ai livelli pre-Covid (-14% sul 2019), l’ultimo quarter è riuscito a raggiungerli, in valuta locale. Obiettivo del gruppo nel lungo termine: raddoppiare le vendite entro il 2030 rispetto al 2021. Le buone intenzioni ci sono, ma per riportare i consumatori nei negozi fisici serve qualcosa di più di un’app che funziona solo a metà.

L’idea di muoverci in un negozio con un occhio al telefono e l’altra ai vestiti non è esaltante: chi decide di entrare in un grande store di abbigliamento lo fa senza avere in mente un prodotto specifico, ma con l’idea di pascolare piacevolmente tra le corsie, farsi attrarre da cartellini scontati, occasioni e colori, ritagliarsi mezz’ora di tempo senza pensare ad altro. Invece, un po’ di nervosismo inizia prima ancora di uscire di casa: aperta l’app, attivata la modalità in-store, inseriamo il punto vendita prescelto, i prodotti e le taglie che vorremmo provare in negozio, inserendoli tra i “preferiti”. Ma nello store in Piazza Duomo non tutti i modelli sono disponibili: ne mancano 3 su 5. Decidiamo comunque di andare e di sperimentare ancora l’esperienza phygital. Una volta entrati, ci guardiamo intorno. L’app non dà indicazioni su dove trovare i prodotti. Li cerchiamo da soli, chiediamo alle commesse (“fisiche”) e li troviamo. L’app non permette né di prenotare un camerino (era sabato) né di fare il self checkout. A quel punto, non resta che giocare con i codici QR dei prodotti (permettono di visualizzare la vestibilità e il modello) e di scattare foto per ricevere suggerimenti sui modelli simili disponibili in negozio. In conclusione, abbiamo trascorso un’ora nel negozio “fisico” con il telefono in mano e con la testa e gli occhi sul negozio “digitale”. Un’esperienza talmente “immersiva” che dopo un po’ decidiamo di mettere via il telefono, silenziarlo, per iniziare un vero giro di shopping.

Una nuova generazione di app

Dopo mesi passati a “scrollare” sullo smartphone alla ricerca del modello e della taglia giusta (tra tabelle improbabili e conversioni indecifrabili), finalmente si torna nei negozi fisici, senza mascherina. Una sensazione di libertà che è mancata a tutti. Ma siamo onesti: è difficile rinunciare del tutto all’ecommerce. Lo sanno bene i consumatori che per due anni lo hanno preferito all’assembramento in negozio e lo sanno anche i retailer che, dopo il boom delle vendite online, adesso cercano nuovi espedienti ed esperienze per riportare i clienti nei punti vendita. Il marchio H&M ci prova con la funzione in-store della sua app. Una volta attivata, gli utenti hanno accesso a una serie di servizi che, sulla carta, dovrebbero invogliarli a entrare nei punti vendita e rendere l’acquisto più coinvolgente e semplice. È stata lanciata da poco in Spagna (non è ancora attiva in Italia) una funzione simile per il marchio Zara (Inditex) che permette, tra le altre cose, di prenotare un camerino e di pagare direttamente con l’app scansionando i codici QR. Ci aspettavamo qualcosa di simile anche nel negozio H&M di Piazza Duomo a Milano. Ma le cose sono andate diversamente.

Abbiamo provato la funzione “visual search”. Scattando una foto a un abito, l’app ci ha mostrato i prodotti simili presenti in negozio

Evviva il negozio fisico

È davvero questa l’esperienza ibrida che aveva in mente H&M? Pensiamo di no. L’idea è buona e promettente, ma è evidente che gli store non sono ancora preparati per questo salto. Prenotare un camerino e pagare direttamente con l’app, senza passare dalle casse, sarebbero la svolta. Questo è un primo passo, certo. Ma in attesa di nuovi sviluppi, evviva l’ecommerce che ci semplifica la vita e lunga, lunghissima vita al negozio fisico, difficile da rimpiazzare e ibridare. pag. 41 | retail&food | Giugno 2022


COMITATO PROMOTORE Rosario Ambrosino • A.D. Gruppo Elior Italia

Ernesto Pellegrini • Presidente Gruppo Pellegrini

Dario Baroni • A.D. McDonald’s Italia

Alessandro Pirinoli• Managing Director Compass Group Italia

Stefano Biaggi • Presidente e A.D. Sodexo Italia

Tommaso Putin • Resp. Pianificazione controllo

Cristian Biasoni • A.D. Chef Express - Presidente AIGRIM

Serenissima Ristorazione

Corrado Cagnola • A.D. KFC Italy

Massimiliano Santoro • Director Publ. Affairs

Sergio Castelli • A.D. Areas Italia

and Europe Business Dvlp. Autogrill

Andrea Laguardia • Resp. di settore Legacoop

Nicola Saraceno • Ceo Sebeto

Produzione & Servizi

Antonio Savoia • Presidente Edifis

Alessandro Lazzaroni • General Manager Burger King

Carlo Scarsciotti • Presidente Angem Portavoce Oricon

Francesco Malaguti • Presidente CAMST

Renato Spotti • A.D. Dussmann Service

Lorenzo Mattioli • Presidente ANIR Confindustria

Lino Stoppani • Presidente Fipe

Chiara Nasi • Presidente CIRFOOD

Andrea Valota • General Manager La Piadineria

Alberto Niero • Ceo Italia Lagardère Travel Retail

Lino Volpe • Presidente Gruppo Elior Italia

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Ristorando Eventi Per informazioni sul Convegno e sponsorizzazioni: convegni@edifis.it - pubblicita@edifis.it


9-10 GIUGNO

i Convegni di

in collaborazione con:

Media partners:

Ristorando

Ristorando

11a EDIZIONE MOSTRA CONVEGNO Centro Convegni “Le Stelline“ Milano - Corso Magenta, 61

PLATINUM SPONSOR

GOLD SPONSOR

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ASSOCIAZIONI PARTNER

AIGRIM Associazione Imprese Grande Ristorazione Multilocalizzate


ANALISI | Bilancio

PORTOBELLO, CON IL BARTER MARGINI SOPRA IL 36%

La società quotata in Borsa sfrutta il cambio merce e la rete media/adv. Dal canale retail poco più del 10% dei ricavi

Portobello S.p.A. nasce a Roma a fine anno 2016 ed è un’azienda italiana leader nel media bartering: la società utilizza gli spazi pubblicitari per acquistare prodotti delle migliori marche che rivende sul mercato a prezzi più bassi. La società, dopo solo 18 mesi dalla sua nascita, si è affermata come la più giovane azienda quotata presso Borsa Italiana. Portobello ha creato un modello di business che cattura l’opportunità di acquisizione di prodotti a prezzi estremamente competitivi e fornisce, attraverso il proprio format appealing ed efficiente, la possibilità ai consumatori di comprare tali prodotti a prezzi più bassi rispetto a quelli applicati da altri player sul mercato.

Circolarità del modello L’attività di Portobello è strutturata in alcune specifiche Strategic Business Unit (SBU). La prima è la Media & Advertising: questa area comprende l’acquisto e la rivendita di spazi pubblicitari classici in aree ad alto traffico, lo sviluppo di media, la diffusione di magazine di intrattenimento. Gli spazi vengono venduti o utilizzati in attività di barter al fine di acquisire prodotti da rivendere per il tramite degli altri canali. Inoltre, nel 2018, Portobello è divenuta editore lanciando sul mercato diversi periodici che spaziano dal mondo del gossip, della cucipag. 44 | retail&food | Giugno 2022

na, della famiglia fino ad arrivare al fashion femminile e alla cronaca. L’attività si realizza attraverso la distribuzione dei periodici su scala nazionale. Poi viene il canale Retail: la formula retail comprende negozi con alta rotazione di prodotti e la rivendita sui principali marketplace. Infine il B2B: per garantire il miglior turnover delle merci, in via residuale, parte delle rimanenze di magazzino sono vendute attraverso canali B2B. La circolarità del business inizia dall’attività media&advertising, che viene principalmente utilizzata da Portobello per ingaggiare potenziali clienti in relazioni commerciali di barter pubblicitario, oltre che nella vendita diretta di pubblicità. Portobello ha a disposizione spazi pubblicitari sia di proprietà o in gestione esclusiva sia di proprietà di terzi: dall’attività di vendita o di cambio merci la società ricava cassa o altri spazi pubblicitari ovvero prodotti fisici. Il secondo passaggio del modello è la rivendita dei prodotti fisici acquisiti in cambio merci o acquistati direttamente dai fornitori. Tali prodotti vengono destinati ai canali retail della società: i negozi a marchio Portobello e i marketplace. Tutto ciò che, per dimensione o tipologia, non si riesce a vendere in questi canali, viene ceduto ad altri rivenditori nel canale B2B. In sintesi, il modello di business della società, innovativo e circolare, prevede la vendita degli spazi media ai clienti inserzionisti: i

di Maria Grazia Ferrari e Raffaele Pisano ferrari@studiomgferrari.it, pisano@vbea.it

prodotti ottenuti vengono venduti a prezzi competitivi attraverso la catena di negozi Portobello, mentre le rimanenze vengono distribuite ai rivenditori.

Pb Retail per i centri commerciali Nonostante l’emergenza sanitaria e le conseguenti misure restrittive imposte dal Governo italiano che hanno caratterizzato in parte anche l’esercizio 2021, Portobello ha registrato un incremento dei volumi, legato principalmente al consolidamento della clientela e all’apertura di nuovi punti vendita. Con PB Retail entra nei centri commerciali. I punti vendita a marchio “Portobello” sono studiati per rendere unica l’esperienza di acquisto, attraverso un design curato e ad un assortimento estremamente vario. Ogni negozio presenta al proprio interno diverse categorie di prodotto per incuriosire e soddisfare anche i clienti più esigenti. Da Portobello si trovano solo prodotti “di marca” a prezzi imbattibili. Le categorie merceologiche offerte – casalinghi, cura della casa, tecnologia, elettrodomestici, abbigliamento, benessere e tempo libero – rappresentano un ampio ventaglio di idee, in linea con le più attuali tendenze del lifestyle. Nel mese di febbraio 2021 è stata


costituita la società PB Retail Srl, controllata al 51% da Portobello, attraverso la quale è stato avviato il progetto “Centri Commerciali” al fine di ampliare la rete fisica dei negozi su scala nazionale: per il tramite di PB Retail Srl, Portobello ha sottoscritto accordi vincolanti per la locazione di immobili con l’obiettivo dell’apertura di punti vendita in grandi centri commerciali in tutta Italia. Grazie a tali accordi – che hanno ad oggetto una cubatura complessiva degli immobili presi in locazione di oltre 17 mila metri quadri - Portobello sarà in grado di realizzare complessivamente ulteriori 17 negozi. Dei suddetti 17 negozi, nel corso del 2021, Portobello ne ha già aperti 8. Portobello, inoltre, sin dalla sua fondazione, sostiene e valorizza lo sport: nel corso del 2021, la società ha sottoscritto tre accordi di sponsorizzazione di primo livello in ambito sportivo.

