UN GIRO IN MACCHINA 2020
AUTO, I COSTRUTTORI PARLANO DI ELETTRICHE MA SPINGONO LE IBRIDE PLUG-IN Bev e Phev, due sigle dietro alle quali si celano le dinamiche del mercato dell’auto.
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costruttori di automobili sembrano aver ingranato la quarta sulle ibride plug-in, più che sulle elettriche. Partiamo dalle vendite. Le auto elettriche (BEV, solo motore elettrico) stanno raddoppiando le immatricolazioni, come del resto avevano fatto lo scorso anno e quello prima. Considerando che una bella mano la danno i robusti incentivi, non c’è notizia. Che invece c’è sulle ibride plug-in (PHEV, motore termico più motore elettrico). Anch’esse aiutate dagli incentivi, meno robusti, stanno più che triplicando le immatricolazioni, a differenza di quanto avevano fatto negli anni precedenti, quando crescevano sì, ma del 60 o 30%. Sotto la pressione delle multe sulle emissioni, le case auto hanno aumentato l’offerta per entrambe le tecnologie. I modelli full electric erano 18 un anno fa e adesso sono 31, mentre quelli ibridi plug-in sono passati da 26 a 48. Stesso aumento, ma il parallelo finisce qui, come rivela un’analisi del Centro Studi Fleet&Mobility presentato alla Capitale Automobile. Premesso che parliamo di macchine costosette, che niente hanno a vedere con quelle normali il cui listino medio ponderato non arriva a 26.000, la soglia che divide il mercato può essere fissata a 50.000 euro di listino, come fece anche il Governo al momento di fissare l’accessibilità agli incentivi. Rispetto a questo discrimine, le due tecnologie muovono da posizioni opposte. L’offerta di BEV è concentrata entro i 50.000 euro di listino, dove stanno i due terzi dei modelli, nonostante quest’anno abbiano raddoppiato l’offerta di vetture oltre tale so108