Rivista GBI 193

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GBI

LA DISTRIBUZIONE HORECA

PA R L I A M O N E I N S I E M E

N O N P U O I FA R E U N A B U O N A EC O N O M I A C O N U N A C AT T I VA E T I C A “RIDIAMO VALORE ALLA CATEGORIA AFFRONTANDO IL FUTURO SENZA RINUNCIARE A COMPORTAMENTI COMMERCIALI SANI, RISPETTOSI DI QUELLE REGOLE CHE, ANCHE SE NON SCRITTE, RIMANGONO LE FONDAMENTA MORALI DELLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI DISTRIBUTORI HORECA”

H

DI DINO DI MARINO

DINO DI MARINO D I R E T TO R E I TA LG R O B

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o voluto riprendere nel titolo di queste mie ‘riflessioni’ una frase di Ezra Pound che si presta perfettamente all’introduzione dell’argomento che le circostanze attuali mi portano a dover affrontare: le corrette prassi commerciali nel settore della distribuzione horeca. Sicuramente un tema molto sentito in questa epoca pandemica, portatrice di oggettive difficoltà che, noi operatori del mercato dei consumi fuori casa, abbiamo dovuto affrontare, essendo stati, tra le diverse categorie, quelli maggiormente colpiti dagli effetti della crisi determinata dalle chiusure imposte per il contenimento del Covid 19. Prima di affrontare l’argomento, è d’obbligo una premessa: nel nostro settore, come in tanti altri, non sono mai mancati attori che hanno adottato pratiche commerciali discutibili, benché non rilevanti dal punto di vista legale. In un momento storico socialmente ed economicamente difficile, laddove si assiste ad una corsa al rincaro dei prodotti non sempre pienamente giustificata, non si comprendono - e sono da ritenere del tutto esecrabili - le scelte di alcuni importanti operatori della filiera distributiva Horeca. Il riferimento è all’utilizzo di alcune riprovevoli operazioni commerciali che sono segnalate su tutto il territorio nazionale e si possono riassumere in:


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