Valore della produzione per business unit SBU Media Retail (o B2C) B2B Altri ricavi Valore della produzione

31/12/2020

31/12/2021

Variazione assoluta

54.552.666

43.041.142

11.511.524

26,7

11.494.191

5.615.497

5.878.694

104,7

19.446.258

14.038.297

5.407.961

38,5

2.901.874

1.308.851

1.593.023

121,7

88.394.989

64.003.787

24.391.202

38,1%

Variazione %

Alta tasso di marginalità I principali dati economici di Portobello relativi all’esercizio 2021 confermano la crescita del modello di business ideato dalla società e l’alto tasso di marginalità che riesce a conseguire. La società chiude l’esercizio al 31.12.2021 con un utile di oltre 9 milioni di euro, quasi raddoppiando l’utile conseguito nel 2020 (anno caratterizzato dalla pandemia da Covid-19). Nel 2021, i ricavi salgono del 36% rispetto al 2020, attestandosi a complessivi 87,2 milioni di euro rispetto ai 64,0 milioni di euro del 31.12.2020. Le attività immobilizzate subiscono un incremento nell’esercizio 2021 di 2,5 milioni di euro per effetto degli investimenti sostenuti dalla società per l’apertura dei nuovi punti vendita. Il patrimonio netto pari a 35,2 milioni di euro si è incrementato grazie agli utili conseguiti dalla società nonché per effetto dell’aumento di capitale deliberato dall’assemblea dei soci nel mese di giugno 2021. Dalla relazione accompagnatoria al bilancio chiuso al 31.12.2021, si legge che Portobello, in questi primi mesi del 2022, sta proseguendo la propria attività espansiva e di crescita: a fine gennaio 2022, la società ha sottoscritto un accordo di finanziamento per complessivi 5 milioni di euro con Deutsche Bank, operazione finalizzata a sostenere il piano societario di investimenti pluriennali, e ad inizio febbraio ed inizio marzo 2022 ha inaugurato altri due maxistore. L’analisi per linea di business conferma una forte crescita di Portobello in tutti i segmenti. In linea generale, i costi al 31.12.2021 risultano pari a 71 milioni di euro, registrando un incremento del 33% rispetto al 2020, variazione però in linea con l’incremento del fatturato nello stesso periodo. Anche l’EBITDA, pari a 16,6 milioni di euro al 31.12.2021 è in miglioramento rispetto al 31.12.2020 di 5,7 milioni di euro. pag. 45 | retail&food | Giugno 2022


Osservatorio prezzi f&b

AUTOGRILL SBANDA IN AUTOSTRADA, GLI ALTRI RISCHIANO

A.A.

Dopo quasi tre anni di assenza, siamo tornati a percorrere l’asfalto bollente della A1 nel tratto tra Milano e Reggio Emilia, per rilevare i prezzi di alcuni articoli nelle aree di servizio. Escludendo per scelta gli “operatori oil” e i loro market, dove non è concessa la somministrazione f&b ma sono consentiti solo prodotti confezionati. Il confronto con il 2019 (vedi QR code) è pesante, sono aumentati sensibilmente i prezzi di quasi tutti gli articoli, presso quasi tutti gli operatori. Inutile dire che l’aumento non corrisponde a quello degli stipendi nazionali. Sarà per questo che in un’assolata giornata di metà maggio, nonostante il traffico in autostrada sia sostenuto, le auto in sosta nelle aree di servizio siano davvero poche? Il tema è tutt’altro che semplice o leggero: il Covid ha spesso acuito le “distanze” tra le concessionarie autostradali e gli operatori non-oil e oil.

Metodo, varie e generali

Non anticipiamo le conclusioni di questo veloce ma interessante tour automobilistico ma diamo qualche nota metodologica prima di entrare nel dettaglio dei prezzi. Le rilevazioni sono state svolte mercoledì 11 maggio, tra le 11.00 e le 13.30 circa, interessando la fascia tra la colazione e il pranzo. I prezzi sono stati presi direttamente, osservando l’assortimento presente al momento della visita. Non hanno un carattere scientifico ma si basano sulla disponibilità di quel momento specifico. Purtroppo abbiamo notato l’assenza di numerose etichette prezzo dagli scaffali, dalle vetrine o dai frigoriferi: un elemento di pag. 46 | retail&food | Giugno 2022

scarsa chiarezza verso i clienti. Speriamo sia stato incidentale e non voluto anche perché queste “assenze” si risolvono spesso in boomerang per gli esercenti. Anche se in tutti i punti vendita è reperibile il listino prezzi ufficiale dell’azienda, non sempre evidente o affidabile rispetto all’assortimento presente. Quindi per alcuni articoli abbiamo chiesto riscontro diretto in cassa (la visita è stata svolta presentandosi, varcata la soglia del punto vendita e non in anonimato). Tutti i punti vendita, ad eccezione di quello di Sarni ad Arda Est, sono risultati ordinati, ben riforniti, puliti e con un ampio assortimento. Chef Express a San Martino Ovest spicca per la presenza di tecnologia intelligente (telecamere di sicurezza parking, chioschi di pagamento evoluti ecc.) mentre di fronte, My Chef – Areas, dispiega l’assortimento (ristorante e market) più interessante in termini di tipicità e territorio. Molto ricca ma più standard l’offerta di Autogrill.

I prezzi

I prezzi in tabella parlano da sé, possiamo evidenziare che quelli di caffetteria e colazione sono più elevati da Autogrill e Chef Express benché il prodotto di punta, il caffè espresso costi € 1,3 dappertutto. Su croissant e muffin gli scostamenti più ampi. Per quanto concerne il pranzo, dai panini alla macedonia, si assiste invece a un forte incremento dei valori nella cucina di Autogrill che, nel menù del giorno, quello disponibile al momento della visita, fa evidenziare cifre astronomiche per le aree di servizio, come la macedonia da My Chef-Areas. Mentre da Chef Express i prezzi s’impenna-

no sulle bevande, tutte ai massimi. Infine forti differenze anche sui prodotti d’impulso scelti, attorno alla cassa, cornetto gelato e chewing gum, dove Sarni si distingue per i prezzi più bassi.

Conclusioni

Volendo farla grezza, abbiamo sommato il valore di tutti gli articoli, per ogni operatore (vedi tabella). Autogrill risulta decisamente il più caro di tutti. Inspiegabilmente caro secondo chi scrive. Se per gli articoli non disponibili (n.d.) da Chef Express e Sarni, calcolassimo il prezzo medio degli altri operatori, quella di MyChef-Areas risulterebbe l’area più economica ma sostanzialmente tutti – tranne Autogrill – sarebbero attestati nella stessa fascia. Considerando anche lo stato di ordine, presentazione, assortimento, comunicazione all’interno dei punti vendita, Chef Express e MyChef-Areas risultano le aree vincenti da questo confronto. Ciò detto, il rapporto qualità/prezzo delle aree di servizio, ci sembra sensibilmente peggiorato rispetto alla rilevazione eseguita nell’estate 2019: i prezzi sono lievitati eccessivamente. Delle tensioni in pandemia tra concessionarie e operatori f&b abbiamo già accennato, quello che non vorremmo è che queste più l’inflazione galoppante venissero scaricate in basso, sui clienti/viaggiatori. Continuando così si assisterebbe a una ulteriore, progressiva, disaffezione per la sosta in autostrada, un rischio che né i gestori autostradali né le aziende di ristorazione in viaggio si possono permettere.


Caffè espresso ................................................... 1,3 Cappuccino ....................................................... 1,8 Caffè decaffeinato ........................................... 1,4

Somaglia Ovest | Autogrill

Croissant più economico ............................. 2,0 Croissant più caro .......................................... 2,0 Muffin ................................................................ 3,2 1

Panino più economico .................................. 6,9 Panino più caro ................................................ 7,9 Toast .................................................................... 6,9 Trancio pizza ..................................................... 6,5 Primo piatto più economico ..................... 10,9

Insalata più economica ................................ 11,9 Macedonia ........................................................ 3,9 Acqua minerale (0,50) ................................... 1,4 Acqua minerale (0,75) .................................... 2,3 Bibita bottiglia (0,50) .................................... 3,3 Red Bull lattina ................................................. 3,3 Cornetto Algida ............................................... 2,7

Chewing Gum Vigorsol ................................. 1,8 TOTALE .............................................................. 78,2

San Martino Ovest | Chef Express

Caffè espresso ................................................... 1,3 Cappuccino ....................................................... 1,7 Caffè decaffeinato ........................................... 1,6 Croissant più economico ............................. 1,9 Croissant più caro .......................................... 2,1 Muffin ................................................................ 3,2

Panino più economico .................................. 6,9 Panino più caro ................................................ 7,9 Toast .................................................................... n.d. Trancio pizza ..................................................... n.d. Primo piatto più economico ..................... 7,2 Insalata più economica ................................ 8,9 Macedonia ........................................................ 4,5 Acqua minerale (0,50) ................................... 1,4 Acqua minerale (0,75) .................................... 2,3 Bibita bottiglia (0,50) .................................... 3,5

Red Bull lattina ................................................. 3,8 Cornetto Algida ............................................... 2,6 Chewing Gum Vigorsol ................................. 2,7 TOTALE .............................................................. 63,5 Caffè espresso ................................................... 1,3 Cappuccino ....................................................... 1,7 Caffè decaffeinato ........................................... 1,4

