UN GIRO IN MACCHINA 2020
AUTO ALLA SPINA, LA RIMONTA DELLE IBRIDE PLUG-IN: I MOTIVI DELLA CRESCITA Nel mercato italiano crescono le vetture elettrificate ed è un vero boom per le cosiddette Phev, cioè le ibride ricaricabili.
C
’è l’auto elettrica, BEV, e poi ci sono le auto elettrificate: ibride plug-in e mild-hybrid. Ora pare si stiano muovendo alcuni equilibri. Come sappiamo, i costruttori in Europa da alcuni anni sono presi dalla passione per la propulsione elettrica, un po’ per sensibilità ambientale e molto perché minacciati dalla UE con multe salatissime, nell’ordine di centinaia di milioni ciascuno. La propulsione mild-hybrid permette di recuperare parte di quell’energia che il motore sviluppa in eccesso e che normalmente viene dispersa. Una soluzione che non fa lievitare i costi e che non impone all’automobilista cambiamenti di abitudini o limitazioni. Non sorprende che sia arrivata al 12% delle vendite, il doppio di un anno fa, e sia probabilmente destinata a crescere ancora. Per le macchine alla spina il discorso è diverso. Negli ultimi anni sembrava andare meglio l’elettrico puro, senza motore termico. Nel 2018 c’era stato il sorpasso in volata: 5.000 BEV con un balzo del +150% contro 4.600 plug-in in crescita del +60%. Ma i numeri erano ancora insignificanti: insieme facevano mezzo punto di quota di mercato. L’anno dopo c’è stato addirittura l’allungo delle BEV: 10.000 unità con un +110% contro 6.500 unità delle plug-in in crescita del 30%. È vero, gli incentivi premiavano le prime, ma non è solo quello. Era il frutto dell’offerta dei costruttori, la cui opzione iniziale era di offrire ai clienti le macchine equipaggiate solo col motore elettrico, nonostante i limiti oggettivi e ben noti: tempi di ricarica, autonomia, costo. La ragione era 88