LA QUALITÀ
Il Cordero Segureño IGP di Riccardo Lagorio
N
ell’Unione Europea vengono allevati più di 70 milioni di ovini e caprini (85% di ovini e 15% di caprini), spesso cresciuti in aree economicamente fragili come le regioni montuose. L’Irlanda produce agnelli pesanti (di peso superiore ai 13 kg), in alcuni stati meridionali come la Grecia e l’Italia si allevano agnelli leggeri, mentre la Spagna e la Francia hanno una produzione mista. Proprio la Spagna, con oltre 9,7 milioni di capi ovini macellati copre il 27% della produzione europea, seguita da Romania (6,3 milioni e 17% della produzione) e Grecia (4,3 milioni che rappresenta il 12% di capi macellati). L’Italia e l’Irlanda seguono a ruota, con 3 milioni di capi ed esprimono ciascuna l’8% della produzione europea. Nell’ultimo anno il Paese iberico ha incre-
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mentato dell’11,3% la produzione in termini di peso, collocandosi intorno alle 8.000 tonnellate e, dopo la caduta subita tra dicembre 2021 e febbraio 2022, il prezzo della carne d’agnello è da qualche mese in costante recupero. Nel nostro Paese, tra le carni rosse, il consumo di agnello è del tutto marginale rispetto alla carne bovina e suina (circa l’1,6%); in Spagna rappresenta una percentuale quasi doppia benché si sia dimezzata rispetto al 2006, quando il consumo era di 2,67 kg pro capite (dati Ministerio de Agricultura, Pesca y Alimentación, Sector ovino y caprino de carne en cifras). Analizzando più in dettaglio il consumo di carne d’agnello, c’è evidenza sia maggiore in corrispondenza di quei territori dove esiste una denominazione di origine: la
Spagna protegge la propria carne di agnello con 4 IGP. La più caratteristica è quella del Cordero Segureño, allevato sulla Cordigliera betica, cioè dove le province di Albacete, Almería, Granada, Jaén e Murcia si toccano, in territori dall’altitudine media di 500 metri sul livello del mare e con clima continentale. La pecora Segureña deve il nome all’area montana di Segura, nella parte nordorientale dell’Andalusia. «Gli ovini di questa razza, riconosciuta ufficialmente nel 1978, si sono adattati alle condizioni marginali e difficili della zona, caratterizzata da scarsa vegetazione. Si potrebbe definire una razza atletica, buona arrampicatrice e pascolatrice, con un’evidente propensione alla produzione di carne» spiega CRISTÓBAL A LMENARA G ARCÍA , agronomo e direttore tecnico del mattatoio di
Eurocarni, 6/22