San Martino Est | My Chef - Areas

Croissant più economico ............................. 1,6 Croissant più caro .......................................... 1,9 Muffin ................................................................ 3,2 Panino più economico .................................. 6,9 Panino più caro ................................................ 7,5 Toast .................................................................... 3,4

Trancio pizza ..................................................... 6,5 Primo piatto più economico ..................... 6,9 2

Insalata più economica ................................ 9,9 Macedonia ........................................................ 5,5 Acqua minerale (0,50) ................................... 1,4 Acqua minerale (0,75) .................................... 2,2 Bibita bottiglia (0,50) .................................... 3,3 Red Bull lattina ................................................. 3,2

Cornetto Algida ............................................. 2,5 3 Chewing Gum Vigorsol ................................. 2,9 TOTALE .............................................................. 73,2

Arda Est | Sarni

Caffè espresso ................................................... 1,3 Cappuccino ....................................................... 1,7 Caffè decaffeinato ........................................... 1,5

Croissant più economico ............................. 1,7 Croissant più caro .......................................... 1,9 Muffin ................................................................ 2,5 1

Panino più economico ................................ 6,95 Panino più caro .............................................. 7,95

Toast .................................................................. 7,95 Trancio pizza .................................................... n.d. Primo piatto più economico ..................... 7,49 Insalata più economica .............................. 8,99

Note: 1 Con Nutella 2 Pasta al pomodoro o pesto Barilla 3 Cornetto Sammontana Prezzi in euro n.d. = non disponibile al momento della visita

Macedonia ...................................................... 3,99 Acqua minerale (0,50) ................................... 1,3 Acqua minerale (0,75) .................................. 1,99 Bibita bottiglia (0,50) .................................. 2,95 Red Bull lattina ................................................. 3,4 Cornetto Algida ............................................... 2 Chewing Gum Vigorsol ................................. 1,3 TOTALE .............................................................. 66,9


AEROPORTI | Bilanci 2021

POCHI UTILI, MA REGGONO GLI INVESTIMENTI NEGLI SCALI

Il traffico aereo è in ripresa. La Pasqua aveva fatto bene ai nostri scali e molte società di gestione hanno potuto pubblicare dati incoraggianti. A partire da Sacbo (Orio al Serio) che nel mese di aprile ha conteggiato 1,11 milioni di passeggeri, come non si vedeva da gennaio 2020. Numeri da record per Palermo, con 636.650 viaggiatori (+7,9% sullo stesso mese 2019) e un ottimo + 21% sul quadrimestre di traffico internazionale. Recupera anche Bologna, con 724.955 passeggeri ad aprile, appena nove punti in meno dello stesso mese 2019. Si guarda avanti, dunque, benché i numeri del 2021 siano ancora lì, sia sul fronte traffico, sia su quello finanziario. Secondo Enac, con 80,46 milioni di passeggeri nel 2021, il traffico si è ripreso del 52,5% rispetto al 2020, ma è ancora sotto del 58% sul 2019. Veniamo ai principali dati di bilancio.

pliamento del Terminal 1, il completamento della Sala di Controllo Unica (APOC) e la ristrutturazione del Terminal 3. In tema di sostenibilità, i consumi energetici sono diminuiti di oltre 30mila MWh rispetto al 2019, si è ridotto di circa 530mila metri cubi il consumo d’acqua, sono scese le emissioni di CO2 di oltre 417mila tonnellate e la raccolta differenziata ha raggiunto il 99% dei rifiuti prodotti in aeroporto.

Sea (Milano), si riducono le perdite Fra Malpensa (9,6 milioni) e Linate (4,3), il sistema aeroportuale di Milano, gestito da Sea, ha servito 13,9 milioni di passeggeri nel 2021 (+46,9% sull’esercizio precedente). Positivi i margini, con Ebitda a + 31,7 milioni (contro -31,1 milioni). La capogruppo Sea chiude il 2021 con 343 milioni di euro di ricavi (+27,1%), Ebitda a 25,3 milioni, ma un risultato netto in rosso per 80,3 milioni. Da segnalare il record per l’attività cargo, 743 mila tonnellate di merce trasportata, livelli anche superiori al 2019. La voce “investimenti” si ferma a 49,9 milioni.

Le principali società di gestione archiviano l’ultimo bilancio con numeri ancora magri. Ma tutti in ripresa. E le opere non si sono fermate A.L.

Il nuovo terminal delle Partenze Schengen di Bergamo

Adr (Roma): ci sono 177 milioni di investimenti Aeroporti di Roma ha archiviato il bilancio 2021 con traffico a circa 14 milioni di passeggeri (+22,2% rispetto al 2020), grazie alle componenti domestiche ed europee (+24,8% e +22,4%), mentre la componente extra europea di lungo raggio segna -18,5%. Nel complesso, siamo a -71,7% sul 2019. Ne deriva una perdita operativa pari a 45,9 milioni di euro e una perdita netta per 38 milioni. Di contro, però, ci sono ben 177 milioni di euro di investimenti (+ 17% sul 2020) in particolare per i lavori di ampag. 48 | retail&food | Giugno 2022

Si evidenziano progetti innovativi come il completamento del Digital Marketplace dell’aeroporto e l’adozione della tecnologia Biometrica per servizi seamless ai passeggeri. Sono in arrivo circa 130 milioni di aiuti, come da legge di Bilancio 2021, più alcuni milioni stanziati da Regione Lombardia.

Sacbo (Bergamo), margine e risultato positivi Nel 2021 il traffico all’aeroporto di Orio al Serio ha registrato 6,46 milioni di passeggeri, in crescita rispetto al 2020 (+68,7%) ma ancora in forte calo rispetto al 2019 (-53,3%). Il valore della produzione di gruppo, pari a 112,48 milioni, cresce del 72,9%, mentre il risultato operativo (Ebit) si è attestato a +2,02 milioni. Il risultato netto di


Per Save, maxi iniezione di liquidità da 640 milioni Cdp (Cassa Depositi e Prestiti), insieme a un pool di banche costituito da Intesa Sanpaolo, UniCredit, Bnp Paribas Italia, Crédit Agricole, Société Générale e Mediobanca, ha disposto un finanziamento della durata di 5 anni, per 640 milioni di euro, a favore di Save (Aeroporti di Venezia e Treviso). Stando alla nota ufficiale, il credito servirà in parte per il rifinanziamento del debito di Save, e in parte per la realizzazione degli investimenti previsti dal gruppo nel prossimo quinquennio. Tra questi: innovazioni tecnologiche per il controllo dei passeggeri, installazione di un nuovo impianto di gestione dei bagagli e adozione di tecnologie legate all’efficienza energetica. Nello specifico dello scalo di Venezia, sono in programma lavori per l’ampliamento del terminal sia sul versante nord sia su quello sud. (Al momento di chiudere questo servizio Save non aveva ancora pubblicato il Bilancio 2021, ndr).

gruppo è di 1,22 milioni, quello della capogruppo Sacbo spa è positivo per 1,26 milioni. Nonostante le difficoltà, la Società ha confermato il programma degli investimenti, procedendo con gli interventi di ampliamento e ammodernamento delle infrastrutture. Nel 2021 il Gruppo ha realizzato investimenti per circa 34 milioni, interamente autofinanziati, consentendo di inaugurare la nuova area partenze Schengen. A bilancio ci sono anche 18 milioni di euro ricevuti come contributo statale.

milioni. Si tratta di uno dei migliori risultati finanziari del settore relativo al 2021. Nel corso dell’anno, Sac ha disposto oltre 9 milioni di euro di investimenti, metà dei quali su terminal e infrastrutture di volo. Fra queste opere, si segnala il completamento definitivo del parcheggio dello scalo, che ora ha una capacità di 2.482 posti auto di cui 49 per disabili. Rispetto al traffico, il 2021 viene archiviato con 6,11 milioni di passeggeri, di cui un milione e mezzo stranieri, quasi il doppio rispetto ai 3,6 del 2020.

Sac (Catania) al top con oltre 20 milioni di utile

Gesac (Napoli-Salerno), + 67% di traffico

Sac, la società di gestione dell’aeroporto di Catania, mette a segno un ottimo esercizio 2021, con 20,2 milioni di euro di utile netto (+225% sull’anno precedente) a fronte di un valore della produzione di 83 milioni e un margine operativo lordo positivo per 35,8

Il bilancio 2021 di Gesac (Napoli/Salerno Airports) si chiude con 4,63 milioni di passeggeri, +67% rispetto al 2020, una performance tra le migliori come incremento della ripresa. Il risultato netto è ancora negativo per 8,3 milioni di euro (22,5 nel

2020), ma il margine Ebitda è tornato positivo (12,3 milioni) a fronte di ricavi per 64,3 milioni. È rimasto sostenuto anche il livello degli investimenti, pari a 8,6 milioni, di cui 2,3 destinati allo scalo di Salerno, uno dei quali utile per l’allungamento della pista.

Marconi (Bologna) load factor vicino al 70%

L’aeroporto gestito da Guglielmo Marconi di Bologna spa ha chiuso il 2021 con 4,1 milioni di passeggeri l’anno scorso, all’ottavo posto su scala nazionale, in crescita del 63,7% sul 2020 e con un load factor medio salito dal 60% a quasi il 69% di media. Bene il traffico nazionale, che ha già raggiunto circa l’80% dei livelli pre pandemia. In calo i ricavi consolidati, a 58,5 milioni (da 67,5), ma il margine operativo lordo torna ad essere positivo per 3,5 milioni (contro 3,9). Negativi l’Ebit (8,4 milioni) e il risultato di gruppo, in rosso per 6,7 milioni.

pag. 49 | retail&food | Giugno 2022


SCALI | Novità

FIUMICINO PRONTO PER L’ESTATE CON IL NUOVO MOLO IMBARCHI

Spazio per 21 negozi in più e un potenziale di 6 milioni di passeggeri Il nuovo molo per gli Imbarchi di Fiumicino è pronto per l’estate, con tante novità, tra cui il maxi store di Eataly. La nuova area, da poco inaugurata, ha comportato un investimento da circa 400 milioni di euro, che ha portato alla realizzazione della struttura su tre piani per 37mila metri quadrati, all’interno del Terminal 1, che aggiunge 23 nuove porte di imbarco e potenzialmente aumenta di 6 milioni il numero di passeggeri all’anno in transito. “La nuova area d’imbarco A fa parte di un più ampio programma che prevede investimenti di 10 miliardi di euro – di cui 2 già spesi – fino a fine concessione, per sostenere la connettività internazionale del Paese” ha commentato l’amministratore delegato Adr, Marco Troncone. “Nel giro di pochi anni, Adr ha

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A.L. trasformato Fiumicino nell’hub europeo in assoluto più apprezzato dai passeggeri per qualità dei servizi, investendo oltre 2 miliardi di euro in infrastrutture e nuove tecnologie” ha dichiarato l’amministratore di Atlantia, Carlo Bertazzo. “La nuova Area di Imbarco A, che fa seguito all’Area E aperta a fine 2016, è una porta sul futuro dell’intero settore aeroportuale”.

