AEROPORTI | Scenari
DUTY FREE AGLI “ARRIVI” PRESSING DELL’ITALIA Assaeroporti e ATRI si muovono insieme, nell’ambito di un’iniziativa europea, per rimuovere il divieto delle vendite tax free agli arrivi
In quanto tempo le aerostazioni potranno essere pronte ad accogliere questi spazi, se ci fosse il via libera?
Un’ottima notizia sul fronte aeroportuale. Carlo Borgomeo, Presidente di Assaeroporti, e Stefano Gardini, Presidente di ATRI, hanno siglato una lettera congiunta, inviata al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, per chiedere la possibilità di aprire negozi duty free nelle aree arrivi degli aeroporti italiani. Un’azione di semplice realizzazione, tutto sommato, con grandi potenzialità economiche. Ma che necessita di un iter autorizzativo non banale, da approvare in sede europea e fra tutti gli Stati membri. In ballo ci sono almeno 3 miliardi di euro di valore aggiunto, che potrebbero derivare dalla novità e sarebbero vitali per risollevare il settore. Ecco che cosa ne pensano i due presidenti.
CARLO BORGOMEO (Assaeroporti) La condivisione con ATRI di una lettera per richiedere aree duty free in arrivo appare molto innovativo: quali reazioni prevede dai decisori politici? L’innovazione sta nel fatto che associazioni diverse, ma con interessi convergenti, riescano a “fare sistema”. Gli aeroporti sono degli ecosistemi molto complessi, con innumerevoli attori che spesso parlano con voci diverse: la capacità di diffondere messaggi chiari, univoci e collaborativi faciliterà il processo decisionale politico. Quello pag. 52 | retail&food | Giugno 2022
di Adriano Lovera
Carlo Borgomeo, Presidente di Assaeroporti
dei duty free in arrivo è un percorso molto lungo e articolato, perché richiede l’accordo di tutti gli stati membri UE a modificare la normativa comunitaria su IVA e accise. La lettera congiunta che abbiamo inviato al Ministro dell’Economia e delle Finanze ha l’obiettivo di convincere il decisore politico a sposare la causa. Trovata l’unità d’intenti dei singoli Stati membri ed emendata la normativa europea, ogni singolo Paese dovrà poi recepire tali modifiche nell’ordinamento nazionale. L’importante è fare il massimo possibile per orientare gli interlocutori politici, innescare il percorso decisionale e seguirlo fino in fondo.
I duty free in arrivo rappresenterebbero una importante novità anche sul piano infrastrutturale. Le attuali aerostazioni, infatti, non sono state progettate per accogliere attività commerciali negli spazi destinati alla riconsegna bagagli e, dunque, sarà necessario riorganizzare o riprogettare gli spazi esistenti. Negli aeroporti in cui queste aree sono già ora molto ampie – tipicamente gli scali intercontinentali – non ci saranno particolari difficoltà ad aprire in tempi brevi i nuovi punti vendita. Gli altri aeroporti invece potranno adottare velocemente anche soluzioni “temporary”, ma soprattutto potranno attivare investimenti negli ampliamenti infrastrutturali eventualmente necessari, sicuri di poter cogliere nuove opportunità di business.
Ci sono altri temi su cui le due Associazioni potranno collaborare in futuro? Quando l’obiettivo è quello di migliorare l’intero ecosistema aeroportuale, per consentire a tutti gli attori di stare meglio e prosperare, le aree di collaborazione possono ampliarsi sempre di più… mi viene in mente il miglioramento dei servizi di trasporto pubblico e privato da e verso gli aeroporti, anche in un’ottica di maggiore sostenibilità, per fare un esempio.