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VENEZIA, MUVE CONTEMPORANEO
ANSELM KIEFER IN MOSTRA A PALAZZO DUCALE MONUMENTALI COME LE SALE CHE LI ACCOLGONO, LE STRATIFICAZIONI MATERICHE DELL’ARTISTA TEDESCO COME UN CONTINUUM CONTEMPORANEO DEI GRANDIOSI CICLI PITTORICI DEL CINQUECENTO
Fino al 29 ottobre Anselm Kiefer espone una serie di nuove opere nella Sala dello Scrutinio e nella Sala della Quarantia Civil Nova di Palazzo Ducale a Venezia per la rassegna Muve Contemporaneo e in occasione della 59. Biennale d’Arte. La mostra, curata da Gabriella Belli e Janne Sirén e realizzata con la collaborazione e il project management della galleria Gagosian, è costituita da un ciclo di dipinti realizzati appositamente da Kiefer per Palazzo Ducale tra il 2020 e il 2021. Si tratta di un’installazione di 800 metri quadrati di pittura che riveste, da pavimento a soffitto, le pareti delle sale. I dipinti sono in dialogo con uno degli spazi più importanti di Palazzo Ducale e con i grandiosi cicli pittorici risalenti alla seconda metà del Cinquecento e alla prima del Seicento. [ 92 ]
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Lo spazio monumentale e le pareti della Sala dello Scrutinio, la sede designata all’elezione del Doge, sono infatti riccamente decorati da dipinti che celebrano il potere della Serenissima Repubblica di Venezia. Le opere di Kiefer, composte da stratificazioni di colate di materia pittorica, piombo, acciaio, gommalacca, resina, tessuto, corda, legno, paglia, libri bruciati e cenere, non seguono nella loro esposizione un ordine cronologico. Come un ‘continuum’ con l’ex residenza dei Dogi, parlano della storia di Venezia e, simultaneamente, dei valori universali che la città incarna. Anselm Kiefer riflette inoltre sulla posizione unica di Venezia posta tra il Nord e il Sud e sulla sua interazione tra Oriente e Occidente. A suggellare il lavoro, al centro di un’enorme tela, campeggiano le parole del filosofo vene-
to Andrea Emo (1901-1983) che danno il titolo alla mostra: Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po’ di luce, con cui le opere di Kiefer si pongono in profonda consonanza, mentre dal punto di vista storico il riferimento è all’incendio che nel 1577 danneggiò l’intera decorazione pittorica della Sala dello Scrutinio. «In Andrea Emo ho trovato conferma – scrive Kiefer – che la storia è una catena di azioni illogiche, astoriche, avvenimenti che non hanno nulla a che fare con causa ed effetto. Ogni evento è un passo avanti contro la legge della necessità» La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato da Marsilio, con testi delle curatrici e di Salvatore Settis, Massimo Donà, Jean de Loisy, Elisabetta Barisoni. Nel volume anche una conversazione tra l’artista e Hans Ulrich Obrist.