L’economia in tilt
GRANDE FREDD DI GLORIA RIVA
D
opo due trimestri di mancata crescita gli Stati Uniti sono ufficialmente entrati in recessione. E il Fondo monetario internazionale prevede che nei prossimi tre mesi faranno la stessa fine la Francia e la locomotiva d’Europa, la Germania. E l’Italia? È il paese più dinamico d’Europa. Nel secondo trimestre il Pil italiano è salito dell’uno per cento e del 4,6 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, grazie soprattutto alla tenuta dell’industria e ai consumi interni. L’ottimismo, però, potrebbe non durare a lungo. Dicono gli analisti che i prossimi mesi per l’Italia non saranno facili e che già entro settembre si dovrebbe registrare un rallentamento dell’economia e i maggiori rischi potrebbero materializzarsi fra la fine dell’anno e l’inizio del 2024, a causa dell’impatto ritardato dello choc inflazionistico, del possibile razionamento del gas e dell’instabilità di governo. Al Nord l’industria manifatturiera, che è il motore dell’economia italiana, si sta velocemente attrezzando per reggere l’urto dando il via a una serie di trasformazioni. Le imprese sono un cantiere aperto: i capi reparto sono pronti a far spazio a nuovi robot pur di far fronte alla cronica carenza di tute blu provocata dal fenomeno della Great resignation, gli imprenditori puntano a nuovi business per sopravvivere, i manager individuano innovativi modelli di gestione e mantenere così in vita lo smartworking a cui nessuno vuole rinunciare, l’ufficio acquisti fa i conti con Gloria Riva blocchi improvvisi della Giornalista supply chain e l’urgenza di
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7 agosto 2022
CON GLI USA IN RECESSIONE, FRANCIA E GERMANIA SEGUONO A RUOTA. L’ITALIA VA, MA LA CRISI È SOLO RINVIATA. E LE IMPRESE CAMBIANO PELLE. MA SOLO NORD