La Sardegna dice stop alla pesca, prima che sia troppo tardi
Ricci di mare, tanto tuonò che piovve di Guido Guidi
La decisione del Consiglio regionale è giunta all’inizio di novembre, dopo anni di pressioni di associazioni ambientaliste, università e comuni cittadini ragionevolmente preoccupati per la definitiva estinzione della specie. L’approvazione della norma, grazie ad un emendamento alla cosiddetta legge “Omnibus”, era cosa da tempo sperata, ma ha colto di sorpresa in tanti. Da anni si discuteva di una limitazione massiccia dei prelievi, ma gli interessi erano contrastanti e la
politica poco incline ad ascoltare chi ipotizzava il peggio in assenza di provvedimenti. Fortunatamente ora è stato posto un punto fermo e di prelevare ricci se ne ridiscuterà nel 2024. Nel frattempo, ai pescatori che già in passato non avevano fatto mancare le proprie aspre rimostranze alle consuete limitazioni poste dall’Assessorato regionale dell’Agricoltura isolano, verrà riconosciuto un indennizzo per un totale annuo di 1.600.000 euro. Un compromesso che
sembra piacere anche alla categoria dei ricciai, giustamente preoccupati di vedersi sottrarre una risorsa che consentiva di chiudere il bilancio in attivo. Risorsa che — a dirla tutta — essi stessi hanno visto deteriorarsi e scomparire nel tempo. I pescatori professionisti, prima di chiunque altro, hanno avvertito il rischio di estinzione della specie e per questo convenivano, purché ci fosse un’alternativa di sostentamento, su una proposta di legge che era già nell’aria a febbraio scorso.
Paracentrotus lividus è un riccio di mare comune lungo le coste mediterranee e nell’Atlantico orientale. La colorazione varia dal viola al marrone al verdastro, con svariate sfumature (photo © mattei – stock.adobe.com).
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IL PESCE, 6/21