Accademia della Musica
2019
GLI ARCHITETTI DI LPP
Massimo Alvisi e Junko Kirimoto
Junko Kirimoto e Massimo Alvisi (ph. ©Ilaria Magliocchetti).
STRATEGIA HIGH TOUCH Nell’opera, sempre di alta qualità, di Massimo Alvisi e di Junko Kirimoto non è difficile trovare due fonti di ispirazione. La prima è riscontrabile nelle opere di Renzo Piano, un architetto di cui Massimo Alvisi è stato collaboratore. All’influenza dell’architetto genovese sono ascrivibili il gusto per accorgimenti semplici ed efficaci e, in particolare, l’uso di tecnologie che ricordano quelle in uso nelle navi. Tanto che per esempio in un edificio di abitazioni da loro realizzato a Trani, la stampa locale ha voluto vedere la metafora di una barca con le vele spiegate al vento. La seconda fonte di ispirazione è il minimalismo poetico. In particolare l’opera di Toyo Ito, un progettista molto apprezzato da Junko Kirimoto per la comune origine giapponese e l’approccio orientale mirato alla ricerca di forme fluide. Non è difficile trovare nei lavori del duo un comune senso della leggerezza e del quasi nulla. È interessante notare che questo approccio sobrio e raffinato è diventato da alcuni anni a questa parte una caratteristica comune di alcuni dei migliori studi di progettazione italiani. Potremmo definirlo High Touch per differenziarlo da altri correnti che non hanno preso troppo piede in Italia quali l’High Tech. L’High Touch si caratterizzerebbe per la trasparenza e la leggerezza ma attraverso l’uso di materiali naturali quali il legno, il disinteresse per l’esibizionismo tecnologico e, infine, per l’apertura al paesaggio e alla natura, nonché per la ricercata accuratezza del dettaglio.
Alvisi Kirimoto (con Harcome), Accademia della Musica di Camerino, 2019 (ph. ©Marco Cappelletti).
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