UN GIRO IN MACCHINA 2020
IBRIDE: LE SPINGONO I SINDACI, NON L’AMBIENTE Sondaggio. I clienti le comprano per evitare i blocchi e i divieti, ma pensano che le diesel consumino meno.
C
osa ha determinato l’impennata di vendite di vetture ibride nei primi mesi dell’anno? I provvedimenti di blocco della circolazione adottati da alcuni sindaci delle più importanti città italiane, secondo gli addetti ai lavori del settore automotive, coinvolti da AgitaLab, un think tank, attraverso un questionario online curato dal Centro Studi Fleet&Mobility. Le auto equipaggiate col doppio motore, termico e elettrico, già nel 2019 erano il 6% del mercato, poco sotto il 9% di quelle a gas metano/Gpl, ma con ritmi di crescita a due digit: +31% le ibride plug-in, quelle con la spina, e +34% quelle senza spina, le cosiddette full o mild hybrid. Nei primi due mesi dell’anno i tassi di crescita sono stati, rispettivamente, del 310% e del 79%. Il sorpasso sui motori a gas c’è già stato, visto che più di un’auto su dieci è ibrida, ben sopra l’8% di quelle a gas. Un fenomeno che si afferma nonostante gli elementi di complicazione. Innanzitutto, è un’innovazione significativa, che modifica il sistema di propulsione, aggiungendo un motore elettrico a quello termico che tutti abbiamo studiato al tempo dell’esame di guida. Inoltre, non è una innovazione ma sono tre, viste le differenze anche marcate tra l’energia accumulata da un’auto mild hybrid e le ben più capaci batterie di una plug-in. In un simile scenario, dove le informazioni tecniche e di performance devono passare dal costruttore al cliente, diventa cruciale il ruolo degli intermediari commerciali. Proprio per questo è stato opportuno misurare quale fosse il livello di conoscenza che questi operatori hanno dei diversi tipi di motori ibridi e delle motivazioni che 36