CSI, l’importanza di chiamarsi rete DUE RIFORME PER IL CSI: TERZO SETTORE E SPORT. LA PRIMA GIÀ AVVIATA, CON IL REGISTRO DEL TERZO SETTORE OPERATIVO DALLO SCORSO NOVEMBRE. LA SECONDA, QUELLA SPORTIVA, RICHIEDERÀ PIÙ TEMPO, COMPLICI LE DIVERSE TEMPISTICHE DA ULTIMO PROROGATE
A cura di Jessica Pettinacci e Gabriele Sepio
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port e Terzo Settore, il Centro Sportivo Italiano come modello di riferimento per la conformità alle due riforme. Come noto, l’avvio del Registro unico nazionale (RUNTS) ha segnato una tappa decisiva per l’operatività della riforma del Terzo Settore. Il RUNTS ha, infatti, sostituito e “assorbito” i previgenti registri di settore (i.e. Anagrafe Onlus; registri delle associazioni di promozione 20
sociale (APS) e delle organizzazioni di volontariato (ODV) e ha creato un unico sistema pubblicitario a livello nazionale ove trovano collocazione tutti gli Enti che intendono assumere la qualifica di ente del Terzo Settore (ETS). L’iscrizione assegna la qualifica di ETS e costituisce un lasciapassare per accedere ai benefici (fiscali e non) previsti dal Dlgs 117/2017 (Codice del Terzo Settore o “CTS”).
Il nuovo registro è una vera e propria piattaforma telematica ispirata alla trasparenza dei dati verso i terzi. Ai fini dell’iscrizione occorre tenere conto delle diverse qualifiche già in possesso dagli Enti, come ad esempio quelle di Onlus, ODV e APS. In questo quadro si pone il percorso del CSI nel Terzo Settore. In quanto iscritto nel previgente Registro APS detenuto dal Ministero