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Economic Warfare
tecnologie critici (embargo), più raramente dell’import (boicottaggio). La contabilità macroeconomica (tabelle «input-output») consente di calcolare l’impatto delle misure sui vari settori dell’economia target e individuare i bersagli ottimali in termini di costo/efficacia, secondo i seguenti criteri: 1. massima incidenza su importanti settori produttivi ed economici del target; 2. mancanza di sostituzioni interne o esterne; 3. effettiva capacità del sender di controllare le esportazioni verso il target; 4. scarsa incidenza dell’interscambio col target sulla bilancia dei pagamenti del sender e/o possibilità di export in altri paesi; 5. impossibilità per il target di procurarsi l’export del sender da un paese terzo; 6. possibilità di sostituire l’import dal target; 7. possibilità di monitorare facilmente le transazioni oggetto di embargo29.
Naturalmente la «vulnerabilità» del target aumenta col peso del suo interscambio sul PIL e quando l’export è concentrato su pochi beni e su pochi paesi. Il calcolo deve ovviamente includere le contromisure del target, come ridurre il consumo dei beni embargati, produrli localmente o surrogarli e rifornirsi da o tramite terze parti o mediante contrabbando. Lo Statuto della Società delle Nazioni prevedeva le sanzioni internazionali come mezzo di difesa collettiva contro le aggressioni, sancendo pure il principio dell’equa ripartizione dei costi (burden sharing) fra i membri della coalizione sender. Benché l’idea fosse del presidente Wilson, il quale basò proprio sulle sanzioni la sua campagna per l’ingresso nella SdN, gli Stati Uniti ne rimasero fuori. Fu proprio la loro assenza a determinare la mancata applicazione nei confronti del Giappone e poi il fallimento delle sanzioni contro l’Italia30. La controprova è che nel 1941 l’embargo petrolifero unilaterale americano mise il Giappone con le spalle al muro, spingendolo all’attacco di Pearl Harbor31. La lezione, ampiamente verificata dopo il 1945, è che l’effettività e l’efficacia delle sanzioni dipendono integralmente dal peso geo-economico e dalla leadership internazionale
29 Johan Galtung, «On the Effects of International Economic Sanctions: With Examples from the Case of Rhodesia», World Politics, Vol. 19, No. 3, 1967, pp. 379-388. 30 V. l’articolo di Luciano Luciani in questo Quaderno. 31 La tesi ‘anti-americana’, che le sanzioni possano provocare, anziché prevenire, i conflitti armati, è controversa. Alcuni autori americani citano al riguardo l’analoga controversia storiografica sui decreti di Megara come casus belli della guerra del Peloponneso (Ilari, «Crono-bibliografia», alle ntt. 137, 311 e 548). Storia dell’arma economica