Galleria commerciale da 6.000 mq Il ministro Enrico Giovannini al momento del taglio del nastro

La nuova area contiene una galleria commerciale con una superficie, compreso il piano superiore, di oltre 6.000 mq., l’equivalente di 10 campi da tennis. Al livello partenze l’offerta al passeggero è varia e si compone di punti vendita, retail e food&beverage, con 21 negozi. Al livello superiore, presso il mezzanino del Terminal 1, è stata attivata un’area food con format “mercato”, cioè dove si scelgono le pietanze che vengono cucinate all’istante, e a stretto giro saranno disponibili anche Vip Lounge e aree work. Proprio qui è arrivato il nuovo negozio Eataly, con una superficie di circa 2.000 metri quadrati, con spazi per vendita e somministrazione e con tanti angoli tematici tra cui il bar e la pasticceria e addirittura 300 coperti. L’apertura


In arrivo la certificazione Lead Il Molo A è fortemente improntato alla sostenibilità. È in corso la certificazione secondo il protocollo Internazionale “Leed”, livello Gold. Un’attenzione particolare è stata prestata agli impianti e alle materie prime, in ottica green, con sistemi per il trattamento climatico tramite pannelli radianti a pavimento, controllo dei parametri di temperatura e umidità in ambiente, anche attraverso la rilevazione integrata dell’affollamento delle aree, che consentiranno un significativo contenimento dei consumi energetici. Le esigenze di progettazione “green” hanno trovato applicazione anche nella scelta dei materiali e dei componenti di arredo; tutta l’illuminazione artificiale è stata, infatti, realizzata con innovative tecnologie LED tali da ricreare sulle volte del soffitto un vero e proprio effetto “cielo stellato”.

si deve al partner Autogrill, che già si era occupato del punto vendita autostradale di Eataly, a Secchia Ovest. E sempre Autogrill è responsabile del primo punto vendita di KFC nel principale scalo italiano. Chef Express, invece, porta con sé due locali. Un bar gelateria a marchio CioccolatItaliani, nell’area partenze (landside), e una bakery caffetteria a marchio Panella, nella galleria commerciale della nuova Area di imbarco A, dopo i controlli di sicurezza. E poco prima era arrivato anche 12oz, insieme ad Areas-My Chef.

Voli estivi, tante novità extra Ue Ci sono tante novità, nella stagione estiva 2022 di Fiumicino. Le principali riguardano l’arrivo (o il ritorno) di alcune compagnie di linea. Qantas collegherà per la prima volta l’Europa Continentale con l’Australia, con un volo no stop tra Roma a Perth, per poi proseguire su Sydney. WestJet debutterà in Italia volando tra Roma e Calgary in Canada mentre Gulf Air avvierà il collegamento diretto per il Bahrain, menter Icelandair arricchirà l’offerta per Reykjavík. Tra le nuove destinazioni internazionali di breve medio raggio: Tangeri, Girona e Figari ad opera di Ryanair, Strasburgo in programma con Volotea, Montpellier con Transavia. Wizz Air, che l’anno scorso ha messo una base a Roma, aggiunge un quinto aereo e attiva 18 nuove rotte, tra cui Londra Gatwick, Madrid, Marrakesh, Amman, ma anche nuove destinazioni per Roma come Yerevan in Armenia e Turku in Finlandia. Quanto a ITA Airways, dopo aver aggiunto ai voli per New York quelli diretti per Miami e Boston ad inizio marzo, ha avviato le vendite di altri collegamenti di lungo raggio previsti a partire da giugno 2022 con Los Angeles, San Paolo, Buenos Aires e Tokyo Haneda.

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AEROPORTI | Scenari

DUTY FREE AGLI “ARRIVI” PRESSING DELL’ITALIA Assaeroporti e ATRI si muovono insieme, nell’ambito di un’iniziativa europea, per rimuovere il divieto delle vendite tax free agli arrivi

In quanto tempo le aerostazioni potranno essere pronte ad accogliere questi spazi, se ci fosse il via libera?

Un’ottima notizia sul fronte aeroportuale. Carlo Borgomeo, Presidente di Assaeroporti, e Stefano Gardini, Presidente di ATRI, hanno siglato una lettera congiunta, inviata al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, per chiedere la possibilità di aprire negozi duty free nelle aree arrivi degli aeroporti italiani. Un’azione di semplice realizzazione, tutto sommato, con grandi potenzialità economiche. Ma che necessita di un iter autorizzativo non banale, da approvare in sede europea e fra tutti gli Stati membri. In ballo ci sono almeno 3 miliardi di euro di valore aggiunto, che potrebbero derivare dalla novità e sarebbero vitali per risollevare il settore. Ecco che cosa ne pensano i due presidenti.

CARLO BORGOMEO (Assaeroporti) La condivisione con ATRI di una lettera per richiedere aree duty free in arrivo appare molto innovativo: quali reazioni prevede dai decisori politici? L’innovazione sta nel fatto che associazioni diverse, ma con interessi convergenti, riescano a “fare sistema”. Gli aeroporti sono degli ecosistemi molto complessi, con innumerevoli attori che spesso parlano con voci diverse: la capacità di diffondere messaggi chiari, univoci e collaborativi faciliterà il processo decisionale politico. Quello pag. 52 | retail&food | Giugno 2022

di Adriano Lovera

Carlo Borgomeo, Presidente di Assaeroporti

dei duty free in arrivo è un percorso molto lungo e articolato, perché richiede l’accordo di tutti gli stati membri UE a modificare la normativa comunitaria su IVA e accise. La lettera congiunta che abbiamo inviato al Ministro dell’Economia e delle Finanze ha l’obiettivo di convincere il decisore politico a sposare la causa. Trovata l’unità d’intenti dei singoli Stati membri ed emendata la normativa europea, ogni singolo Paese dovrà poi recepire tali modifiche nell’ordinamento nazionale. L’importante è fare il massimo possibile per orientare gli interlocutori politici, innescare il percorso decisionale e seguirlo fino in fondo.

I duty free in arrivo rappresenterebbero una importante novità anche sul piano infrastrutturale. Le attuali aerostazioni, infatti, non sono state progettate per accogliere attività commerciali negli spazi destinati alla riconsegna bagagli e, dunque, sarà necessario riorganizzare o riprogettare gli spazi esistenti. Negli aeroporti in cui queste aree sono già ora molto ampie – tipicamente gli scali intercontinentali – non ci saranno particolari difficoltà ad aprire in tempi brevi i nuovi punti vendita. Gli altri aeroporti invece potranno adottare velocemente anche soluzioni “temporary”, ma soprattutto potranno attivare investimenti negli ampliamenti infrastrutturali eventualmente necessari, sicuri di poter cogliere nuove opportunità di business.

Ci sono altri temi su cui le due Associazioni potranno collaborare in futuro? Quando l’obiettivo è quello di migliorare l’intero ecosistema aeroportuale, per consentire a tutti gli attori di stare meglio e prosperare, le aree di collaborazione possono ampliarsi sempre di più… mi viene in mente il miglioramento dei servizi di trasporto pubblico e privato da e verso gli aeroporti, anche in un’ottica di maggiore sostenibilità, per fare un esempio.


Che opportunità per gli operatori di duty free?

STEFANO GARDINI (ATRI)

Gli arrival duty free rappresentano una importante opportunità aggiuntiva di business per gli operatori (Dufry, Heinemann, Lagardère ecc.) soprattutto per “trasferire” sul nostro territorio acquisti che, alternativamente, verrebbero effettuati fuori dalla EU. Questo determina ovvie conseguenze positive sul mercato EU e su tutta la filiera dei produttori, anche locali.

ETRC, la vostra Associazione europea, lavora su questo tema da anni, quale è stato il ruolo di ATRI nell’ambito di quest’importante attività? Atri collabora attivamente ed in sinergia con ETRC. Sin dall’inizio abbiamo condiviso l’importanza dell’iniziativa e per questo abbiamo fornito un fattivo supporto ad ETRC attraverso azioni concrete volte, dapprima, ad una sensibilizzazione sugli obiettivi della campagna e successivamente all’ingaggio dei più alti livelli istituzionali italiani ed europei. ATRI è stato quindi un partner strategico di ETRC nel portare avanti il progetto, facendosi portavoce, anche in quest’ultimo recente caso, delle istanze del mercato che rappresentiamo davanti ai più alti interlocutori istituzionali.

Quali vantaggi concreti potrebbero venire alle società di gestione aeroportuale? Gli arrival duty free rappresentano una importante opportunità aggiuntiva di business per gli aeroporti, gli operatori di duty free, le aziende produttrici e gli intermediari. Tuttavia ritengo che il tema sia più ampio: la campagna che stiamo conducendo se da un lato ha il suo fulcro nella realizzazione di duty free agli arrivi, in una prospettiva più ampia può costituire un mezzo per il ripensamento delle aree arrivi degli aeroporti, attraverso la creazione di spazi

E quali vantaggi per i passeggeri?

Stefano Gardini, Presidente di ATRI

commerciali che arricchiscano la passenger experience e creino nuove opportunità di business.

Come possono modificate le aree arrivi ed air side? Le aree arrivi air side degli aeroporti sono spesso poco valorizzate, di contro intravvediamo notevoli possibilità di ripensamento di questi spazi in termini di aree commerciali in cui gli arrival duty free sarebbero sicuramente gli elementi più strategici. Ritengo che queste aree poi possano ospitare anche spazi F&B e attività di servizio, quali cambiavalute e convenience stores.

