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Le sanzioni contro la Russia Economic Cold War 2.0 ? di Alessandro Vitale Le sanzioni come gioco a somma zero rma economica per antonomasia, le sanzioni sono uno strumento dell’influenza, parte integrante dell’aspetto relazionale del potere/ potenza. Scopo dell’influenza è interferire nel policy making di un altro stato, per dissuaderlo, persuaderlo o costringerlo a mutare politica o governo; o anche modificare il contesto decisionale.1 È questo lo scopo delle sanzioni unilaterali adottate dagli Stati Uniti contro la Russia a partire dal marzo 2014, a cui si sono aggiunti Unione Europea, stati del Commonwealth e Giappone, come ritorsione e pressione sulla Russia per l’annessione della Crimea e l’appoggio ai separatisti del Donbass. In linguaggio clausewitziano, le sanzioni sono «war by other means», una semplice modalità tattica2 finalizzata ad uno scopo politico. Sarebbe quindi fuorviante analizzarle con criteri puramente ‘economici’, basandosi sul fatto che anche chi sanziona subisce un danno e che entrambe le parti guadagnano accordandosi. Il gioco però non è a somma positiva, come nei negozi economici, bensì a somma zero, come in guerra, dove la vincita dell’uno consiste nella perdita dell’avversario. Infatti la cooperazione non è offerta, ma imposta: quel che si chiede è la resa e lo scopo del negozio sanzionatorio non è economico, ma politico. Lo stesso scrive Clausewitz della guerra, quando la definisce «parte del commercio umano», e quando sottolinea che ogni atto di forza è in primo luogo un messaggio al nemico. L’interruzione del commercio fra i belligeranti è del resto il tratto distintivo delle guerre ‘mondiali’, come quelle del 1793-
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1 Susan Strange, What about International Relations? in Id. (cur.), Paths to International Political Economy, London, Allen & Unwin, 1984, p. 91. 2 Kalevi J. Holsti, International Politics, Englewood Cliffs, Prentice-Hall, 19885, cap. VI. Holsti in questo capitolo formula una scala di influenze che comprende l’impiego della forza (fonte ultima di influenza), le sanzioni non violente, le minacce di sanzione, la promessa di ricompensa, l’offerta di ricompensa e la persuasione.