Artroom
T 104
he history of aesthetics and art has always woven a privileged relationship with the most intimate and unexplored areas of the human depths, renouncing to resolve their irreducible problems and preferring, rather, to limit themselves to describing their subtle and inextricable motions. "Man is an unfathomable mystery": this is what philosophy and religion, psychology and anthropology tell us, and artists have always tried to explore these inaccessible areas with the inexhaustible wealth of their imagination and fantasy, in a narrative that often appears mostly discontinuous and fragmented, disconnected and bumpy. Within this scenario, it is possible to identify a dynamic that reveals all its intriguing and only apparently contradictory
L
a storia dell’estetica e dell’arte ha da sempre intessuto una relazione privilegiata con le zone più intime e inesplorabili delle profondità umane, rinunciando a risolverne l’irriducibile problematicità e preferendo, piuttosto, limitarsi a descriverne i moti sottili e inestricabili. “Un mistero insondabile è l’uomo”: così ci dicono la filosofia e la religione, la psicologia e l’antropologia, e gli artisti hanno da sempre cercato di esplorare queste zone inaccessibili con la ricchezza inesauribile della loro immaginazione e della loro fantasia, in una narrazione che appare spesso per lo più discontinua e frammentata, sconnessa e accidentata. All’interno di questo scenario è possibile individuare una dinamica che ci rivela tutto il suo carattere intrigante e solo