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La Guerra delle bandiere
I corsari barbareschi nella guerra commerciale delle grandi potenze contro la concorrenza. di Antonino Teramo «It is not probable that the American states will have a very free trade in the Mediterranean; it will not be the interest of any of the great maritime powers to protect them there from the Barbary states. If they know their interest, they will not encourage the Americans to be carriers. That the Barbary states are advantageous to the maritime powers is certain. – If they were suppressed, the little states of Italy, &c., would have much more of the carrying trade1.» ‹‹[…] la guerra e la pace con le reggenze Barbaresche ha ferito i sensi ai Gabinetti Europei: alcuni comprano la pace senza alcune difficoltà, mettendo a calcolo i vantaggi del commercio, e facendo tacere ogni altra considerazione; altri fremono all’idea di una umiliazione, e pagano a più caro prezzo la guerra››2.
I corsari barbareschi: flagello o benedizione? Le due citazioni che abbiamo riportato, la prima (1783) di Lord Sheffield [John Baker Holroyd, 1735-1821, amico ed esecutore letterario di Gibbon e presidente del Board of Agriculture], l’altra (1786) di un Anonimo poi identificato con certezza nel senese Bartolomeo Forteguerri (1751-
1 Lord Sheffield, Observations on the commerce of the American state, 6th Ed., London, J. Debrett, 1784, p. 252. All’opera collaborò il commerciante Silas Deane (1737-1789), primo diplomatico americano in Francia, scettico però sulla possibilità di restare indipendenti e morto a Gand in circostanze misteriose. Cfr. Walter E. Minchinton, «Silas Deane and Lord Sheffield’s ‘Observations on American Commerce’», Revista da Universidade de Coimbra, 28, 1980, pp. 83-98. Milton C. Van Vlak, Silas Deane, Revolutionary War Diplomat and Politician, Jefferson, NC, McFarland, 2013. 2 Memoria riguardante il sistema di pace e di guerra che le potenze europee praticano con le reggenze di barberia. Edizione seconda corretta ed accresciuta, Tipografo Giovanni Vitto, Venezia 1787, p.1. Pubblicato anonimo a Messina nel 1786, ebbe diverse edizioni in varie città sino al 1830.