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Numero 200 / DOMANI
Dai 10.000 mq si passerà, probabilmente, a punti vendita di 2.000 mq o meno, dislocati nel territorio in punti strategici che possano coprire il fabbisogno di servizi e merceologie.
per passare del tempo di qualità. La chiave consiste nel trovare un compromesso tra la boutique di nicchia e il centro di giardinaggio tradizionale, una combinazione che dia valore a ciò che voi gardenisti conoscete e apprezzate, per trasferire ai visitatori un’emozione positiva, tale da spingere gentilmente all’acquisto. Il prodotto diventa la gratificazione dell’esperienza speciale vissuta, generata dalla personalizzazione di ogni punto vendita. Esploratori, tradizionalisti, osservatori, siate unici, evolvete secondo il vostro modo di essere: i clienti sapranno scegliere chi di voi è il loro match perfetto. DA GRANDI METRATURE A URBAN SHOP Esasperazione dell’offerta commerciale e grandi dimensioni non sono sinonimo di futuro. Se guardiamo al domani del garden center e delle categorie merceologiche è importante riflettere su un punto: le dimensioni del punto vendita. Ha
ancora senso parlare di garden multimercologico? È giusto collegare il risultato imprenditoriale ai metri quadrati di serra calda e fredda? Pensiamoci: in futuro, probabilmente no. Fino ad oggi le metrature hanno contato non solo per il loro impatto economico e sul territorio ma anche come potenziale attrazione e simbolo di successo imprenditoriale. Ma se tiriamo fuori il famoso cannocchiale dell’esploratore, alla ricerca di strampalate fantasie e scenari possibili da concretizzare, possiamo intravedere la necessità di spazi a misura delle persone, snelle e dislocati in più punti strategici. Questo non significa
CHIAVE DI LETTURA La parola Super futuro implica l’azione di pensare in avanti e passare il testimone a chi verrà ma anche porre oggi le basi del domani. Non si possono avanzare previsioni certe, come del resto, non tutte le ipotesi ed evoluzioni descritte e anticipate si riveleranno vere in tutte le realtà. Il consiglio è quello di recepire tutto come un invito a guardare oltre, per scoprire, voi, quale direzione prenderete. Le strade percorribili sono infinite: dall’introduzione dell’abbigliamento ai prodotti consumabili come saponi e detergenti fino a servizi di consulenza in loco. Investimenti questi, improntati a diventare punto di riferimento in primis, mettendo in secondo piano la valenza commerciale.
che i garden center di oggi, punti di attrazione, svaniranno in uno schioccare di dita, anzi, resteranno, ma diventeranno sempre meno. La tendenza sarà quella di una graduale riduzione delle superfici, che richiederà un’accurata selezione dei prodotti e, magari, l’apertura di più negozi. Dai 10.000 mq si passerà, probabilmente, a punti vendita di 2.000 mq o meno, dislocati nel territorio in punti strategici che possano coprire il fabbisogno di servizi e merceologie. Una riflessione sui prodotti sarà inevitabile: gli investimenti saranno indirizzati alla qualità e non alla quantità e l’assortimento dovrà cambiare, ma anche esposizione, comunicazione e servizi. Il garden center approda in città! Il domani ci proporrà una struttura fluida, oltre ogni convenzione, in cui i reparti del garden diventano una città in miniatura e l’ambiente è libero da schemi e loghi.
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