Parallasse
-------------------------------------------------------------------la rassegna stampa di Scomodo La sera del 7 marzo, quando la diffusione del Covid-19 appariva già capillare sul territorio e da settimane l’Italia affrontava incerta la situazione con manovre insufficienti, la bozza del decreto, che rivelava l’intenzione di trasformare la Lombardia e alcune province del nord in “zona rossa”, viene fatta trapelare dai palazzi del Governo e diviene in breve tempo di dominio pubblico. L’impatto della fuga di notizie, incomplete e ancora non ufficiali, sui cittadini impreparati ha generato un caotico flusso di partenze dalla Lombardia verso il Sud Italia, vanificando lo scopo ultimo del provvedimento e attirando critiche ed espressioni diffuse di malumori da parte dei governatori delle regioni interessate dal blocco. Il clima di incertezza generatosi ha reso necessaria una conferenza stampa straordinaria nella notte tra il 7 e l’8 marzo, durante la quale il premier Giuseppe Conte ha rivolto accuse di irresponsabilità a chi aveva diffuso la bozza e ai giornali che l’avevano fatta circolare, mettendo in pericolo la sicurezza dei cittadini, e ha posto la propria firma al documento definitivo, confermando l’ufficialità del decreto. Quest’ultimo prevedeva l’istituzione di un’area a contenimento rafforzato in Lombardia e quattordici province, non più undici come indicato nella bozza, di altre quattro regioni del Nord Italia; norme stringenti e senza precedenti che sono entrate in vigore a partire dalla mattina del 8 marzo. Ma come è possibile che un documento segreto fosse in breve tempo facilmente consultabile online? Scomodo
Marzo 2020
Come spiegato dallo stesso premier nel corso della conferenza stampa, il decreto, proposto dal Ministro della Salute, prima dell’approvazione ufficiale era stato inviato in via istituzionale soltanto ai ministri competenti e ai presidenti delle regioni, il che ha fatto inizialmente sottintendere che la fuga di informazioni potesse essere partita proprio da lì. Ad alimentare i sospetti vi è stata la pubblicazione di un articolo alle 1:28 sul sito della CNN, per prima finita sul banco degli imputati, che riportava la notizia dichiarando di averla ricevuta dall’ufficio della regione Lombardia; l’articolo è stato successivamente modificato, specificando come la notizia fosse loro giunta “anche” da lì. Il presidente della regione Attilio Fontana, che ha smentito immediatamente le dichiarazioni, affermando che la Regione Lombardia aveva appreso del decreto dai quotidiani online soltanto la sera stessa, ha chiesto una rettifica da parte del quotidiano. A scagionarlo, dopo il processo sul web delle prime ore, è giunta una lettera di Jonathan Hawkins, vicepresidente della comunicazione CNN International, che spiegava come il giornale avesse verificato che la notizia stesse già circolando sui maggiori quotidiani italiani prima di riportarla, e che si era rivolto alla Regione Lombardia e altri contatti, non definiti, solo per chiedere conferma della veridicità della bozza. Effettivamente il contenuto del documento provvisorio era comparso per la prima volta online alle 18:30 sul sito dell’agenzia di stampa Reuters con la firma di Giulia Segreti e Gavin Jones, localizzati a Roma, che hanno scritto di aver visionato la prima stesura del decreto, senza però menzionare alcuna fonte.
Lo spostamento apparente di un oggetto causato da un cambiamento di posizione dell’osservatore è un effetto ottico noto come parallasse. Si tratta di un concetto potente, utile a descrivere il relativismo generato dalla molteplicità di interpretazioni dei fatti, soprattutto nell’industria dell’informazione. Spiegare questa molteplicità è l’obiettivo di questa rassegna stampa mensile.
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