I passeggeri si troverebbero a beneficiare di una ulteriore opportunità di acquisto ma soprattutto alternativa a quella nei paesi extra EU di partenza, senza dover trasportare pacchetti a bordo degli aerei, quindi viaggiando molto più comodamente e, non da ultimo, impattando, per quanto a livello minimale, meno sull’ambiente: meno peso a bordo determina una riduzione nelle emissioni.

ATRI è reduce dal successo del Forum palermitano, nel quale avete integrato le vostra attività con il programma di ACI Europe, quale è stata la risposta degli associati? Molto buona, sia l’assemblea straordinaria che il Forum e la conferenza Aci sono stati molto partecipati da parte dei nostri associati; indubbiamente un segnale positivo per l’Associazione e per tutto il mondo del travel retail. Da parte nostra proseguiremo con un intenso programma di iniziative nell’interesse dell’intero settore del travel retail.

PER L’ITALIA 255 MILIONI DI VALORE AGGIUNTO Stima GVA in più (in milioni di euro) con il duty free agli Arrivi. Fonte ETRC

Decisione di Bruxelles che può smuovere miliardi La richiesta di “sbloccare i duty free” agli Arrivi degli aeroporti è una battaglia che ETRC, l’associazione europea del travel retail, combatte almeno dallo scorso anno insieme alle altre sigle di settore (Etf, Uni global union, Aci Europe ed Effat). Il Covid, infatti, ha avuto un impatto devastante. Si calcola che nel 2020 i cieli, a livello mondiale, abbiano perso il 70,4% del traffico. Ma gli aeroporti europei sono stati maggiormente colpiti, vista la dimensione più ridotta del proprio mercato domestico. Dal punto di vista economico, si calcola che aprire il duty free agli arrivi possa portare il 20-30% in più di vendite, stando ai luoghi in cui questo è possibile (in Europa, per esempio, ci ha provato la Norvegia, insieme alla Svizzera). Si traduce in valore aggiunto lordo (Gva) di almeno 3 miliardi di euro al segmento europeo del duty free, utilizzando i dati di traffico del 2019.

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TRAVEL RETAIL& |coEstate 2021 GDO | Fusioni

CARREFOUR/CONAD. IL “DOPO” È SEMPRE IN SALITA Qualche tempo fa sono stato invitato ad un incontro di manager del settore del credito a spiegare gli effetti di una ristrutturazione/riorganizzazione importante che avevo avuto modo di seguire in prima persona. La loro attenzione e le loro domande non erano tanto concentrate sugli aspetti più classici di queste operazioni in sé che comprendono la preparazione, il coinvolgimento del management, la comunicazione interna e esterna e, infine, il negoziato sindacale. Queste fasi, chi è del mestiere le conosce bene, appartengono alla liturgia tradizionale e alla sua messa a terra che, pur con qualche variazione sul tema, è sempre uguale a sé stessa. Possono variare i numeri, gli interlocutori, i toni, gli impatti e la durata del conflitto e, infine, la qualità dell’accordo. Non la sostanza. L’attenzione dei partecipanti era tutta concentrata sul dopo. Sul clima interno post trauma della riorganizzazione. Sulla consapevolezza o meno delle nuove responsabilità, sulla metabolizzazione del cambiamento di taglia da parte di chi è chiamato a gestire il dopo. Per quanto possano essere complessi i passaggi durante un’operazione di acquisizione è il dopo che presenta il conto e dimostra la qualità degli uomini che si sono ingaggiati e quindi il successo complessivo dell’operazione stessa. pag. 54 | retail&food | Giugno 2022

di Mario Sassi, senior advisor e blogger

Serve un reale cambio di pelle

Conad ha di recente stretto un accordo con Tuidi per la gestione dei supermercati tramite intelligenza artificiale

La frase che avevo utilizzato in quella presentazione l’ho poi rilanciata in uno dei miei commenti sul blog nelle fasi più acute dell’operazione Auchan da parte di Conad. Tratta dal film La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo del 1966 nel quale il leader indipendentista algerino Ben M’Hidi dice al giovane Alì: “Cominciare una rivoluzione è difficile. Anche più difficile continuarla. E difficilissimo è vincerla. Ma è solo dopo, quando avremo vinto, che cominceranno le vere difficoltà”. È vero. Le vere difficoltà cominciano dopo. Innanzitutto perché la nuova realtà che prende forma non è, né un prodotto scevro dai limiti precedenti né le persone sono pronte a immedesimarsi nel nuovo ruolo. Anzi. Le differenti culture organizzative aziendali accumulate nel tempo si sovrappongono le une alle altre. Non si superano mai fino in fondo riemergendo alle prime difficoltà e mettendo piombo alle ali di chi ha concepito l’operazione per voltare pagina. Il cambiamento, tanto evocato nelle convention aziendali rischia di riguardare sempre…. gli altri. Pochi accettano di mettersi veramente in discussione. E questo pesa nelle realtà impegnate a cambiare pelle. Un percorso di riposizionamento così come un processo di cresci-


ta improvvisa, che pretenderebbero anche cambiamenti profondi nei ruoli attesi e nei comportamenti, non sempre vengono accettati e agiti.

Carrefour si riposiziona

Non si è solo un po’ più grandi, vedi il caso Conad, come il famoso pennello cinghiale dello spot. O più agili e reattivi come nel caso Carrefour. Si è diversi. E questo vale innanzitutto per i decisori aziendali, gli imprenditori coinvolti ma anche per il management e i collaboratori ad ogni livello. In secondo luogo occorre avere la capacità di collocare la nuova azienda nel contesto economico e sociale che può anch’esso essere molto diverso da quello nel quale il progetto di cambiamento è decollato. Questi due primi elementi, i limiti culturali e organizzativi interni e il contesto esterno mutato sono alla base, secondo una indagine USA, del fallimento di una parte significativa delle operazioni di M&A e di riposizionamento del business. Carrefour Italia non ha semplicemente deciso di tagliare i rami secchi o ridurre i costi. Sta riposizionando il suo modello di business. L’operazione in corso ridisegna la sua presenza sul nostro mercato. Un marchio, sinonimo di grande distribuzione in ogni Paese dove opera, punta a creare una organizzazione efficiente in grado di preparare, coordinare e supportare imprenditori locali che devono declinare, in uno o più punti vendita, filosofia, assortimento, rapporto con il consumatore. Per molti esperti del comparto garantire l’unicità del marchio in questo modo è molto complesso. Carrefour ci crede. Non solo in Italia. In ogni caso la realtà che prende forma è profondamente diversa da quella precedente. Declinare per crescere diventa l’obiettivo. Quindi il problema non è solo se i franchisee rispetteranno tutti lo stesso spartito, cosa ovviamente fondamentale, ma anche se il management e l’intera struttura Carrefour è in grado di comprendere fino in fondo e attrezzarsi per questo cambiamento. Qui sta il lavoro più importante del CEO e dei suoi collaboratori.

come Carrefour. La ritirata dal nostro Paese è stato innanzitutto un giudizio severo sulla impossibilità di rimettere in sesto l’azienda in Italia. E quindi la convinzione che sarebbe stato impossibile o molto difficile per chiunque. Una dichiarazione di resa a tutto campo decisa in seno alla proprietà che ha preceduto tutte le condizioni studiate a tavolino per procedere alla cessione. Diradata la nebbia dell’euforia per l’importante acquisizione realizzata in chiave prospettica i problemi sono emersi nella loro concretezza trasformando l’operazione in un vero e proprio salvataggio per i numeri in gioco, che ha imposto tempi di ripartenza meno laschi di quelli previsti, con la necessità di riallocare punti vendita a terzi tentati di scegliere di fiore in fiore e con carichi diseguali che hanno messo in tensione l’impegno richiesto alle cooperative evidenziando nervi già scoperti in alcune realtà del Consorzio probabilmente per altre vicende interne. E a questo vanno aggiunti problemi di contesto e il clima che queste accelerazioni impongono ad un tessuto imprenditoriale che ha i suoi tempi e le sue modalità di gestione. Il dopo è questo. Una grande operazione ha sempre due livelli di metabolizzazione. Il primo è di natura finanziaria, organizzativa e commer-

ciale. Il secondo attiene alla consapevolezza di ciò che si è diventati proprio grazie all’operazione stessa sia sul piano del business ma anche su quello politico e sociale. E questo non è solo compito della squadra di testa. Essere i primi della classe come nel caso di Conad impone uno standing diverso. Non tutti lo capiscono e vi si adeguano. Anzi. C’è chi non riuscendosi si mette di traverso. Purtroppo c’è una differenza che rende unico il modello cooperativo su altri modelli imprenditoriali. È la forza di Rewe in Germania che conosco bene come lo è per altri gruppi importanti in altri Paesi. Lo è però se ogni albero si sente parte della foresta. Se la consapevolezza del proprio ruolo si diffonde a tutti i livelli di responsabilità. Se rancori personali e invidie modeste non mettono in discussione l’enorme lavoro fatto per portare l’azienda in un’altra dimensione. Bruce Chatwin ha scritto bellissimi libri sul fatto che i viaggi non solo servono per allargare la mente ma soprattutto servono per darle una nuova forma. E che cos’è una grande operazione di riposizionamento del proprio business se non un viaggio per mettersi in discussione e guardare il futuro con occhi diversi? Essere diversi dal passato non è quindi solo un problema di numeri e di risultati. È molto di più.

