l’Unità Laburista - Giochi Senza Frontiere - Numero 43 del 24 settembre 2021

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Politica

La frontiera è solo uno sguardo sull’infinito Rosanna Marina RUSSO

Una linea il più delle volte artificiale, la frontiera, che contraddistingue l’interno dall’esterno, che divide il dentro e il fuori, che distingue un modo d’essere e di vivere, talvolta di pensare, spesso di sperare. Qualche anno fa credevo fosse il male assoluto e le guerre una sua diretta conseguenza. Senza appello o condizionali. Poi forse col tempo si diventa meno radicali, poi viene una pandemia che se ne frega dei confini, poi molti afghani tentano di abbandonare il proprio paese attaccandosi ai carrelli dell’aereo e le cose si cominciano a vedere in una maniera diversa. E le frontiere non sembrano più un disvalore tout court. Qualche giorno fa ho ricordato un articolo letto a maggio scorso su Internazionale che parlava del Somaliland, quella zona nordoccidentale della Somalia che fa Stato a parte, anche se da pochi riconosciuto come tale. Ebbene mi ha fatto riflettere sull’importanza che ha avuto la linea di confine per questo Paese che vive in pace dal 1991, dalla sua Dichiarazione d’Indipendenza. Trent’anni nei quali non tutto è andato secondo regole democratiche, visto che il potere giudiziario si è piegato spesso a quello esecutivo e il parlamento ha approvato leggi senza discuterle. Ma non c’è guerra, al contrario del caos che regna nella flagellata Somalia.

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