Nell’analisi dei dati sopra riportati si osserva come gli interventi di vigilanza si sono rivolte alle attività di produzione e distribuzione all’ingrosso e alla distribuzione e al dettaglio in parte perché sono attività rimaste sempre aperte in parte perché coinvolte nelle attività non differibili e di emergenza. Le attività di ristorazione pubblica e collettiva sono state controllate in quanto aperte e impegnate nella produzione di alimenti per asporto o con consegna a domicilio. Si è potuto osservare come la situazione determinatasi con la pandemia abbia creato seri problemi economici e sociali che hanno contribuito a ridurre l’attenzione per quanto attiene ai sistemi di sicurezza alimentare, all’igienicità dei locali, impianti ed attrezzature e alla qualità dei prodotti utilizzati. Come mai negli scorsi anni si sono rilevate situazioni che hanno determinato l’emissione di prescrizioni igienico sanitarie, il 96,3% e il 9,4% della ristorazione pubblica e collettiva tra le attività controllate hanno ricevuto prescrizioni di adeguamento igienico sanitario. Anche i distributori all’ingrosso hanno ricevuto un numero piuttosto elevato di prescrizioni (126). Il 18% di tutte le attività controllate sono state oggetto di provvedimenti amministrativi di tipo sanzionatorio che hanno gravato sulla già pesante situazione economica. Situazioni di particolare rischio per la salute riscontrate durante le attività di controllo hanno portato alla sospensione temporanea di 16 attività. Le attività di ristorazione pubblica e collettiva sono un target significativo delle attività sottoposte a controllo da parte del SIAN quelle che in genere rappresentano maggior rischio per la salute del consumatore, che vede coinvolto un gran numero di cittadini e fasce di popolazioni particolari fragili e a maggior rischio. In queste tipologie produttive sono state riscontrate le maggiori difformità igienico sanitarie che hanno portato sul 23,7% di quelle controllate ad elevare sanzioni amministrative. Nel mercato globalizzato sempre più si osserva come la qualità degli alimenti posti in commercio stia via via peggiorando e sempre più si riscontrano contaminazioni alimentari anche in alimenti il cui ciclo produttivo fino ai nostri giorni risultava piuttosto sicuro. Non ultimo l’incidenza di contaminazioni dovute ad alimenti provenienti da paesi extracomunitari dove la produzione e/o la coltivazione non è sottoposta ad una regolamentazione così come quella che coinvolge i paesi della Comunità Europea. Questa valutazione è supportata, dall’attivazione degli stati di allerta, del sistema iRasff che coinvolge i nostri servizi e prevede il ritiro immediato dei prodotti alimentari contaminati, la maggior parte di origine vegetale provenienti spesso da paesi extracomunitari. Tali tipi di intervento si traducono in un indicatore di salute positivo con una riduzione del rischio per i consumatori di venire a contatto con le matrici alimentari non conformi o pericolose. Nello scorso anno 82 stati di allerta sono stati seguiti dal servizio Sian, hanno dato origine a 194 interventi per la verifica del ritiro dei prodotti dal commercio e il controllo della tracciabilità e a 18 sequestri di prodotti alimentari. Il sistema di ricerca dei prodotti segnalati, si è notevolmente modificato e si basa sulla segnalazione delle reti di distribuzione, importazione e stoccaggio dei prodotti. Agendo su siti precisi si è raggiunto un buon risparmio di energie e di tempo nel rintracciare e controllare i prodotti oggetto di segnalazione.
Attività di campionamento Complessivamente nel 2020 sono stati prelevati 972 campioni, ripartiti come di seguito indicato
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