Theorizing Economic Warfare
21
Uniti (con l’unica eccezione di Cuba), tanto che nel luglio 2016 i paesi sanzionati dall’EU erano ben 3435. Sulle sanzioni esiste una letteratura sterminata, più politologica, sociologica, giuridica e ‘militante’ che economica e neutrale36. Le critiche sostengono che sono inefficaci e controproducenti (consentono al governo target di scaricare sul sender la colpa per l’inefficienza economica e di sfruttare il patriottismo) e che infliggono sofferenze sproporzionate alla popolazione del paese target (ma è controversa l’incidenza sui tassi di morbilità e mortalità). Peraltro USA ed EU hanno gradualmente elaborato strategie sanzionatorie ‘chirurgiche’ («smart»), mirate sugli interessi e la struttura delle élite (in particolare le sanzioni ‘anti-Putin’). Le sanzioni economiche: b) analisi economica Benché espresse in valori correnti, le statistiche del PIIE consentono di impostare un’analisi economica delle sanzioni. Il costo globale da sanzione (CGS) inflitto dai sender ai target triplica dagli 0,84 mld US$ del 191115 a una media di 2,30-2,40 per i tre lustri 1961-1975. In seguito le cifre si impennano, ma non essendo deflazionate a prezzi costanti, non è possibile quantificare l’effetto determinato dall’aumento del numero e della durata delle sanzioni (protratte per più lustri). Inoltre l’aumento dei CGS è nettamente inferiore all’aumento del volume globale dei commerci (VGC) per cui l’incidenza CGS/VGC crolla in mezzo secolo (1945-95) dall’1,4% allo 0.6%, «una cresta appena nel mare dell’economia mondiale»37 .
35 European Commission, Restrictive measures (sanctions) in force (Regulations based on Article 215 TFEU and Decisions adopted in the framework of the Common Foreign and Security Policy), updated to 07.07.2016. 36 Ampi riferimenti in Ilari, «Crono-bibliografia», passim. 37 Ibid., p. 17. Considerazioni analoghe valgono per il costo (per gli USA) della Guerra globale al terrorismo, pari, a prezzi costanti, a un terzo del costo della seconda guerra mondiale. In realtà, anche prescindendo dalla diversa durata delle due guerre (tre lustri contro uno), l’incidenza crolla per la crescita esponenziale del PIL americano. Nel 1945 le spese di guerra raggiunsero il picco del 35,8 % del PIL, ma nel 2008 erano un sopportabile 1,2 (un quarto delle spese totali per la difesa).