Conad: come metabolizzare Auchan In casa Conad la sfida è un’altra. Auchan ha lasciato il nostro Paese avendo constatato da tempo di non avere alcuna possibile chance di ripresa. Stiamo parlando di una realtà importante nel mondo che mantiene oggi una presenza in Russia e in Ucraina a guerra in corso, ne comprende le conseguenze e che vorrebbe provare addirittura ad acquisire in Francia un concorrente pag. 55 | retail&food | Giugno 2022


NEWS | Servizi e fornitori

BALLY SCEGLIE ADYEN per la gestione dei pagamenti La piattaforma di pagamenti Adyen ha avviato una collaborazione con Bally per la gestione dei pagamenti tramite POS all’interno degli store europei. I terminali di vendita gestiti da Adyen sono già attivi nei punti vendita Bally in Austria, Germania, Regno Unito, Spagna, Olanda e Svizzera e saranno disponibili anche in Italia nei prossimi mesi. Grazie alla tecnologia di Adyen il marchio del lusso, di proprietà della Jab Holding Company, punta a creare soluzioni volte alla semplificazione delle operazioni di vendita. Un primo passo verso il concetto di commercio unificato, ossia una sola piattaforma per accettare pagamenti in store e on line. Oltre ai POS, Bally utilizza altri servizi offerti da Adyen come ad esempio Pay by Link, che offre flessibilità sia al merchant sia al consumatore finale: i primi possono scegliere il canale digitale più adatto tra e-mail, chat, social media e SMS per inviare il link di pagamento, gli shopper possono invece pagare con il metodo di pagamento che preferiscono tramite una pagina responsive che funziona su più dispositivi. Un’altra delle soluzioni già implementate da Bally è la cosidetta “endless aisle”, una modalità che permette agli shopper di ordinare on line articoli non disponibili all’interno dello store e farseli consegnare direttamente a casa.

UNIEURO sceglie le etichette di SES-IMAGOTAG Unieuro e SES-imagotag hanno annunciato una partnership finalizzata a dotare l’intera rete diretta di Unieuro (circa 280 negozi) delle etichette elettroniche intelligenti e della piattaforma IoT Cloud VUSION Retail di SES-imagotag. Grazie a SES-imagotag e alle sue soluzioni IoT, Unieuro potrà ottimizzare la propria efficienza operativa sincronizzando in tempo reale le informazioni di prodotto con i sistemi di vendita e promozionali e migliorare, al contempo, l’esperienza di acquisto in negozio attraverso contenuti arricchiti e sempre aggiornati, visualizzati sullo scaffale. La nuova soluzione andrà a integrarsi con l’infrastruttura “Wi-Fi 6” fornita da Huawei e già attiva in Unieuro. “Nell’ambito del grande progetto di digitalizzazione dei nostri punti vendita in ottica omnicanale, abbiamo deciso di adottare le etichette elettroniche per migliorare le nostre prestazioni e offrire un’esperienza di acquisto migliore ai clienti” ha detto Luigi Pontillo, IT Director di Unieuro. Già ora presenti in 110 negozi Unieuro, compresi i flagship store di Roma Muratella, Bologna Lame e Milano Marghera, l’adozione delle etichette elettroniche intelligenti di SES-imagotag arriverà ad interessare un totale di 135 punti vendita già entro la fine dell’anno, per poi completarsi gradualmente nel 2024.

PLACESENSE SCEGLIE RENO per il suo esordio sul mercato italiano PlaceSense, società israeliana tra i principali fornitori in Europa di informazioni su base geografica, si allea con Reno, tra i leader nella consulenza retail in Italia. Avi Hadas, COO e Co-Fondatore di PlaceSense afferma: “Questa entusiasmante collaborazione mette i nostri dati accurati e dinamici nelle mani di Reno per fornire conoscenze basate sulla localizzazione GPS alle aziende retail e immobiliari in Italia”. Gian Enrico Buso, CEO di Reno, dichiara: “Per la prima volta le aziende saranno in grado di trarre vantaggio dal mix di dati dettagliati GPS sulle presenze e sul bacino d’utenza di PlaceSense, nonché dell’interpretazione di Reno e della sua esperienza ineguagliata nel mercato locale”. In occasione del Mapic Italy 2022 RENO e PlaceSense hanno illustrato alle organizzazioni e ai retailers che operano nei settori dell’immobiliare retail e commerciale in Italia la piattaforma GPS Location Intelligence di PlaceSense. I dati di PlaceSense, in un mercato in continua evoluzione, offrono alle aziende approfondimenti su qualsiasi location con la comprensione dei flussi resident/day resident che interagiscono con le location, soddisfacendo contemporaneamente i massimi requisiti di privacy. I vantaggi della piattaforma: i poligoni target sul mercato possono essere autocostruiti sulla base delle esigenze di chi li interroga così da avere una reportistica dati precisa e focalizzata, unitamente ad un utilizzo flessibile dello strumento ed un’analisi customizzata a supporto per la lettura dei dati.

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NEWS | Servizi e fornitori

La cassa monitora la sostenibilità con RCH E JARVIS RCH, tra i leader nella produzione di registratori di cassa smart per gli esercizi commerciali, ha fatto della sostenibilità una chiave di sviluppo delle proprie soluzioni, individuando nello smart building, nell’efficientamento energetico e in una partnership con JARVIS, tra le più note piattaforme di IOT (Internet of Things) in Italia, un fattore critico di successo nell’ambito del risparmio energetico e della lotta allo spreco. I sistemi smart di RCH infatti, grazie al collegamento a JARVIS, possono tenere sotto controllo una serie di attività del punto vendita come la gestione della sanificazione, dell’illuminazione, i termostati, i condizionatori, le prese di corrente, ottimizzando i consumi energetici, ma con una possibilità integrativa molto interessante soprattutto per gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande (bar, ristoranti, bistrot, mense). Si tratta di uno specifico Jarvis Kit per il monitoraggio e controllo delle temperature dei frigoriferi che, oltre ad una corretta gestione dei consumi energetici, garantisce l’ottimale conservazione delle derrate alimentari in essi contenute. Il sistema riconosce quando la temperatura dei frigoriferi esce dal range preimpostato e quindi invia un alert all’operatore, consentendo così interventi tempestivi per evitare che gli alimenti o i prodotti conservati nei frigo possano deperire, divenendo inutilizzabili e dunque da avviare a smaltimento.

DA HIKVISION LE COLORVU PANORAMICHE per super dettagli Le telecamere ColorVu di Hikvision catturano dettagli vividi e a colori. La versione panoramica a 180 gradi estende la visuale riducendo i punti ciechi, dove un solo dispositivo incorpora più tecnologie e punti di ripresa. A differenza delle telecamere convenzionali con illuminazione a infrarossi, spesso imprecise nei dettagli e nei colori, le ColorVu incorporano la tecnologia ad intelligenza artificiale Deep Learning AcuSense che abbatte gli allarmi impropri fino al 90% e ottimizza la modalità di ricerca sull’NVR. Risultato: risparmio di tempo, minor costo e accuratezza nella selezione degli eventi di allarme. Rispetto alla tradizionale analisi video, l’algoritmo Deep Learning discrimina infatti gli oggetti in movimento all’interno della scena, li analizza e li classifica distinguendo persone e veicoli rispetto ad animali, pioggia, foglie o altro. Le panoramiche ColorVu di Hikvision sono dotate di Dual Lens Fusion Image, un’innovativa tecnologia di acquisizione dei fotogrammi a livello di pixel che fonde le immagini con perfetta nitidezza grazie alle sue doppie lenti. Doppio video a risoluzione 4K e movimento fluido restituiscono un’immagine sempre completa e dettagliata ed una visuale senza compromessi.

Avanza in Italia IL PAGAMENTO CON IL QR DI SUNDAY Ha già tagliato il traguardo dei cento clienti sunday, l’applicazione che permette di pagare al ristorante tramite un qr-code, quindi in maniera molto rapida e senza necessità di toccare carte o dispositivi Pos da parte del cliente e del cameriere. L’utente può sfruttare Apple Pay, Google Pay o i normali circuiti di pagamento, mentre il ristoratore riceve direttamente un biglietto in cassa. E si possono anche inserire le mance. Testata nel 2020 nella catena Big Mamma, un anno dopo il lancio ufficiale contava 3,5 milioni di utenti e più di 6.000 ristoranti aderenti in Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Spagna e Canada. Ora il team italiano è in fase di espansione. “Il nostro mercato è solido e davvero attrattivo, con più di 160.000 ristoranti. Il nostro focus inizia con Milano, ma il nostro obiettivo è di avere 500 ristoranti entro fine anno”, commenta Giuseppe Tamola, General Manager di sunday per l’Europa.

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World Travel Retail

Dufry, rinnovo triennale strategico a Heathrow LONDRA – World Duty Free prolunga di tre anni il suo contratto relativo su Londra Heathrow. La società di gestione dello scalo ha da poco concesso una proroga del mandato al colosso Dufry, che detiene il marchio. Dunque, rispetto alla scadenza originaria fissata a novembre 2026, adesso l’accordo passa almeno al 2029. Attualmente Dufry complessivamente ha in mano la gestione di 24 punti vendita, per una superficie di 13.000 metri quadrati lungo tutti i terminal del principale aeroporto inglese. “Siamo orgogliosi della fiducia che il nostro partner, ormai di lunga data, ha voluto accordarci, così da fornire un’esperienza di shopping ai clienti sempre più di qualità” ha commentato il ceo di Dufry, Julian Diaz. Dufry, così, rafforza ancora di più la sua posizione sul mercato del Regno Unito, dove è già presente in 25 aeroporti.

Debutta in Svizzera il concept Gatezero ZURIGO – Gebr Heinemann, insieme al partner Highsnobiety, ha costituito la joint venture Gatezero. Una società, e un omonimo marchio, che ha fatto il suo esordio con un temporary pop up all’aeroporto di Zurigo. E che, poco dopo, ha inaugurato un negozio permanente all’aeroporto di Copenaghen. Gatezero propone agli utenti un mix di articoli originali, tra marchi di moda locali e globali, private label, accessori e calzature a tiratura limitata. Inoltre, la joint ventura ha già annunciato che porterà per la prima volta nel travel retail marchi, finora assenti, come Acne Studios Ab e Comme des Garcons.

Daa Airport, cambio della guardia dopo l’estate DUBLINO – Daa, la società di gestione degli aeroporti di Dublino e Cork, ha annunciato che da settembre l’attuale amministratore delegato, Dalton Philips, lascerà il suo incarico. Il manager, che era arrivato nel 2017, dovrebbe prendere le redini di Glencore, colosso alimentare, basato in Irlanda. “Dalton e il suo team ci hanno permesso di superare questo periodo di crisi, prima riducendo i costi e poi recuperando 1,15 miliardi di euro di liquidità” ha commentato il presidente di Daa, Basil Geoghegan. Lo scalo di Dublino, nel 2021, ha collezionato quasi 8 milioni e mezzo di passeggeri, in crescita del 14% rispetto all’anno precedente. Ma con il 74% di ritardo, ancora, sul 2019. La società di gestione ha in corso un piano di investimenti, a lungo termine, di 2 miliardi di euro, molti dei quali concentrati sull’efficienza energetica.

