Parte I - Il primo dopoguerra e gli scritti sulla "Rivista Aeronautica" (19 45-19S3)
Le persone «grosse» credono che coltura e attività i'ntellettuale si identifichino; invece no n solo non sono la stessa cosa, ma spesso non coinc idono; spesso chi ha conseguito molte lauree e dip lom i e chi ha «freque ntato» molti «corsi» ba perduto ogni propri a alacrità e autonomia intellettiva, non gliene rimane neppure per concepire e manifestare idee ortodosse. Un tempo avevano raie fama (certo ingiustamente) gli ufficiali che avevano «frequentato con profitto i corsi alla Scuola di Guerra e superato con lode gli appositi esami». Ma anche nella vita civile i pozzi di scienza hanno sempre guardato con disprezzo gli intellettuali irrequieti, considerandoli a utodidatti; e costoro hanno ricambiato di pari mo neta, considerando i primi come le figuri ne di gesso cui l'impronta dello stampo è indelebile mediocrità. M a io sto d ivagando, e mi riprendo, col dichiarare il mio ri fiuto di credere che adesso, più che in tempi di co nform ismo obbligarorio, la sorniona regola del «chi te lo fa fare?» dimostri svigorito il carattere degli aviatori italiani. Signor Direttore, no n mi cestin i questa lettera; ma gridi gridi gridi (e dica alle «autorità superiori» che g ridino anch'esse) affi nché si destino i suoi collabo ratori potenziali, affinché l'apatia degli aviatori italiani si tramuti in alacre pensiero e fe rvidi scritti, affinché i tant i, tanti, tanti problemi di ordina me nto, di impiego, di economia, di diritto, di organizzazione, di pedagogia, di tecnica, ecc. ecc. che oggi si collegano alla necessità di risorgere delle aviazion i militare e civile italiane, trovino chi li discuta, anche all' infuo ri delle elaborazioni ufficiali, ponderate nelle secrete sta nze, in fon do ai corridoi al cui imbocco vigila u n Carabinie re o un I>.M. Ah ! dimenticavo una cosa; me la lasci di re, sebbene questa lettera sia già troppo lunga. V'è un 'altra spiegazione possibile alla nostra a ppare nte impossibilità di dimostrare la sopravvivenza del f>ensiero aeronautico italiano alle disavventure nazionali. È la sensazione diffusa che gli america ni abbiano loro detto tutto, scritto su tutto, studiato tutto, esperimentato tutto, organizzato tutto, preparato tutto ; che essi soli trovandosi già così progrediti, così provved uti, così sciemificati, così tecnicizzati, così do tati, essi soli possano effettuare ulteriori passi avanti; ma che a noi sia impossibile, che dovrem mo anzitutto aggiornarci, non soltanto negli impianti scientifici sperimentali, non soltanto nelle attrezzature cli officina, ma anche nell'arredamento ed a mmobiliamento cerebrale; che perciò dobbiamo a nda re dietro a loro; che sperare di scrivere cose no n già scritte, concepire pensieri non già
pensati, è presunzione; che è meglio aspettare, stare a g uardare, tirare a campare, e quando sarà giunto il momento accettare quanto deciso, attuare q uanto disposto, eseguire ... qua nto ordinato, e frattanto lasciare che il nostro ammobiliamento ed arredamento intellettivo sia rifatto con tutto quanto di bello di completo di perfetto di moderno viene concepito e prodotto laggiù; in serie, pratica, efficiente, funzionale, costosa per noi ma economica nello stesso tempo. Signor Direttore, se ormai siamo così marshallizzati, presto ci rid urrem o ciascuno sulla soglia d'una tenda (di marca americana) seduti in terra, a bbracciandoci le ginocchia, cantando al suono d'una radio (fabbricata in U.S.A.) le nenie in onore del Profeta, mentre i peli della barba ci si riempiranno cli mosche; esse, però, pel provvidenziale «genio della st irpe», divenute refrattarie al D.D.T. (americano).
IL MUSEO AERONAUT ICO E IL SUO NUCLEO VIVENTE L'Associazione Culturale Aerona utica prosegue l'opera intrapresa per realizzare il ìV!useo Aeronautico Nazionale, auspicato in Italia dalle Personalità più insigni e dagli Enti di maggio re prestigio; la difficoltà più g ra nde è natural mente quella di ottene re locali idonei a raccogliere e poi ad esporre gli oggetti di mole m aggio re, e a tal fi ne l'Associazione nostra ha invocato ed otte nuto la solidarietà del M iniste ro della Difesa (Aeronautica) e degli Enti Aeronautici pi ù q ualificati; ciò naturalmente rafforza assai l' in trapresa pur non essendo scevro d i qualche fattore d i dilazione. Ma nel frattem po l'Associazio ne nostra prosegue per fJroprio conto ciò che è completamente in g rado d i attuare con le proprie forze; ossia la raccolta dei piccoli oggetti e quella dei documenti (manoscritti, dattiloscritti, stampati, fotografie, ecc.). Questi ult imi costituiscono l'ARCH!Y!O REDAZIONALE AERONAUTICO della nostra Associazione, che sarà aperto appena possibile all'uso degli studiosi nella Sala di Lettura che l'Associazione gestisce nella sua nuova sede in Viale Giulio Cesare 5 4 rosso (angolo Via Lepanto) - Ro ma, e poi sarà inserito nel Museo. È co m prensibile l'interesse di ciascuna persona, ciascuna Ditta, ciascun Ente, ciascuna Istituzione, d i non essere assente da questo ARCHIVIO, il quale è ape rto, è libero, è pubblico e si chiama «redazionale», perché ha l' utilità princ ipale cli agevolare gli studiosi nella redazio ne dei loro lavori fo rnendo gli e lementi sul tema presce lto.
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