AUTO, LA CRISI CORONAVIRUS ACCELERERÀ LA CONCENTRAZIONE DEI CONCESSIONARI La drammatica situazione porterà nei prossimi 18/24 mesi alla creazione di grandi dealer-hub in grado di avere la sufficiente massa critica.
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a chiusura forzata sta portando l’economia al collasso, ben oltre il periodo di fermo. Alla riapertura mancheranno all’appello una miriade di piccole e piccolissime attività, che neanche si possono definire aziende, perché i loro addetti si saranno disaggregati, ciascuno per sé alla ricerca di un approdo. La maggior parte delle imprese invece sarà pronta a ripartire, non senza aver eliminato ogni grasso superfluo, che in gergo macroeconomico significa meno addetti. In sintesi, tante famiglie in seria difficoltà che si tradurranno in un contenimento dei consumi, che a sua volta rallenterà il ritorno al livello pre-crisi dell’economia, suggerendo infine a una parte dei clienti, magari pronti a cambiare la macchina, che sarebbe opportuno rimandare. In un mercato di sostituzione, l’acquisto di un’auto è una bellissima esperienza, eppure meno necessaria di quanto piaccia pensare a chi le vende. Tolte le aziende, circa 4,5 milioni di persone ogni anno compie tale scelta, tra auto nuove e usate, perché sente che la sua situazione economica non gli dà particolari grattacapi. Nel prossimo futuro, i mal di testa sono previsti in aumento esponenziale. Le case andranno in aiuto di quei concessionari più in difficoltà, come hanno sempre fatto, allentando la loro pressione sui margini e sui costi, a cominciare dallo stock e finendo col chiudere un occhio su altre cose. In alcuni casi il sostegno sarà determinante per rimettere in sesto l’azienda, ma come sempre accade i più deboli non daranno segnali di potercela. Intorno a loro comincerà 45