UN GIRO IN MACCHINA 2020
IL COVID-19 FERMA LE VENDITE DI AUTO, MA NON DEVE BLOCCARE ANCHE IL PROGRESSO L’emergenza sanitaria mette sotto scacco l’industria e il mercato. L’obiettivo è ripartire il prima possibile evitando derive anti tecnologiche.
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eno 7% a febbraio e meno 7% a gennaio. È costante la flessione della domanda di auto in Europa. Questa sarebbe la cattiva notizia, ma sfortunatamente non lo è. Anzi, rimpiangeremo questi tassi di flessione, visto che ancora non riflettono l’emergenza Coronavirus. Il blocco alle attività, applicato a marzo nel nostro Paese, ha causato un tracollo nelle immatricolazioni. Andrea Cardinali, direttore generale di Unrae, l’associazione dei costruttori, stima “nel mese circa 30.000 unità contro le 194mila del marzo 2019”. Come sappiamo, anche gli altri Paesi stanno seguendo la quarantena, tanto che quasi tuti i costruttori hanno fermato o stanno fermando la produzione. Insomma, si prospetta un anno disastroso, dove l’unica parola d’ordine sarà: ripartire! Prima possibile e più rapidamente possibile. Poi verrà il tempo per i ragionamenti e le riflessioni. Ma dopo. Del resto, quando il Covid-19 c’è arrivato addosso, non è che nella vecchia Europa stessimo facendo baldoria. Nel tempo libero, eravamo intenti al passatempo preferito dei popoli opulenti e decadenti: l’autoflagellazione. Avevamo individuato il peccato del cambiamento climatico, procurato soprattutto da altri Paesi con la produzione di energia elettrica, l’industria e gli allevamenti, ma comunque risolvibile diminuendo solo noi la circolazione delle auto. Pertanto, l’esercizio 30