HMSHost apre The Kitchen al The Hague ROTTERDAM – Nuovo ristorante all’area Partenze dell’aeroporto internazionale The Hague di Rotterdam. Si chiama The Kitchen ed è gestito da HMShost, compagnia controllata da Autogrill. Il menù si concentra su una proposta locale fatta di piatti e sandwich, accompagnati da pasticceria olandese (Dudok), cioccolata e birra regionale. The Kitchen è un nuovo brand creato per l’occasione, che potrebbe essere replicato altrove.

Qatar Duty Free, nuovo format luxury con Burberry DOHA – In arrivo una nuova proposta di fascia alta da parte di Qatar Duty Free, all’interno dell’aeroporto internazionale Hamad della capitale Doha. Burberry, in collaborazione con l’operatore travel retail, ha lanciato un formato che rappresenta il primo del suo genere nel canale “viaggi”. Una vetrina arrotondata con una colorazione champagne. Anche questa opening rientra nel complesso di investimenti messo a punto dallo scalo e dall’amministrazione del Qatar, in vista dei Mondiali di calcio estivi 2022. Da segnalare in città, per Dufry, anche l’apertura di un The Harrods Tea Rooms Doha, insieme al prestigioso marchio britannico. pag. 58 | retail&food | Giugno 2022



World Travel Retail

duty free world | by Kevin Rozario | London

Hudson raddoppia in Toscana FIRENZE – All’aeroporto di Firenze ha appena aperto un nuovo punto vendita Hudson, a opera di Dufrital (Dufry group), un negozio che fa il paio con quello già presente a Pisa. All’interno, la consueta offerta di riviste, giornali, gadget ed accessori, oltre a souvenir, bibite e snack. A partire da metà 2020, Hudson è diventato un marchio interamente controllato da Dufry, che dopo l’acquisizione ha provveduto al delisting dalla Borsa americana. Dufrital, dal canto suo, quest’anno ha di recente partecipato insieme a Feltrinelli all’apertura di una nuova libreria a Milano Malpensa.

Jennifer Cords lascia Heinemann ed Etrc con effetto immediato AMBURGO – Jennifer Maria Cords, che ricopriva la carica di direttore Corporate Affair, Compliance e Comunicazione del colosso Gebr Heinemann, ha comunicato l’addio alla società. In una nota, il colosso tedesco spiega che l’addio avviene su richiesta della manager, che andrà a ricoprire un nuovo incarico professionale. Ed esprime rammarico per la perdita di una risorsa considerata una vera esperta, specialmente in ambito duty free. Cords è una professionista nota nel travel retail e da pochi mesi era stata nominata anche presidente di Etrc, l’associazione europea del travel retail. Da quanto è emerso, Cords farà presto un passo indietro anche rispetto a questo ruolo e lascerà di conseguenza anche la presidenza dell’associazione tedesca Dtrv.

kevin_rozario@yahoo.com

ETRC’s 2021 index: does it offer any hope for travel retail?

Etrc Index 2021: reali speranze per il travel retail? The European Travel Retail Confederation (ETRC) recently released its 2021 Business Performance Index which revealed some useful data points for the industry. The association couched them in terms of a ‘pathway for recovery’, but that may be optimistic.

Etrc (European Travel Retail Confederation) ha recentemente pubblicato il suo Business Performance Index 2021, che ha svelato dati utili per il settore. L’associazione li ha espressi in termini di “percorso di ripresa”, anche se questa visione potrebbe essere troppo ottimistica.

That pathway, some might say, is very winding while Chinese travellers are still missing from Europe – and now Russian too, another high spending group.

Questo percorso, secondo alcuni, è molto tortuoso, considerando che i viaggiatori cinesi continuano a mancare dall’Europa, e ora anche dalla Russia, un altro gruppo considerato alto-spendente.

The 2021 index – compiled by analyst Pi Insight using data from participating travel retail members of ETRC and supported by passenger data from ForwardKeys – essentially showed that passenger numbers and retail sales volumes were significantly lower than the pre-pandemic year of 2019. However, the upside was that value and unit sales were improving.

L’indice 2021 - compilato dalla società di analisi Pi Insight utilizzando i dati dei retailer di viaggi che fanno parte di ETRC e supportato dai dati sui passeggeri di ForwardKeys - ha mostrato essenzialmente che il numero di passeggeri e i volumi di vendita al dettaglio sono stati significativamente inferiori rispetto all’anno pre-pandemia del 2019. Tuttavia, il lato positivo è che le vendite, a valore e in unità, sono migliorate.

While 2021 industry sales were down by about 60% versus 2019, they were recovering a bit faster than passenger numbers (down 65%). Compared with 2020, sales rose by 47%, well ahead of passenger numbers which were up by 32%. Based on the trend, ETRC said that the travel retail sector in Europe “is showing strong signs of recovery”.

Le vendite del settore nel 2021 sono diminuite di circa il 60% rispetto al 2019, ma si sono riprese un po’ più velocemente rispetto al numero di passeggeri (-65%). Rispetto al 2020, le vendite sono aumentate del 47%, ben più del numero di passeggeri che è salito del 32%. Sulla base di questa tendenza, ETRC ha dichiarato che il settore del travel retail in Europa “sta mostrando forti segnali di ripresa”.

Part of that hope lies with the fact that passenger spending has been increasing during the pandemic as pent-up demand had been unleashed at several points last year when lockdowns were relaxed. According to the index – which covers airports responsible for more than 90% of European traffic – spend per head increased significantly in 2021. Versus 2020 it was up 11% and versus 2019 it rose 14%. However, several airports, for example London Heathrow, have warned that high per pax spending is a peculiarity of the Covid-19 situation, and will not have staying power. Steve Hillam, Managing Director at Pi Insight, commented: “We have good reasons to be optimistic for a strong recovery in 2022 with solid foundations in place, albeit still hampered by the lack of non-European passengers.” But also hampering growth are geopolitical factors such as the war in Ukraine, and economic woes: from skyrocketing fuel prices to a wider cost-of-living crisis. These latter impacts are likely to remain for the rest of 2022 and will make financially constrained consumers think twice about air travel, leaving travel retail vulnerable for yet another year.

pag. 60 | retail&food | Giugno 2022

Parte di questa speranza risiede nel fatto che la spesa dei passeggeri è aumentata durante la pandemia, poiché la domanda repressa si è scatenata in diversi momenti dell’anno scorso, non appena le restrizioni si sono state allentate. Secondo l’indice - che include gli aeroporti responsabili di oltre il 90% del traffico europeo - la spesa pro capite è aumentata significativamente nel 2021. Rispetto al 2020 è aumentata dell’11% e rispetto al 2019 del 14%. Tuttavia, diversi scali, come ad esempio Londra Heathrow, hanno avvertito che l’elevata spesa pro capite è da considerare una peculiarità della situazione di Covid-19 e non sarà permanente. Steve Hillam, amministratore delegato di Pi Insight, ha commentato: “Abbiamo buone ragioni per essere ottimisti per una forte ripresa nel 2022, con solide basi in atto, anche se ancora ostacolate dalla mancanza di passeggeri extraeuropei”. Ma a ostacolare la crescita ci sono anche fattori geopolitici, come la guerra in Ucraina, e problemi economici: dall’aumento vertiginoso dei prezzi del carburante a una più ampia crisi del costo della vita. Questi ultimi fattori rimarranno probabilmente per il resto del 2022 e faranno sì che i consumatori con difficoltà finanziarie ci pensino due volte a viaggiare in aereo, lasciando il travel retail vulnerabile per un altro anno.


NEWS | International

New Markets Outlook | a cura di Luca Esposito esposito_mail@yahoo.it

CHINA GOES WEST Nell’ottobre 2020, il Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese e il Consiglio di Stato hanno pubblicato un piano generale per la costituzione del Chengdu-Chongqing Economic Circle, un’area che comprende Chengdu, più di 20 distretti e contee nella municipalità di Chongqing e altre 14 città nella provincia del Sichuan. L’idea alla base è quella di sviluppare, attraverso connessioni ed ingenti investimenti (314 miliardi di dollari), quest’area a livello industriale, logistico e commerciale facendo emergere Chengdu e Chongqing come moderne città internazionali. Queste ultime sono le due municipalità più grandi della Cina occidentale. Chengdu è la capitale della provincia del Sichuan mentre Chongqing, che è stata separata da quest’ultima provincia nel 1997, è il più grande comune autonomo della Cina. Le due città sono collegate da un viaggio in treno ad alta velocità di 1 ora e mezza. Il piano generale prevede che il Chengdu-Chongqing Economic Circle (185.000 kmq, 120 milioni di abitanti e un GDP superiore ai 7 miliardi di yuan) diventi il quarto cluster di crescita economica della Cina dopo le regioni di Pechino-Tianjin-Hebei (218.000 kmq, 118 milioni di abitanti e un GDP superiore ai 8,7 miliardi di yuan), del Delta del fiume Yangtze (358.000 kmq, 227 milioni di abitanti e un GDP di circa 23 miliardi di yuan) e di Guangdong-Hong Kong-Macao Greater Bay Area (56.000 kmq, 72 milioni di abitanti e un GDP superiore ai 11 miliardi di yuan). Quest’ultimi tre cluster, sviluppati e sostenuti con forti investimenti nel decennio scorso, sono tutti posizionati nella parte orientale del paese (fig.1) e sono diventati i principali motori della sua economia. Ci si aspetta quindi che il Chengdu-Chongqing Economic Circle guidi lo sviluppo della vasta regione occidentale della Cina, risolvendo così i problemi dello squilibrio regionale nel paese. Nell’ottobre 2020, il Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese e il Consiglio di Stato hanno pubblicato un piano generale per la costituzione del Chengdu-Chongqing Economic Circle, un’a-

