Rassegna Stampa Dolomiti UNESCO | Ottobre 2020

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tema siano oltre il 31%».Senza, magari, contare gli accompagnatori.«Appunto. Noi siamo i villeggianti davvero più fedelizzati. Mi fa specie, dunque, che in questi primi anni di preparazione dell'evento olimpico, mai si sia approfondito il tema delle paralimpiadi anche ai fini di un'accoglienza che sia altrettanto dignitosa. Per i Mondiali e i Giochi 2026 si stanno impegnando fiumi di inchiostro per la viabilità. Benissimo, ci mancherebbe. Ma un qualche intervento sulle barriere architettoniche non l'ho ancora sentito».L'ultimo oro lo ha vinto a Londra e lei una volta ha detto che proprio in quelle Olimpiadi la cultura della disabilità ha cominciato a cambiare. «Da Londra, in effetti, la percezione delle disabilità è cambiata, il Comitato paralimpico italiano si è dotato di rilevanza sociale, diventando ente pubblico e ancora ci sono mete da raggiungere: io non mi sono mai sentito un disabile, è il mondo esterno che per abitudine ti percepisce così. Dobbiamo far cadere il pietismo e sta anche a noi saperci raccontare per le nostre abilità, mostrarci come persone, con i nostri pregi e difetti, come tutti. Lo sport ha la capacità di sintetizzare valori. È un maestro di vita, una terapia, una guarigione». -Francesco Dal Mas© RIPRODUZIONE RISERVATA

MUSEI DELLE DOLOMITI Corriere delle Alpi | 2 Ottobre 2020 p. 11 Il futuro delle Dolomiti visto dai giovani CORTINA Meno collegamenti sciistici e più musei? I giovani tra i 18 ed i 35 anni come immaginano il futuro delle Dolomiti? Affollato di auto e di impianti di risalita, come lo è oggi?È online il questionario promosso dalla Fondazione Dolomiti Unesco, sviluppato nell'ambito del progetto "Musei delle Dolomiti", per raccogliere le visioni di futuro per le Dolomiti per chi ha un futuro ancora lungo davanti e capire che ruolo possono avere i musei nell'affiancare il cambiamento. L'obiettivo è dare voce alle nuove generazioni e comprendere come vivano il patrimonio culturale del proprio territorio e se nutrono speranza nella cultura affinché possa diventare una ragione per continuare a vivere e investire nelle Dolomiti. Il questionario, disponibile in lingua italiana e tedesca sulla piattaforma Dolomiti.it, è stato sviluppato dall'associazione Intorn al Larin insieme al team del progetto Musei delle Dolomiti e ha raccolto, durante l'estate, 30 risposte da un gruppo pilota. «Molti giovani lasciano le valli per cercare il proprio futuro altrove», continuano Stefania Zardini Lacedelli e Giacomo Pompanin, coordinatori del progetto. «Il gruppo di lavoro #DolomitesMuseum crede che proprio dalla cultura e dai musei possa venire la spinta per estendere la prospettiva occupazionale di questi territori e frenare il fenomeno di spopolamento che interessa molte vallate dolomitiche». Il questionario è ospitato all'interno di Officina di Storie, il nuovo spazio digitale condiviso dei musei delle Dolomiti sulla piattaforma Dolomiti.it. -F. d. m. Messaggero Veneto | 7 Ottobre 2020 p. 36 edizione Pordenone Montagna e giovani Un test per capire quale sarà il futuro Andreis Le Dolomiti che vorrei: i giovani possono esprimere idee e opinioni sul futuro di un territorio che fa i conti in primis con lo spopolamento. È on line, infatti, il questionario promosso dalla fondazione Dolomiti Unesco, sviluppato nell'ambito del progetto Musei delle Dolomiti, che si rivolge a ragazzi tra i 18 e i 35 anni. L'obiettivo è dare voce alle nuove generazioni e comprendere come vivano il patrimonio culturale del territorio e se nutrono speranza nella cultura affinché possa diventare una ragione per continuare a vivere e investire nelle Dolomiti.Il questionario, disponibile in italiano e tedesco su Dolom.it, è stato sviluppato dall'associazione Intorn al larin con Musei delle Dolomiti e ha raccolto 30 risposte da un gruppo pilota con testimonianze come quelle di Umberto («Per me le Dolomiti sono un rifugio, un posto dove sentirmi al sicuro. Sono identità, appartenenza e riscoperta di valori essenziali») e Margherita («Le Dolomiti sono una scommessa per il futuro: un libro aperto per raccontare quello che vogliamo inventare oggi»). «L'opportunità di conoscere l'opinione dei giovani è fondamentale per chi è preposto a custodia e valorizzazione del patrimonio - afferma la fondazione Dolomiti Unesco -. I musei hanno bisogno di giovani non solo per ripensare la propria offerta dopo il Covid, ma per renderli spazi dove, partendo dal passato, si possa immaginare il futuro». «Molti giovani lasciano le valli per cercare futuro altrove - continuano Stefania Zardini Lacedelli e Giacomo Pompanin, coordinatori di Musei delle Dolomiti -. Il gruppo di lavoro #DolomitesMuseum crede che da cultura e musei possa arrivare la spinta per estendere la prospettiva occupazionale e frenare lo spopolamento». --G.S.© RIPRODUZIONE RISERVATA


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