A. ìvlECOZZI - Scritti scelti - Voi. Il (1945 -1970)
Tuttavia, lo scontento individ uale conta poco fino a c he le masse non sono orga nizzate in gruppi di opposizione, il che è impossibile in Germania con l'attuale organizzazione nazista del fronte interno. È di ffic ile concepire come q ualcuno potrebbe aver successo nel coordinamento d i q uesto disagio sotterraneo o comunque per raggiungere le masse tedesche con un programma politico. Queste parole non devono essere considerate come un argomento contro i bombardamenti su vasta scala. Essi non sono soltan to utili ma assoluta me nte necessar i. Però non do bbiamo esagerare la loro impoi·tanza, bensì stimarli esattamente per q uello che valgano. Essi non possono essere decisivi per se stessi. Il Maresciallo in capo dell'aria Sir Arthur Travers Harris d ice: «Noi possiamo battere la Germania con il bombardamento aereo». Il suo piano dipende dalla distruzione di 5 O o 60 città industriali tedesche, per esempio, le acciaierie di Diisseldorf, i cantieri per sommergibili di Amburgo e di Brema, le industrie chimiche di Diisseldorf, gli impianti per la be nzina sintetica di Lipsia, le fabbriche di aeroplani di Berlino, Stuttgart e Man nh eim, ecc .. Suppon iamo di riuscire ad eliminare tutti q uesti impianti industriali, avrem o vinto la g uerra ? Che cosa ne seguirà? Una resa? I tedeschi oggi stanno febbrilmente organizzando nuove industrie. Essi stanno face ndo uso di quelle parti del l'Unione Sovietica che hanno occupate. Essi scanno costruendo nuove fabbriche a Praga, Pilsen, Maribor ed altri posti. Essi accelerano la produzione delle fabbriche di Linz, Kuitelfeld, Wiener Neustadt, Fiorisdorf, ecc. Per di più gli stessi stabilimenti industriali ungheresi stanno lavorando con passo febbrile per la macchina di guerra tedesca 3. Lo stesso Maresciallo in capo dell'aria Sir Arthur Travers Harris ammette che la sua offens iva di bombardieri a largo raggio è un'operazione d i polizia a lunga scadenza. Dopo parecchie digressioni, che del resto n o n mancano d'interesse, il M iksche aggiunge: Un'altra lezio ne può essere t ratta dalla campagna d i Russia. Prendiamo per esempio il popolo della U.R.S.S. che ha sopportato l'impeto della guerra per più di 18 mesi . Essi hanno perso i loro più importanti impianti
3. Naturalmente q ueste righe furono scritte q uando ancora i Russi, mediante l'occupazione del territorio, no n avevano eliminato queste risorse dei tedeschi.
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in dustriali , una gra n parte dei loro beni materia li e molte alt re risorse naturali. Ma essi hanno conservato il loro coraggio. Nessun bomba rdame nto aereo avr ebbe potuto procurare un danno come q uello che fu fatto a Odessa, Sebastopoli e Stal ingrado; nessun popolo soffrì di più del popolo eroico e coraggioso di q ueste c ittà. Ed ancora la decisiva vittoria tedesca manca di avversari 4 • Perché? Ciò che si interpone fra i tedeschi e la vittoria è il loro fallimento nel tentativo di distruggere l'esercito rosso, forza vivente della resistenza sovietica. Qualche a ltra cognizione non inutile si può trarre dai due libr i; la esporremo un'altra volta.
LO SCOPO DELLE OPERAZIONI BELLICHE Nell'ultim o numero de lla Rivista Aeronautica abbiamo iniziato a recensire un libro nel quale il Capitano Czecoslovacco F.O. Miksche confuta le teorie di Alessandro P. Seversky che sono assai si mili a quelle del l' italiano Douhet. Termineremo qui la nostra recensione. Scrive il Seversky: «Lo scopo dell'attaccante deve essere q uello di occupare la terra del nemico oppure que llo di eli minarlo come fattore economico e poli. ì t JCO. ».
Ribatte il Miksche: questa distinzio ne fra g uerra d 'el iminazi o ne e guerra di possesso è verame nte esclusiva del Seversky. Quantunque la tecnica della guerra moderna abbia sviluppato le d istanze, il «bisogno del combattimento corpo a corpo» continua. Così da lontano, nessuna arma è stata capace di dist ruggere completamente la forza vitale d i un nem ico determinato a resistere. J.;effctto normale di tutte le armi , siano esse mitragliatrici, cannoni o aeroplani, è solo q uello d i deprimere il nemico e di paralizzarlo. È invero molto semplice il dire che per distruggere questo o que ll 'obbiettivo bastano solo pochi colpi di artiglieria o poche bombe. li problema rimane sempre quello di come si possa far giungere q uesti pochi colpi o bombe su un piccolo numero di bersagli veramente vitali. Ecco d ue esempi: uno della prima guerra mondiale, ed uno della seconda. A Verdun q uantunque la concentrazione preparatoria di fuoco avesse r iempito l'aria del suo ruggito per tutta la giornata, l'assalto
4. Analoga osscrva:cione, con in più l'insegnamcnco che dà la riscossa degli eserciti wssi!