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1. UN UTENSILE A TRE PUNTE ("Rivista Aeronautica", n. 5, maggio 1945; pseudonimo CAPTIVUS) 2. NOVA POLEMICA SULI.?UNITÀ E I.?AUTONOMIA DELI.?AVIAZIONE MILITARE ("Rivista Aeronautica", n. 12, dicembre 1945; pseudonimo GERONTE)
Come già accennato, nell'immediato dopoguerra M. raccoglie l'eredità di D., almeno per quanto riguarda la difesa dell'unità e autonomia dell'Aeronautica e la necessità che essa batta obiettivi adatti alle sue caratteristiche, evitando però ogni clifJendenza dalle forze di superficie. Sul primo numero del dopoguerra della rivista il generale Pagano aveva sostenuto la necessità di definire una dottrina unica e di mettere una consistente aliquota di Aviazione alle dirette dipendenze del livello di armata terrestre. Sul numero di aprile 1945 "Fante Sicano" rifacendosi agli eventi della guerra aveva voluto dimostrare che "L'Aviazione può fare tutti i bombardamenti di questo mondo; ma se non va l'esercito a vincere di forza [... ] la battaglia terrestre, il risultato del bombardamento aereo apparirà pur sempre discutibilissimo se non sterile"; perciò, secondo "Fante Sicano" gli interventi aerei diretti a favore dell'Esercito avrebbero dovuto avere la priorità. Per quanto riguarda la Marina, in.fine, sullo stesso numero di aprile il comandante De Grossi Mazzorin aveva sostenuto la necessità di un'aviazione navale. Con questi due articoli M. contesta le tesi dei predetti esponenti delle forze di superficie e di altri, sottolineando in particolar modo gli inconvenienti del frazionamento delle forze aeree durante la guerra, che ha impedito di sfruttarne la flessibilità per concentrarle sul punto di volta in volta decisivo. Ancora una volta le argomentazioni del Nostro non sono del tutto nuove; sia pur senza citarli, esse riprendono largamente quelle degli scritti dell'anteguerra, a cominciare dall'articolo Aviazione cooperante? del 1928 (Cfr. Voi. I, Parte I, Cap. XVl11, p. 86). Anche la conclusione del paragrafo con il sottotitolo "una metafora dimostrativa" del secondo articolo richiama -alla lettera - le più volte citate dichiarazioni del generale Pricolo alla
Camera nel marzo 1940, il che rende attendibile la nostra ipotesi che alla stesura del suo discorso in tale occasione abbia collaborato lo stesso M .. ].)insistenza di M. sull'unità e autonomia dell'Aviazione va considerata anche tenendo conto che, al momento, taluni autori e taluni esponenti delle forze di superficie sostengono · tesi ancor più radicali di quelli prima citati, arrivando a proporre lo scioglimento dell'Aeronautica come Forza Armata e il ritorno in toto dell'Aviazione in seno all'Esercito e alla Marina, come fino al 1923: proposta giustificata con l'impossibilità di disporre di bombardieri strategici e quindi con la necessità di operare, per forza di cose, solo nel campo tattico. Questo spiega anche fJerché M., diversamente da quanto aveva fatto nel 1940-43 (Cfr. Vol. I, Parte 111, p. 333) tiene a sottolineare che cooperazione non vuol dire subordinazione, contraddice il generale Pagano che nel 1940-1943 aveva lodato (Cfr. Voi. I, Parte Ili, Cap. VII, p. 389), non esalta più il binomio carro-aereo e l'opera dell'Aviazione anche nel campo tattico, e infine riprende la sua vecchia idea dell'autodeterminazione degli obiettivi da parte degli stessi comandanti d'Aviazione. Al secondo articolo fa riferimento sul numero di luglio 1946 della rivista l'ufficiale pilota Michele Zezza, con uno scritto f)resentato come "Note critiche" alle idee di M .. Nella realtà lo Zezza si discosta da M. solo nel riconoscimento del grande ruolo dell'Aviazio ne strategica anglo-americana nell'ultima guerra; ma il modesto sviluppo industriale dell'Italia e la scarsità di materie prime lo portano a sostenere che, per l'Italia, al momento l'impiego più proficuo dell'Aviazione è quello sempre sostenuto da M., tenendo però presente che la cooperazione deve essere studiata, sviluppata, realizzata fin dal tempo di pace e con idonei provvedimenti organizzativi. (F. B.)
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