LA TIELLA DI GAETA di Elena Castiglione
Prodotto tipico della gastronomia gaetana, la tiella nel 2005 ha ricevuto il marchio DCO (Denominazione Comunale di Origine). Piatto unico che si serve a spicchi, così come era nata originariamente. Gustosa sia calda che fredda, si mantiene buona per più giorni. UN PIATTO UNICO, UNO SCRIGNO PREZIOSO Una pentola con il coperchio, e dentro tanta bontò! La tiella altro non è che una torta salata, farcita, composta da due strati di pasta sfoglia lievitata: una più grande che contiene il ripieno (la pentola) e l'altra più piccola che lo richiude (il coperchio). E il termine tiella deriva proprio dal latino "tegella" diminutivo di "tegula" per indicare il coperchio che chiude un contenitore. Il tutto cotto al forno.
NASCITA DI UN'IDEA... PER CASO E PER BISOGNO! La leggenda narra che in un periodo di grande carestia, i figli del Re non avessero più nulla da mangiare. Una massaia gaetana utilizzò degli avanzi di cibo all'interno di una sfoglia di pasta che pose a cuocere sulla brace. La sua diffusione avvenne nell'Ottocento. I nobili preferivano quella con i calamaretti e i pesci più pregiati, mentre i contadini e i marinai la mangiavano con quello che era ritenuto più economico: sarde, baccalà, alici. La tiella di Gaeta era stata sempre associata alla miseria, per cui soprattutto durante il periodo del boom economico, quasi scomparve e cadde nel dimenticatorio. La diffusione dello street food l'ha riportata nuovamente in auge.
1. A Gaeta usano una tecnica particolare, a formare un bordo ondulato con le dita, che richiama le onde del mare: è qualcosa che si tramanda di madre in figlia.
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Nata come piatto unico, la tiella può essere farcita con gli ingredienti più disparati: polpo, calamaretti, baccalà, sarde, olive nere, scarole, zucchine, pomodori, cipolle...
A spicchi, tiepida o fredda, ma mangiatela rigorosamente con le mani! Un detto gaetano dice che la tiella è buona... quando l'olio scorre fino ai gomiti!!