Fig.1: Le 4 maggiori aree di sviluppo economico in Cina (fonte: CGTN - China Global Television Network)

rea che comprende Chengdu, più di 20 distretti e contee nella municipalità di Chongqing e altre 14 città nella provincia del Sichuan. L’idea alla base è quella di sviluppare, attraverso connessioni ed ingenti investimenti (314 miliardi di dollari), quest’area a livello industriale, logistico e commerciale facendo emergere Chengdu e Chongqing come moderne città internazionali. Queste ultime sono le due municipalità più grandi della Cina occidentale. Chengdu è la capitale della provincia del Sichuan mentre Chongqing, che è stata separata da quest’ultima provincia nel 1997, è il più grande comune autonomo della Cina. Le due città sono collegate da un viaggio in treno ad alta velocità di 1 ora e mezza. Il piano generale prevede che il Chengdu-Chongqing Economic Circle (185.000 kmq, 120 milioni di abitanti e

un GDP superiore ai 7 miliardi di yuan) diventi il quarto cluster di crescita economica della Cina dopo le regioni di Pechino-Tianjin-Hebei (218.000 kmq, 118 milioni di abitanti e un GDP superiore ai 8,7 miliardi di yuan), del Delta del fiume Yangtze (358.000 kmq, 227 milioni di abitanti e un GDP di circa 23 miliardi di yuan) e di Guangdong-Hong Kong-Macao Greater Bay Area (56.000 kmq, 72 milioni di abitanti e un GDP superiore ai 11 miliardi di yuan). Quest’ultimi tre cluster, sviluppati e sostenuti con forti investimenti nel decennio scorso, sono tutti posizionati nella parte orientale del paese (fig.1) e sono diventati i principali motori della sua economia. Ci si aspetta quindi che il Chengdu-Chongqing Economic Circle guidi lo sviluppo della vasta regione occidentale della Cina, risolvendo così i problemi dello squilibrio regionale nel paese.

pag. 61 | retail&food | Giugno 2022


NEWS | International

Apre in California il primo negozio (fisico) di Zuckerberg

Meta (ex Facebook Company) scommette sul retail fisico e apre nel campus di Burlingame, in California, il suo primo store. Il punto vendita dell’azienda di Marck Zuckerberg ha una superficie di 140 mq e sarà aperto a chiunque vorrà sperimentare e acquistare le ultime novità del gruppo Meta, come gli altoparlanti intelligenti Portal e i visori Meta Quest 2, porta di accesso alla realtà virtuale. Un’area speciale è riservata gli occhiali smart creati in collaborazione con Ray-Ban che consentono a chi li indossa di registrare video tramite fotocamere integrate da 5 Megapixel. Oltre ai dispositivi di ultima generazione, è possibile acquistare anche altri accessori come cuffie, auricolari e cavi per la ricarica. “Non vendiamo il metaverso, ma ci auguriamo che attraverso il negozio fisico le persone imparino un po’ di più sul suo funzionamento”, ha spiegato Martin Gilliard, Head di Meta Store. “Il nostro obiettivo è aprire una porta di accesso al metaverso, un mondo virtuale parallelo in cui le persone operano come avatar. Inoltre, avere il negozio a Burlingame, vicino alla sede della divisione Reality Labs dove Meta sta lavorando allo sviluppo del metaverso, ci dà l’opportunità di sperimentare meglio mettendo al centro l’esperienza dei clienti. E tutto quello che impariamo qui aiuterà a definire la nostra futura strategia nel retail”, ha continuato Gilliard.

Starbucks e McDonald’s dicono addio al mercato russo

Il marchio americano di fast food ha comunicato la vendita definitiva dei suoi 850 ristoranti al licenziatario locale Alexander Govor, che dovrebbe ribattezzarli con un nuovo nome, pur mantenendo i propri trademark. Il nuovo proprietario ha accettato di finanziare gli stipendi dei dipendenti aziendali che lavorano in 45 regioni del paese fino alla chiusura, oltre che coprire le passività esistenti nei confronti dei fornitori McDonald’s. Per quanto riguarda Starbucks, invece, dopo l’annuncio della sospensione delle attività commerciali in Russia all’inizio di marzo, il gigante del caffè ha dichiarato che non avrà più una presenza del marchio in Russia e che chiuderà le sue 130 sedi. Il gruppo ha reso noto che pagherà tutti i duemila lavoratori russi per sei mesi e che li aiuterà nella transizione verso nuovi posti di lavoro.

Iniziati i lavori del nuovo Alpes The Style Outlets di Neinver

Riparte in Francia il cantiere dell’Alpes The Style Outlets del Gruppo Neinver che, una volta terminato, porterrà a 17 il numero di centri outlet dell’azienda nei 6 paesi europei dove è presente. L’azienda ha ripreso i lavori lo scorso marzo e le attività stanno procedendo secondo i tempi previsti, con lo sviluppo di tre aree che ospiteranno l’edificio principale e il parcheggio, tutti a buon punto. Alpes The Style Outlets, che sorgerà nell’area Grand Genève, quindi vicino al confine svizzero, sarà il secondo outlet center di Neinver in Francia. “Il nostro obiettivo è quello di sviluppare e gestire questo centro coinvolgendo pienamente la comunità locale, proponendo attività per il tempo libero e contribuendo anche a migliorare lo sviluppo economico e sociale dell’area”, ha commentato Daniel Losantos, Ceo del Gruppo. Il centro si svilupperà su una GLA di 20.400 mq, con oltre 90 boutique e ristoranti di cucina locale e internazionale.

Gorillas rallenta: tagli in arrivo e focus solo sui mercati chiave

Gorillas, il principale brand di delivery ultraveloce, nato in Germania, annuncia un drastico cambio di strategia, con tagli al personale e focus sui mercati chiave (non l’Italia). Dopo la rincorsa all’espansione rapida, è venuto il momento per Gorillas di puntare, se possibile, ai profitti. Un passaggio che non si può realizzare senza agire sui costi. Come spiega la società in una nota, al momento il 90% dei ricavi proviene da cinque mercati chiave: Germania, Francia, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Stati Uniti. “Per questo abbiamo deciso di concentrarci ancora di più su questi mercati, dove vediamo un grande potenziale e dove è già avviato il percorso verso la profittabilità” si legge. “Qui lavoreremo ancora di più su assortimento, pricing, logistica, esperienza per il cliente in fase di ordine”. Dopo arrivano Italia, Spagna, Danimarca e Belgio, “mercati di per sè molto interessanti, dove stiamo cercando tutte le migliori opzioni strategiche per il brand Gorillas”. La nota non va oltre questo commento, ma è chiaro che per ora un’ulteriore espansione è esclusa. E non è chiaro se l’azienda possa addirittura operare un passo indietro, cercare partner o diverse forme commerciali. Gorillas, inoltre, annuncia il taglio di 300 persone a livello degli uffici in tutto il mondo, senza ancora specificare i mercati di riferimento. Le consultazioni e le considerazioni per ciascun Paese iniziano in questi giorni. “Una decisione difficile, ma necessaria, per rendere Gorillas più forte, con un focus chiaro sul cliente” la motivazione.

AFM (Mulliez) mette in vendita Pimkie

La holding della famiglia Mulliez AFM ha comunicato l’intenzione di cercare un acquirente per la catena di abbigliamento Pimkie. In una nota, l’azionista di maggioranza ha affermato che questa è la soluzione migliore per tentare il rilancio del marchio. E che ora il management si dà “alcuni mesi di tempo per portare a termine la ricerca”. Attualmente Pimkie conta su una rete di 232 negozi a gestione diretta e 81 in franchising. Nato nel 1971, alla fine degli anni ‘90 era arrivato a contare oltre 400 negozi in Europa. Ma prima in Francia e poi nel resto del Continente, è da anni che sono iniziate le chiusure di punti vendita nel tentativo di razionalizzare la rete e raddrizzare i conti. Nello stesso tempo, si sono avvicendati diversi manager alla guida, ultimo dei quali l’attuale ceo Philippe Favre. Le vendite 2020 erano state di circa 200 milioni di euro e attualmente il brand impiega 1.500 persone. Pimkie fa parte della maxi holding della famiglia Mulliez AFM (association familiale Mulliez), che ha un patrimonio stimato in oltre 25 miliardi di euro. Secondo un approfondimento del rapporto Mediobanca del 2018, prima del Covid gli interessi italiani del gruppo ammontavano ad almeno 8 miliardi di euro, tra i vari marchi come Auchan-Simply, Decathlon, Leroy Merlin, Bricocenter, Bricoman, Norauto, Kiabi e Pimkie. pag. 62 | retail&food | Giugno 2022


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VETRINA

Daygum crea la limited edition di Chiara Ferragni Chiara Ferragni e Daygum Insta White lanciano una esclusiva limited edition con due nuovissimi e meravigliosi pack e un gusto del tutto inedito: Flirty Smile Mint. Il brand si tinge di rosa, il colore distintivo di Chiara Ferragni, per regalare ai consumatori non solo una limited edition super fashion ma anche un sorriso più bianco in un istante. Daygum Insta White è il primo chewing gum senza zucchero con effetto ottico di bianco istantaneo per il tuo sorriso, grazie alla formulazione BLUE SYSTEM che crea un effetto ottico di contrasto di colore temporaneo che fa risaltare il naturale bianco dei denti. La limited edition sarà disponibile a partire dal 1° Giugno per sei mesi nei principali store della Grande Distribuzione e nei migliori punti vendita specializzati, bar e tabaccherie.

Peroni, nuova immagine, stesso gusto unico di sempre

Peroni Nastro Azzurro è la birra premium italiana più bevuta al mondo. Nasce nel 1963 come variante premium di Birra Peroni, diventando negli anni una vera icona di stile e Made in Italy all’estero, distribuita in oltre 70 Paesi. Si contraddistingue per l’utilizzo di materie prime di altissima qualità, come il Mais Nostrano – selezionato e coltivato in esclusiva per lei in Italia – che contribuisce a donarle il suo gusto unico, secco e rinfrescante. A partire dal 2022 il brand, per celebrare la visione creativa di Peroni, ha deciso di riportare nuovamente il nome “Peroni” sull’etichetta.

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pag. 64 | retail&food | Giugno 2022



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